Due ore di tempo per votare la bozza del disegno di legge sul conflitto di interessi. L’ha scritta l’onorevole di Forza Italia Francesco Paolo Sisto, già autore dell’emendamento “Salva Ruby” per aiutare Berlusconi, e anche il Pd in Commissione affari costituzionali ha contribuito a farla approvare a tempo di record. Presentata alle 18.15 di giovedì 2 ottobre, all’inizio avrebbe dovuto essere votata nel giro di 20 minuti. I 5 stelle hanno chiesto di ritardare “per avere almeno il tempo di leggere la proposta” e si è andati al voto intorno alle 21. “Poi ci siamo consultati e abbiamo deciso di non presentarci”, racconta il deputato M5s Riccardo Fraccaro. “Come possiamo esprimerci su un testo che non abbiamo potuto nemmeno valutare? Il Pd ha avuto il coraggio di farlo senza fiatare. Cosa prevede la bozza? Siamo molto insoddisfatti: quasi nessuna delle osservazioni sollevate in questi mesi e anni è stata accolta”. Una ricostruzione dei fatti smentita da Sisto che in una nota ha scritto: “Iter assolutamente regolare, i 5 stelle vogliono fare solo sterile polemica e aizzare la piazza verso inesistenti fantasmi del ‘Parlamento cattivo’, strumentalizzando il loro ruolo ben al di là della legittima critica politica”.
I dubbi però, al di là delle dinamiche tecniche in Commissione, riguardano l’impianto della legge che dovrebbe finalmente modificare la legge Frattini del 2004 tanto criticata negli ultimi anni. Ma nella pratica sembra ancora una volta mancare una definizione certa di conflitto di interessi, mentre non c’è riferimento a chi ha partecipazioni nell’editoria (Silvio Berlusconi tanto per fare un esempio) e inoltre, altro punto su cui si erano espresse le varie forze politiche nelle proposte di legge depositate, non figura il conflitto di interessi per i semplici parlamentari né per i consiglieri regionali o comunali, ma solo per le cariche di governo. Infine lascia perplessi la certezza delle sanzioni. All’articolo 9 del testo infatti, si prevede l’istituzione di una “Commissione nazionale per la prevenzione dei conflitti di interesse” che dovrebbe occuparsi delle sanzioni: “E’ organo collegiale”, si legge, “costituito da 5 componenti nominati dal presidente della Repubblica che li sceglie, sentititi i presidenti di Camera e Senato, tra persone di notoria e indiscussa capacità e indipendenza”. Criteri molto vaghi che sollevano numerose perplessità. Ma non è l’unico punto dubbio. “La sanzione”, aggiunge la deputata M5S Fabiana Dadone (M5S), “per chi rilascia dichiarazioni mendaci o incomplete ai fini della valutazione dei propri conflitti di interessi prevede una multa che non sia inferiore alla metà e non sia superiore al doppio del reddito presente nell’ultima denuncia dei redditi. Le ingiuste cartelle di Equitalia con cui si tartassano i professionisti, gli artigiani e i piccoli imprenditori italiani sono ben più pesanti”.
Sul tavolo del presidente della Commissione Sisto c’erano 5 proposte di legge, due del Pd (una a firma Bressa e una Civati), due del Movimento 5 stelle (Fraccaro e Dadone) e una di Scelta civica (a prima firma Tinagli). Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per lunedì 5 ottobre alle 14 (l’arrivo in aula è stato fissato per mercoledì 8 ottobre). “Non c’è nessun miglioramento”, dice Fraccaro, “avevamo sperato che fosse il momento per l’Italia di avere una buona legge sul conflitto d’interessi e invece il patto tra Renzi e il pregiudicato colpisce ancora una volta. Stiamo studiando tutta la bozza e presenteremo emendamenti per cercare di intervenire in qualche modo”.
A scrivere la bozza del governo è stato Paolo Sisto, deputato pugliese di Forza Italia e nelle ultime ore tra i quotati per diventare candidato per la Corte costituzionale. Ha un curriculum già noto alle cronache degli azzurri: oltre ad essere l’avvocato dell’uomo delle riforme Denis Verdini, è noto perché tentò di modificare nel maggio 2012 con un emendamento (poi chiamato “salva Ruby“) il reato di concussione a tutela dell’ex Cavaliere. La modifica di Sisto prevedeva che il reato ci fosse solo nel caso in cui fosse dimostrato lo scambio di denaro. Poi bocciato, ma il tentativo venne fatto. Ora per lui è la volta di occuparsi di conflitto d’interessi. E’ la legge più attesa dalla sinistra e mai realizzata. Negli ultimi mesi è stata prima promessa da Enrico Letta, poi spenta da Graziano Delrio (“Non può chiedere la luna”, disse) e infine ripromessa prima della pausa estiva. La capigruppo di Montecitorio l’ha calendarizzata per l’8 ottobre e la commissione ha indetto le audizioni in tutta fretta per arrivare ad una sintesi con una bozza presentata dal governo.
