Anche gli ordini e i collegi professionali devono adeguarsi alle norme anticorruzione previste dalla legge Severino. Lo ha stabilito con un’apposita delibera il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone, mettendo fine al braccio di ferro in corso da mesi tra gli ordini professionali e il ministero della Salute. Tra i nuovi obblighi degli enti anche il divieto di assegnare ruoli dirigenziali negli ordini a chi già ricopre o ha ricoperto altre cariche amministrative o politiche. Gli ordini avranno un mese di tempo per organizzarsi e non incorrere in sanzioni, ma l’adeguamento si annuncia accompagnato da un fiume di polemiche.
Polemiche anzitutto politiche, visto che secondo un dossier del Movimento 5 stelle (leggi) il 45% dei parlamentari italiani appartiene ad un ordine professionale e diversi di loro ne sono anche i rappresentanti. Secondo il dossier, i 68 professionisti che dirigono i 17 ordini professionali aderenti al Cup (Comitato Unitario delle Professioni) ricoprono complessivamente circa 450 ruoli, con una media di 6 incarichi a professionista e la possibilità per il 30% di loro di rientrare in un possibile conflitto di interesse in base alla normative anticorruzione. Secondo lo studio in alcuni ordini professionali (medici, farmacisti, odontoiatri e infermieri) delle province di Milano, Napoli e Roma sarebbero almeno 13 le situazioni di anomalia, con doppi ruoli da dirigenti dell’ordine e carica politica (presente o passata). Tutte situazioni sanzionabili a partire dalla normativa anticorruzione che vieta a politici ed ex politici di riciclarsi in incarichi dirigenziali degli ordini ed agisce dove possano crearsi interferenze e conflitti di interesse.
La prima a opporsi è stata la Federazione Farmacisti, presieduta dal senatore Fi Andrea Mandelli
La prima ad opporsi all’applicazione delle norme anticorruzione è stata la Federazione Ordini Farmacisti Italiani, presieduta dal senatore Fi Andrea Mandelli e dal suo vice Luigi D’Ambrosio Lettieri, anch’egli senatore Fi. Seguita a ruota dall’Ordine degli Infermieri professionali, presieduto dalla senatrice Pd Annalisa Silvestro.
All’inizio del 2014 gli ordini e i collegi professionali, guidati dal Cup, hanno chiesto e ottenuto dal giudice Piero Capotosti, già presidente della Corte Costituzionale (deceduto nell’agosto scorso), un parere pro-veritate che li sollevasse definitivamente da questa incombenza. Su questo il Ministero della Salute aveva risposto con una lettera istituzionale ma piccata: “Questa Amministrazione non si sottrae ad un confronto e approfondimento circa la portata sulla trasparenza e anticorruzione rispetto agli Ordini e Collegi professionali”, scriveva il 21 marzo il Ministero della Salute, “tuttavia non si può sottacere che appellarsi a pareri pro-veritate, per quanto autorevolissimi, al fine di sottrarsi a specifiche indicazioni del Ministero Vigilante.. appare procedura irrituale”.
Adesso la delibera dell’Anticorruzione, firmata da Cantone, scrive la parola fine sul contenzioso. Secondo il presidente Anac gli ordini sono enti pubblici “non economici” e perciò devono sottostare alle norme per la trasparenza e anticorruzione. Non è dunque condivisibile il parere di Capotosti che considera gli ordini come “enti associativi”. La delibera Anac stabilisce che gli enti professionali, che secondo il dossier del Movimento 5 stelle sommano circa 2milioni di iscritti, per 600 milioni di euro di incassi annuali e 50 miliardi di patrimonio, avranno un mese di tempo per “predisporre il piano triennale di prevenzione della corruzione, il piano triennale della trasparenza e il codice di comportamento del dipendente pubblico, nominare il responsabile della prevenzione della corruzione, adempiere agli obblighi in materia di trasparenza.. e infine attenersi ai divieti in tema di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi..”. Altrimenti saranno sanzionati.
Giustizia & Impunità
Corruzione, delibera di Cantone su ordini professionali: “No incarichi a politici”
Il presidente dell'Anticorruzione: "Sono enti pubblici, devono adeguarsi alla legge Severino anche su incompatibilità". Ma le resistenze sono forti e quasi un parlamentare su due appartiene a un albo. Dossier 5 Stelle: "68 persone si spartiscono 450 ruoli"
Anche gli ordini e i collegi professionali devono adeguarsi alle norme anticorruzione previste dalla legge Severino. Lo ha stabilito con un’apposita delibera il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone, mettendo fine al braccio di ferro in corso da mesi tra gli ordini professionali e il ministero della Salute. Tra i nuovi obblighi degli enti anche il divieto di assegnare ruoli dirigenziali negli ordini a chi già ricopre o ha ricoperto altre cariche amministrative o politiche. Gli ordini avranno un mese di tempo per organizzarsi e non incorrere in sanzioni, ma l’adeguamento si annuncia accompagnato da un fiume di polemiche.
