Il governatore della Toscana, Enrico Rossi, chiede un intervento dello Stato al Premier Matteo Renzi. Le fondazioni bancarie capitanate da Giuseppe Guzzetti non escludono di rimettere in piedi un nuovo tentativo di salvataggio. La Borsa continua a picchiare durissimo, ma il renziano Davide Serra che pure è pronto a rilevare pacchetti di crediti deteriorati della banca per fare affari, picchia di più. Bankitalia parla di mala gestio senza fare nomi e cognomi e difende il suo operato di vigilanza, mentre l’altro controllore, la Consob di Giuseppe Vegas, è convinto che la situazione si stia “raffreddando”. E intanto il Monte dei Paschi di Siena cui resta poco più di una settimana per presentare un piano di “recupero” a Francoforte, continua a crollare inesorabilmente. Il saldo, a una settimana dal risultato degli esami comunitari, per altro ampiamente atteso, è di un tracollo del 40% (-10,46% a 0,6 euro la chiusura di venerdì 31) e così oggi la banca più antica del mondo vale in Borsa 3,1 miliardi di euro, contro i 2,9 miliardi della seduta antecedente l’avvio dell’aumento da 5 miliardi di giugno, che il mercato considera quindi quasi completamente “bruciato”. Tra chi ha giocato male d’anticipo sull’attesa dei risultati c’è anche la svizzera Ubs che il 23 ottobre scorso ha incrementato la propria quota in Mps – detenuta come prestatore prestatario – portandola dal 2,86 al 3,42 per cento.
“Ritengo che dovrebbe intervenire lo stesso governo, entrando temporaneamente nel capitale”, ha scritto Rossi in una lettera inviata venerdì al presidente del Consiglio nella quale paventa “il definitivo sradicamento di Banca Mps da Siena” e chiede una soluzione grazie a cui “si salvaguardi l’autonomia della Banca e si mantenga la direzione nella città di Siena”. Secondo il presidente della Regione, un intervento dello Stato sarebbe “il segno di un riscatto per l’intero Paese, che non può assoggettarsi alle decisioni che vengono prese a Bruxelles“.
“Non posso né escluderlo né confermarlo. Se ce lo chiedono valuteremo, perché gli interessi sono molto alti”, fa invece sapere il presidente dell’associazione delle fondazioni bancarie (Acri) Giuseppe Guzzetti, a proposito dell’ipotesi di un ritorno di fiamma per Mps questa volta attraverso l’acquisizione dei Monti-Bond, i titoli sottoscritti dal Tesoro nel 2012 per veicolare gli aiuti di Stato alla banca. Esclusi, invece, interventi diretti sul patrimonio delle banche così come è fuori di discussione un’iniziativa della sola Fondazione Cariplo. “Non possiamo metterci in altre in iniziative siamo già soddisfatti con Intesa Sanpaolo“, ha detto Guzzetti che ha approfittato della Giornata del risparmio per rinnovare un elogio delle fondazioni nonostante i casi eclatanti di Montepaschi e Carige, due disastri creati proprio con il contributo delle fondazioni azioniste. “Le fondazioni bancarie hanno fornito un contributo decisivo, almeno un quarto del totale, al successo degli aumenti di capitale realizzati negli anni post crisi. Le nostre fondazioni restano una presenza importante nello scenario decisamente poco affollato degli investitoti istituzionali di lungo termine”, ha detto.
