Milazzo (Messina). “Siamo vive per miracolo” dicono le nuove “donne dei lenzuoli” siciliane. Dopo il terrificante incendio nella raffineria del 27 settembre, non vogliono continuare a vivere nell’attesa di una catastrofe annunciata. Vent’anni fa, a Palermo, i lenzuoli furono esposti ai balconi contro le bombe mafiose. Oggi, una generazione dopo, tornano contro la bomba ecologica nel messinese.
Già alle 16 del 26 nei pressi della raffineria, l’aria puzzava molto più del solito. Diversi abitanti hanno dato l’allarme, ma senza risposta. Poche ore dopo, alle 00:45 del 27, scoppiava l’incendio: una luce abbagliante schiantava la notte fra nubi densissime di fumo. La gente si riversa in strada e fugge dove capita (l’autostrada è a poche centinaia di metri dal serbatoio in fiamme). Non c’è un piano d’emergenza. “Chiudete le finestre” è l’unica, rada, indicazione. Bravissimi i pompieri, che rischiando il tutto per tutto riescono a evitare il peggio, e l’antincendio della raffineria. Bravo il comandante del porto, che mette subito in sicurezza la rada. Carenti le altre istituzioni, chiaramente impreparate.
Le sostanze bruciano (decine di migliaia di litri) per almeno undici ore. Al momento in cui scrivo, l’incendio in forma attenuata continua ancora. La direzione della raffineria comunica che l’attività produttiva è tuttora in corso. I petrolieri rassicurano: nessuna conseguenza per ambiente, falda acquifera e popolazione. L’Arpa diffonde dati tranquillizzanti. Peccato che, per difetto di strumenti e personale (recente taglio dei fondi) siano dati estremamente parziali già in tempo di routine, figuriamoci in questa emergenza.
“Siamo nelle mani di Dio” dicono i milazzesi, che la mattina dopo si congratulavano a vicenda di esserci ancora. Dio però dovrebbe provvedere subito a monitorare l’inquinamento “normale” e quello di ora, fornendo i mezzi adeguati all’Arpa e denunciando chi li ha negati finora. Dovrebbe preparare subito un piano di emergenza e di evacuazione adeguati e ai termini di legge. Dovrebbe nominare una commissione di esperti indipendenti per accertare davvero gli effetti sanitari e ambientali e far chiarezza sulle responsabilità. Potrebbe trasferire la raffineria in qualche remota isola deserta, dove non si rischia la pelle di ventimila esseri umani. Fra, l’altro riconvertire chi ancora lavora nell’area potrebbe avere un costo molto inferiore ai danni attuali: questo spezzerebbe i denti al vecchissimo ricatto occupazionale con cui il mostro ha sempre imbavagliato le coscienze e le paure delle famiglie.
Se non ci pensa il buon Dio (i politici non ci hanno pensato, finora) è bene che i cittadini si diano una mossa, ora che rimuovere il problema – come per tanti anni s’è fatto – è più difficile del solito. Alcune donne stanno cominciando ad esporre alle finestre e ai balconi delle lenzuola bianche, che rapidamente si tingono d’inquinamento. Un altro “comitato dei lenzuoli” in Sicilia? L’ultimo fu più di vent’anni fa, dopo la morte dei giudici, contro la mafia. “E perché, a modo suo non è mafia anche questa?” mugugna qualcuno qui. Diamogli una risposta. Sollecitiamo il Parlamento europeo e quello nazionale intervenire immediatamente nelle forme più opportune.
Olga Nassis, Milazzo
Riccardo Orioles
Giornalista
Cronaca - 2 Ottobre 2014
Milazzo: le donne dei lenzuoli contro la ‘bomba’ ecologica della raffineria
Milazzo (Messina). “Siamo vive per miracolo” dicono le nuove “donne dei lenzuoli” siciliane. Dopo il terrificante incendio nella raffineria del 27 settembre, non vogliono continuare a vivere nell’attesa di una catastrofe annunciata. Vent’anni fa, a Palermo, i lenzuoli furono esposti ai balconi contro le bombe mafiose. Oggi, una generazione dopo, tornano contro la bomba ecologica nel messinese.
Già alle 16 del 26 nei pressi della raffineria, l’aria puzzava molto più del solito. Diversi abitanti hanno dato l’allarme, ma senza risposta. Poche ore dopo, alle 00:45 del 27, scoppiava l’incendio: una luce abbagliante schiantava la notte fra nubi densissime di fumo. La gente si riversa in strada e fugge dove capita (l’autostrada è a poche centinaia di metri dal serbatoio in fiamme). Non c’è un piano d’emergenza. “Chiudete le finestre” è l’unica, rada, indicazione. Bravissimi i pompieri, che rischiando il tutto per tutto riescono a evitare il peggio, e l’antincendio della raffineria. Bravo il comandante del porto, che mette subito in sicurezza la rada. Carenti le altre istituzioni, chiaramente impreparate.
