Sette minuti e mezzo per valutare progetti di ricerca industriale da 25 milioni di euro. E’ il dato sconcertante che attira subito l’attenzione degli ispettori della Ragioneria dello Stato, mandati dal ministro Profumo a verificare le denunce pubblicate dal Fatto Quotidiano, nel novembre del 2012, sulla gestione dei fondi di ricerca del Miur. Un tempo decisamente sospetto, spiega il rapporto di 153 pagine che IlFattoQuotidiano.it ha potuto consultare: “Data la complessità della valutazione e la corposità della documentazione da valutare, appare decisamente non idoneo ad esprimere un giudizio compiuto e pertinente”. Sta forse in questa cifra la chiave di lettura dell’intera vicenda: procedure tanto veloci da risultare altamente sospette, regole disattese, valutazioni approssimative.
Mef: “7,5 minuti è un tempo che appare decisamente non idoneo ad esprimere un giudizio compiuto e pertinente”
Insomma, un vero disastro quello che si trovano davanti gli ispettori del Mef. E la loro analisi non lascia spazio ai dubbi, quel sistema di valutazione era “sicuramente inadeguato a definire una graduatoria finale”. Gli ispettori cercano di capire cosa non ha funzionato nella direzione generale del Miur retta da Antonio Agostini. Fanno un passo indietro, dirigono la loro attenzione sul punto di partenza della storiaccia brutta dei fondi europei di ricerca: tutto nasce dall’accelerazione improvvisa delle procedure all’arrivo al ministero di Agostini, con l’incarico di Direttore Generale. Era il 2009 e la paura di perdere i ricchi fondi diventa la chiave usata per giustificare procedure molto poco ortodosse con cui assegnare 6 miliardi di fondi comunitari dei Programmi operativi di sviluppo 2007-2013. “Il bandolo della matassa – spiega il rapporto del servizio ispettivo – è la delibera Cipe del 2011”. Ovvero la decisione che aveva preso il comitato interministeriale di fronte all’inerzia del dicastero guidato dal ministro Gelmini: o utilizzate i fondi, oppure quei miliardi li destiniamo ad altri progetti. Ed è qui che si inserisce la mano dell’uomo di fiducia dell’allora ministro Maria Stella Gelmini. E si sa, quando scatta l’emergenza le regole vengono meno.
Sette minuti per tanti milioni
Ma come vengono scelti i progetti? Qui c’è la maggiore criticità, che gli ispettori vagliano con molta attenzione. Prendono in mano le carte sui 222 progetti della linea di finanziamento sulla ricerca industriale (PonRic), ognuno dei quali dotato di un budget compreso tra i 5 e i 25 milioni di euro. Soldi veri, risorse essenziali per chi avrebbe voluto fare ricerca di alto livello. E’ bastato leggere i verbali delle riunioni del comitato Far (Fondo agevolazioni alla ricerca del Miur) – incaricato della valutazione – per scoprire che ad ogni domanda sono stati dedicati appena 7,5 minuti. Il tempo per prendersi un cappuccino e una brioche al bar la mattina. Si capisce meglio, allora, di cosa parlano gli ispettori quando ipotizzano per tutto il programma operativo Ric, avviato nel 2010 con una dote di 1,145 miliardi, il rischio di una rettifica finanziaria da parte della Commissione europea sulle risorse certificate al 31/12/2011 che potrebbe oscillare tra i 254 e i 101 milioni di euro. Forse di più ancora, visto che la graduatoria emersa dalle procedure di valutazione, ammissione e controllo “non era affatto idonea a produrre impegni giuridicamente vincolanti né a valere su risorse Pon”. Meglio, si fa per dire, è andata la valutazione finale di altri 83 progetti su un bando da 650 milioni. Gli ispettori hanno calcolato in 11 minuti a progetto il tempo dedicato dall’apposita commissione all’esame d’ammissione alle erogazioni. Semplice fretta? Forse no, più che altro un metodo. Leggendo le schede di valutazione di un’altra linea di finanziamento – la 254/ric, destinata al potenziamento della ricerca – gli ispettori del ministero hanno scoperto che praticamente tutte “presentano elementi di omogeneità e ripetitività delle motivazioni piuttosto evidenti”. Insomma, un copia e incolla. Talmente pacchiano che per un progetto “radicato esclusivamente in Calabria” i valutatori hanno scritto nella scheda “ha radicamento prioritario nella regione Puglia”. E le motivazioni che portavano a scegliere un’idea erano “ripetitive, generiche e sterilizzate da qualsiasi riferimento al progetto”. Tutte condotte che per gli ispettori, su più fronti, sono passibili di censura e compatibili con ipotesi di illeciti penali e richieste di danno erariale.