I 5 stelle contestano la lentezza nel riuscire a calendarizzare il testo e poi la velocità con cui si è affrontata la discussione. “Abbiamo fatto pochissime audizioni e non c’è stata nemmeno una settimana di discussione”, conclude Fraccaro. L’onorevole Sisto però smentisce categoricamente: “Non posso che rilevare, con sincero rammarico, quale presidente della commissione stessa, la scorrettezza delle notizie diffuse. Il provvedimento, che non è di esclusiva iniziativa dei 5 Stelle, ha avuto un iter assolutamente regolare: anche su richiesta del M5s, sono state tenute numerose audizioni di esperti, conclusesi solo qualche giorno fa. Il testo base, derivante dalla sintesi delle varie proposte legislative, è stato messo a disposizione della commissione a tempo di record: 24 ore dopo la conclusione delle audizioni stesse”, prosegue. “Ieri, pur sapendo che il provvedimento è stato calendarizzato in Aula per mercoledì prossimo, i 5 Stelle hanno chiesto prima 36 ore di rinvio, poi 24; soluzioni che, di fatto, avrebbero impedito l’approdo in Aula nei tempi previsti. Tenuto conto che quello che si doveva adottare era un testo base – continua – cioè, appunto, una base di lavoro da emendare poi con le iniziative dei singoli parlamentari, sono state loro concesse due ore di tempo”.
Politica
Conflitto interessi: Fi scrive, Pd vota. M5s: “Legge incompleta, sanzioni non chiare”
Il disegno di legge arriverà alla camera l'8 ottobre. I 5 stelle denunciano di non aver avuto il tempo di leggere il testo, poi approvato da tutte le altre forze politiche: "Dubbi sull'impianto generale: non si prevede il conflitto per parlamentari, consiglieri regionali o comunali. Non c'è certezza delle sanzioni"
Due ore di tempo per votare la bozza del disegno di legge sul conflitto di interessi. L’ha scritta l’onorevole di Forza Italia Francesco Paolo Sisto, già autore dell’emendamento “Salva Ruby” per aiutare Berlusconi, e anche il Pd in Commissione affari costituzionali ha contribuito a farla approvare a tempo di record. Presentata alle 18.15 di giovedì 2 ottobre, all’inizio avrebbe dovuto essere votata nel giro di 20 minuti. I 5 stelle hanno chiesto di ritardare “per avere almeno il tempo di leggere la proposta” e si è andati al voto intorno alle 21. “Poi ci siamo consultati e abbiamo deciso di non presentarci”, racconta il deputato M5s Riccardo Fraccaro. “Come possiamo esprimerci su un testo che non abbiamo potuto nemmeno valutare? Il Pd ha avuto il coraggio di farlo senza fiatare. Cosa prevede la bozza? Siamo molto insoddisfatti: quasi nessuna delle osservazioni sollevate in questi mesi e anni è stata accolta”. Una ricostruzione dei fatti smentita da Sisto che in una nota ha scritto: “Iter assolutamente regolare, i 5 stelle vogliono fare solo sterile polemica e aizzare la piazza verso inesistenti fantasmi del ‘Parlamento cattivo’, strumentalizzando il loro ruolo ben al di là della legittima critica politica”.