E ha trovato sponda proprio nel ministro dell’Economia che, forse anche per compensare il colpo della tassazione retroattiva inserita nella legge di Stabilità, ha inaspettatamente smussato i toni sul cantiere della riforma delle fondazioni pronto per una trasformazione in in una più semplice riflessione. “Credo che tra i progetti da portare avanti nell’immediato futuro nel settore finanziario occorra inserire anche una riflessione sulle fondazioni bancarie”, ha dichiarato Pier Carlo Padoan. “A 15 anni dall’approvazione della legge Ciampi – ha aggiunto – è possibile valutarne gli effetti di lungo periodo e anche gli aspetti per i quali può essere opportuno integrarla. Questo non richiede necessariamente un nuovo intervento normativo“, è stata la chiara apertura. “Uno strumento utile e innovativo potrebbe prendere la forma di un atto negoziale, tra amministrazione pubblica e fondazioni, che individui in modo più specifico i criteri di comportamento che le fondazioni sono tenute a osservare. Le aree su cui mi sembra più opportuno riflettere riguardano la gestione del patrimonio e la governance. Molto è stato fatto, su questi aspetti, con la carta delle fondazioni – ha aggiunto – Questo lavoro può essere ulteriormente portato avanti aggiungendo elementi di chiarezza sulla concentrazione del patrimonio, l’indebitamento, l’uso dei derivati, la trasparenza“.
Tornando al Monte, per il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, “le potenziali carenze di capitale riguardano due banche le cui difficoltà sono in ampia misura l’eredità di due episodi passati di mala gestio“. Episodi, sostiene Visco, che “la Banca d’Italia, in stretto raccordo con l’autorità giudiziaria, ha contribuito a portare alla luce, inducendo un radicale cambio della dirigenza. Le due banche presenteranno a breve piani di rafforzamento: la Banca d’Italia ne seguirà da vicino l’attuazione nell’ambito dei gruppi di vigilanza congiunti, del consiglio di supervisione e del consiglio direttivo della Bce”. Per l’intero sistema bancario italiano “rimane l’esigenza di far fronte, con decisione, all’elevato ammontare dei crediti deteriorati, la cui crescita sta ancora proseguendo, anche se a ritmi attenuati rispetto a quelli degli scorsi anni. La loro consistenza può essere ridotta attraverso politiche attive di gestione e recupero, certamente più agevoli in un migliore contesto macroeconomico, e con cessioni in blocco di attività deteriorate, che andranno favorite da un ulteriore innalzamento dei loro tassi di copertura”, ha suggerito il numero uno di via Nazionale.
Proprio su questo fronte è già pronto a scendere in campo il finanziere renziano Davide Serra. La sua Algebris Investments giovedì ha confermato l’ingresso nel settore dei crediti deteriorati o non performing loan (Npl): il fondo investirà in portafogli di crediti (o singoli crediti) in sofferenza di banche italiane, con un focus particolare su quelli garantiti da un sottostante immobiliare che in Italia rappresentano circa il 40% del totale degli NPL, stimati complessivamente in quasi 170 miliardi di euro. Per sviluppare la nuova attività Algebris aprirà a breve un ufficio a Milano, guidato da Massimiliano Bertolino e Alberto Iori. Il fondo apposito, che ha già raccolto 370 milioni di euro da investitori istituzionali e family office, ha un obiettivo di raccolta totale di 400 milioni di euro che si prevede verrà raggiunto entro la fine di aprile 2015. Il fondo avrà una durata di 4 anni, con un obiettivo di guadagno annuo compreso tra il 15% e il 18 per cento. Al fianco di Algebris ci sarà Fare NPL, società specializzata nell’offerta di servizi di gestione, valutazione e acquisizione di portafogli di non performing loan e di valorizzazione e dismissione di patrimoni immobiliari che ad oggi gestisce portafogli per un valore di circa 1,3 miliardi di euro e che opererà quale special servicer per i crediti in sofferenza.
