È frustrante per un matematico non riuscire a comunicare quello che fa; e questo contribuisce al mito della sua estraniazione dalla società, se non della sua inutilità. Per fortuna divulgazione e didattica possono contare su siti come Maddmaths!MateMatitaMATEpristem e sulle iniziative di colleghi (D’Amore, Emmer, Giusti, Odifreddi…), però è difficile esporre una vera e propria ricerca.
Non ci provo, ma almeno vorrei spiegare perché è bene che in Italia si faccia ricerca matematica. Mi vengono in mente cinque evidenti ragioni, strettamente correlate.
Tradizione. Più che un valore, vedo la tradizione come un’opportunità: se sappiamo fare bene una cosa, perché smettere di farla? Come l’arte, anche la scienza e la matematica s’imparano dai Maestri. La matematica italiana di Maestri ne ha avuti e ne ha tuttora un mucchio. Tanto per stare nell’ultimo secolo e mezzo, le identità di Bianchi sono essenziali in geometria differenziale; anche un americano che studi analisi 2 deve digerire il teorema di Ascoli-Arzelà; chi si occupa di fondamenti non può ignorare gli assiomi di Peano; ogni topologo sulla Terra conosce i numeri di Betti; Volterra ha cambiato per sempre l’ecologia; senza Ricci-Curbastro la relatività generale non sarebbe la stessa.
Nella foto qui accanto vedete Ennio De Giorgi (a sinistra), la cui influenza è tuttora vivissima in molte parti delle matematiche che noi – ma non lui – chiameremmo “pura” e “applicata”. Non farò un torto ai molti eccellenti colleghi viventi se cito solo Enrico Bombieri (a destra nella foto) premiato con la Medaglia Fields. Scommetto che è la prima volta che sentite questi nomi; colpa nostra: di noi matematici e di noi italiani.
Cultura. Per l’Italia rinunciare alla cultura sarebbe come per il Kuwait chiudere i pozzi. Ma la cultura è arida se non promuove le contaminazioni reciproche; la matematica, fatta di fantasia e ragionamento puro, ne è un crocevia. I rapporti fra discipline “umanistiche” e tecnico-scientifiche sono ben più stretti di quello che i mediocri vorrebbero. Ne sono testimoni Borges, Calvino, Primo Levi; proprio nel rapporto con la matematica Paolo Uccello, Piero della Francesca, Leonardo, Dalì; per non parlare di Escher e di Asimov! Confesso: io vedo la cultura più come un fine che come un mezzo; però conosco lo spirito berluscoamericano che pervade la nostra società, perciò vediamo un po’ gli effetti pratici che la cultura può produrre a nostro favore.
Prestigio internazionale. Se l’Italia vuole giocare un ruolo di media potenza, deve essere presente sulla scena militare e industriale, ma ha bisogno anche di Fellini, Nono, Abbado, Merini, anche di Dalla e – perché no – di Nibali. Ma allora ha anche bisogno di Rubbia e di Bombieri. Solo che le eccellenze non bastano: troppo facile vedervi solo l’eccezione personale. Una nazione ha bisogno di una presenza massiccia e qualificata in tutte le espressioni della cultura, quindi anche della matematica. Occorre pubblicare nelle migliori riviste, essere chiamati nei migliori centri, essere consultati come esperti dalle migliori organizzazioni. Purtroppo è anche vero che finché abbiamo mafie, corruzione eccetera il nostro prestigio va a farsi fottere.
Insegnamento. Intendiamoci: per molti insegnamenti “di servizio”, fino a quelli di un primo anno d’Ingegneria, al docente può bastare una solida conoscenza passiva e una buona comunicativa. Ma per gli insegnamenti matematici più avanzati o per insegnare a Fisica e a Matematica è necessario (benché non sufficiente) avere le mani in pasta, avere la conoscenza attiva di chi la matematica la fa, anche in piccolo. Visto che i nostri laureati sono apprezzati all’estero per le loro basi fisico-matematiche, sarà meglio garantire continuità a questo vantaggio.
Progresso tecnico-scientifico. È davvero necessario spiegare che l’innovazione, soprattutto nelle nuove tecnologie, necessita anche di ricerca matematica? Posso provarci in un prossimo post, anche se temo la noia. Comunque anche il critico “illuminato” potrebbe obiettare: per il progresso è bene che ci siano nuovi teoremi, ma perché farli in Italia? Lasciamo che li facciano gli altri; noi poi li troveremo gratis nelle riviste specializzate! Eh no, cari miei: non funziona così. Sempre di più il teorema che serve non esiste ancora, perciò il fisico o l’ingegnere attraversa la strada e ne discute con chi a quel teorema sta lavorando o può essere interessato. Torno sempre lì: alla necessaria , stupenda continuità della conoscenza.
