Matteo Salvini nel 2010 quando era già europarlamentare e consigliere a Milano per la Lega, era considerato un amico su cui contare dalla Sisal, il gigante del gioco. Il Nucleo di Polizia Tributaria di Milano ha acquisito nell’ambito dell’inchiesta sui fidi facili della Bpm (nella quale è indagato anche l’amministratore della Sisal Emilio Petrone) le email tra i manager della Sisal preoccupati per i controlli della Polizia municipale contro la prima sala giochi aperta nel centro di Milano: la Wincity di piazza Diaz. Il 27 aprile 2010, il responsabile relazioni istituzionali di Sisal, Giovanni Emilio Maggi, presenta la sala al sindaco Letizia Moratti e scrive a Petrone: “Il sindaco ha manifestato qualche preoccupazione per una ‘sala giochi’ a due passi dal Duomo”. Un mese dopo, Maggi incontra il capo di gabinetto del sindaco e scrive ai suoi capi che se il comune dovesse appoggiare l’operazione “ne deve avere un vantaggio (…) un progetto di ‘partecipazione sociale’ e di ‘restituzione’ per giustificare la benevolente condivisione del progetto da parte del Comune e del Sindaco in particolare”.
Il direttore del settore gioco di Sisal, Francesco Durante, individua la strada: “Destinare il 3 per cento del fatturato di Piazza Diaz (70-120.000 euro all’anno) a iniziative del Comune di Milano”. Quando la sala apre i battenti però cominciano i controlli della Polizia. Alle 8 e 54 del 9 settembre, Durante, scrive a Maggi: “Quello che dovremmo fare è indignarci e ‘rompere i coglioni’ per il trattamento che stiamo subendo. È evidente che ci sono persone che spingono per farci chiudere, noi dovremmo spingere per restare aperti. Dobbiamo decidere chi si muove e come”. Anche Maggi scrive che “In Piazza Diaz dal momento dell’apertura abbiamo avuto: 1) intervento PS una settimana fa; 2) intervento polizia annonaria ieri; 3) ulteriore intervento Ps ieri”. L’impressione di Maggi è che vogliano “‘creare l’incidente’ per arrivare alla chiusura della sala”. A quel punto Maggi elenca le contromisure e al quarto punto mette Salvini: “a) ho già parlato con AAMS Milano che interverrà sulla questura (…) d) tramite Marcello Presilla ho attivato Matteo Salvini – Europarlamentare Lega Nord e consigliere comunale di Milano – con il quale dovrei sentirmi oggi o domani e al quale chiederò supporto”. Marcello Presilla (uscito poi da Sisal) secondo la Finanza vanta un “ruolo chiave grazie alle sue conoscenze”.
Il 10 settembre Maggi, relaziona a Petrone e Durante sul tema: “Onorevole Salvini: Gli ha parlato Presilla ieri e io oggi pomeriggio. Mi ha assicurato che verrà all’inaugurazione anche se solo per 10 minuti. Non ritiene ci sia alcun problema politico per Win- City e – se ci fossero altri interventi ‘invasivi’ – mi ha detto di chiamarlo subito e interverrà in prima persona sulle istituzioni cittadine interessate”. Salvini, secondo i manager Sisal, era un alleato contro i controlli della Polizia comunale. La questione era delicata per Sisal. Non solo perché la sala a due passi dal Duomo fattura circa 3,5 milioni di euro ma anche perché era la prima di una lunga serie. Oggi le grandi sale simili a piccoli casinò aperte sotto il marchio Wincity in tutta Italia sono sedici.
All’informativa della Guardia di Finanza 12 dicembre 2012, sul materiale sequestrato nella perquisizione nell’abitazione e nell’ufficio dell’amministratore di Sisal Petrone, sono allegati la lista dei 180 invitati alla festa di Natale a Roma a Palazzo Taverna più la lista dei 104 destinatari dei pacchi ‘omaggio vip’ per il Natale 2010. In entrambe c’è Salvini, che però non era presente alla festa a Roma. Al Fatto il segretario della Lega dice: “È vero che ho incontrato Presilla a Bruxelles e poi sono andato a parlare con loro nella sede della Sisal in centro a Milano. C’ero anche all’inaugurazione della sala giochi. Ma non è vero che ho mai promesso interventi in favore di Sisal. Figurarsi! Ho appena presentato una proposta di legge per alzare le tasse sul gioco e non sono certo un amico delle slot. Se ci sono ragioni da far valere io intervengo in favore di tutte le imprese ma se ci sono cose fuori legge è giusto che la Polizia intervenga. Quanto al pacco omaggio del Natale 2010, ricordo quello della Ferrero perché la Nutella piace a mio figlio, ma quello della Sisal non mi ha lasciato nessun ricordo”.
Da Il Fatto Quotidiano del 21 ottobre 2014