“Crediamo che l’Italia diventerà uno dei mercati europei più dinamici nel settore dei non performing loan. Stimiamo che lo stock di crediti in sofferenza nel Paese, che è già cresciuto ad un tasso di circa il 30% tra il 2008 e il 2013, arrivi a superare i 170 miliardi di euro a fine 2014 e, nel corso dei prossimi anni, ci aspettiamo che gli istituti bancari italiani cederanno circa 120 miliardi di euro di NPL, di cui circa 40 miliardi garantiti da immobili”, ha detto il giorno del lancio Serra che in un colloquio con Il Sole 24 Ore ha ipotizzato per Mps un aumento di capitale da 2 miliardi “a un prezzo ragionevole, che secondo noi dovrebbe essere al prezzo di 50 centesimi per azione”. Cioè altri 10 centesimi in meno rispetto all’attuale risicatissima quotazione dei titoli della banca. Serra, poi, non ha smentito l’interesse del suo fondo anche per i crediti deteriorati della banca senese che, quindi, ai suoi occhi, potrebbe offrire ancora margini di guadagno nonostante le dure critiche.
Del resto Serra a fare soldi se la cava bene. Secondo quanto riportato venerdì dall’Espresso, i bilanci del gruppo Algebris hanno chiuso il 2013 con profitti per quasi 7 milioni di sterline (circa 9 milioni di euro) su 11,7 milioni di giro d’affari. I dati emergono dai documenti da poco depositati da Algebris nel registro pubblico di Londra. Gran parte di questi profitti finiranno esentasse ai 9 partner della Algebris Llp cioè Serra, i suoi più stretti collaboratori e il “The Children Investment fund” del finanziere britannico Chris Hohn. Solo in un secondo tempo i singoli associati provvederanno a dichiarare le somme ricevute nella propria dichiarazione dei redditi, mentre la capofila Algebris Ltd se la cava con tasse per 106mila sterline. Questo è quanto prevede la legge britannica a proposito delle cosiddette “limited partnership”. Della galassia di Serra fanno parte anche una Algebris con base alle Cayman e un’altra a Singapore, che nel 2013 ha ricevuto 2,6 milioni di sterline a titolo di “compensi per consulenze”.
Lobby
Mps, Rossi chiede aiuto a Renzi. Guzzetti nicchia. Serra aspetta. La banca crolla
Il governatore della Toscana, Enrico Rossi, chiede un intervento dello Stato al Premier Matteo Renzi. Le fondazioni bancarie capitanate da Giuseppe Guzzetti non escludono di rimettere in piedi un nuovo tentativo di salvataggio. La Borsa continua a picchiare durissimo, ma il renziano Davide Serra che pure è pronto a rilevare pacchetti di crediti deteriorati della banca per fare affari, picchia di più. Bankitalia parla di mala gestio senza fare nomi e cognomi e difende il suo operato di vigilanza, mentre l’altro controllore, la Consob di Giuseppe Vegas, è convinto che la situazione si stia “raffreddando”. E intanto il Monte dei Paschi di Siena cui resta poco più di una settimana per presentare un piano di “recupero” a Francoforte, continua a crollare inesorabilmente. Il saldo, a una settimana dal risultato degli esami comunitari, per altro ampiamente atteso, è di un tracollo del 40% (-10,46% a 0,6 euro la chiusura di venerdì 31) e così oggi la banca più antica del mondo vale in Borsa 3,1 miliardi di euro, contro i 2,9 miliardi della seduta antecedente l’avvio dell’aumento da 5 miliardi di giugno, che il mercato considera quindi quasi completamente “bruciato”. Tra chi ha giocato male d’anticipo sull’attesa dei risultati c’è anche la svizzera Ubs che il 23 ottobre scorso ha incrementato la propria quota in Mps – detenuta come prestatore prestatario – portandola dal 2,86 al 3,42 per cento.
