Cantiere Anas della direttrice Civitavecchia-Orte-Rieti, tratto Terni, maggio 2012. I lavori non sono ancora terminati eppure G.L., direttore operativo dell’opera e geologo Anas da oltre 30 anni, scopre una possibile irregolarità nella liquidazione delle parcelle del direttore dei lavori e del capo dipartimento. I pagamenti andrebbero fatti solo al termine dei lavori, e invece i due incassano già il 50% della parcella. Oltre duecentomila euro il primo, 19mila il secondo. Il dirigente decide di segnalarlo all’Authority di vigilanza interna dell’Anas, senza ottenere alcuna reazione. G.L. si reca quindi dalla Guardia di Finanza per depositare un esposto. Questa volta la reazione c’è, ed è una denuncia per calunnia da parte dei suoi direttori, i dirigenti di Anas Umbria. G.L. finisce iscritto nel registro degli indagati, isolato sul posto di lavoro e, denuncia, pressato dal mobbing.
Fino a quando, il 23 ottobre, la situazione si è capovolta. La Procura di Perugia ha fatto consegnare alle Fiamme Gialle tre avvisi di garanzia ai dirigenti dell’azienda pubblica, ramo umbro, per truffa aggravata ai danni dello Stato. Poi G.L ha trovato la forza di dimettersi dal ruolo di direttore lavori della strada della discordia. Richiede di essere sollevato dall’incarico “perché il rapporto con i vertici della direzione lavori è ormai incrinato dal reiterarsi di incresciosi episodi, tali da emarginarmi dalle dinamiche del cantiere, fondamentali per la realizzazione dell’opera – continua G.L. – un direttore operativo emarginato dal cantiere è una follia.”
La legge anticorruzione tutela il dipendente che denuncia. Ma la pratica è un’altra cosa
La saggezza popolare insegna che in Italia chi si fa i fatti suoi, campa cent’anni. Chi invece denuncia, si trova in un vortice infernale. Ma a dire che un dipendente pubblico che assiste a presunti reati deve denunciare è scritto nell’articolo 1 della Legge Anticorruzione, che almeno su carta tutela chi segnala. Peccato che la pratica sia altra cosa. Lo ha scoperto a sue spese G.L., che per due anni ha subito in silenzio. Qualcuno – forse interno ad Anas – deve però avere ritenuto inaccettabile la situazione, tanto da spingersi a inviare centinaia di pagine di documentazione, in modo anonimo, alla piattaforma di whistleblowing Irpileaks, del centro di giornalismo d’inchiesta Irpi.
Tanto quanto la segnalazione anonima, l’indagine della Procura di Perugia ruota attorno al cantiere della direttrice Terni-Rieti. A maggio 2012, in concomitanza con l’apertura del traffico di un primo tratto di strada realizzato, G.L. viene a sapere che gli ingegneri Mario Liberatore e Raffaele Spota, rispettivamente direttore dei lavori e capo compartimento per l’opera stradale, stanno per vedere liquidato il 50% delle parcelle della direzione lavori. G.L. inarca le sopracciglia. “L’opera era terminata al 70%. Mancava sia la relazione sul conto finale che la trasmissione al collaudatore di tutti gli atti”, spiega.
Al centro del caso, parcelle per 664mila euro per i collaudi dell’opera. E un regolamento interno “elastico”
Ad agosto 2012 G.L. segnala l’irregolarità all’autority di vigilanza interna Anas, presso la sede nazionale, a Roma. Non ottenendo risultati, il 4 dicembre 2012 denuncia al Nucleo di Polizia Tributaria di Perugia, come risulta dal verbale del 28 dicembre, e invia tramite avvocato un esposto all’Amministratore Unico dell’Anas, Pietro Ciucci.
Dopo l’esposto a Ciucci e alle Fiamme Gialle, a febbraio 2013 G.L. riceve, indirizzata al suo legale Guido Chiodetti, una lettera dell’avvocato Emanuela Spirito che rappresenta gli ingegneri Spota (non citato nell’esposto alla Finanza) e Liberatore. La missiva recita che i due avrebbero “ricevuto, per opportuna conoscenza, dalla Direzione Generale Anas, documentazione inerente gli esposti presentati dal Dott. G.L., ove vengono ipotizzati reati in capo ai miei Assistiti”. Si minacciano misure legali, che arrivano poco dopo. Infatti, il 17 settembre 2013 il geologo riceve un avviso di garanzia della Procura di Perugia per presunta calunnia ai danni dei dirigenti dell’Anas Umbria.
