Il fenomeno non è solo italiano. In un paio di settimane le quotazioni internazionali di benzina e gasolio sono calate di parecchio, ma non i prezzi alla pompa. I numeri sono semplici: all’inizio del mese, sul mercato del Mediterraneo, mille litri di benzina venivano scambiati a 548 euro, altrettanti di gasolio a 564. Giovedì scorso, dopo l’ultimo scossone, le quotazioni erano scese di 86 e 62 euro, a 462 e 502 euro. Significa flessioni del 16 e dell’11%.
Peccato che, di questo clamoroso calo, gli automobilisti quasi non se ne siano accorti. Le medie ponderate nazionali in modalità servito erano a 1,819 e 1,713 euro al litro il primo di ottobre e giovedì a 1,785 e 1,678. La verde è scesa meno del 2%, ed anche meno del diesel. Naturalmente, in virtù di sconti e promozioni, gli automobilisti riescono a fare il pieno a circa un decimo in meno rispetto alle medie ponderate, ma solo arrangiandosi alla pompa. E di sicuro non sulla rete auostradale dove le royalties riconosciute alla società di gestione (che già incassano i pedaggi) sono altissime: i sindacati che rappresentano i gestori degli impianti avevano denunciato la situazione: +746% dal 2003 al 2013, ovvero da 13 a 98 euro per mille litri.
In Germania gli interrogativi sono gli stessi: a fronte del deprezzamento del Brent (un barile, 159 litri) del 20% da inizio agosto, benzina e diesel si pagano appena il 3 ed il 2% in meno sulla rete distributiva. Solo che in Germania, rivela l’ADAC, l’Automobil club, i consumatori possono contare sulle oscillazioni quotidiane dei listini che arrivano fino a 8 cent al giorno. Da un’indagine su 14.000 stazioni di servizio negli ultimi 12 mesi è emerso che sul territorio tedesco conviene fare il pieno tra le 18 e le 20. Il momento peggiore per il rifornimento è al mattino, proprio quando si muovono i pendolari.
Gli analisti prevedono un ulteriore calo del prezzo del greggio, anche perché Arabia Saudita e Kuwait hanno dato segnali piuttosto chiari ai mercati, tanto che si ipotizza addirittura un barile a 80 dollari, contro gli attuali 85, che costituiscono già un livello “basso”.
Le quotazioni di benzina e diesel sono ai minimi da dicembre 2010, mentre i prezzi sono quasi due decimi lontano dai massimi. Assopetroli/Assoenergia in collaborazione con Figisc Anisa Confcommercio mettono in guardia di fronte alla cosiddetta “anomalia italiana”. In settembre, nel Belpaese si pagavano 26,2 cent al litro in più rispetto alla media europea per la benzina e 24,2 per il diesel. Di questo differenziale, il 94,7% per la verde ed il 99,6% per il diesel è costituito da tasse ed accise. Rispetto ad agosto, il differenziale è aumentato, perché ad agosto i valori erano 90,94% 98,37%. In settembre le imposte hanno raggiunto il 60,7% del prezzo al consumo (benzina verde).
I petrolieri lamentano un calo dei consumi che sta penalizzando anche il gettito fiscale. Il Centro Studi Promotor aveva contabilizzato la flessione nell’ordine del 3% nel primo semestre 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013. Aveva anche rilevato come i rincari avvengano sempre nello stesso periodo: “Succede tutte le estati, in vista di un aumento stagionale del traffico”, e infatti la contrazione della spesa era stata “solo” del 2,5%. La maggiore attenzione al rifornimento ha fatto affluire 227 milioni di euro in meno nella casse dell’Erario nel primo semestre dell’anno, mentre la spesa complessiva è scesa di 1,17 miliardi, da 31,11 del gennaio-giugno 2013 a 29,95 miliardi del gennaio-giugno 2014.
L’unica certezza è che il conto lo pagano sono sempre gli stessi: gli automobilisti. O per via delle accise che aumentano o perché, anche quando ci sono “margini”, le compagnie non abbassano i prezzi. Un pizzico di concorrenza in più è arrivata grazie alla grande distribuzione. Auchan ha deciso di offrire presso i propri 27 punti vendita il diesel a meno di 1,5 euro al litro e, da sabato, la benzina a meno di 1,6. Fino al 22 ottobre chi fa la spesa da Esselunga ed il pieno da Q8 beneficia di uno sconto di 2 euro (indicato sullo scontrino) per ogni 25 di acquisti se si è in possesso della Carta Fìdaty.