Le schede di valutazione “presentano elementi di omogeneità e ripetitività delle motivazioni piuttosto evidenti”. Insomma, un copia e incolla
Il programma oncologico? Lo valuta l’economista
Per dare l’idea del “sistema” si può citare l’organizzazione del pool di valutatori ed esperti che avrebbero dovuto giudicare i progetti di imprese, consorzi, enti di ricerca. Ebbene i valutatori della fase istruttoria, quando ci sono, non vengono assegnati per competenza. Così succede che un progetto da 15 milioni di euro per realizzare una “rete d’eccellenza per la ricerca preclinica e clinica sulla terapia personalizzata in oncologia e medicina rigenerativa” in Sicilia sia affidato alla valutazione di un tecnico che di professione non è neppure medico ma economista, che è poi il presidente della Commissione di valutazione. Risultati? La scheda del progetto sul sito istituzionale è ferma a un anno fa e ripropone non i risultati dell’intervento ma gli stessi contenuti generici della scheda obiettivi.
Milioni ad alta quota
Non si può dire, però, che al Ministero non riuscissero a volare alto. I soldi gestiti dal dipartimento di Agostini raggiunsero anche le vette del K2, con un progetto finanziato con 14,6 milioni di euro promosso attivamente dal ministro Gelmini. I tanti dubbi che già il “corvo del Miur” evidenziava vengono confermati in buona parte dalla Ragioneria dello Stato. Intanto sulla tempistica sospetta: il 25 novembre del 2011 l’autorità di gestione – che rispondeva alla direzione generale – firma il disciplinare di concessione. Quello stesso giorno il documento viene trasmesso all’associazione “Comitato Ev K2 Cnr”, che, a sua volta, in sole 48 ore prepara il progetto. L’intero dossier passa il vaglio in meno di un settimana e il 7 dicembre di quello stesso anno viene emesso il mandato di pagamento. Tempi incredibili. Per gli ispettori, però, i requisiti necessari per la selezione erano perlomeno dubbi. La linea di finanziamento prevedeva infatti il potenziamento di strutture di ricerca esistenti: la sede indicata dal Comitato Ev K2 Cnr era “al momento della domanda inesistente”. Non solo. Nel gennaio del 2012 Monte dei Paschi di Siena – banca scelta dallo stesso ministero per la valutazione economica – “comunica che il soggetto ha presentato una garanzia rivelatasi falsa“. Un peccato decisamente grave per chi gestisce fondi pubblici. Cosa accade? Nulla, tant’è che il progetto è ancora in piena attività. E i risultati? Ad oggi, avverte il sistema di monitoraggio degli esiti, il progetto è ancora in fase di start up e non si possono ancora rilevare risultati significativi.
Idee modeste? Nessun problema
Tra i progetti esaminati dall’Ispettorato della Ragioneria dello Stato ci sono idee apparentemente interessanti. Peccato che – anche in questo caso – le verifiche fatte dalle banche hanno dato un esito perlomeno dubbio. Il progetto in questione riguardava il Monitoraggio in area sismica dei sistemi monumentali (in sigla MASSIMO), per una cifra di 7,7 milioni di euro, più 670 mila euro per la formazione. Monte dei Paschi di Siena elencava i tanti punti critici della proposta: “Appare modesta la reale portata di innovazione del progetto – commentano gli ispettori del Mef – che non potrà sviluppare prodotti di avanguardia nel campo antisismico”. Nonostante queste parole alla fine l’esperto dà il parere positivo. E come sta andando a distanza di anni? L’inizio delle attività è avvenuto a giugno del 2012. L’ultimo aggiornamento sui risultati è datato dicembre 2013 e riguarda solo il primo semestre di attività. Da due anni non si hanno più notizie.
Aggiornato il 10 agosto 2017 senza alcuna richiesta dell’interessato– I procedimenti penali e gli accertamenti contabili nei confronti di Antonio Agostini citati in questo articolo nel 2017 hanno dato esito ad archiviazioni e proscioglimenti: il Gup di Roma lo ha prosciolto, nell’ambito del procedimento N.56860/14 RGNR con sentenza 23/5/2017, mentre il Gip di Roma ha, altresì, archiviato, su richiesta della Procura, il procedimento penale RGNR5756/15. Si è concluso con l’archiviazione anche il procedimento contabile instaurato dinanzi alla Corte dei Conti del Lazio con decisione comunicata il 21/2/2017.
