Matteo Renzi tira dritto e lancia un nuovo messaggio a Forza Italia: “Non accetteremo mai l’idea che il Paese sia bloccato dai veti, che si chieda ancora due mesi di tempo – avverte il premier parlando del patto del Nazareno sulla legge elettorale durante la cena di autofinanziamento del Pd a Roma – ci dicono: avete rotto il patto. Non abbiamo rotto il patto. Ma il primo patto è con i cittadini, quello per cui le riforme vanno fatte veloci”. Per questo “manteniamo l’impegno per scrivere le regole del gioco tutti insieme. Se poi qualcuno si tira indietro, noi però andiamo avanti. Noi non accetteremo mai i veti”.
E’ un Matteo Renzi a tutto campo, quello che al Palazzo delle Fontane, nel quartiere Eur, parla davanti al migliaio di invitati alla seconda cena di autofinanziamento del Partito Democratico. Di fronte ad una platea infarcita di volti noti, il premier spazia dall’Europa alle riforme contenute nel programma di governo, dalla lotta all’evasione all’impegno annunciato dall’esecutivo sulla scuola. La prima stoccata è per l’Unione Europea: “E’ finito il tempo della rendita anche in Europa. La crescita in Europa è bloccata intorno allo 0% – afferma renzi – non stiamo in Europa per battere il pugno sul tavolo come dice qualcuno, ma per affermare una sfida politica per cui l’Europa deve prendere atto che il mondo intorno a sé è cambiato. L’Europa o si rende conto di questo o non va”.
Quindi il discorso si sposta sul versante italiano. “Gli indicatori economici italiani non sono positivi: verrebbe voglia di dire che il Pil non conta niente”, spiega il premier che quindi lancia il video con il discorso di Robert Kennedy sul Pil e sulla reale ricchezza delle nazioni. “Il segno meno non può essere la nostra caratteristica – continua Renzi – lasciamolo a chi crede che la decrescita sia felice”. Per questo il governo porta avanti le riforme, in primis quella del lavoro: “Con il Jobs Act togliamo alibi alla politica, alle imprese, ma anche ai sindacati. Con il Jobs Act lo Stato riscopre la parola ‘prendersi cura, se perdi il posto di lavoro me ne faccio carico”. Ma, chiarisce, “la nostra più grande scommessa non è la giustizia, non è il lavoro, ma la scuola, una scuola libera. La scuola è il futuro dell’Italia”.
E’ illuminato dal tricolore, il Salone delle fontane dell’Eur. Ma nel colonnato, teatro in passato di cene elettorali berlusconiane, compare il simbolo del Pd. La minoranza dem storce il naso per l’iniziativa e Gianni Cuperlo annuncia che con gli emendamenti alla legge di stabilità darà “qualche piccolo dispiacere ai commensali che staccano mille euro per una cena”. Ma il giovane turco Matteo Orfini siede a uno dei tavoli: “Ero contrario all’abolizione del finanziamento pubblico ma ora che è fatta è necessario rivolgersi ai privati – concede – Ma alle Feste dell’Unità si mangia meglio“, scherza.
Il menù campano-romano preparato dal catering Palombini, tra parmigiana, ravioli cacio e pepe e filetto di manzo, viene servito ai tanti parlamentari dem che hanno fatto a gara a portare ospiti (ne vanta venti Salvatore Margiotta). All’Eur ci sono i renziani, da Maria Elena Boschi e Luca Lotti, a Ernesto Carbone. Ma c’è anche Beppe Fioroni, Walter Verini e la new entry dem Gennaro Migliore. Non mancano il presidente della Regione Nicola Zingaretti e il sindaco Ignazio Marino.
Tra gli ospiti si avverte però una differenza rispetto alla cena milanese di giovedì. Al Nord più borghesia e piccola e media imprenditoria, nella capitale tanta più politica, qualche rappresentante del mondo dello spettacolo, costruttori, professionisti. A sorpresa all’ingresso compare il presidente dell’As Roma James Pallotta, che glissa le domande ma dentro concede foto e raccoglie incoraggiamenti dei tifosi strette di mano. E poi, invitato da qualcuno, anche l’ex calciatore giallorosso Odoacre Chierico (“Non ho pagato i mille euro”, dice). Anche per questo fino a tarda sera gira voce che anche Francesco Totti possa essere tra i commensali. Ma il “capitano” non si presenta.
E’ rappresentato il mondo dei costruttori capitolini (si notano Parnasi, Toti, Cerasi), ci sono albergatori come Roscioli. Ma c’è anche il mondo dell’innovazione con Giorgia Albeltino, dirigente di Google Italia. E l’imprenditoria con Paolo Cerù, produttore del polistirolo. Ci sono il direttore generale della Lamborghini Umberto Possini e Annamaria Malato, numero uno della Salerno editrice. Presenti all’appello anche l’amico regista Fausto Brizzi e l’attrice Claudia Zanella. Ma anche Enzo Monaco, calabrese doc e presidente dell’accademia italiana del peperoncino, che dal portabagagli dell’auto tira fuori diverse casse di peperoncino per gli ospiti: “Così se serve ravviviamo la serata”.