E ha trovato sponda proprio nel ministro dell’Economia che, forse anche per compensare il colpo della tassazione retroattiva inserita nella legge di Stabilità, ha inaspettatamente smussato i toni sul cantiere della riforma delle fondazioni pronto per una trasformazione in in una più semplice riflessione. “Credo che tra i progetti da portare avanti nell’immediato futuro nel settore finanziario occorra inserire anche una riflessione sulle fondazioni bancarie”, ha dichiarato Pier Carlo Padoan. “A 15 anni dall’approvazione della legge Ciampi – ha aggiunto – è possibile valutarne gli effetti di lungo periodo e anche gli aspetti per i quali può essere opportuno integrarla. Questo non richiede necessariamente un nuovo intervento normativo“, è stata la chiara apertura. “Uno strumento utile e innovativo potrebbe prendere la forma di un atto negoziale, tra amministrazione pubblica e fondazioni, che individui in modo più specifico i criteri di comportamento che le fondazioni sono tenute a osservare. Le aree su cui mi sembra più opportuno riflettere riguardano la gestione del patrimonio e la governance. Molto è stato fatto, su questi aspetti, con la carta delle fondazioni – ha aggiunto – Questo lavoro può essere ulteriormente portato avanti aggiungendo elementi di chiarezza sulla concentrazione del patrimonio, l’indebitamento, l’uso dei derivati, la trasparenza“.
Tornando al Monte, per il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, “le potenziali carenze di capitale riguardano due banche le cui difficoltà sono in ampia misura l’eredità di due episodi passati di mala gestio“. Episodi, sostiene Visco, che “la Banca d’Italia, in stretto raccordo con l’autorità giudiziaria, ha contribuito a portare alla luce, inducendo un radicale cambio della dirigenza. Le due banche presenteranno a breve piani di rafforzamento: la Banca d’Italia ne seguirà da vicino l’attuazione nell’ambito dei gruppi di vigilanza congiunti, del consiglio di supervisione e del consiglio direttivo della Bce”. Per l’intero sistema bancario italiano “rimane l’esigenza di far fronte, con decisione, all’elevato ammontare dei crediti deteriorati, la cui crescita sta ancora proseguendo, anche se a ritmi attenuati rispetto a quelli degli scorsi anni. La loro consistenza può essere ridotta attraverso politiche attive di gestione e recupero, certamente più agevoli in un migliore contesto macroeconomico, e con cessioni in blocco di attività deteriorate, che andranno favorite da un ulteriore innalzamento dei loro tassi di copertura”, ha suggerito il numero uno di via Nazionale.
Proprio su questo fronte è già pronto a scendere in campo il finanziere renziano Davide Serra. La sua Algebris Investments giovedì ha confermato l’ingresso nel settore dei crediti deteriorati o non performing loan (Npl): il fondo investirà in portafogli di crediti (o singoli crediti) in sofferenza di banche italiane, con un focus particolare su quelli garantiti da un sottostante immobiliare che in Italia rappresentano circa il 40% del totale degli NPL, stimati complessivamente in quasi 170 miliardi di euro. Per sviluppare la nuova attività Algebris aprirà a breve un ufficio a Milano, guidato da Massimiliano Bertolino e Alberto Iori. Il fondo apposito, che ha già raccolto 370 milioni di euro da investitori istituzionali e family office, ha un obiettivo di raccolta totale di 400 milioni di euro che si prevede verrà raggiunto entro la fine di aprile 2015. Il fondo avrà una durata di 4 anni, con un obiettivo di guadagno annuo compreso tra il 15% e il 18 per cento. Al fianco di Algebris ci sarà Fare NPL, società specializzata nell’offerta di servizi di gestione, valutazione e acquisizione di portafogli di non performing loan e di valorizzazione e dismissione di patrimoni immobiliari che ad oggi gestisce portafogli per un valore di circa 1,3 miliardi di euro e che opererà quale special servicer per i crediti in sofferenza.