Il mese successivo, a G.L. viene proposto un trasferimento, che non accetta. Da allora, il geologo avrebbe iniziato a subire mobbing. “I miei dirigenti mi hanno rovinato, mi hanno isolato, sono mesi che mi tengono in ufficio senza compiti. Ai colleghi viene detto di evitarmi”, confida a Irpi.
Questo è anche ciò che racconta al Servizio Mobbing dell’Ospedale di Foligno, che richiede per lui l’attivazione del ‘percorso collegio medico da Mobbing’. Ma il percorso lo deve fare all’Asl competente, a Bastia Umbria. E lì la procedura viene archiviata, e la depressione di G.L. imputata alla perdita del padre, avvenuta 20 anni prima. “I dirigenti Anas Umbria – sostiene G.L. – erano informati dell’archiviazione prima che mi arrivasse la lettera ufficiale dell’ASL, il 31 marzo 2013”.
La diagnosi dell’Asl: “Mobbing? No, depresso per la morte del padre”. Avvenuta vent’anni fa
Le centinaia di pagine arrivate a Irpileaks raccontano una storia preoccupante. Il caso della direttrice Terni-Rieti è emblematico. Al progetto viene applicato il regolamento Anas 2003, che non pone un tetto massimo alle parcelle, ma impone che vengano pagate a fine lavori. “Qualora i dirigenti si giustificassero dicendo di avere applicato invece il nuovo regolamento, quello 2011 – spiega G.L. – sarebbero comunque irregolari.” Infatti, quest’ultimo permette pagamenti in anticipo, ma con un tetto massimo di 100 mila euro”. Cifra sforata abbondantemente con le parcelle da 130 mila euro a testa pagate a due collaudatori e quella da 220.502 euro netti liquidata il 10 maggio 2012 a Liberatore. Con le parcelle di tutta la direzione lavori si arriva a 664 mila euro. “Sono l’unico che ha rifiutato l’anticipo. Ho segnalato all’Authority Anas per proteggere i colleghi che coordinavo -spiega G.L- liquidare in anticipo serviva a giustificare i 220mila per Liberatore.”
Mentre la Procura di Perugia indaga, il Movimento5Stelle ha presentato un’interrogazione parlamentare e l’Autorità Nazionale Anticorruzione il 21 maggio 2014 ha chiesto un chiarimento all’Organismo di Vigilanza Anas rispetto al presunto mobbing. I dirigenti Anas Umbria, dal canto loro, fanno sapere a Ispri, tramite l’avvocato Emanuela Spirito, che “l’indagine è destituita di ogni fondamento.”
di Cecilia Anesi, Lorenzo Bagnoli, Lorenzo Bodrero
(Irpi -Investigative Reporting Project Italy)
Giustizia & Impunità
Anas, segnala irregolarità e finisce indagato per calunnia. Poi arrivano i pm
Il direttore operativo della Civitavecchia-Orte-Rieti contesta all'Authority parcelle da 600mila euro a tutta la direzione dei lavori. Ma rimedia una denuncia per calunnia. Ora la Procura di Perugia mette sotto inchiesta i dirigenti
Cantiere Anas della direttrice Civitavecchia-Orte-Rieti, tratto Terni, maggio 2012. I lavori non sono ancora terminati eppure G.L., direttore operativo dell’opera e geologo Anas da oltre 30 anni, scopre una possibile irregolarità nella liquidazione delle parcelle del direttore dei lavori e del capo dipartimento. I pagamenti andrebbero fatti solo al termine dei lavori, e invece i due incassano già il 50% della parcella. Oltre duecentomila euro il primo, 19mila il secondo. Il dirigente decide di segnalarlo all’Authority di vigilanza interna dell’Anas, senza ottenere alcuna reazione. G.L. si reca quindi dalla Guardia di Finanza per depositare un esposto. Questa volta la reazione c’è, ed è una denuncia per calunnia da parte dei suoi direttori, i dirigenti di Anas Umbria. G.L. finisce iscritto nel registro degli indagati, isolato sul posto di lavoro e, denuncia, pressato dal mobbing.