Massimo Ferri
Professore, Università di Bologna
Scienza - 13 Ottobre 2014
Matematica, ecco perché serve ancora all’Italia
È frustrante per un matematico non riuscire a comunicare quello che fa; e questo contribuisce al mito della sua estraniazione dalla società, se non della sua inutilità. Per fortuna divulgazione e didattica possono contare su siti come Maddmaths!MateMatitaMATEpristem e sulle iniziative di colleghi (D’Amore, Emmer, Giusti, Odifreddi…), però è difficile esporre una vera e propria ricerca.
Non ci provo, ma almeno vorrei spiegare perché è bene che in Italia si faccia ricerca matematica. Mi vengono in mente cinque evidenti ragioni, strettamente correlate.
Nella foto qui accanto vedete Ennio De Giorgi (a sinistra), la cui influenza è tuttora vivissima in molte parti delle matematiche che noi – ma non lui – chiameremmo “pura” e “applicata”. Non farò un torto ai molti eccellenti colleghi viventi se cito solo Enrico Bombieri (a destra nella foto) premiato con la Medaglia Fields. Scommetto che è la prima volta che sentite questi nomi; colpa nostra: di noi matematici e di noi italiani.
Cultura. Per l’Italia rinunciare alla cultura sarebbe come per il Kuwait chiudere i pozzi. Ma la cultura è arida se non promuove le contaminazioni reciproche; la matematica, fatta di fantasia e ragionamento puro, ne è un crocevia. I rapporti fra discipline “umanistiche” e tecnico-scientifiche sono ben più stretti di quello che i mediocri vorrebbero. Ne sono testimoni Borges, Calvino, Primo Levi; proprio nel rapporto con la matematica Paolo Uccello, Piero della Francesca, Leonardo, Dalì; per non parlare di Escher e di Asimov! Confesso: io vedo la cultura più come un fine che come un mezzo; però conosco lo spirito berluscoamericano che pervade la nostra società, perciò vediamo un po’ gli effetti pratici che la cultura può produrre a nostro favore.
Prestigio internazionale. Se l’Italia vuole giocare un ruolo di media potenza, deve essere presente sulla scena militare e industriale, ma ha bisogno anche di Fellini, Nono, Abbado, Merini, anche di Dalla e – perché no – di Nibali. Ma allora ha anche bisogno di Rubbia e di Bombieri. Solo che le eccellenze non bastano: troppo facile vedervi solo l’eccezione personale. Una nazione ha bisogno di una presenza massiccia e qualificata in tutte le espressioni della cultura, quindi anche della matematica. Occorre pubblicare nelle migliori riviste, essere chiamati nei migliori centri, essere consultati come esperti dalle migliori organizzazioni. Purtroppo è anche vero che finché abbiamo mafie, corruzione eccetera il nostro prestigio va a farsi fottere.
Insegnamento. Intendiamoci: per molti insegnamenti “di servizio”, fino a quelli di un primo anno d’Ingegneria, al docente può bastare una solida conoscenza passiva e una buona comunicativa. Ma per gli insegnamenti matematici più avanzati o per insegnare a Fisica e a Matematica è necessario (benché non sufficiente) avere le mani in pasta, avere la conoscenza attiva di chi la matematica la fa, anche in piccolo. Visto che i nostri laureati sono apprezzati all’estero per le loro basi fisico-matematiche, sarà meglio garantire continuità a questo vantaggio.
Progresso tecnico-scientifico. È davvero necessario spiegare che l’innovazione, soprattutto nelle nuove tecnologie, necessita anche di ricerca matematica? Posso provarci in un prossimo post, anche se temo la noia. Comunque anche il critico “illuminato” potrebbe obiettare: per il progresso è bene che ci siano nuovi teoremi, ma perché farli in Italia? Lasciamo che li facciano gli altri; noi poi li troveremo gratis nelle riviste specializzate! Eh no, cari miei: non funziona così. Sempre di più il teorema che serve non esiste ancora, perciò il fisico o l’ingegnere attraversa la strada e ne discute con chi a quel teorema sta lavorando o può essere interessato. Torno sempre lì: alla necessaria , stupenda continuità della conoscenza.
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Mondo
Gaza, niente accordo per estendere la prima fase del cessate il fuoco. Israele blocca gli aiuti umanitari
Buriram, 2 mar. (Adnkronos) - Altra doppietta dei fratelli Marquez nel Gp della Thailandia di MotoGp. Dopo la Sprint Race i fratelli spagnoli hanno occupato le prime due posizioni anche nella gara lunga, con la Ducati ufficiale di Marc Marquez che fa doppietta davanti ad Alex Marquez, con la Ducati del Team Gresini, terza anche in gara l'altra Ducati ufficiale di Pecco Bagnaia, per il tris di ducatisti sul podio, a seguire Franco Morbidelli, poi l'Aprilia del rookie Ai Ogura, e Marco Bezzecchi, mentre sono usciti Acosta e Mir e si è ritirato Fernandez.
