“Disgusto”. Con questa parola il fondatore del World Wide Web – quindi dell’Internet come lo conosciamo oggi – “Sir” Tim Berners-Lee ha etichettato la sua reazione al crescente fenomeno dei troll in Rete. Parlando a un evento al museo della Scienza di Londra, proprio pochi minuti dopo il primo tweet nella storia lanciato dalla regina Elisabetta II, Berners-Lee ha detto: “Penso sia nell’umana natura, abbiamo sempre avuto un lato meraviglioso e un lato oscuro e il web è facilmente accessibile a coloro che vogliono sfruttare quest’ultimo”. Da parte dell’inventore del www, anche un rimpianto: “Avevo sperato in un web in grado di dare alla gente strumenti per rompere le barriere nazionali e per favorire un progresso della conoscenza, ma è assai sorprendente per me che persone cresciute in modo normale da un momento all’altro diventino molto polarizzate nelle loro opinioni, diventando portatrici di odio invece che di amore”. Come a dire, Internet ha preso una piega che non pensavamo potesse prendere. E, ora, appunto, non rimane che il “disgusto”.
Avevo sperato in un web in grado di dare alla gente strumenti per rompere le barriere nazionali e per favorire un progresso della conoscenza
Poco prima delle dichiarazioni di Berners-Lee, la sovrana britannica aveva mosso il primo, timido passo su Twitter, facendo pubblicità alla mostra del museo della Scienza che lei stessa aveva inaugurato. Quasi a confermare le preoccupazioni di Berners-Lee, il tweet della monarca, subito rilanciato decine di migliaia di volte, è anche stato “trollato” in un modo che nessuno si aspettava, con insulti personali, improperi, speranze di “decapitazione” così come avvenuto con altri sovrani nella storia inglese e così via. Molti di questi messaggi minatori sono stati subito presi in carico dalla polizia britannica, anche se, spesso, risalire ai mittenti è assai difficile. Il tutto è avvenuto, inoltre, proprio mentre il parlamento di Westminster discuteva la nuova legge voluta da David Cameron e che dovrebbe passare in via definitiva la prossima settimana. Nuove norme che potrebbero mandare troll e molestatori più violenti in carcere per due anni, intendendo con “violenza” la discriminazione razziale e omofobica, le minacce fisiche, la diffamazione più spinta.
Intanto, anche nel resto del mondo anglosassone è acceso il dibattito sui troll. Soprattutto dopo il recente sondaggio della società demoscopica YouGov, che ha rivelato come il 25% degli americani sia incasellabile in questa definizione. Secondo la rilevazione, il 28% degli abitanti degli Stati Uniti “partecipa a controverse attività online dirette a qualcuno di non conosciuto”, mentre il 23% nell’ultimo anno ha litigato “pesantemente” con una persona non facente parte del giro di amici o parenti. Quindi, in definitiva, secondo YouGov, un quarto degli americani che stanno su Internet è composto da troll, una comunità “maliziosa” composta soprattutto da giovani e soprattutto da giovani maschi sotto l’età dei trent’anni. Anche se, ammette la stessa società demoscopica, il 55% di essi non aveva mai pensato prima di poter far parte della categoria dei troll, pur comportandosi, a tutti gli effetti, in questo modo. Ancora, secondo il 77% degli intervistati, l’anonimato “stimola” il “trollaggio”, mentre per il 37% “ignorare” è l’unica soluzione.
Secondo un sondaggio della società demoscopica YouGov il 25% degli americani è incasellabile in questa definizione
Il dibattito, tuttavia, negli ultimi giorni si è anche acceso per quanto scritto sul magazine Forbes, nella sua versione americana, da Roger Dooley, uno dei massimi esperti al mondo di “neuromarketing”, una branca del marketing che punta sulla capacità di persuasione dei comunicatori. “I troll possono distruggere le comunità – ha scritto – anche perché spesso non sono perseguibili, non sempre rompono in modo chiaro le regole. Si dice spesso che questi troll, di persona e dal vivo, siano persone carine e posate. Ma le nuove ricerche mostrano l’esatto contrario. Questi troll, nella vita vera, sono spesso narcisisti, psicopatici e sadici”. Anche per Roger Dooley esiste una soluzione: “Non nutrite questi troll, ignorateli”. E l’odio così, sottolinea l’autore, si risolverà in una bolla di sapone.