Fino a quando, il 23 ottobre, la situazione si è capovolta. La Procura di Perugia ha fatto consegnare alle Fiamme Gialle tre avvisi di garanzia ai dirigenti dell’azienda pubblica, ramo umbro, per truffa aggravata ai danni dello Stato. Poi G.L ha trovato la forza di dimettersi dal ruolo di direttore lavori della strada della discordia. Richiede di essere sollevato dall’incarico “perché il rapporto con i vertici della direzione lavori è ormai incrinato dal reiterarsi di incresciosi episodi, tali da emarginarmi dalle dinamiche del cantiere, fondamentali per la realizzazione dell’opera – continua G.L. – un direttore operativo emarginato dal cantiere è una follia.”
La saggezza popolare insegna che in Italia chi si fa i fatti suoi, campa cent’anni. Chi invece denuncia, si trova in un vortice infernale. Ma a dire che un dipendente pubblico che assiste a presunti reati deve denunciare è scritto nell’articolo 1 della Legge Anticorruzione, che almeno su carta tutela chi segnala. Peccato che la pratica sia altra cosa. Lo ha scoperto a sue spese G.L., che per due anni ha subito in silenzio. Qualcuno – forse interno ad Anas – deve però avere ritenuto inaccettabile la situazione, tanto da spingersi a inviare centinaia di pagine di documentazione, in modo anonimo, alla piattaforma di whistleblowing Irpileaks, del centro di giornalismo d’inchiesta Irpi.
Tanto quanto la segnalazione anonima, l’indagine della Procura di Perugia ruota attorno al cantiere della direttrice Terni-Rieti. A maggio 2012, in concomitanza con l’apertura del traffico di un primo tratto di strada realizzato, G.L. viene a sapere che gli ingegneri Mario Liberatore e Raffaele Spota, rispettivamente direttore dei lavori e capo compartimento per l’opera stradale, stanno per vedere liquidato il 50% delle parcelle della direzione lavori. G.L. inarca le sopracciglia. “L’opera era terminata al 70%. Mancava sia la relazione sul conto finale che la trasmissione al collaudatore di tutti gli atti”, spiega.
Ad agosto 2012 G.L. segnala l’irregolarità all’autority di vigilanza interna Anas, presso la sede nazionale, a Roma. Non ottenendo risultati, il 4 dicembre 2012 denuncia al Nucleo di Polizia Tributaria di Perugia, come risulta dal verbale del 28 dicembre, e invia tramite avvocato un esposto all’Amministratore Unico dell’Anas, Pietro Ciucci.
Dopo l’esposto a Ciucci e alle Fiamme Gialle, a febbraio 2013 G.L. riceve, indirizzata al suo legale Guido Chiodetti, una lettera dell’avvocato Emanuela Spirito che rappresenta gli ingegneri Spota (non citato nell’esposto alla Finanza) e Liberatore. La missiva recita che i due avrebbero “ricevuto, per opportuna conoscenza, dalla Direzione Generale Anas, documentazione inerente gli esposti presentati dal Dott. G.L., ove vengono ipotizzati reati in capo ai miei Assistiti”. Si minacciano misure legali, che arrivano poco dopo. Infatti, il 17 settembre 2013 il geologo riceve un avviso di garanzia della Procura di Perugia per presunta calunnia ai danni dei dirigenti dell’Anas Umbria.
Il mese successivo, a G.L. viene proposto un trasferimento, che non accetta. Da allora, il geologo avrebbe iniziato a subire mobbing. “I miei dirigenti mi hanno rovinato, mi hanno isolato, sono mesi che mi tengono in ufficio senza compiti. Ai colleghi viene detto di evitarmi”, confida a Irpi.
Questo è anche ciò che racconta al Servizio Mobbing dell’Ospedale di Foligno, che richiede per lui l’attivazione del ‘percorso collegio medico da Mobbing’. Ma il percorso lo deve fare all’Asl competente, a Bastia Umbria. E lì la procedura viene archiviata, e la depressione di G.L. imputata alla perdita del padre, avvenuta 20 anni prima. “I dirigenti Anas Umbria – sostiene G.L. – erano informati dell’archiviazione prima che mi arrivasse la lettera ufficiale dell’ASL, il 31 marzo 2013”.