Archivio
Ricerca, per assegnare fondi Ue Miur di Agostini impiegava 7,5 minuti a progetto
E’ il dato rilevato dagli ispettori della Ragioneria dello Stato inviati a verificare le denunce pubblicate nel novembre 2012 dal Fatto Quotidiano sugli stanziamenti gestiti da Antonio Agostini. Molte le anomalie: schede di valutazione fatte con il copia e incolla, false garanzie, piani di lavoro inconsistenti e male attuati. Ma finanziati con milioni di euro
Sette minuti e mezzo per valutare progetti di ricerca industriale da 25 milioni di euro. E’ il dato sconcertante che attira subito l’attenzione degli ispettori della Ragioneria dello Stato, mandati dal ministro Profumo a verificare le denunce pubblicate dal Fatto Quotidiano, nel novembre del 2012, sulla gestione dei fondi di ricerca del Miur. Un tempo decisamente sospetto, spiega il rapporto di 153 pagine che IlFattoQuotidiano.it ha potuto consultare: “Data la complessità della valutazione e la corposità della documentazione da valutare, appare decisamente non idoneo ad esprimere un giudizio compiuto e pertinente”. Sta forse in questa cifra la chiave di lettura dell’intera vicenda: procedure tanto veloci da risultare altamente sospette, regole disattese, valutazioni approssimative.
Insomma, un vero disastro quello che si trovano davanti gli ispettori del Mef. E la loro analisi non lascia spazio ai dubbi, quel sistema di valutazione era “sicuramente inadeguato a definire una graduatoria finale”. Gli ispettori cercano di capire cosa non ha funzionato nella direzione generale del Miur retta da Antonio Agostini. Fanno un passo indietro, dirigono la loro attenzione sul punto di partenza della storiaccia brutta dei fondi europei di ricerca: tutto nasce dall’accelerazione improvvisa delle procedure all’arrivo al ministero di Agostini, con l’incarico di Direttore Generale. Era il 2009 e la paura di perdere i ricchi fondi diventa la chiave usata per giustificare procedure molto poco ortodosse con cui assegnare 6 miliardi di fondi comunitari dei Programmi operativi di sviluppo 2007-2013. “Il bandolo della matassa – spiega il rapporto del servizio ispettivo – è la delibera Cipe del 2011”. Ovvero la decisione che aveva preso il comitato interministeriale di fronte all’inerzia del dicastero guidato dal ministro Gelmini: o utilizzate i fondi, oppure quei miliardi li destiniamo ad altri progetti. Ed è qui che si inserisce la mano dell’uomo di fiducia dell’allora ministro Maria Stella Gelmini. E si sa, quando scatta l’emergenza le regole vengono meno.
Sette minuti per tanti milioni
Ma come vengono scelti i progetti? Qui c’è la maggiore criticità, che gli ispettori vagliano con molta attenzione. Prendono in mano le carte sui 222 progetti della linea di finanziamento sulla ricerca industriale (PonRic), ognuno dei quali dotato di un budget compreso tra i 5 e i 25 milioni di euro. Soldi veri, risorse essenziali per chi avrebbe voluto fare ricerca di alto livello. E’ bastato leggere i verbali delle riunioni del comitato Far (Fondo agevolazioni alla ricerca del Miur) – incaricato della valutazione – per scoprire che ad ogni domanda sono stati dedicati appena 7,5 minuti. Il tempo per prendersi un cappuccino e una brioche al bar la mattina. Si capisce meglio, allora, di cosa parlano gli ispettori quando ipotizzano per tutto il programma operativo Ric, avviato nel 2010 con una dote di 1,145 miliardi, il rischio di una rettifica finanziaria da parte della Commissione europea sulle risorse certificate al 31/12/2011 che potrebbe oscillare tra i 254 e i 101 milioni di euro. Forse di più ancora, visto che la graduatoria emersa dalle procedure di valutazione, ammissione e controllo “non era affatto idonea a produrre impegni giuridicamente vincolanti né a valere su risorse Pon”. Meglio, si fa per dire, è andata la valutazione finale di altri 83 progetti su un bando da 650 milioni. Gli ispettori hanno calcolato in 11 minuti a progetto il tempo dedicato dall’apposita commissione all’esame d’ammissione alle erogazioni. Semplice fretta? Forse no, più che altro un metodo. Leggendo le schede di valutazione di un’altra linea di finanziamento – la 254/ric, destinata al potenziamento della ricerca – gli ispettori del ministero hanno scoperto che praticamente tutte “presentano elementi di omogeneità e ripetitività delle motivazioni piuttosto evidenti”. Insomma, un copia e incolla. Talmente pacchiano che per un progetto “radicato esclusivamente in Calabria” i valutatori hanno scritto nella scheda “ha radicamento prioritario nella regione Puglia”. E le motivazioni che portavano a scegliere un’idea erano “ripetitive, generiche e sterilizzate da qualsiasi riferimento al progetto”. Tutte condotte che per gli ispettori, su più fronti, sono passibili di censura e compatibili con ipotesi di illeciti penali e richieste di danno erariale.
