Sono in corso le ricerche di 20 migranti dispersi nelle acque del Canale di Sicilia, al largo della Libia, dopo che un gommone con 113 persone a bordo, partito dal paese del nord Africa e diretto verso l’Italia, è naufragato. A dare l’allarme sono stati gli altri 93 profughi che stavano cercando di attraversare le acque del Mediterraneo. A intervenire e portarli in salvo è stato l’equipaggio della nave Fiorillo della Guardia Costiera che è ancora alla ricerca dei dispersi.

L’ennesima tragedia del mare accade a due giorni dalla partenza di Triton, la nuova operazione di pattugliamento del Mediterraneo nell’ambito di Frontex. Il nuovo programma di controlli segnerà anche la fine di Mare Nostrum– probabilmente già durante il consiglio dei ministri di giovedì pomeriggio – la missione nazionale avviata un anno fa dopo il tragico naufragio di Lampedusa. La nuova operazione prevede il dispiegamento, ogni mese, di due navi d’altura, due di pattuglia costiera, due motovedette, due aerei e un elicottero che controlleranno le acque del Mediterraneo e le imbarcazioni partite dal nord Africa. Triton fa parte di un piano europeo deciso a Bruxelles al quale l’Italia parteciperà mettendo a disposizione quasi la metà dei mezzi.

La nuova operazione sarà molto differente da Mare Nostrum: i pattugliatori e le navi da ricognizione non arriveranno più fino alle coste libiche per soccorrere le imbarcazioni in difficoltà. Anche il budget dell’operazione si è radicalmente abbassato: mentre Mare Nostrum costava alle casse italiane 9,5 milioni di euro al mese, Frontex richiederà un esborso di 3 milioni.

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