Mettiamo da parte l’articolo 18 e discutiamo sul resto. La proposta è del segretario della Fiom Maurizio Landini, peraltro nelle stesse ore in cui il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi dice più o meno il contrario. “E’ possibile fare tutte le riforme del mondo senza togliere diritti ma estendendoli. Bisognerebbe fare una prova: mettiamo un attimo da parte l’articolo 18 e discutiamo su tutto il resto” dice Landini. “Si dimostra – ha aggiunto – che è possibile riformare gli ammortizzatori sociali, cancellare la precarietà, far ripartire gli investimenti, ridurre gli orari, fare la legge sulla rappresentanza senza toccare l’articolo 18 che non c’entra proprio nulla”. A giudizio di Landini, ospite dell’assemblea nazionale di Sinistradem in corso a Bologna, “si sapeva benissimo che aprire la discussione sull’articolo 18 apriva un conflitto. Io penso che l’abbia fatto scientemente. C’è una scelta precisa di aprire un conflitto in questo Paese”. Per questo “chi si è assunto la responsabilità di introdurre un elemento per dividere – ha concluso – lo tolga dal tavolo visto che ora si vuole confrontare e si metta a discutere i problemi veri del Paese”.
Ma Landini parla anche ai parlamentari del Pd che in questi giorni stanno conducendo una battaglia per modificare la riforma del lavoro così come è stata studiata dal governo. “Penso sia il momento della responsabilità, del sentirmi dire che c’è solidarietà in questo momento me ne faccio il giusto. È il momento dell’azione: penso che quando si dice una cosa la si deve fare. È il momento della coerenza“. È chiaro il messaggio lanciato dall’assemblea di SinistraDem. Alla prova del voto sulla riforma del lavoro proposta dal Governo, ribadisce Landini, i parlamentari “dovrebbero usare la testa: continuare a dire che le cose non vanno poi e poi accompagnare questi provvedimenti, è come quando Cgil, Cisl e Uil dissero che la riforma Fornero sulle pensioni non andava bene, poi abbiamo fatto tre ore di sciopero. Abbiamo fatto una cavolata e la gente ancora ci dice che non abbiamo fatto niente per le pensioni”.
Uno che assicura che il suo sarà un voto contrario è Stefano Fassina: “Per quanto mi riguarda senza cambiamenti significativi la delega non è votabile – dice l’ex viceministro dell’Economia – Resto fedele al mandato che gli elettori ci hanno dato per portarci in parlamento. Noi siamo impegnati perché la delega non rimanga in bianco. Perché il Parlamento non può dare una delega in bianco al Governo e perché vi siano davvero misure di contrasto alla precarietà. Perché vengano indicate quale tipologie contrattuali vengono eliminati. Perché vi siano risorse certe ed aggiuntive per gli ammortizzatori, perché ci siano ancora la possibilità per un lavoratore licenziato senza giustificato motivo per poter essere reintegrato al lavoro”. Fassina ha spiegato che l’incontro di oggi a Bologna ha lo scopo anche di portare avanti punti di vista per aiutare il Pd e il Governo a fare le scelte giuste. “Ed è evidente – ha detto – che abbiamo grandi preoccupazioni perché la direzione imboccata sul lavoro va in direzione opposta, aggrava la precarietà, aggrava la recessione. Sentiamo tutti la responsabilità del governo, del 41% e proprio per questo vogliamo correggere la rotta”.
Sull’ipotesi di un voto contro il governo è meno netto il leader della sinistra Pd, Gianni Cuperlo. “Io credo molto nella disciplina di partito. Penso che non ci possa essere un partito senza disciplina. Ma credo che neppure possa esistere una disciplina senza partito” quindi, serve discutere, trovare soluzioni: “Vedremo il testo finale e valuteremo”. Tuttavia, dice l’ex presidente del Pd, “se c’è la volontà di parlarsi, di ascoltare le ragioni di tutti poi la soluzione si trova anche sul tema che apparentemente è più spinoso perché caricato di una valenza simbolica perfino eccessiva, e che però tutela un principio garantito anche dalla Costituzione, che è l’articolo 18”. L’ex candidato alla segreteria ha comunque giudicato “molto positivo” l’incontro a Palazzo Chigi tra Governo e sindacati sul tema della riforma del lavoro. “Parlarsi tra governo e parti sociali è fondamentale. Il mio auspicio è che dal parlamento esca una buona riforma perché è assolutamente necessario riformare il mercato del lavoro”.