“Crediamo che l’Italia diventerà uno dei mercati europei più dinamici nel settore dei non performing loan. Stimiamo che lo stock di crediti in sofferenza nel Paese, che è già cresciuto ad un tasso di circa il 30% tra il 2008 e il 2013, arrivi a superare i 170 miliardi di euro a fine 2014 e, nel corso dei prossimi anni, ci aspettiamo che gli istituti bancari italiani cederanno circa 120 miliardi di euro di NPL, di cui circa 40 miliardi garantiti da immobili”, ha detto il giorno del lancio Serra che in un colloquio con Il Sole 24 Ore ha ipotizzato per Mps un aumento di capitale da 2 miliardi “a un prezzo ragionevole, che secondo noi dovrebbe essere al prezzo di 50 centesimi per azione”. Cioè altri 10 centesimi in meno rispetto all’attuale risicatissima quotazione dei titoli della banca. Serra, poi, non ha smentito l’interesse del suo fondo anche per i crediti deteriorati della banca senese che, quindi, ai suoi occhi, potrebbe offrire ancora margini di guadagno nonostante le dure critiche.
Del resto Serra a fare soldi se la cava bene. Secondo quanto riportato venerdì dall’Espresso, i bilanci del gruppo Algebris hanno chiuso il 2013 con profitti per quasi 7 milioni di sterline (circa 9 milioni di euro) su 11,7 milioni di giro d’affari. I dati emergono dai documenti da poco depositati da Algebris nel registro pubblico di Londra. Gran parte di questi profitti finiranno esentasse ai 9 partner della Algebris Llp cioè Serra, i suoi più stretti collaboratori e il “The Children Investment fund” del finanziere britannico Chris Hohn. Solo in un secondo tempo i singoli associati provvederanno a dichiarare le somme ricevute nella propria dichiarazione dei redditi, mentre la capofila Algebris Ltd se la cava con tasse per 106mila sterline. Questo è quanto prevede la legge britannica a proposito delle cosiddette “limited partnership”. Della galassia di Serra fanno parte anche una Algebris con base alle Cayman e un’altra a Singapore, che nel 2013 ha ricevuto 2,6 milioni di sterline a titolo di “compensi per consulenze”.
Articolo Precedente
Mps, la condanna del groviglio armonioso tra banca e politica
Articolo Successivo
Autogrill, la “ritirata” dei Benetton: dal 2008 tagliati 2mila posti di lavoro
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Fdi e la svolta Usa sull’Ucraina. Il delegato alla convention repubblicana: “Zelensky ostacolo alla pace, ora che c’è Trump basta armi”
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Il Papa in prognosi riservata: ossigeno e trasfusioni dopo la crisi respiratoria. “Condizioni critiche”. Dimissioni? Aveva detto: “È un ministero ad vitam“
Mondo
“AfD? Non è cambiata la Germania, è deragliato il dibattito”. Parla il fondatore della ong Sos Humanity
Beirut, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - I media statali libanesi hanno riferito di attacchi israeliani in Libano, a circa 10 chilometri dal confine meridionale, mentre i fedeli si riunivano a Beirut per il grande funerale del leader di Hezbollah assassinato, Hassan Nasrallah. "Aerei nemici hanno lanciato due raid contro la zona tra Qleileh e Sammaaiyah, nel distretto di Tiro", ha affermato l'agenzia di stampa nazionale ufficiale.
Tel Aviv, 23 feb. (Adnkronos) - Le Idf confermano di aver effettuato attacchi aerei nel Libano meridionale. Uno degli obiettivi era un sito militare di Hezbollah contenente lanciarazzi e altre armi, dove l'esercito afferma di aver individuato attività da parte del gruppo terroristico.
Secondo l'esercito, l'attività di Hezbollah nel sito costituisce una "violazione degli accordi tra Israele e Libano". Inoltre, le Idf affermano di aver colpito diversi altri lanciarazzi di Hezbollah nel Libano meridionale, "che rappresentavano una minaccia per i civili israeliani".