Le centinaia di pagine arrivate a Irpileaks raccontano una storia preoccupante. Il caso della direttrice Terni-Rieti è emblematico. Al progetto viene applicato il regolamento Anas 2003, che non pone un tetto massimo alle parcelle, ma impone che vengano pagate a fine lavori. “Qualora i dirigenti si giustificassero dicendo di avere applicato invece il nuovo regolamento, quello 2011 – spiega G.L. – sarebbero comunque irregolari.” Infatti, quest’ultimo permette pagamenti in anticipo, ma con un tetto massimo di 100 mila euro”. Cifra sforata abbondantemente con le parcelle da 130 mila euro a testa pagate a due collaudatori e quella da 220.502 euro netti liquidata il 10 maggio 2012 a Liberatore. Con le parcelle di tutta la direzione lavori si arriva a 664 mila euro. “Sono l’unico che ha rifiutato l’anticipo. Ho segnalato all’Authority Anas per proteggere i colleghi che coordinavo -spiega G.L- liquidare in anticipo serviva a giustificare i 220mila per Liberatore.”
Mentre la Procura di Perugia indaga, il Movimento5Stelle ha presentato un’interrogazione parlamentare e l’Autorità Nazionale Anticorruzione il 21 maggio 2014 ha chiesto un chiarimento all’Organismo di Vigilanza Anas rispetto al presunto mobbing. I dirigenti Anas Umbria, dal canto loro, fanno sapere a Ispri, tramite l’avvocato Emanuela Spirito, che “l’indagine è destituita di ogni fondamento.”
di Cecilia Anesi, Lorenzo Bagnoli, Lorenzo Bodrero
(Irpi -Investigative Reporting Project Italy)
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Politici e reati: com’era facile quando erano solo delinquenti
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Economia & Lobby
Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “La presentazione di Fondazione Bicocca è un momento importante perché Bicocca ha già dimostrato, spostandosi in quest'area geografica della città, di fare tanto per il territorio in cui è immersa, con una trasformazione ambientale e strutturale". Lo afferma Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
"Basti pensare - dice - a tutti gli investimenti sul verde che ha fatto e che circondano quest'area, ma soprattutto culturale, sulla parte che riguarda la proprietà intellettuale, il trasferimento tecnologico, la possibilità di avvicinare e orientare ancora di più tante ragazze e ragazzi alle materie che l’Università Bicocca rappresenta in questo territorio. Ora attraverso la Fondazione, si cerca di creare quel ponte ancora più esplicito, ancora più forte con il mercato del lavoro”.
"L’obiettivo della Fondazione è trasformare da un lato il mercato del lavoro, avvicinandolo sempre di più alle aspettative di tante ragazze e ragazzi, dall'altro lato avvicinare questo patrimonio di giovani alle proposte che ci sono nel mercato del lavoro, orientandoli e formandoli nel modo corretto a fronte delle tante vacancies che ci sono in diversi settori. Un obiettivo molto utile non solo a Milano, ma al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il costo delle bollette in Italia ha raggiunto picchi insostenibili per famiglie e imprese. Oggi la segretaria Schlein ha dimostrato che sono possibili interventi urgenti e immediati per abbassare il costo dell’energia. Nello stesso giorno in cui il governo Meloni fa slittare il cdm per affrontare la questione: sono nel caos. Seguano le proposte del Pd, perché gli italiani non possono rimetterci di tasca propria per l’incompetenza di questa destra". Lo scrive sui social Alessandro Zan del Pd.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Il valore di Fondazione Bicocca è un atto di coraggio, ma anche di eredità, perché questo è il mio ultimo anno di mandato. Pertanto, l'ottica è mettere a disposizione le competenze, ma anche il coraggio, di un grande ateneo pubblico multidisciplinare, come Bicocca, a disposizione della società civile a 360 gradi”. Così Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università degli studi di Milano-Bicocca, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Tutti noi sappiamo dell'incertezza economica, dei problemi relativi al mancato sviluppo delle competenze e dell'inverno demografico. Queste sfide non sono solo italiane, ma anche europee, rispetto a colossi come Stati Uniti e Cina e fanno riflettere sul gap di innovazione tecnologica che caratterizza tutta l'Europa e in particolare il nostro Paese. Pertanto - spiega la rettrice Iannantuoni - è motivo di orgoglio avere da un lato lo sviluppo delle competenze e dall’altro mettere a disposizione i nostri laboratori e le nostre migliori menti insieme alle imprese per fare sviluppo e crescita. Non c'è innovazione tecnologica se non c’è giustizia sociale, cioè se l’innovazione non è a favore di tutti. Un esempio sono le polemiche legate alle auto elettriche”.