Marc Marquez parte bene e guadagna subito la testa della gara ma a circa 19 giri al termine, un po' a sorpresa, Alex Marquez passa il fratello, che sembra aver deliberatamente rallentato per farsi passare e mettersi in scia del fratello, forse per un problema di pressione gomme. Dopo aver seguito a pochi decimi il fratello, a tre giri dal termine, Marc passa il fratello e scappa via verso la seconda vittoria consecutiva e la testa della classifica mondiale. (segue)
Gaza, 2 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas insiste sulla necessità di attuare la seconda fase del cessate il fuoco con Israele, dopo che Israele ha approvato un'estensione temporanea della fase iniziale.
"L'unico modo per raggiungere la stabilità nella regione e il ritorno dei prigionieri è completare l'attuazione dell'accordo, iniziando con l'attuazione della seconda fase", ha affermato il leader di Hamas Mahmoud Mardawi.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Fulco Pratesi ha saputo non solo denunciare i mali che affliggono l'ambiente ma ha saputo esercitare una grande funzione pedagogica di informazione e formazione sui temi ambientali. Personalmente ricordo il grande contributo di consigli e di indicazioni durante il periodo in cui sono stato ministro dell'Ambiente e in particolare per l'azione che condussi per la costituzione dei Parchi nazionali e per portare la superficie protetta del paese ad un livello più europeo. Ci mancherà molto". Lo afferma Valdo Spini, già ministro dell'Ambiente nei Governi Ciampi e Amato uno.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Le immagini che arrivano dalla città di Messina, dove si sono verificati scontri tra Forze dell'Ordine e manifestanti nel corso di una manifestazione no ponte, mi feriscono come messinese e come rappresentante delle istituzioni. Esprimo tutta la mia solidarietà alle Forze dell'Ordine e all'agente ferito, cui auguro una pronta guarigione, e condanno fermamente quanto accaduto. Esprimere il proprio dissenso non autorizza a trasformare una manifestazione in un esercizio di brutalità”. Lo afferma la senatrice di Fratelli d'Italia Ella Bucalo.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - “Inaccettabile quanto accaduto oggi a Messina in occasione del corteo contro la costruzione del Ponte sullo Stretto. Insulti, intolleranza, muri del centro imbrattati con scritte indegne, violenze contro le Forze dell’Ordine. È assurdo manifestare con simili metodi, coinvolgendo personaggi che nulla possono avere a che fare con il normale confronto democratico. Ferma condanna per quanto accaduto, e solidarietà alle Forze dell’Ordine che hanno gestito con grande professionalità i momenti più tesi della giornata”. Così Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Siamo orgogliosi della nostra Marina militare italiana che, con il Vespucci, ha portato nel mondo le eccellenze e i valori del nostro Paese. Bentornati a casa: la vostra impresa, che ho avuto la fortuna di poter vivere personalmente nella tappa di Tokyo, è motivo di vanto per ogni italiano. Grazie!” Così il capogruppo della Lega in commissione Difesa alla Camera Eugenio Zoffili.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Di fronte a quanto sta avvenendo nel mondo, agli stravolgimenti geopolitici e all’aggressione subita ieri alla Casa Bianca dal presidente ucraino, troviamo gravi e fuori luogo le considerazioni dei capigruppo di Fdi. Non è una questione di contabilità ma di rispetto verso il Parlamento. E in ogni caso la premier Meloni è venuta a riferire in Parlamento solo prima dei Consigli europei, come hanno fatto tutti gli altri suoi predecessori, perché era un suo dovere. E da oltre un anno e mezzo non risponde alle domande libere di un Premier time in Aula. Oggi siamo di fronte ad una gravissima crisi internazionale e alla vigilia di un Consiglio europeo che dovrà prendere decisioni importanti per l’Ucraina e per l’Europa. Dovrebbe essere la stessa Giorgia Meloni a sentire l’urgenza di venire in Aula per dire al Paese, in Parlamento, non con un video sui social, da che parte sta il Governo italiano e quale contributo vuole dare, in sede europea, per trovare una soluzione". Lo affermano i capigruppo del Pd al Senato, alla Camera e al Parlamento europeo Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti.
"Per questo -aggiungono- ribadiamo la nostra richiesta: è urgente e necessario che la presidente del Consiglio venga in Aula prima del Consiglio europeo del 6 marzo. Non si tratta di una concessione al Parlamento, che merita maggior rispetto da parte degli esponenti di Fdi e di Giorgia Meloni che continua a sottrarsi al confronto”.