“Il lavoro che è stato fatto con la Variante di Valico è il simbolo del Paese, che è in una galleria, in un tunnel di rassegnazione, ma ha la capacità per uscirne”. L’occasione, va detto, si prestava perfettamente alle dichiarazioni a effetto del premier Matteo Renzi. Arrivato alla cerimonia per l’abbattimento dell’ultimo diaframma lungo la nuova grande autostrada che affiancherà la attuale A1 Bologna-Firenze, il capo del governo non risparmia le sue battute: “Questo sarà l’ultimo Natale in cui i bambini vomitano in autostrada sull’Appennino – ha scherzato Renzi davanti a decine di autorità e a molti degli operai – aspettiamo che Isoradio smetta di annunciare che ci sono code fra Barberino e Roncobilaccio“. Raggiante era anche il numero uno della società concessionaria Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, che promette entro il 2015 la apertura al traffico: “La vox populi era: tanto non si farà mai. Ma ora – ha spiegato Castellucci – sono orgogliosamente pronto al raggiungimento di un obiettivo che mi sono prefissato quando sono entrato in Autostrade”.
Eppure, né Renzi, né Castellucci nei loro discorsi citano mai, nemmeno implicitamente, il caso di Ripoli e della frana riattivata proprio dagli scavi. Sopra la galleria Val di Sambro, alla cui realizzazione ha collaborato anche l’azienda dell’ex ministro Pietro Lunardi (presente alla cerimonia), dal 2010 il paesino di Ripoli ha iniziato a muoversi proprio con il via ai lavori. Il bilancio ufficiale nella frazione di San Benedetto Val di Sambro, poco più di 450 anime, ha visto 12 famiglie residenti sgomberate dalle proprie case, ma in realtà anche altre persone che qui hanno una seconda casa si sono trovate le ordinanze sui portoni. In tutto 140 edifici sono stati messi sotto monitoraggio stretto. La chiesetta del borgo è stata chiusa. La rete del gas è stata risistemata per prevenire rotture dei tubi. Ma soprattutto continua a muoversi il viadotto Rio Piazza della vecchia Autostrada del sole, che passa a monte del paese. La stessa società Autostrade per l’Italia due volte ci ha messo mano per rimetterlo in asse, ma il pilone ancora non si ferma. Così la concessionaria sta correndo ai ripari e ha progettato una rete di drenaggio per provare a frenare i movimenti: “Benché dai dati del monitoraggio – ha spiegato in una relazione Autostrade per l’Italia – emerga una tendenza alla stabilizzazione del fenomeno franoso (dovuto anche al completamento dei lavori in quel tratto e quindi all’allontanamento dei fronti di scavo della galleria Val di Sambro), si ritiene necessario tuttavia poter eseguire gli interventi di drenaggio”. Per questo lavoro idraulico a Ripoli sono già partiti decine di espropri di terreni.
Su Ripoli una inchiesta per frana e delitto colposo di danno era stata aperta dalla pm di Bologna Morena Plazzi. Nessun indagato, ma una lunga consulenza aveva stabilito che in 20 anni di progettazioni “non si è mai valutata la possibile interferenza tra lo scavo delle gallerie e i movimenti del versante“. Ora nonostante la pm abbia chiesto l’archiviazione, il gip Andrea Scarpa non l’ha accolta e le indagini potrebbero riaprirsi. Il tutto nel silenzio della politica (il Partito democratico ha voluto fortemente la Variante) con il solo consigliere regionale Andrea Defranceschi a lottare a fianco ai ripolesi.
Una storia complicata quella della Variante di valico, 3,9 miliardi di euro pagati da Autostrade (anche coi soldi dei nostri pedaggi), 60 chilometri di viadotti e gallerie i cui lavori dopo un iter ventennale sono partiti solo nel 2001. Nella parte toscana i lavori sono fermi da tempo per un processo penale su presunte irregolarità nell’utilizzo della terra portata fuori durante gli scavi. Altri problemi non sono mancati neppure in un’altra galleria emiliana, poco più a sud della Val di Sambro. Le due canne della galleria Sparvo a novembre 2013 erano state seriamente danneggiate da altre due frane. Gli operai che lavoravano a sistemare la galleria già scavata hanno infatti notato un distacco del calcestruzzo del copriferro del concio e così si è scoperto, dopo indagini approfondite che il fenomeno interessa 370 metri della canna nord e 140 metri per la canna sud. Una enormità per un tunnel lungo 2500 metri. Dopo averle pensate tutte, persino riempire la galleria e scavarne un’altra, la soluzione prescelta da Autostrade è stata quella di blindare internamente con cerchi di acciaio le parti in frana. Un’operazione non semplice, che potrebbe far slittare l’apertura di tutta la Variante di valico. Probabilmente ai primi mesi del 2016.