I dubbi però, al di là delle dinamiche tecniche in Commissione, riguardano l’impianto della legge che dovrebbe finalmente modificare la legge Frattini del 2004 tanto criticata negli ultimi anni. Ma nella pratica sembra ancora una volta mancare una definizione certa di conflitto di interessi, mentre non c’è riferimento a chi ha partecipazioni nell’editoria (Silvio Berlusconi tanto per fare un esempio) e inoltre, altro punto su cui si erano espresse le varie forze politiche nelle proposte di legge depositate, non figura il conflitto di interessi per i semplici parlamentari né per i consiglieri regionali o comunali, ma solo per le cariche di governo. Infine lascia perplessi la certezza delle sanzioni. All’articolo 9 del testo infatti, si prevede l’istituzione di una “Commissione nazionale per la prevenzione dei conflitti di interesse” che dovrebbe occuparsi delle sanzioni: “E’ organo collegiale”, si legge, “costituito da 5 componenti nominati dal presidente della Repubblica che li sceglie, sentititi i presidenti di Camera e Senato, tra persone di notoria e indiscussa capacità e indipendenza”. Criteri molto vaghi che sollevano numerose perplessità. Ma non è l’unico punto dubbio. “La sanzione”, aggiunge la deputata M5S Fabiana Dadone (M5S), “per chi rilascia dichiarazioni mendaci o incomplete ai fini della valutazione dei propri conflitti di interessi prevede una multa che non sia inferiore alla metà e non sia superiore al doppio del reddito presente nell’ultima denuncia dei redditi. Le ingiuste cartelle di Equitalia con cui si tartassano i professionisti, gli artigiani e i piccoli imprenditori italiani sono ben più pesanti”.
Sul tavolo del presidente della Commissione Sisto c’erano 5 proposte di legge, due del Pd (una a firma Bressa e una Civati), due del Movimento 5 stelle (Fraccaro e Dadone) e una di Scelta civica (a prima firma Tinagli). Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per lunedì 5 ottobre alle 14 (l’arrivo in aula è stato fissato per mercoledì 8 ottobre). “Non c’è nessun miglioramento”, dice Fraccaro, “avevamo sperato che fosse il momento per l’Italia di avere una buona legge sul conflitto d’interessi e invece il patto tra Renzi e il pregiudicato colpisce ancora una volta. Stiamo studiando tutta la bozza e presenteremo emendamenti per cercare di intervenire in qualche modo”.
A scrivere la bozza del governo è stato Paolo Sisto, deputato pugliese di Forza Italia e nelle ultime ore tra i quotati per diventare candidato per la Corte costituzionale. Ha un curriculum già noto alle cronache degli azzurri: oltre ad essere l’avvocato dell’uomo delle riforme Denis Verdini, è noto perché tentò di modificare nel maggio 2012 con un emendamento (poi chiamato “salva Ruby“) il reato di concussione a tutela dell’ex Cavaliere. La modifica di Sisto prevedeva che il reato ci fosse solo nel caso in cui fosse dimostrato lo scambio di denaro. Poi bocciato, ma il tentativo venne fatto. Ora per lui è la volta di occuparsi di conflitto d’interessi. E’ la legge più attesa dalla sinistra e mai realizzata. Negli ultimi mesi è stata prima promessa da Enrico Letta, poi spenta da Graziano Delrio (“Non può chiedere la luna”, disse) e infine ripromessa prima della pausa estiva. La capigruppo di Montecitorio l’ha calendarizzata per l’8 ottobre e la commissione ha indetto le audizioni in tutta fretta per arrivare ad una sintesi con una bozza presentata dal governo.
I 5 stelle contestano la lentezza nel riuscire a calendarizzare il testo e poi la velocità con cui si è affrontata la discussione. “Abbiamo fatto pochissime audizioni e non c’è stata nemmeno una settimana di discussione”, conclude Fraccaro. L’onorevole Sisto però smentisce categoricamente: “Non posso che rilevare, con sincero rammarico, quale presidente della commissione stessa, la scorrettezza delle notizie diffuse. Il provvedimento, che non è di esclusiva iniziativa dei 5 Stelle, ha avuto un iter assolutamente regolare: anche su richiesta del M5s, sono state tenute numerose audizioni di esperti, conclusesi solo qualche giorno fa. Il testo base, derivante dalla sintesi delle varie proposte legislative, è stato messo a disposizione della commissione a tempo di record: 24 ore dopo la conclusione delle audizioni stesse”, prosegue. “Ieri, pur sapendo che il provvedimento è stato calendarizzato in Aula per mercoledì prossimo, i 5 Stelle hanno chiesto prima 36 ore di rinvio, poi 24; soluzioni che, di fatto, avrebbero impedito l’approdo in Aula nei tempi previsti. Tenuto conto che quello che si doveva adottare era un testo base – continua – cioè, appunto, una base di lavoro da emendare poi con le iniziative dei singoli parlamentari, sono state loro concesse due ore di tempo”.