Polemiche anzitutto politiche, visto che secondo un dossier del Movimento 5 stelle (leggi) il 45% dei parlamentari italiani appartiene ad un ordine professionale e diversi di loro ne sono anche i rappresentanti. Secondo il dossier, i 68 professionisti che dirigono i 17 ordini professionali aderenti al Cup (Comitato Unitario delle Professioni) ricoprono complessivamente circa 450 ruoli, con una media di 6 incarichi a professionista e la possibilità per il 30% di loro di rientrare in un possibile conflitto di interesse in base alla normative anticorruzione. Secondo lo studio in alcuni ordini professionali (medici, farmacisti, odontoiatri e infermieri) delle province di Milano, Napoli e Roma sarebbero almeno 13 le situazioni di anomalia, con doppi ruoli da dirigenti dell’ordine e carica politica (presente o passata). Tutte situazioni sanzionabili a partire dalla normativa anticorruzione che vieta a politici ed ex politici di riciclarsi in incarichi dirigenziali degli ordini ed agisce dove possano crearsi interferenze e conflitti di interesse.
La prima ad opporsi all’applicazione delle norme anticorruzione è stata la Federazione Ordini Farmacisti Italiani, presieduta dal senatore Fi Andrea Mandelli e dal suo vice Luigi D’Ambrosio Lettieri, anch’egli senatore Fi. Seguita a ruota dall’Ordine degli Infermieri professionali, presieduto dalla senatrice Pd Annalisa Silvestro.
All’inizio del 2014 gli ordini e i collegi professionali, guidati dal Cup, hanno chiesto e ottenuto dal giudice Piero Capotosti, già presidente della Corte Costituzionale (deceduto nell’agosto scorso), un parere pro-veritate che li sollevasse definitivamente da questa incombenza. Su questo il Ministero della Salute aveva risposto con una lettera istituzionale ma piccata: “Questa Amministrazione non si sottrae ad un confronto e approfondimento circa la portata sulla trasparenza e anticorruzione rispetto agli Ordini e Collegi professionali”, scriveva il 21 marzo il Ministero della Salute, “tuttavia non si può sottacere che appellarsi a pareri pro-veritate, per quanto autorevolissimi, al fine di sottrarsi a specifiche indicazioni del Ministero Vigilante.. appare procedura irrituale”.
Adesso la delibera dell’Anticorruzione, firmata da Cantone, scrive la parola fine sul contenzioso. Secondo il presidente Anac gli ordini sono enti pubblici “non economici” e perciò devono sottostare alle norme per la trasparenza e anticorruzione. Non è dunque condivisibile il parere di Capotosti che considera gli ordini come “enti associativi”. La delibera Anac stabilisce che gli enti professionali, che secondo il dossier del Movimento 5 stelle sommano circa 2milioni di iscritti, per 600 milioni di euro di incassi annuali e 50 miliardi di patrimonio, avranno un mese di tempo per “predisporre il piano triennale di prevenzione della corruzione, il piano triennale della trasparenza e il codice di comportamento del dipendente pubblico, nominare il responsabile della prevenzione della corruzione, adempiere agli obblighi in materia di trasparenza.. e infine attenersi ai divieti in tema di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi..”. Altrimenti saranno sanzionati.
MANI PULITE 25 ANNI DOPO
di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ AcquistaArticolo Precedente
Gabriele Paolini a processo per tentata violenza e prostituzione minorile
Articolo Successivo
Gabriele Paolini a giudizio, quando disse: “Mi batto contro la pornografia”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Giustizia & Impunità
Sciopero magistrati, adesione quasi all’80% | Diretta. Il presidente del tribunale di Milano: “Paura quando si vogliono sentenze in nome di aspettative politiche”
Zonaeuro
L’Europa replica a Trump: “Siamo manna per gli Usa, reagiremo duramente ai dazi”. Salvini: “Sediamoci a un tavolo”. Tajani: “Tuteliamoci”
Politica
Palazzo Chigi, l’invito da una mail ufficiale a tutti i dipendenti: “Al lavoro condividete la Parola di Dio”
Milano, 27 feb. (Adnkronos) - "La sottoposizione dei magistrati alla politica è la cosa peggiore, il pericolo è questo". Lo sostiene l'ex pm di Mani Pulite Gherardo Colombo, tra i presenti all'assemblea - in corso al Palazzo di Giustizia di Milano - nel giorno dello sciopero dei magistrati contro la riforma costituzionale. "Si vuole passare a un pm svincolato dalla cultura giurisdizionale, un pm che diventa l'avvocato dell'accusa in un processo in cui l'importante è vincere, mentre la funzione del pm è quella della ricerca della verità" conclude.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Trump dice, metto dazi al 25%. L''Italia deve stare con Europa e l'Europa deve rimenare. Ma ci vuole l'Europa, non sovranisti da quattro soldi e provinciali alle vongole". Lo ha detto Matteo Renzi a L'aria che tira, su La7.