Il programma oncologico? Lo valuta l’economista
Per dare l’idea del “sistema” si può citare l’organizzazione del pool di valutatori ed esperti che avrebbero dovuto giudicare i progetti di imprese, consorzi, enti di ricerca. Ebbene i valutatori della fase istruttoria, quando ci sono, non vengono assegnati per competenza. Così succede che un progetto da 15 milioni di euro per realizzare una “rete d’eccellenza per la ricerca preclinica e clinica sulla terapia personalizzata in oncologia e medicina rigenerativa” in Sicilia sia affidato alla valutazione di un tecnico che di professione non è neppure medico ma economista, che è poi il presidente della Commissione di valutazione. Risultati? La scheda del progetto sul sito istituzionale è ferma a un anno fa e ripropone non i risultati dell’intervento ma gli stessi contenuti generici della scheda obiettivi.
Milioni ad alta quota
Non si può dire, però, che al Ministero non riuscissero a volare alto. I soldi gestiti dal dipartimento di Agostini raggiunsero anche le vette del K2, con un progetto finanziato con 14,6 milioni di euro promosso attivamente dal ministro Gelmini. I tanti dubbi che già il “corvo del Miur” evidenziava vengono confermati in buona parte dalla Ragioneria dello Stato. Intanto sulla tempistica sospetta: il 25 novembre del 2011 l’autorità di gestione – che rispondeva alla direzione generale – firma il disciplinare di concessione. Quello stesso giorno il documento viene trasmesso all’associazione “Comitato Ev K2 Cnr”, che, a sua volta, in sole 48 ore prepara il progetto. L’intero dossier passa il vaglio in meno di un settimana e il 7 dicembre di quello stesso anno viene emesso il mandato di pagamento. Tempi incredibili. Per gli ispettori, però, i requisiti necessari per la selezione erano perlomeno dubbi. La linea di finanziamento prevedeva infatti il potenziamento di strutture di ricerca esistenti: la sede indicata dal Comitato Ev K2 Cnr era “al momento della domanda inesistente”. Non solo. Nel gennaio del 2012 Monte dei Paschi di Siena – banca scelta dallo stesso ministero per la valutazione economica – “comunica che il soggetto ha presentato una garanzia rivelatasi falsa“. Un peccato decisamente grave per chi gestisce fondi pubblici. Cosa accade? Nulla, tant’è che il progetto è ancora in piena attività. E i risultati? Ad oggi, avverte il sistema di monitoraggio degli esiti, il progetto è ancora in fase di start up e non si possono ancora rilevare risultati significativi.
Idee modeste? Nessun problema
Tra i progetti esaminati dall’Ispettorato della Ragioneria dello Stato ci sono idee apparentemente interessanti. Peccato che – anche in questo caso – le verifiche fatte dalle banche hanno dato un esito perlomeno dubbio. Il progetto in questione riguardava il Monitoraggio in area sismica dei sistemi monumentali (in sigla MASSIMO), per una cifra di 7,7 milioni di euro, più 670 mila euro per la formazione. Monte dei Paschi di Siena elencava i tanti punti critici della proposta: “Appare modesta la reale portata di innovazione del progetto – commentano gli ispettori del Mef – che non potrà sviluppare prodotti di avanguardia nel campo antisismico”. Nonostante queste parole alla fine l’esperto dà il parere positivo. E come sta andando a distanza di anni? L’inizio delle attività è avvenuto a giugno del 2012. L’ultimo aggiornamento sui risultati è datato dicembre 2013 e riguarda solo il primo semestre di attività. Da due anni non si hanno più notizie.