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“AfD? Non è cambiata la Germania, è deragliato il dibattito”. Parla il fondatore della ong Sos Humanity
Beirut, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - I media statali libanesi hanno riferito di attacchi israeliani in Libano, a circa 10 chilometri dal confine meridionale, mentre i fedeli si riunivano a Beirut per il grande funerale del leader di Hezbollah assassinato, Hassan Nasrallah. "Aerei nemici hanno lanciato due raid contro la zona tra Qleileh e Sammaaiyah, nel distretto di Tiro", ha affermato l'agenzia di stampa nazionale ufficiale.
Tel Aviv, 23 feb. (Adnkronos) - Le Idf confermano di aver effettuato attacchi aerei nel Libano meridionale. Uno degli obiettivi era un sito militare di Hezbollah contenente lanciarazzi e altre armi, dove l'esercito afferma di aver individuato attività da parte del gruppo terroristico.
Secondo l'esercito, l'attività di Hezbollah nel sito costituisce una "violazione degli accordi tra Israele e Libano". Inoltre, le Idf affermano di aver colpito diversi altri lanciarazzi di Hezbollah nel Libano meridionale, "che rappresentavano una minaccia per i civili israeliani".
Berlino, 23 feb. (Adnkronos) - Urne aperte in tutte la Germania per le politiche. Quasi 60 milioni di persone voteranno oggi fino alle 18 per scegliere un governo che dovrà fare i conti con il crollo dell'alleanza transatlantica sotto Donald Trump e con le nuove minacce alla sicurezza europea, proprio mentre il modello economico del Paese sta entrando in crisi. Secondo gli ultimi sondaggi, sarà il capo dell'opposizione conservatrice (Cdu/Csu) Friedrich Merz il nuovo cancelliere: dovrebbe vincere con il 29,5% di voti favorevoli. "Le grandi aspettative rispecchiano le grandi sfide che dovrà affrontare fin dal primo giorno del suo probabile mandato di cancelliere", ha affermato il settimanale tedesco Der Spiegel. "Una Russia aggressiva, un'America ostile e un'Europa che si sta allontanando: Merz potrebbe essere messo alla prova più duramente di qualsiasi cancelliere della repubblica del dopoguerra".
Merz ha recentemente ammesso che l'effettivo abbandono da parte di Trump delle promesse di difesa europee e l'aggressivo sostegno del suo vicepresidente JD Vance all'estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) annunciavano "cambiamenti tettonici nei centri di potere politico ed economico del mondo". La Germania, ha detto, non ne sarebbe uscita indenne. L'indebolimento della Nato da parte di Trump e il tradimento dell'Ucraina sono "un pugno straziante allo stomaco", ha affermato Ursula Münch, direttrice del think tank dell'Accademia per l'educazione politica in Baviera, in particolare per l'Unione cristiano-democratica (Cdu) di Merz, che ha "solidarietà e amicizia con gli Stati Uniti nel profondo del suo Dna". "La sfida più grande per la Germania sarà quella di mettere insieme una dimostrazione di forza unita da parte dell'Ue e del Regno Unito".
Secondo i sondaggi, i socialdemocratici del cancellieri Olaf Scholz, si attestano al 15% dei consensi, 10 puntiin meno delle preferenze ricevute 4 anni fa, mentre l'Afd si attesta al 21%, oltre il doppio (era al 10,3%) rispetto al 2021.
Londra, 23 feb. (Adnkronos) - Il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha dichiarato che domani annuncerà un nuovo importante pacchetto di sanzioni contro la Russia. Lo riporta ITV News. "Domani ho intenzione di annunciare il più grande pacchetto di sanzioni contro la Russia dall'inizio del conflitto, per indebolire la sua macchina militare e ridurre le entrate con cui si sta accendendo il fuoco della distruzione in Ucraina", ha affermato il ministro, aggiungendo che Londra "lavorerà con i partner americani ed europei per raggiungere una pace giusta e sostenibile", riconoscendo chiaramente l'Ucraina dev'essere coinvolta".
E' "un momento critico nella storia dell'Ucraina, della Gran Bretagna e dell'intera Europa" - ha detto ancora - Il sostegno all'Ucraina dovrebbe essere "raddoppiato" e si dovrebbe ricercare "la pace attraverso la forza". "Sul campo di battaglia, Londra resta impegnata a fornire un supporto militare di 3 miliardi di sterline all'anno per mettere l'Ucraina nella migliore posizione possibile e siamo pronti a contribuire con truppe britanniche alle forze di mantenimento della pace, se necessario".
(Adnkronos) - “La notte è trascorsa tranquilla, il Papa ha riposato”. Lo fa sapere oggi 23 febbraio il Vaticano aggiornando sulle condizioni di Papa Francesco ricoverato al Gemelli da venerdì della scorsa settimana.