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Jobs act, Fassina: “Così com’è non lo voto”. Landini: “Allora siate coerenti”
Assemblea di Sinistradem a Bologna. Il leader della Fiom: "Mettiamo da parte l'articolo 18 e discutiamo sul resto". L'ex viceministro: "Nessuna delega in bianco al governo senza misure di contrasto alla precarietà". Cuperlo: "Credo nella disciplina di partito, ma vedremo il testo finale e valuteremo"
Mettiamo da parte l’articolo 18 e discutiamo sul resto. La proposta è del segretario della Fiom Maurizio Landini, peraltro nelle stesse ore in cui il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi dice più o meno il contrario. “E’ possibile fare tutte le riforme del mondo senza togliere diritti ma estendendoli. Bisognerebbe fare una prova: mettiamo un attimo da parte l’articolo 18 e discutiamo su tutto il resto” dice Landini. “Si dimostra – ha aggiunto – che è possibile riformare gli ammortizzatori sociali, cancellare la precarietà, far ripartire gli investimenti, ridurre gli orari, fare la legge sulla rappresentanza senza toccare l’articolo 18 che non c’entra proprio nulla”. A giudizio di Landini, ospite dell’assemblea nazionale di Sinistradem in corso a Bologna, “si sapeva benissimo che aprire la discussione sull’articolo 18 apriva un conflitto. Io penso che l’abbia fatto scientemente. C’è una scelta precisa di aprire un conflitto in questo Paese”. Per questo “chi si è assunto la responsabilità di introdurre un elemento per dividere – ha concluso – lo tolga dal tavolo visto che ora si vuole confrontare e si metta a discutere i problemi veri del Paese”.
Ma Landini parla anche ai parlamentari del Pd che in questi giorni stanno conducendo una battaglia per modificare la riforma del lavoro così come è stata studiata dal governo. “Penso sia il momento della responsabilità, del sentirmi dire che c’è solidarietà in questo momento me ne faccio il giusto. È il momento dell’azione: penso che quando si dice una cosa la si deve fare. È il momento della coerenza“. È chiaro il messaggio lanciato dall’assemblea di SinistraDem. Alla prova del voto sulla riforma del lavoro proposta dal Governo, ribadisce Landini, i parlamentari “dovrebbero usare la testa: continuare a dire che le cose non vanno poi e poi accompagnare questi provvedimenti, è come quando Cgil, Cisl e Uil dissero che la riforma Fornero sulle pensioni non andava bene, poi abbiamo fatto tre ore di sciopero. Abbiamo fatto una cavolata e la gente ancora ci dice che non abbiamo fatto niente per le pensioni”.
Uno che assicura che il suo sarà un voto contrario è Stefano Fassina: “Per quanto mi riguarda senza cambiamenti significativi la delega non è votabile – dice l’ex viceministro dell’Economia – Resto fedele al mandato che gli elettori ci hanno dato per portarci in parlamento. Noi siamo impegnati perché la delega non rimanga in bianco. Perché il Parlamento non può dare una delega in bianco al Governo e perché vi siano davvero misure di contrasto alla precarietà. Perché vengano indicate quale tipologie contrattuali vengono eliminati. Perché vi siano risorse certe ed aggiuntive per gli ammortizzatori, perché ci siano ancora la possibilità per un lavoratore licenziato senza giustificato motivo per poter essere reintegrato al lavoro”. Fassina ha spiegato che l’incontro di oggi a Bologna ha lo scopo anche di portare avanti punti di vista per aiutare il Pd e il Governo a fare le scelte giuste. “Ed è evidente – ha detto – che abbiamo grandi preoccupazioni perché la direzione imboccata sul lavoro va in direzione opposta, aggrava la precarietà, aggrava la recessione. Sentiamo tutti la responsabilità del governo, del 41% e proprio per questo vogliamo correggere la rotta”.
