La Juventus è ancora viva. Vince in rimonta 3-2 contro l’Olympiakos, rinasce dopo essere stata sotto 2-1 e aver guardato in faccia l’eliminazione. Dimostra di (poter) essere una grande squadra anche in Champions League, ma pure di non aver del tutto superato il complesso europeo. La Juve non meritava di perdere, contro degli avversari modesti che in novanta minuti hanno buttato due cross in mezzo all’area e trovato due reti fortuite. Non sarebbe stato giusto uscire già ora, dopo il doppio confronto ampiamente dominato con l’Olympiakos. Ma un girone sulla carta abbordabile si è rivelato molto più difficile del previsto. E non è ancora superato, visto che l’Atletico Madrid dopo la vittoria a Malmoe veleggia primo con nove punti, e Juve e Olympiakos sono appaiate a quota sei. Ai bianconeri restano da giocare due partite, tutt’altro che scontate: in casa contro l’Atletico di Simeone sarà una battaglia. E non andrà sottovalutata la trasferta di Malmoe, dove gli spagnoli hanno faticato e l’Olympiakos ha perso 2-0. Con sei punti la qualificazione sarebbe certa, con quattro già ci sarebbe da guardare agli altri campi. Tutto è ancora possibile, insomma. Ma per come si era messa già questo è un trionfo.
Allegri si è giocato l’Europa con la sua prima, vera Juventus: complici le tante assenze addio al 3-5-2 di “contiana” memoria, difesa a quattro, rombo di centrocampo (dove il ruolo di trequartista spetta soprattutto a Vidal) e due punte, con Morata preferito inizialmente a Llorente. Sorprese anche nell’Olympiakos, dove va in panchina Kasami, fra i migliori nonché match-winner all’andata. La Juve, però, non è molto diversa dal solito: intensa, tambureggiante ma con poche soluzioni davanti e quindi non abbastanza incisiva. Più che i moduli è il risultato dell’andata e la situazione in classifica a determinare l’andamento della partita: padroni di casa con aggressività in avanti, ospiti dietro con ordine.
Per venti minuti non succede nulla, se non tanto forcing bianconero. Ma per sbloccare anche il più complicato degli incontri, a volte, può bastare il colpo di un fuoriclasse. Come il destro fatato di Pirlo, che sarà fuori forma, si prenderà poco con Allegri, giocherà anche male, ma da fermo resta insuperabile: punizione capolavoro all’incrocio, Roberto finalmente battuto dopo gli incredibili miracoli di Atene. Peccato che la Juve si faccia sorprendere su angolo due minuti dopo il vantaggio, lasciando spazio al colpo di testa vincente di Botia. Un’ingenuità grave, perché l’immediato pareggio resetta la partita. Si ricomincia col solito copione. Morata divora un gol a tu per tu col portiere, Vidal si tuffa in area ma non inganna l’arbitro, Pogba calcia a lato da ottima posizione. Ma i padroni di casa non sfondano, e stavolta non per colpa del portiere.
La ripresa è una girandola di emozioni. La Juventus spinge ma passa in svantaggio, ancora su calcio da fermo, ancora su una palla buttata in mezzo all’area e trasformata in gol dal mediano N’Dinga. Proprio nel momento più difficile, però, i bianconeri ritrovano se stessi. Si riscoprono grande squadra, o se non altro campioni d’Italia, quindi più forti dei campioni di Grecia: nel giro di due minuti prima una carambola innescata da una testata del subentrato Llorente e conclusa dall’autogol del portiere Roberto, poi un gran destro di Pogba ribaltano il risultato. Sul 3-2 la Juve mostra ancora limiti e timori europei, permettendo ai greci di riversarsi nella trequarti bianconera e di sfiorare il pareggio con Elabdellaoui. Ma l’Olympiakos proprio non ha lo spessore e le qualità per rimontare due volte fuori casa lo svantaggio. Anzi, Roberto respinge a tempo scaduto un rigore a Vidal, ininfluente per la partita di oggi ma che sarebbe stato prezioso in chiave differenza reti.
La vittoria finale fa esultare lo Juventus Stadium, scaccia i fantasmi ma non tutte le perplessità. Ci sarebbe comunque molto da riflettere per la squadra di Allegri: sui tanti infortuni e i troppi gol incassati; su Vidal che non è più lui e su Morata che non è ancora quel “top player” che serviva per il salto di qualità. In generale, sul fatto di essere arrivati a giocarsi una partita decisiva per l’Europa già a novembre contro il modesto Olympiakos. Ma tutto questo da domani. Stasera c’è spazio solo per la gioia e l’entusiasmo di una vittoria che per la Juve formato Champions è una piccola impresa.