Parigi, 27 feb. (Adnkronos/Afp) - L'Unione Europea "farebbe lo stesso" se gli Stati Uniti mettessero dazi del 25 percento, come annunciato dal presidente Donald Trump. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze francese Eric Lombard. "È chiaro che se gli americani aumenteranno i dazi, come annunciato dal presidente Trump, l'Ue farà lo stesso", ha affermato Lombard a margine della riunione dei ministri delle finanze del G20 a Città del Capo. "Anche se non è nell'interesse generale, anche noi dobbiamo proteggere i nostri interessi e quelli dei paesi dell'Unione", ha aggiunto.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Oggi vediamo che Giorgia Meloni non tocca palla, gli interlocutori americani sono Merz, Macron e Starmer. Giorgia Meloni si sta rivelando una influencer abbastanza inconsistente e lo dico con dispiacere". Lo ha detto Matteo Renzi a L'aria che tira, su La7.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "Anche quest'anno siamo felici e onorati di aver partecipato alla campagna che Uniamo ha svolto in questo periodo, in termini di eventi, di momenti di incontro ben organizzati e ben ideati. Sono passati più di vent'anni e Uniamo ha fatto un egregio lavoro per sensibilizzare sempre di più non solo gli addetti ai lavori, ovviamente, ma l'intera società sui temi delle malattie rare. Ecco, le malattie rare hanno ancora tanti ambiti aperti, la diagnosi, che dovrebbe essere quanto più precoce possibile, la disponibilità dei trattamenti e, ovviamente, la ricerca. Chiesi sta portando avanti diversi progetti in termini di ricerca, sia a livello nazionale, con studi clinici locali, che a livello globale, per cercare di portare terapie o anche solo sviluppi di terapie che possono essere fondamentali per i pazienti, per migliorare e facilitare la vita delle persone con malattie rare e dei loro familiari/caregiver". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Enrico Piccinini, responsabile europeo delle Malattie rare Chiesi Global Rare Diseases, in occasione del convegno finale, oggi a Roma, della campagna #UNIAMOleforze promossa per la Giornata mondiale delle malattie rare che si celebra domani, 28 febbraio.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "Non finirò mai di ringraziare la Federazione Uniamo per tutto ciò che fa, perché chi soffre di una malattia rara, oltre allo sconforto, vive anche un senso di impotenza e di solitudine legato proprio alla condizione di rarità della malattia. L'impegno delle istituzioni è fondamentale, io ci tengo sempre a ricordare un aspetto, sottolineato recentemente anche dal presidente Mattarella, ovvero che 'bisogna arrivare a un'equità di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale', quindi bisogna lavorare e combattere gli squilibri territoriali". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Commissione Affari sociali e Salute della Camera, Ugo Cappellacci (Fi), in occasione del convegno finale, oggi a Roma, della campagna #UNIAMOleforze promossa per la Giornata mondiale delle malattie tare che si celebra domani, 28 febbraio.
"Su questo tema - sottolinea - c'è anche il grande lavoro del ministero della Salute e del sottosegretario Marcello Gemmato, che con grande impegno ha approvato e rifinanziato il nuovo Piano nazionale delle malattie rare che non veniva aggiornato dal 2016, strumento essenziale per garantire un'assistenza più equa ed efficace a chi ne è affetto. E' fondamentale proseguire su questa strada" e intervenire "con misure concrete, come l'abolizione dei prontuari terapeutici regionali che troppo spesso allungano i tempi di accesso ai trattamenti, e il potenziamento della disponibilità dei farmaci. Altrimenti, pazienti e caregiver continueranno a essere costretti al cosiddetto 'turismo sanitario', un altro male che dobbiamo eradicare", conclude Cappellacci.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - Una "informativa urgente della presidente Meloni" è stata chiesta in aula alla Camera da Avs, Pd e M5s sulla questione dei Dazi sui prodotti europei annunciati da Donald Trump. "Meloni venga in aula a dirci cosa intende fare per difendere la nostra economia, le fabbriche, i lavoratori e le lavoratrici. Meloni scappa da settimane, non pronuncia una parola", ha detto Elisabetta Piccoloti, di Avs.
"Mi pare non ci sia percezione dell'eccezionalità e gravità della situazione, a maggior ragione quando è stata data notizia dalla decisione degli Stati Uniti di dazi al 25% nei confronti di prodotti dell'Ue -ha spiegato Federico Fornaro, del Pd-. E' necessaria una sessione straordinaria del Parlamento dedicata alla politica estera, è in gioco un pezzo importante del nostro futuro".
"La minaccia fatta all'Europa, al Paese, al nostro tessuto industriale è concreta. E' assolutamente necessario che la presidente Meloni, che vanta una amicizia e vicinanza politica al presidente Trump, venga a spiegarci cosa intende fare il suo governo per evitare questa che sarebbe una sciagura", ha detto Marco Pellegrini, del M5s.