Berlino, 23 feb. (Adnkronos) - Urne aperte in tutte la Germania per le politiche. Quasi 60 milioni di persone voteranno oggi fino alle 18 per scegliere un governo che dovrà fare i conti con il crollo dell'alleanza transatlantica sotto Donald Trump e con le nuove minacce alla sicurezza europea, proprio mentre il modello economico del Paese sta entrando in crisi. Secondo gli ultimi sondaggi, sarà il capo dell'opposizione conservatrice (Cdu/Csu) Friedrich Merz il nuovo cancelliere: dovrebbe vincere con il 29,5% di voti favorevoli. "Le grandi aspettative rispecchiano le grandi sfide che dovrà affrontare fin dal primo giorno del suo probabile mandato di cancelliere", ha affermato il settimanale tedesco Der Spiegel. "Una Russia aggressiva, un'America ostile e un'Europa che si sta allontanando: Merz potrebbe essere messo alla prova più duramente di qualsiasi cancelliere della repubblica del dopoguerra".
Merz ha recentemente ammesso che l'effettivo abbandono da parte di Trump delle promesse di difesa europee e l'aggressivo sostegno del suo vicepresidente JD Vance all'estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) annunciavano "cambiamenti tettonici nei centri di potere politico ed economico del mondo". La Germania, ha detto, non ne sarebbe uscita indenne. L'indebolimento della Nato da parte di Trump e il tradimento dell'Ucraina sono "un pugno straziante allo stomaco", ha affermato Ursula Münch, direttrice del think tank dell'Accademia per l'educazione politica in Baviera, in particolare per l'Unione cristiano-democratica (Cdu) di Merz, che ha "solidarietà e amicizia con gli Stati Uniti nel profondo del suo Dna". "La sfida più grande per la Germania sarà quella di mettere insieme una dimostrazione di forza unita da parte dell'Ue e del Regno Unito".
Secondo i sondaggi, i socialdemocratici del cancellieri Olaf Scholz, si attestano al 15% dei consensi, 10 puntiin meno delle preferenze ricevute 4 anni fa, mentre l'Afd si attesta al 21%, oltre il doppio (era al 10,3%) rispetto al 2021.
Londra, 23 feb. (Adnkronos) - Il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha dichiarato che domani annuncerà un nuovo importante pacchetto di sanzioni contro la Russia. Lo riporta ITV News. "Domani ho intenzione di annunciare il più grande pacchetto di sanzioni contro la Russia dall'inizio del conflitto, per indebolire la sua macchina militare e ridurre le entrate con cui si sta accendendo il fuoco della distruzione in Ucraina", ha affermato il ministro, aggiungendo che Londra "lavorerà con i partner americani ed europei per raggiungere una pace giusta e sostenibile", riconoscendo chiaramente l'Ucraina dev'essere coinvolta".
E' "un momento critico nella storia dell'Ucraina, della Gran Bretagna e dell'intera Europa" - ha detto ancora - Il sostegno all'Ucraina dovrebbe essere "raddoppiato" e si dovrebbe ricercare "la pace attraverso la forza". "Sul campo di battaglia, Londra resta impegnata a fornire un supporto militare di 3 miliardi di sterline all'anno per mettere l'Ucraina nella migliore posizione possibile e siamo pronti a contribuire con truppe britanniche alle forze di mantenimento della pace, se necessario".
(Adnkronos) - “La notte è trascorsa tranquilla, il Papa ha riposato”. Lo fa sapere oggi 23 febbraio il Vaticano aggiornando sulle condizioni di Papa Francesco ricoverato al Gemelli da venerdì della scorsa settimana.
Ieri sera l’ultimo bollettino diramato dalla Santa Sede sulle condizioni di salute di Bergoglio avevano restituito una situazione in aggravamento con una serie di criticità che i bollettini precedenti non avevano mai evidenziato. Nel dettaglio ieri il bollettino ha riferito che le “condizioni del Santo Padre continuano ad essere critiche, pertanto, come spiegato" dall’équipe medica che lo ha in cura, “il Papa non è fuori pericolo”.