Twitter: @lVendemiale
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Juventus – Olympiakos 3-2, in Champions League rimonta dei bianconeri di Allegri
Ora per la squadra torinese restano da giocare due partite, tutt’altro che scontate: in casa contro l’Atletico di Simeone sarà una battaglia. E non andrà sottovalutata la trasferta di Malmoe
La Juventus è ancora viva. Vince in rimonta 3-2 contro l’Olympiakos, rinasce dopo essere stata sotto 2-1 e aver guardato in faccia l’eliminazione. Dimostra di (poter) essere una grande squadra anche in Champions League, ma pure di non aver del tutto superato il complesso europeo. La Juve non meritava di perdere, contro degli avversari modesti che in novanta minuti hanno buttato due cross in mezzo all’area e trovato due reti fortuite. Non sarebbe stato giusto uscire già ora, dopo il doppio confronto ampiamente dominato con l’Olympiakos. Ma un girone sulla carta abbordabile si è rivelato molto più difficile del previsto. E non è ancora superato, visto che l’Atletico Madrid dopo la vittoria a Malmoe veleggia primo con nove punti, e Juve e Olympiakos sono appaiate a quota sei. Ai bianconeri restano da giocare due partite, tutt’altro che scontate: in casa contro l’Atletico di Simeone sarà una battaglia. E non andrà sottovalutata la trasferta di Malmoe, dove gli spagnoli hanno faticato e l’Olympiakos ha perso 2-0. Con sei punti la qualificazione sarebbe certa, con quattro già ci sarebbe da guardare agli altri campi. Tutto è ancora possibile, insomma. Ma per come si era messa già questo è un trionfo.
Allegri si è giocato l’Europa con la sua prima, vera Juventus: complici le tante assenze addio al 3-5-2 di “contiana” memoria, difesa a quattro, rombo di centrocampo (dove il ruolo di trequartista spetta soprattutto a Vidal) e due punte, con Morata preferito inizialmente a Llorente. Sorprese anche nell’Olympiakos, dove va in panchina Kasami, fra i migliori nonché match-winner all’andata. La Juve, però, non è molto diversa dal solito: intensa, tambureggiante ma con poche soluzioni davanti e quindi non abbastanza incisiva. Più che i moduli è il risultato dell’andata e la situazione in classifica a determinare l’andamento della partita: padroni di casa con aggressività in avanti, ospiti dietro con ordine.
Per venti minuti non succede nulla, se non tanto forcing bianconero. Ma per sbloccare anche il più complicato degli incontri, a volte, può bastare il colpo di un fuoriclasse. Come il destro fatato di Pirlo, che sarà fuori forma, si prenderà poco con Allegri, giocherà anche male, ma da fermo resta insuperabile: punizione capolavoro all’incrocio, Roberto finalmente battuto dopo gli incredibili miracoli di Atene. Peccato che la Juve si faccia sorprendere su angolo due minuti dopo il vantaggio, lasciando spazio al colpo di testa vincente di Botia. Un’ingenuità grave, perché l’immediato pareggio resetta la partita. Si ricomincia col solito copione. Morata divora un gol a tu per tu col portiere, Vidal si tuffa in area ma non inganna l’arbitro, Pogba calcia a lato da ottima posizione. Ma i padroni di casa non sfondano, e stavolta non per colpa del portiere.
La ripresa è una girandola di emozioni. La Juventus spinge ma passa in svantaggio, ancora su calcio da fermo, ancora su una palla buttata in mezzo all’area e trasformata in gol dal mediano N’Dinga. Proprio nel momento più difficile, però, i bianconeri ritrovano se stessi. Si riscoprono grande squadra, o se non altro campioni d’Italia, quindi più forti dei campioni di Grecia: nel giro di due minuti prima una carambola innescata da una testata del subentrato Llorente e conclusa dall’autogol del portiere Roberto, poi un gran destro di Pogba ribaltano il risultato. Sul 3-2 la Juve mostra ancora limiti e timori europei, permettendo ai greci di riversarsi nella trequarti bianconera e di sfiorare il pareggio con Elabdellaoui. Ma l’Olympiakos proprio non ha lo spessore e le qualità per rimontare due volte fuori casa lo svantaggio. Anzi, Roberto respinge a tempo scaduto un rigore a Vidal, ininfluente per la partita di oggi ma che sarebbe stato prezioso in chiave differenza reti.
La vittoria finale fa esultare lo Juventus Stadium, scaccia i fantasmi ma non tutte le perplessità. Ci sarebbe comunque molto da riflettere per la squadra di Allegri: sui tanti infortuni e i troppi gol incassati; su Vidal che non è più lui e su Morata che non è ancora quel “top player” che serviva per il salto di qualità. In generale, sul fatto di essere arrivati a giocarsi una partita decisiva per l’Europa già a novembre contro il modesto Olympiakos. Ma tutto questo da domani. Stasera c’è spazio solo per la gioia e l’entusiasmo di una vittoria che per la Juve formato Champions è una piccola impresa.