Aggiornato il 10 agosto 2017 senza alcuna richiesta dell’interessato– I procedimenti penali e gli accertamenti contabili nei confronti di Antonio Agostini citati in questo articolo nel 2017 hanno dato esito ad archiviazioni e proscioglimenti: il Gup di Roma lo ha prosciolto, nell’ambito del procedimento N.56860/14 RGNR con sentenza 23/5/2017, mentre il Gip di Roma ha, altresì, archiviato, su richiesta della Procura, il procedimento penale RGNR5756/15. Si è concluso con l’archiviazione anche il procedimento contabile instaurato dinanzi alla Corte dei Conti del Lazio con decisione comunicata il 21/2/2017.
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Terzo giorno di attacchi hacker russi a siti italiani: giù Mediobanca, Nexi e Fiocchi munizioni
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Al Question time in programma oggi alla Camera alle 15, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, risponderà ad un'interrogazione presentata da Italia viva, primo firmatario il capogruppo Davide Faraone, sulle risorse finanziarie destinate al funzionamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, del Gruppo operativo mobile e del Nucleo investigativo centrale, con la richiesta di chiarimenti in ordine ad attività di intercettazione svolte da strutture finanziate dal ministero della Giustizia.
In particolare, prendendo spunto dalla recente vicenda legata all'utilizzo software fornito dalla società Paragon solutions, nel documento di sindacato ispettivo si chiede "quali siano le spese che il ministero della Giustizia sostiene per il funzionamento del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria), quanto per le strutture del Gom (Gruppo operativo mobile), per le strutture del Nic (Nucleo investigativo centrale), per le intercettazioni e se vi siano contratti stipulati senza gara o tutti con gara pubblica, nonché quante persone siano state intercettate da strutture finanziate dal ministero della Giustizia nel 2024, se ci siano persone intercettate da Polizia penitenziaria ma non indagate e se le dimissioni del capo del Dap Russo siano state accompagnate da una lettera personale al Ministro interrogato con rilievi critici sulla situazione del Dap e se intenda condividerla coi parlamentari o la ritenga personale e dunque secretata".
Kiev, 19 mar. (Adnkronos) - "Sono attualmente in corso operazioni di soccorso a Odessa in seguito a un altro attacco russo alle infrastrutture energetiche della città. 160mila persone sono al momento senza luce e riscaldamento". Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, aggiungendo che "ancora una volta, le strutture energetiche civili sono state colpite: da quasi tre anni, l'esercito russo utilizza senza sosta missili e droni d'attacco contro di esse".
"Proprio ieri - prosegue il post - dopo il famigerato incontro a Riad, è diventato chiaro che i rappresentanti russi stavano di nuovo mentendo, sostenendo di non prendere di mira il settore energetico ucraino. Eppure, quasi contemporaneamente, hanno lanciato un altro attacco, con droni che hanno colpito trasformatori elettrici. E questo durante l'inverno: di notte c'erano meno 6 gradi Celsius".
"Almeno 160.000 residenti di Odessa sono ora senza riscaldamento ed elettricità. Tredici scuole, un asilo e diversi ospedali sono rimasti senza elettricità o riscaldamento. Le squadre di riparazione stanno lavorando instancabilmente e tutti i servizi comunali sono impegnati. Sono grato a ogni soccorritore e a tutti coloro che aiutano le persone. Non dobbiamo mai dimenticare che la Russia è governata da bugiardi patologici: non ci si può fidare di loro e bisogna fare pressione. Per amore della pace".