Le sostanze bruciano (decine di migliaia di litri) per almeno undici ore. Al momento in cui scrivo, l’incendio in forma attenuata continua ancora. La direzione della raffineria comunica che l’attività produttiva è tuttora in corso. I petrolieri rassicurano: nessuna conseguenza per ambiente, falda acquifera e popolazione. L’Arpa diffonde dati tranquillizzanti. Peccato che, per difetto di strumenti e personale (recente taglio dei fondi) siano dati estremamente parziali già in tempo di routine, figuriamoci in questa emergenza.
“Siamo nelle mani di Dio” dicono i milazzesi, che la mattina dopo si congratulavano a vicenda di esserci ancora. Dio però dovrebbe provvedere subito a monitorare l’inquinamento “normale” e quello di ora, fornendo i mezzi adeguati all’Arpa e denunciando chi li ha negati finora. Dovrebbe preparare subito un piano di emergenza e di evacuazione adeguati e ai termini di legge. Dovrebbe nominare una commissione di esperti indipendenti per accertare davvero gli effetti sanitari e ambientali e far chiarezza sulle responsabilità. Potrebbe trasferire la raffineria in qualche remota isola deserta, dove non si rischia la pelle di ventimila esseri umani. Fra, l’altro riconvertire chi ancora lavora nell’area potrebbe avere un costo molto inferiore ai danni attuali: questo spezzerebbe i denti al vecchissimo ricatto occupazionale con cui il mostro ha sempre imbavagliato le coscienze e le paure delle famiglie.
Se non ci pensa il buon Dio (i politici non ci hanno pensato, finora) è bene che i cittadini si diano una mossa, ora che rimuovere il problema – come per tanti anni s’è fatto – è più difficile del solito. Alcune donne stanno cominciando ad esporre alle finestre e ai balconi delle lenzuola bianche, che rapidamente si tingono d’inquinamento. Un altro “comitato dei lenzuoli” in Sicilia? L’ultimo fu più di vent’anni fa, dopo la morte dei giudici, contro la mafia. “E perché, a modo suo non è mafia anche questa?” mugugna qualcuno qui. Diamogli una risposta. Sollecitiamo il Parlamento europeo e quello nazionale intervenire immediatamente nelle forme più opportune.
Olga Nassis, Milazzo
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Giustizia, Delmastro boccia la riforma Nordio: “Così i pm divoreranno i giudici”. Poi tenta il dietrofront, ma spunta l’audio. Il ministro lo difende: “Tutto chiarito”
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Urso ha la soluzione per l’auto in crisi: “Incentivi a chi si riconverte nella difesa, comparto in crescita”
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - È già un caso che un condannato, sia pur in primo grado, occupi un ruolo di sottosegretario alla Giustizia, ma ora le parole di Delmastro pongono un problema serio al Governo e al Paese intero. Dall’interno viene criticata una delle pessime riforme portate avanti con protervia dalla maggioranza. Come fa a restare al suo posto? Cosa dice la premier Meloni? Le parole di Delmastro sono gravi anche perché ci fanno conoscere le vere intenzioni del Governo, quelle che andiamo denunciando da mesi: assoggettare il potere giudiziario al controllo dell’Esecutivo. E questo è inaccettabile. Dopo la smentita che non smentisce, la registrazione dell’intervista, Meloni deve pretendere che Delmastro lasci l’incarico". Lo afferma Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Giovedì prossimo 20 marzo, alle ore 9, avrà luogo alla Camera l'informativa urgente del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, sui recenti eventi sismici che hanno colpito l'area dei Campi Flegrei e sullo stato di attuazione degli interventi per la popolazione.
Milano, 14 mar. (Adnkronos) - Il Dna di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, indagato per l'omicidio del 13 agosto 2007 a Garlasco, va confrontato con il Dna trovato "sotto le unghie della vittima e con le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine". E' quanto ha disposto, con un provvedimento del 6 marzo scorso, la giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli che ha autorizzato il prelievo coattivo della traccia biologica dell'indagato effettuato ieri.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Domani, alle ore 11:30, a Roma, nell’Europa Experience-David Sassoli (piazza Venezia, 6), si svolgerà l’incontro con i promotori dell’appello (che ha superato le 5mila adesioni) “Per un’Europa libera e forte”, lanciato dalla vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno. L’appello, si legge nel testo, “nasce dall’urgenza invariata che il Manifesto di Ventotene tracciò durante il secondo conflitto mondiale, per un’Europa federale e per un nuovo europeismo in difesa delle democrazie liberali e delle libertà dei popoli”.
