Un testo unico che unifichi le proposte di Pd, M5s e Sel da votare in Aula al Senato entro fine novembre: l’iter per la costituzione di una commissione d’inchiesta sulla tragedia del Moby Prince si fa più spedito e già fissa una data sul calendario. Sarà una commissione ristretta composta da un rappresentante per partito a decidere il testo unico che, ricevuti i pareri delle commissioni interpellate (Affari Costituzionali, Giustizia,Affari esteri, Difesa e Bilancio), approderà in Aula per il voto finale. Scontata la presenza nel comitato ristretto di Marco Filippi, Pd, relatore del testo in commissione, Sara Paglini per il Movimento 5 Stelle e Alessia Petraglia per Sel.

I Cinque Stelle hanno già dimostrato fedeltà ai patti, convertendo la loro proposta di inchiesta bicamerale in monocamerale, come indicato dal Partito Democratico. Per contro pare ormai certa la convergenza politica sull’inclusione nel testo della richiesta di riesame dei tempi di sopravvivenza delle vittime sul traghetto Moby Prince, come invocato dalle associazioni dei familiari. Il Parlamento potrebbe così colmare la principale lacuna dell’inchiesta bis della Procura di Livorno, chiusa con un’archiviazione nel 2010 senza alcuna perizia riguardante la durata della vita a bordo della nave passeggeri, dopo la collisione con la petroliera Agip Abruzzo (era il 10 aprile 1991 e morirono 140 persone)

Resta ancora argomento di discussione il budget a disposizione della commissione. Il Pd insiste nel definire il tetto a 30mila euro annui, per due anni di attività, mentre il M5s accetta il limite solo se pari al triplo (90mila euro annui). Il nodo delle risorse è centrale per la determinazione dei quesiti cui la commissione d’inchiesta si dovrebbe trovare a rispondere. Ad oggi le proposte M5S e Sel, diversamente da quella dei democratici, delineano una commissione impegnata su più fronti di ricostruzione della sciagura del 1991 a Livorno. Oltre al riesame dei tempi di sopravvivenza, si richiede la determinazione delle “condizioni in cui navigava il traghetto Moby Prince”, “il carico trasportato dall’Agip Abruzzo” e la ricostruzione della “dinamica della collisione”, chiarendo “posizione e orientamento della petroliera, rotta del Moby Prince e se a bordo dell’Agip Abruzzo e della Moby Prince si siano verificati degli eventi antecedenti alla collisione che abbiano avuto ruolo causale nella determinazione della stessa”. Tutti quesiti che imporrebbero la raccolta di materiale ancora sconosciuto alle parti civili ed agli inquirenti, lo studio di una copiosa documentazione già agli atti e soprattutto il sostegno analitico di consulenti tecnici legati ad ambiti differenti (medicina legale, ingegneria navale, chimica). Possibile tutto questo con 30mila euro l’anno di budget? Forse appellandosi al volontariato.

Al comitato ristretto dei tre senatori il compito di trovare una soluzione che soddisfi le richieste di verità avanzate dai familiari delle 140 vittime e condivise da quasi 25mila cittadini che hanno firmato la petizione on-line di Change.org (ancora in corso) per l’avvio della commissione d’inchiesta.

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