Ieri mattina, si spiegava, “Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoriaasmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi. Gli esami del sangue odierni hanno inoltre evidenziato una piastrinopenia, associata ad un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua ad essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri. Al momento la prognosi è riservata”. Per Francesco è scattata una maratona di preghiere nelle chiese di tutto il mondo.
Kiev, 23 feb. (Adnkronos) - La Russia ha lanciato un attacco missilistico sulla città di Kryvy Rih, nell'oblast' di Dnipropetrovsk, nella tarda serata di ieri, uccidendo una persona e ferendone altre cinque. Lo ha riferito Oleksandr Vilkul, capo dell'amministrazione militare della città dove è nato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Tra i feriti ricoverati in ospedale, una donna sarebbe in condizioni critiche.
L'attacco ha inflitto gravi danni alle infrastrutture civili della città, ha detto Vilkul. Dodici edifici residenziali, una struttura infrastrutturale, una casa di riposo e una chiesa hanno subito danni. L'attacco ha inoltre colpito edifici sociali e industriali, una stazione di servizio e numerosi veicoli.
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "E' un saluto normale che faccio al mio pubblico continuamente. In questo mondo di guerra di informazione, come nazionalista populista — particolarmente se sei di destra — devi sempre andare contro i media, non puoi mai inginocchiarti a loro". Lo ha detto al 'Corriere della Sera' Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump e influente personalità politica della destra statunitense, parlando del saluto che ha fatto durante un raduno dei conservatori a Washington e che somigliava a quello nazista, e che ha spinto il leader di estrema destra francese Jordan Bardella ad annullare la sua partecipazione. A proposito del quale, aggiunge che il politico "ha dimostrato di non avere la grinta e la determinazione per vincere e per guidare la Francia, che è una nazione con enormi problemi: di immigrazione, finanziari. Si è messo in posizione fetale di fronte a qualcosa che è così ovviamente falso. Non sarà mai un leader".
"I media - spiega Bannon - non sono venuti qui a vedere Vance, Elon Musk e nemmeno il presidente Trump. Vogliono vedere questo movimento, sono preoccupati da quello che vogliono queste persone e da quello che vorranno in futuro. L'unica ragione per cui siamo arrivati qui è che questa gente ha appoggiato Trump, altrimenti il suo ritorno sarebbe stato impossibile". Parlando della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in collegamento video alla convention, aggiunge che "se mi avesse ascoltato negli ultimi due anni non sarebbe stata imbarazzata nelle ultime 72 ore da quello che ha detto il presidente Trump sull'Ucraina. Spero che sia una sveglia per lei. Non c'è decisione da prendere. L'Italia può permettersi di mandare truppe o denaro illimitato in Ucraina? Senza l'America è finita. A Parigi erano tutte chiacchiere. Volete appoggiare gli inglesi che mandano truppe? Hai la possibilità di pagare? No. Non importa quello che dice l'Europa".
"Trump è magnanimo - prosegue Bannon - parla di risorse e forse di un qualche coinvolgimento andando avanti, io sono un populista duro e puro, non vogliamo più mandare soldi né truppe. Il sangue versato in questa guerra è sulle mani delle persone che l'hanno iniziata, e adesso arriveremo al punto di partenza o anche peggio perché forse i russi non sono d'accordo a ritirare i carrarmati dalle loro posizioni. Quanto all'accordo sui minerali con Zelensky, penso che sia una trappola e devono evitarlo. Capisco la logica del presidente Trump. Penso che sia giusta l'idea che se ci impegniamo così tanto bisogna essere ripagati. Anche i dazi lui li vede come una nuova fonte di entrate che aiuta a chiudere il nostro debito che pesa sulle società e i singoli contribuenti. Concettualmente è corretto. Ma se prendi i minerali ucraini dovrai in qualche modo essere coinvolto. E questo significa garanzie di sicurezza e cercheranno di coinvolgerti in tutto".