Previsti, tra gli altri, gli interventi di Carlo Calenda, segretario di Azione; Riccardo Magi, segretario di Più Europa; Benedetto Della Vedova, deputato di Più Europa; Ivan Scalfarotto, responsabile Esteri di Italia viva; Christian Rocca, direttore de 'Linkiesta'; Nathalie Tocci e Nona Mikhelidze, dell’Istituto affari internazionali; Piero Fassino, deputato Pd; Alessandro Sterpa, professore dell’Università degli Studi della Tuscia; Sofia Ventura, professoressa dell’Università di Bologna; Vittorio Emanuele Parsi, professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; Angelo Chiorazzo, vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata; Stefano Ceccanti, professore dell'Università 'La Sapienza' di Roma; Giorgio Gori, eurodeputato Pd; Roberto Castaldi, politologo; Guy Verhofstadt, già Primo ministro del Belgio.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Nei Porti di Roma e del Lazio, il 2024 mette in luce un mercato delle crociere “fiorente”: sono 3.459.238 i crocieristi transitati nel corso dell’anno a Civitavecchia, in aumento del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2023; cifra che, stando alle previsioni, aumenterà di un ulteriore 2,8% alla fine dell’anno in corso. Lo riferisce l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, evidenziando che il nuovo record assoluto delle crociere traina anche il traffico totale dei passeggeri (crociere e autostrade del mare) che sfonda il muro dei 5 milioni (5.005.142).
Per quanto riguarda il settore delle merci, il network dei Porti di Roma e del Lazio, con un totale complessivo di poco più di 13 milioni di tonnellate di merci movimentate, registra una diminuzione pari al 6,5% (-905.333 tonnellate), legata – spiega l’Autorità – al calo delle merci solide del porto di Civitavecchia (-17,2%), in particolar modo al carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord, ormai prossima alla chiusura in vista del previsto phase out di fine anno e dove, negli ultimi dodici mesi, si sono sbarcate poco più di 100 mila tonnellate.
“Il grosso della perdita di quasi un milione di tonnellate è imputabile, principalmente, alla chiusura della centrale a carbone Enel e a scelte nazionali e di sistema prese negli ultimi 10 anni che vanno ben oltre le nostre competenze e che sono state imposte all’Autorità e che sono, anche, fuori dalla facoltà di ogni singolo operatore di compensare questa perdita”, fa presente infatti il Commissario Straordinario dell’Adsp, Pino Musolino, assicurando che però “il sistema nel complesso comunque tiene, con dati molto significativi e importanti nei porti di Fiumicino e Gaeta soprattutto nelle rinfuse e a Civitavecchia i dati in generale sono positivi e confortanti, tenuto conto delle due importanti crisi che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2024, vedendoci allineati alle stime di traffico della stragrande maggioranza dei porti italiani e mediterranei. Restiamo comunque vigili e monitoriamo la questione di Torre Valdaliga Nord – conclude Musolino – che rappresenta una ferita importante e un grande limite alla pianificazione e alla possibilità di fare dei ragionamenti concreti per il prossimo futuro rispetto al nostro sistema portuale”.
Si conferma il trend di crescita dei crocieristi imbarcati e sbarcati nel porto di Roma (+5,7%) che continua a caratterizzarsi sempre più come “home port”. In aumento anche il numero degli accosti delle città galleggianti che, con un totale di 841, crescono di 32 unità (+4%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E si registra un incremento percentuale, rispetto al 2023, delle altre categorie di rinfuse solide nel porto di Civitavecchia: la categoria dei “prodotti metallurgici, minerali di ferro…”, cresce del 54% per un totale di 546.990 tonnellate movimentate (+191.766), mentre è pari al 198,6% l’incremento della categoria “minerali grezzi, cementi e calci” che movimenta 175.991 tonnellate totali (+117.060 rispetto al 2023). In crescita anche le rinfuse liquide (+15,6%; +161.474), per un totale di 1.194.688 tonnellate.
Nella categoria “automezzi”, si segnala la crescita dell’8,3% (+15.390) delle “auto in polizza” per un totale di 200.969 auto movimentate. Segnali positivi dal porto di Fiumicino che registra un costante aumento (+10,6%) del traffico complessivo, costituito essenzialmente dai prodotti raffinati che servono l’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Fiumicino, che superano i 3,4 milioni di tonnellate totali (3.414.153). Nel porto di Gaeta si evidenzia l'incremento del 17,8% delle merci solide (782.377 tonnellate totali) che bilanciano il calo del 10,8% delle merci liquide e contribuiscono, così, a mantenere sostanzialmente stabile il traffico complessivo del porto gaetano che, in totale, movimenta 1.799.438 tonnellate.