Sull’ipotesi di un voto contro il governo è meno netto il leader della sinistra Pd, Gianni Cuperlo. “Io credo molto nella disciplina di partito. Penso che non ci possa essere un partito senza disciplina. Ma credo che neppure possa esistere una disciplina senza partito” quindi, serve discutere, trovare soluzioni: “Vedremo il testo finale e valuteremo”. Tuttavia, dice l’ex presidente del Pd, “se c’è la volontà di parlarsi, di ascoltare le ragioni di tutti poi la soluzione si trova anche sul tema che apparentemente è più spinoso perché caricato di una valenza simbolica perfino eccessiva, e che però tutela un principio garantito anche dalla Costituzione, che è l’articolo 18”. L’ex candidato alla segreteria ha comunque giudicato “molto positivo” l’incontro a Palazzo Chigi tra Governo e sindacati sul tema della riforma del lavoro. “Parlarsi tra governo e parti sociali è fondamentale. Il mio auspicio è che dal parlamento esca una buona riforma perché è assolutamente necessario riformare il mercato del lavoro”.
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Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 alle ore 15.30 si svolgeranno le commemorazioni dell'Ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Poi il primo punto all'ordine del giorno è la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè.
(Adnkronos) - La sede opportuna, ha sottolineato Ciriani, "è il Copasir che è un organo del Parlamento e non del governo, ed è presieduto da un componente delle opposizioni. E' quella la sede in cui il governo fornisce tutte le informazioni del caso: oggi è stato audito Valensise, la settimana scorsa Caravelli e la prossima settimana sarà audito Frattasi. Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
E anche sulla richiesta delle opposizioni di sapere se Paragon sia stato utilizzato dalla polizia penitenziaria, Ciriani ribadisce che saranno date "riposte nelle sedi opportune. C'e' un luogo in cui dare risposte e un altro luogo in cui non si possono dare, ma questo è la legge a disporlo, non è il governo". Infine viste le proteste dei gruppi più piccoli che non sono rappresentati nel Copasir, Ciriani ha ricordato che "è la legge che lo prevede, non dipende dal governo".
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 al mattino si terrà discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo della Camera.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - La conferenza dei capigruppo ha stabilito che domani dalle 18 votazione si svolgerà la chiama per la fiducia sul dl Milleproroghe. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16 e 20. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni protestano con il governo e con il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla mancata interrogazione al question time sul caso Paragon. "Il governo si sottrae al confronto con il Parlamento. Siamo totalmente insoddisfatti sulle motivazioni apportate dal ministro Ciriani" che ha ribadito come il governo ritenga "non divulgabili" le informazioni sul caso, ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, al termine della capigruppo a Montecitorio. "E abbiamo chiesto anche al presidente Fontana di rivalutare la sua scelta".
"Il governo ha avuto l'atteggiamento di chi è stato preso con le mani nella marmellata: tutti hanno parlato, ma ora che abbiamo chiesto se lo spyware fosse utilizzato dalla polizia penitenziaria scatta il segreto...", osserva il capogruppo di Iv, Davide Faraone. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta "di un altro colpo alle prerogative del Parlamento. Si toglie forza a uno dei pochissimi strumenti che si hanno per ottenere risposte dal governo".
Roma, 18 (Adnkronos) - "Si tratta di informazioni non divulgabili" e come tali "possono essere divulgate solo nelle sedi opportune" come il Copasir. Lo ha detto il ministro Luca Ciriani al termine della capigruppo alla Camera a proposito delle interrogazioni al governo da parte delle opposizioni sul caso Paragon. "Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
Milano, 18 feb. (Adnkronos) - "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Lo afferma Stefano Boeri dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un'interdittiva che gli vieta per un anno di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L'archistar è indagato insieme a Cino Paolo Zucchi e Pier Paolo Tamburelli per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale" conclude Boeri in una nota.