Dietrofront per il decreto Sblocca Italia, il cui voto in Aula alla Camera è slittato in attesa del parere della commissione Bilancio sulle modifiche approvate dalla commissione Ambiente venerdì notte. Secondo l’agenzia Public Policy, mercoledì il testo del provvedimento dovrebbe tornare alla Ambiente e farà il percorso contrario non prima di giovedì, quando è probabile che il governo ponga la questione di fiducia. La Bilancio, a cui nel frattempo è finalmente arrivato il parere della Ragioneria, dovrebbe esprimere il parere sulle modifiche già approvate dalla Ambiente bocciandone diverse. Si parla addirittura dell’80%, a partire dall’emendamento che riduce al 4% l’Iva sulle ristrutturazioni coperte da ecobonus e bonus casa, misure che la legge di Stabilità proroga anche per il 2015, e l’aumento al 10% sulle case di nuova costruzione.
Entrambe le norme sono peraltro appena state bocciate dai tecnici del Servizio bilancio della Camera, che aveva già espresso dubbi più generali sulle coperture del provvedimento. Stavolta il problema è che l’aumento non compensa la riduzione (per cui occorrerebbe individuare ulteriori fondi per finanziare il taglio) e per di più l’aliquota “ultraridotta” al 4% è in deroga rispetto alla normativa europea che non consente agli Stati membri di adottare aliquote inferiori al 5%. Percorso sempre più in salita, dunque, per il decreto varato dal Consiglio dei ministro il 29 agosto ma arrivato in Gazzetta ufficiale solo due settimane dopo. Peraltro il testo, che scade l’11 novembre, dopo l’ok di Montecitorio dovrà passare all’esame dal Senato. E solo lunedì si è saputo che si è messa di traverso anche Bruxelles: la Commissione Ue ha chiesto chiarimenti alle autorità italiane sulla norma che prevede la possibilità di prorogare le concessioni autostradali e sta valutando se aprire una procedura di infrazione.
Una volta votato il parere della Bilancio, l’Aula deciderà il ritorno del testo in commissione e la Ambiente nel pomeriggio dovrebbe votare le nuove modifiche. Ovvero le quattro proposte dalla relatrice Chiara Braga (Pd) durante il “comitato dei nove” e quelle chieste dalla V commissione. Tra gli emendamenti della Braga, uno prevede la modifica dell’articolo 15-ter per consentire la possibilità di cedere crediti anche nei confronti di banche e intermediari finanziari “costituiti in forma societaria” che svolgano l’attività di acquisto di crediti da soggetti del proprio stesso gruppo. Un’altra modifica della relatrice propone di specificare, nell’articolo 21 sulle misure per incentivare l’acquisto con finalità di locazione, che le deduzioni Irpef del 20% valgono anche se “per motivi non imputabili al locatore” il contratto di affitto “si risolve prima del decorso del suddetto periodo (otto anni, ndr) e ne viene stipulato un altro entro un anno dalla data della risoluzione del precedente contratto”. Salta dunque l’emendamento, presentato dal M5S e approvato, che aveva eliminato l’obbligo di affittare casa per fruire della deduzione. Sul punto c’era anche il parere negativo del servizio bilancio della Camera.