Compie un anno e rischia di andare in pensione l’operazione umanitaria e militare Mare Nostrum. Decisa dal governo il 18 ottobre 2013, dopo l’incremento del fenomeno migratorio registrato dalla seconda metà dell’anno e dei tragici naufragi del 3 e 11 ottobre 2013 che si sono verificati a largo di Lampedusa. E dopo un anno, a fine mese, Mare Nostrum chiuderà. Al suo posto arriverà dal 1 novembre Triton, operazione di controllo delle frontiere europee alla quale partecipano 20 Paesi che prenderà il via l’1 novembre. “Le due operazioni non convivranno. D’accordo col premier Renzi, in uno dei prossimi Consigli dei ministri delibereremo la chiusura di Mare Nostrum”, ha detto giovedì il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.
Dopo 365 giorni di attività, condotta 24 ore su 24, sono stati oltre 150.000 tra uomini, donne e bambini, i migranti assistiti dai mezzi impegnati nel dispositivo Mare nostrum . Più di 94.000 quelli recuperati dalle navi della Marina Militare; 330 i trafficanti di esseri umani assicurati alla giustizia, grazie anche alla cooperazione con le Procure interessate; cinque le “navi madre” sequestrate. Risultati raggiunti grazie all’utilizzo di 32 navi militari, 2 sommergibili, elicotteri ed aerei che si sono avvicendati dall’inizio dell’operazione con l’impiego di 900 militari al giorno; quasi 60 i trasporti sanitari con elicottero effettuati in emergenza; tredici i boarding su navi sospette da parte dei team di fucilieri della Brigata Marina San Marco.
Direttore di Frontex: “Triton non sostituisce Mare Nostrum”
A Varsavia, il direttore esecutivo di Frontex, ha saputo solo ieri – con l’annuncio dato alla stampa a Roma – che l’operazione ‘Mare nostrum’ terminerà alla fine di questo mese. Lo ha detto lo stesso Gil Arias Fernandez, spiegando che Mare Nostrum e Triton non sono la stessa cosa. Secondo Fernandez “le agenzia dell’Ue ‘ non possono sostituire gli stati membri nella responsabilità di controllare le loro frontiere”, ma solo offrire supporto. Fernandez ha spiegato che l’operazione “Triton” che partirà all’inizio di novembre nel Mediterraneo ha, come scopo principale, il controllo della frontiera e non la “ricerca e il soccorso” che caratterizzano invece l’operazione italiana. Fernandez ha sottolineato però che che, ogni volta vi è bisogno, le missioni di controllo della Frontex diventano quelle di soccorso, perché sempre “salvare la vita è la priorità assoluta”. Frontex è l’agenzia per la tutela delle frontiere di Unione europea, che ha sede a Varsavia.
Organizzazioni in rivolta
“In un momento in cui le persone cercano in modo sempre più disperato di fuggire le guerre in Libia, Siria o Iraq, siamo scioccati e delusi nel sentire che Mare Nostrum chiuderà e che il soccorso nel Mediterraneo avrà da ora in poi una finalità limitata. L’annuncio del ministro degli interni Alfano è in diretta contraddizione con l’impegno dichiarato dal premier Renzi solo poche settimane fa”. Lo afferma in una nota Manu Moncada, coordinatore delle operazioni di Medici senza Frontiere in Italia. “Oggi il governo italiano, che detiene anche la presidenza del Consiglio europeo, sta ritirando una decisione politica volta a salvare vite umane”. Dello stesso avviso Amnesty International: “La proposta italiana di porre fine all’Operazione Mare Nostrum di ricerca e soccorso nel Mediterraneo pone a rischio le vite di migliaia di migranti e rifugiati che tentano di raggiungere l’Europa”.
Save the Children pone l’accento sul dramma dei bambini migranti: “L’operazione Mare Nostrum ha consentito, nell’ultimo anno, di salvare decine di migliaia di persone, tra le quali moltissimi bambini. Riteniamo necessario mantenere inalterato, e semmai rafforzare lo sforzo volto a trarre in salvo i profughi, in fuga da scenari di conflitto internazionale purtroppo sempre più cupi. Sono 22.700 i bambini e gli adolescenti giunti in Italia via mare da gennaio sino a oggi, prevalentemente dalla Siria, Eritrea ed Egitto”, spiega Raffaella Milano, direttrice del programma Italia-Europa.