Scienza
Troll, Tim Berners-Lee inventore del www: “Disgusto, sono portatori d’odio”
Parlando a un evento al museo della Scienza di Londra, proprio pochi minuti dopo il primo tweet nella storia lanciato dalla regina Elisabetta II, l'informatico ha detto: “Avevo sperato in un web in grado di dare alla gente strumenti per rompere le barriere nazionali e invece..."
“Disgusto”. Con questa parola il fondatore del World Wide Web – quindi dell’Internet come lo conosciamo oggi – “Sir” Tim Berners-Lee ha etichettato la sua reazione al crescente fenomeno dei troll in Rete. Parlando a un evento al museo della Scienza di Londra, proprio pochi minuti dopo il primo tweet nella storia lanciato dalla regina Elisabetta II, Berners-Lee ha detto: “Penso sia nell’umana natura, abbiamo sempre avuto un lato meraviglioso e un lato oscuro e il web è facilmente accessibile a coloro che vogliono sfruttare quest’ultimo”. Da parte dell’inventore del www, anche un rimpianto: “Avevo sperato in un web in grado di dare alla gente strumenti per rompere le barriere nazionali e per favorire un progresso della conoscenza, ma è assai sorprendente per me che persone cresciute in modo normale da un momento all’altro diventino molto polarizzate nelle loro opinioni, diventando portatrici di odio invece che di amore”. Come a dire, Internet ha preso una piega che non pensavamo potesse prendere. E, ora, appunto, non rimane che il “disgusto”.
Poco prima delle dichiarazioni di Berners-Lee, la sovrana britannica aveva mosso il primo, timido passo su Twitter, facendo pubblicità alla mostra del museo della Scienza che lei stessa aveva inaugurato. Quasi a confermare le preoccupazioni di Berners-Lee, il tweet della monarca, subito rilanciato decine di migliaia di volte, è anche stato “trollato” in un modo che nessuno si aspettava, con insulti personali, improperi, speranze di “decapitazione” così come avvenuto con altri sovrani nella storia inglese e così via. Molti di questi messaggi minatori sono stati subito presi in carico dalla polizia britannica, anche se, spesso, risalire ai mittenti è assai difficile. Il tutto è avvenuto, inoltre, proprio mentre il parlamento di Westminster discuteva la nuova legge voluta da David Cameron e che dovrebbe passare in via definitiva la prossima settimana. Nuove norme che potrebbero mandare troll e molestatori più violenti in carcere per due anni, intendendo con “violenza” la discriminazione razziale e omofobica, le minacce fisiche, la diffamazione più spinta.
Intanto, anche nel resto del mondo anglosassone è acceso il dibattito sui troll. Soprattutto dopo il recente sondaggio della società demoscopica YouGov, che ha rivelato come il 25% degli americani sia incasellabile in questa definizione. Secondo la rilevazione, il 28% degli abitanti degli Stati Uniti “partecipa a controverse attività online dirette a qualcuno di non conosciuto”, mentre il 23% nell’ultimo anno ha litigato “pesantemente” con una persona non facente parte del giro di amici o parenti. Quindi, in definitiva, secondo YouGov, un quarto degli americani che stanno su Internet è composto da troll, una comunità “maliziosa” composta soprattutto da giovani e soprattutto da giovani maschi sotto l’età dei trent’anni. Anche se, ammette la stessa società demoscopica, il 55% di essi non aveva mai pensato prima di poter far parte della categoria dei troll, pur comportandosi, a tutti gli effetti, in questo modo. Ancora, secondo il 77% degli intervistati, l’anonimato “stimola” il “trollaggio”, mentre per il 37% “ignorare” è l’unica soluzione.
Il dibattito, tuttavia, negli ultimi giorni si è anche acceso per quanto scritto sul magazine Forbes, nella sua versione americana, da Roger Dooley, uno dei massimi esperti al mondo di “neuromarketing”, una branca del marketing che punta sulla capacità di persuasione dei comunicatori. “I troll possono distruggere le comunità – ha scritto – anche perché spesso non sono perseguibili, non sempre rompono in modo chiaro le regole. Si dice spesso che questi troll, di persona e dal vivo, siano persone carine e posate. Ma le nuove ricerche mostrano l’esatto contrario. Questi troll, nella vita vera, sono spesso narcisisti, psicopatici e sadici”. Anche per Roger Dooley esiste una soluzione: “Non nutrite questi troll, ignorateli”. E l’odio così, sottolinea l’autore, si risolverà in una bolla di sapone.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".