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Rissa tra genitori alla partita di minibasket: bimbi in lacrime e intervento dei carabinieri
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Oggi è San Giuseppe. Buon onomastico a chi porta il suo nome e auguri a tutti i papà! Una preghiera per quelli che continuano a vivere nei nostri ricordi e nel nostro cuore". Lo scrive su X il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Un augurio speciale a tutti quei papà che passano la notte insonni, cullando i propri neonati. A quelli che ogni mattina vestono i bambini con cura e li accompagnano all’asilo o a scuola. A quelli che si fanno in quattro per sostenere i propri figli e la propria famiglia. A quelli che li proteggono da lassù. A chi vive la dolcezza di una vita di coppia e a chi, con il suo amore, riesce a dare tutto anche da solo. A quelli che, ormai con i figli adulti, non smettono mai di preoccuparsi per loro. Grazie a ognuno di voi. Perché papà e mamma sono e rimarranno sempre le parole più belle del mondo. Buona Festa del papà". Lo scrive su Facebook il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Bruxelles, 19 mar. (Adnkronos) - Il riarmo dell'Unione Europea non è contro gli Usa: "ciò di cui l'industria della difesa ha bisogno ora è di contratti a lungo termine da parte degli Stati membri e noi stiamo incoraggiando i Paesi Ue a lavorare a stretto contatto e ad avere una prospettiva di lungo termine con gli investimenti". Lo dice al Corriere della Sera Henna Virkkunen, uno dei vicepresidenti esecutivi della Commissione Europea, che ha guidato la preparazione di Safe, lo strumento che mette a disposizione dei Paesi Ue 150 miliardi di euro di prestiti per la difesa.
"La politica di difesa è di competenza degli Stati membri, ma sappiamo che viviamo in un mondo molto pericoloso e la situazione della nostra sicurezza è molto allarmante - spiega Virkkunen - Il ruolo dell'Unione europea è quindi quello di occuparsi della parte finanziaria, di come sostenere il finanziamento e di come rafforzare la nostra industria della difesa e la sua competitività. E poi c'è un terzo elemento: la mobilità militare, per la quale disponiamo di fondi oggi troppo esigui, ma sappiamo che gli Stati membri ne hanno bisogno. Gli Stati membri che si trovano più a Est vedono le minacce in modo molto più drammatico rispetto a quelli che non sono così vicini al confine orientale".
"Le tecnologie Usa sono spesso le migliori al mondo in molti settori - conclude - Nella nostra strategia per l'industria della difesa, abbiamo già detto che nel 2030 dovremmo avere una base industriale tale da poter acquistare il 50% dai mercati europei. In futuro continueremo ad acquistare anche fuori dell'Ue. Questo non è contro gli Usa. Non siamo ancora arrivati a questo punto: stiamo proponendo lo strumento sicuro di prestito, la clausola nazionale di salvaguardia, la flessibilità per i fondi di coesione. Ma abbiamo promesso di esaminare anche altri strumenti e stiamo anche preparando il nuovo bilancio Ue".
Berlino, 19 mar. (Adnkronos/Afp) - Vladimir "Putin sta giocando". E' il commento della Germania dopo i nuovi attacchi russi denunciati dall'Ucraina, il giorno dopo l'accordo per una tregua limitata concluso dal presidente russo con il suo omologo americano Donald Trump durante la loro lunga telefonata di ieri.
"Abbiamo riscontrato che gli attacchi alle infrastrutture civili non sono assolutamente diminuiti durante la prima notte dopo questa telefonata apparentemente rivoluzionaria e formidabile", ha detto il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius in un'intervista televisiva.
Tel Aviv, 19 mar. (Adnkronos/afp) - Il governo israeliano ha approvato nella notte il ritorno di Itamar Ben Gvir alla carica di ministro della Sicurezza nazionale. Lo ha indicato in un comunicato stampa l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu.
"Il governo ha approvato all'unanimità la proposta del primo ministro Benjamin Netanyahu di rinominare il deputato Itamar Ben Gvir ministro della Sicurezza nazionale", si legge nel testo. Ben Gvir si è dimesso dal suo incarico il 19 gennaio, in disaccordo con la decisione di tregua con Hamas che ha definito “scandalosa”.
Sana'a, 19 mar. (Adnkronos) - Almeno 10 attacchi americani hanno colpito alcune zone dello Yemen, tra cui la provincia di Saada e Hodeidah. Lo hanno riferito i media Houthi dello Yemen. Gli Stati Uniti hanno lanciato un'ondata di attacchi nelle zone dello Yemen controllate dagli Houthi, alleati dell'Iran, che la scorsa settimana hanno dichiarato di voler riprendere gli attacchi alle navi mercantili del Mar Rosso per sostenere i palestinesi a Gaza.
Sana'a, 19 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno condotto una "operazione militare di alta qualità" contro la USS Harry S Truman. Lo ha reso noto un portavoce dell'organizzazione terroristica, secondo cui l'operazione, la quarta in 72 ore, prevedeva anche un attacco a "diverse navi da guerra nemiche" e ha sventato "un attacco aereo che si stava preparando contro il nostro Paese".