Ieri sera l’ultimo bollettino diramato dalla Santa Sede sulle condizioni di salute di Bergoglio avevano restituito una situazione in aggravamento con una serie di criticità che i bollettini precedenti non avevano mai evidenziato. Nel dettaglio ieri il bollettino ha riferito che le “condizioni del Santo Padre continuano ad essere critiche, pertanto, come spiegato" dall’équipe medica che lo ha in cura, “il Papa non è fuori pericolo”.
Ieri mattina, si spiegava, “Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoriaasmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi. Gli esami del sangue odierni hanno inoltre evidenziato una piastrinopenia, associata ad un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua ad essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri. Al momento la prognosi è riservata”. Per Francesco è scattata una maratona di preghiere nelle chiese di tutto il mondo.
Kiev, 23 feb. (Adnkronos) - La Russia ha lanciato un attacco missilistico sulla città di Kryvy Rih, nell'oblast' di Dnipropetrovsk, nella tarda serata di ieri, uccidendo una persona e ferendone altre cinque. Lo ha riferito Oleksandr Vilkul, capo dell'amministrazione militare della città dove è nato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Tra i feriti ricoverati in ospedale, una donna sarebbe in condizioni critiche.
L'attacco ha inflitto gravi danni alle infrastrutture civili della città, ha detto Vilkul. Dodici edifici residenziali, una struttura infrastrutturale, una casa di riposo e una chiesa hanno subito danni. L'attacco ha inoltre colpito edifici sociali e industriali, una stazione di servizio e numerosi veicoli.
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "E' un saluto normale che faccio al mio pubblico continuamente. In questo mondo di guerra di informazione, come nazionalista populista — particolarmente se sei di destra — devi sempre andare contro i media, non puoi mai inginocchiarti a loro". Lo ha detto al 'Corriere della Sera' Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump e influente personalità politica della destra statunitense, parlando del saluto che ha fatto durante un raduno dei conservatori a Washington e che somigliava a quello nazista, e che ha spinto il leader di estrema destra francese Jordan Bardella ad annullare la sua partecipazione. A proposito del quale, aggiunge che il politico "ha dimostrato di non avere la grinta e la determinazione per vincere e per guidare la Francia, che è una nazione con enormi problemi: di immigrazione, finanziari. Si è messo in posizione fetale di fronte a qualcosa che è così ovviamente falso. Non sarà mai un leader".
"I media - spiega Bannon - non sono venuti qui a vedere Vance, Elon Musk e nemmeno il presidente Trump. Vogliono vedere questo movimento, sono preoccupati da quello che vogliono queste persone e da quello che vorranno in futuro. L'unica ragione per cui siamo arrivati qui è che questa gente ha appoggiato Trump, altrimenti il suo ritorno sarebbe stato impossibile". Parlando della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in collegamento video alla convention, aggiunge che "se mi avesse ascoltato negli ultimi due anni non sarebbe stata imbarazzata nelle ultime 72 ore da quello che ha detto il presidente Trump sull'Ucraina. Spero che sia una sveglia per lei. Non c'è decisione da prendere. L'Italia può permettersi di mandare truppe o denaro illimitato in Ucraina? Senza l'America è finita. A Parigi erano tutte chiacchiere. Volete appoggiare gli inglesi che mandano truppe? Hai la possibilità di pagare? No. Non importa quello che dice l'Europa".
"Trump è magnanimo - prosegue Bannon - parla di risorse e forse di un qualche coinvolgimento andando avanti, io sono un populista duro e puro, non vogliamo più mandare soldi né truppe. Il sangue versato in questa guerra è sulle mani delle persone che l'hanno iniziata, e adesso arriveremo al punto di partenza o anche peggio perché forse i russi non sono d'accordo a ritirare i carrarmati dalle loro posizioni. Quanto all'accordo sui minerali con Zelensky, penso che sia una trappola e devono evitarlo. Capisco la logica del presidente Trump. Penso che sia giusta l'idea che se ci impegniamo così tanto bisogna essere ripagati. Anche i dazi lui li vede come una nuova fonte di entrate che aiuta a chiudere il nostro debito che pesa sulle società e i singoli contribuenti. Concettualmente è corretto. Ma se prendi i minerali ucraini dovrai in qualche modo essere coinvolto. E questo significa garanzie di sicurezza e cercheranno di coinvolgerti in tutto".