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Si svolge oggi, alle 15, il Question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall'Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento. Il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, risponde a una interrogazione sulle iniziative volte a salvaguardare la produzione nazionale di ortofrutta, attraverso un corretto equilibrio tra esigenze produttive e sicurezza alimentare.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, risponde a interrogazioni sulle iniziative normative per limitare il ricorso alla custodia cautelare, anche nell'ottica della riduzione del sovraffollamento all'interno delle carceri; sulle iniziative in relazione alla situazione all'interno delle carceri, con particolare riferimento al sovraffollamento e al fenomeno dei suicidi; sulle tecnologie in uso alla polizia penitenziaria; sulle risorse finanziarie destinate al funzionamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, del Gruppo operativo mobile e del Nucleo investigativo centrale e chiarimenti in ordine ad attività di intercettazione svolte da strutture finanziate dal ministero della Giustizia.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte ad arginare i fenomeni di sfruttamento lavorativo nell'ambito delle filiere del made in Italy; sullo sviluppo dell'industria aerospaziale italiana; sulle iniziative volte a salvaguardare la continuità produttiva degli stabilimenti liguri della Piaggio aerospace e i relativi livelli occupazionali, con riferimento alla procedura di cessione all'azienda turca Baykar; sulle iniziative a sostegno della produzione industriale nazionale a tutela dei livelli occupazionali, nonché per stimolare la crescita economica e rafforzare la competitività; sull'adozione del Libro bianco sulla nuova strategia italiana di politica industriale.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, unitamente a personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Gruppo Operativo Regionale Antifrode - Gora), hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip presso il Tribunale di Termini Imerese (su richiesta della Procura termitana), con cui è stato disposto il sequestro preventivo di 10 complessi aziendali, nonché di beni e di disponibilità finanziarie per oltre 15 milioni di euro nei confronti di 13 soggetti (anche per equivalente). Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Palermo in co-delega con il citato Ufficio dell’A.D.M., hanno consentito di ricostruire l’operatività di un’associazione per delinquere attiva nelle province di Palermo, Agrigento e Catania e dedita alla commissione di illeciti tributari, con particolare riferimento alla commercializzazione di prodotti energetici sottoposti ad aliquota agevolata (c.d. “gasolio agricolo”).
Secondo la ricostruzione compiuta, la frode avrebbe permesso di sottrarre al pagamento delle imposte oltre 11 milioni di litri di prodotto petrolifero e sarebbe stata perpetrata attraverso l’utilizzo strumentale di operatori economici del settore e la predisposizione di documentazione mendace. Più nel dettaglio, diversi depositi commerciali riconducibili ai vertici del sodalizio criminale avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti e predisposto DAS fittizi al fine di documentare cartolarmente la vendita di carburante a “società di comodo” o aziende del tutto ignare di quanto avveniva, mentre lo stesso, in realtà, veniva ceduto “in nero” a soggetti terzi non aventi titolo a riceverlo. Il che consentiva a questi ultimi di praticare prezzi fortemente concorrenziali a discapito degli altri operatori del settore.
Il descritto sistema di frode - come accertato all’esito di indagini tecniche, servizi di riscontro su strada e mirate attività ispettive - avrebbe garantito un significativo abbattimento dell’I.V.A. e delle Accise dovute, oltre che delle imposte dirette, generando un’evasione d’imposta, e un conseguente danno alle casse dello Stato, pari a 15.231.376,80 euro. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici, irregolarità nella loro circolazione e illeciti di natura tributaria.
Abu Dhabi, 19 feb. (Adnkronos) - Il segretario di Stato americano Marco Rubio è arrivato negli Emirati Arabi Uniti, ultima tappa del suo primo tour in Medio Oriente, dopo i colloqui di ieri con i funzionari russi a Riad. Rubio incontrerà ad Abu Dhabi il presidente degli Emirati Mohammed bin Zayed Al Nahyan e il ministro degli Esteri Abdullah bin Zayed Al Nahyan.
La visita di Rubio negli Emirati Arabi Uniti precede il vertice di venerdì in Arabia Saudita dei sei Stati del Consiglio di cooperazione del Golfo, nonché di Egitto e Giordania, per rispondere al piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la Gaza del dopoguerra.
L'amministrazione Trump, che respinge qualsiasi ruolo futuro di Hamas nel devastato territorio palestinese, ha invitato i paesi arabi, fermamente contrari a qualsiasi spostamento dei palestinesi da Gaza, a proporre alternative al piano del presidente degli Stati Uniti.
Kiev, 19 feb. (Adnkronos) - Il massiccio attacco notturno con droni russi contro la città e l'oblast meridionale di Odessa ha ferito almeno quattro persone, tra cui un bambino. Lo ha riferito il governatore Oleh Kiper, secondo cui nell'attacco sono rimasti danneggiati una clinica pediatrica, un asilo, grattacieli e alcune automobili.
Tel Aviv, 19 feb. (Adnkronos) - I caccia israeliani hanno colpito depositi di armi appartenenti all'ex regime siriano di Bashar Assad a Sasa, nella Siria meridionale. Lo ha reso noto l'esercito israeliano in una nota.