“Quindi, il nostro approccio è multidisciplinare, innovativo e diverso, com’è diversa Bicocca, e si propone come una piattaforma di connessioni per il futuro, come abbiamo voluto chiamare la giornata di oggi e aspettiamo tutte le imprese del terzo settore, gli Irccs, gli istituti di cura, le scienze della vita, Tutti insieme per dare una speranza diversa al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il governo Meloni, in quasi due anni, non ha adottato alcuna misura efficace per contrastare l’aumento delle bollette, preferendo smantellare il mercato tutelato e aggravando così la situazione di famiglie e imprese". Lo afferma Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio alla Camera, sottolineando la necessità di un cambio di rotta immediato. Il Partito Democratico torna a chiedere interventi concreti, proponendo due soluzioni centrali: separare il costo dell’energia da quello del gas e istituire un ente pubblico che possa garantire prezzi più accessibili.
"Non possiamo accettare – aggiunge Pagano – che il nostro sistema energetico rimanga vincolato a un meccanismo che pesa enormemente sulle tasche di cittadini e aziende. Il gas è la fonte più costosa e instabile, e continuare a legare il prezzo dell’elettricità a questa risorsa è un errore che il governo deve correggere subito. Le bollette stanno raggiungendo livelli insostenibili proprio nei mesi di maggiore consumo: Meloni e la sua maggioranza si decidano ad agire, perché gli italiani non possono più aspettare", conclude Pagano.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Non è più procrastinabile un intervento del Governo per contenere i costi delle bollette, oramai insostenibili per milioni di italiani. Governo e maggioranza facciano proprie le proposte del Pd avanzate da Elly Schlein e tutte a costo zero. Proposte semplici, chiare ed efficaci. Approviamole con spirito bipartisan per il bene del Paese". Così in una nota il senatore del Pd Michele Fina.
"Dopo che il taglio delle accise, promesso dalla presidente Meloni, era rimasto intrappolato nella distanza che c'è tra il dire e il fare e nulla è stato fatto è ora che maggioranza e governo prendano atto della gravità della situazione. Come si fa a non rendersi conto che questa emergenza bollette si aggiunge all’aumento di carburante, RC Auto e pedaggi, beni alimentari, materiale scolastico e affitti? Una situazione sconfortante che si va ad aggiungere ad una economia che arretra da 750 giorni, proprio mentre attendiamo gli effetti nefasti dei dazi di Trump".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Si riunirà domani pomeriggio il gruppo Pd della Camera e all'ordine del giorno c'è anche la questione della pdl Cisl sulla partecipazione dei lavoratori. Dopodomani infatti si riunirà in mattinata il Comitato dei 9 e quindi è atteso il provvedimento in aula. Provvedimento sul quale si sono registrate sensibilità diverse tra i dem. Con il disagio dell'area riformista, in particolare, a dire no all'iniziativa promossa dalla Cisl. Per un altro pezzo dei dem invece, come Arturo Scotto e Maria Cecilia Guerra, il testo base è stato stravolto dalla maggioranza ed è quindi insostenibile. Testo su cui, per altro, ha messo il cappello la stessa premier Giorgia Meloni parlando all'ultima assemblea Cisl.
I dem, per trovare una quadra, si erano già confrontati nelle settimane scorse in una riunione del gruppo a Montecitorio. Si era deciso di rinviare la decisione sul voto, in attesa di vedere se la maggioranza si fosse resa disponibile ad accogliere alcune modifiche, in aula, proposte dal Pd. "Attendiamo un segnale", si era detto. A quasi un mese di distanza però il 'segnale' non sembra arrivato. Dice Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro: "Noi abbiamo tenuto sempre come bussola il merito. E votare no al mandato al relatore, è stata un scelta di merito perchè il testo base Cisl è stato completamente stravolto e peggiorato. Tanto che viene da chiedersi come sia possibile che un grande sindacato come la Cisl possa riconoscere come proprio il provvedimento che arriva in aula...".
"Ma -aggiunge- abbiamo detto che eravamo disponibili a modificare il nostro no in commissione, se in aula la maggioranza avesse dato l'ok ad alcune significative modifiche. Al momento, però non abbiamo avuto alcun segnale in questa direzione". E quindi, va a finire che il Pd si divide? "Non credo proprio". Magari si va verso un'astensione? "Domani abbiamo il gruppo, discuteremo domani".
Roma, 24 feb. (Adnkronos Salute) - L'intervento e le cure per il tumore al seno possono avere un forte impatto sulla sfera emotiva e sessuale della donna; il bisogno di recuperare femminilità e intimità, così come il desiderio di maternità, sono molto sentiti dalle pazienti, che però non ne parlano. Lo confermano i dati di un'indagine condotta da Iqvia e promossa da Europa Donna Italia per comprendere l'impatto della malattia sull'identità femminile e la relazione di coppia. I risultati sono stati presentati nel corso del convegno scientifico 'Rəvolution in medicine', che si è tenuto sabato 22 febbraio all'università degli Studi di Milano.
Oltre il 90% delle donne riscontra problemi legati alla sfera sessuale in seguito a interventi e trattamenti per il tumore al seno, ma il 66% non ne parla con nessuno e il 42% rinuncia a gestirli, evidenzia la ricerca coordinata da Isabella Cecchini, responsabile del Centro studi Iqvia Italia, che ha coinvolto 382 donne con diagnosi di tumore al seno di diverse fasce di età e a diverso stadio di malattia. I risultati indicano che le tematiche relative a emozioni e sessualità sono percepite importanti per il 72% del campione, ma restano taciute non solo dalle donne stesse - principalmente per timore, vergogna, idea che siano aspetti secondari rispetto alle priorità dettate dalla malattia - ma anche dai medici.
"Rispetto agli esordi del mio essere oncologa - dichiara Manuelita Mazza, oncologa della Senologia medica dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano e responsabile scientifica di 'Rəvolution in medicine' - la vita delle pazienti è cambiata. In poco più di vent'anni ho assistito a grandi passi avanti nella capacità di curare il tumore al seno, anche nelle forme metastatiche; tuttavia, se si guarisce sempre di più e l'aspettativa di vita è più lunga, non sono certa sia anche più larga, più piena, più densa di vita stessa. La salute sessuale è un aspetto puntualmente trascurato del benessere di chi ha una diagnosi impegnativa come il tumore al seno, specie se metastatico, ma è parte integrante del benessere di ciascuna donna e non può essere un argomento omesso a fronte di una diagnosi di tumore al seno".
"Fornire alla paziente informazioni chiare sugli effetti collaterali sessuali dei trattamenti e, se desiderato, includere il partner nelle discussioni cliniche può fare una grande differenza - prosegue Mazza - Questa apertura non solo supporta meglio la paziente, ma le permette di sentirsi compresa in una delle sfere più intime e vulnerabili della sua vita".
I dati presentati confermano quanto un cambio di passo sia necessario: appena il 22% delle donne intervistate ha un alto livello di consapevolezza dell'impatto delle terapie sulla propria sessualità, l'11% ha interrotto la relazione con il proprio partner dopo la diagnosi di tumore al seno e 2 coppie su 3 hanno interrotto i rapporti sessuali. Anche sul fronte della maternità emergono dati significativi: solo 3 pazienti su 4 parlano del desiderio di diventare madri con il proprio medico di riferimento, e la comunicazione risulta chiara e rassicurante appena per la metà di esse, con il risultato che troppo spesso si rinuncia al proprio progetto di vita perché non si sono ricevute informazioni adeguate.
"E' il momento di promuovere un cambiamento - commenta Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia - e far sì che i problemi riscontrati dalle pazienti nella sfera emotiva e sessuale escano dal cono d’ombra del tabù. Le donne chiedono un supporto specifico da parte dei medici e vorrebbero essere affiancate anche dagli psiconcologi. L'impegno di Europa Donna in queste direzioni non mancherà. Già dal 2022 abbiamo avviato il progetto 'Come Prima', dedicato al recupero della femminilità e al desiderio di maternità delle donne con tumore del seno, coinvolgendo le pazienti, i loro partner e i medici con materiale informativo e appuntamenti dedicati, e proseguono i nostri sforzi per promuovere e normalizzare il dialogo tra pazienti e professionisti sanitari, medici in primis, anche su questi aspetti. Non dimentichiamo che la presa in carico delle pazienti deve prendere in considerazione non solo la malattia di per sé, ma la donna nella sua interezza, con i suoi bisogni fisici e psicologici".