Non è un processo alla scienza, hanno ribadito più volte i magistrati. Di sicuro è un processo senza colpevoli, almeno fino alla sentenza d’appello. Sono stati assolti i componenti della commissione Grandi rischi che parteciparono alla riunione del 31 marzo 2009, cioè pochi giorni prima del terremoto del 6 aprile che distrusse L’Aquila e provocò 309 morti. L’accusa era di omicidio e lesioni colpose e in primo grado la pena era stata di 6 anni. Ora quella sentenza è stata svuotata quasi del tutto. Secondo i giudici “il fatto non sussiste” per il direttore del Centro nazionale terremoti Giulio Selvaggi, l’allora vicepresidente della commissione Franco Barberi, allora capo dell’Ingv Enzo Boschi, il direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile Mauro Dolce, l’ordinario di fisica all’università di Genova Claudio Eva, il direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case Gian Michele Calvi. In realtà un condannato c’è: Bernardo De Bernardinis, allora vice di Guido Bertolaso alla Protezione Civile, condannato a 2 anni in relazione alla morte di 13 persone. E’ stato invece assolto per la vecchia “insufficienza di prove” in riferimento ai casi di altre 16 vittime. “Se fossi stato il padre di una delle vittime avrei fatto la stessa cosa – ha commentato De Bernardinis – Una vittima è sempre una vittima. Non ho mai contestato nulla”. Per la procura generale, però, il fatto che sia l’unico colpevole ne fa una sorta di capro espiatorio: “Immaginavo un forte ridimensionamento dei ruoli e delle pene, ma non un’assoluzione così completa, scaricando tutto su De Bernardinis, cioè sulla Protezione Civile” ha commentato il procuratore generale Romolo Como, che si è detto “alquanto sconcertato”.
De Bernardinis, l’unico condannato: “Se fossi stato il padre di una delle vittime avrei fatto la stessa cosa”
Ma per il procuratore capo dell’Aquila Fausto Cardella la sentenza “conferma l’impianto accusatorio: condanna chi ha fatto quelle dichiarazioni fuorvianti e conferma il nesso causale tra dichiarazioni ed eventi successivi”. Per la Procura “è stata confermata l’idea di una colpa generica, che fa giustizia di tutte le sciocchezze dette in passato sul processo a Galileo, alla scienza. Aspettiamo quindi le motivazioni delle altre assoluzioni con molto rispetto, anche se ipotizzo che la Corte non abbia ravvisato colpa ragionando forse sulla consapevolezza di alcune dichiarazioni. Ma nel complesso è una sentenza che conferma la bontà dell’impianto accusatorio specie quando ribadisce i danni provvisionali”.
L’accusa: aver rassicurato i cittadini, cambiando le loro normali abitudini
Qual era il nodo dell’accusa? Al termine di quella riunione del 31 marzo 2009 gli esperti della Grandi rischi rassicurarono i cittadini, sottovalutando – secondo i magistrati – il rischio sismico e innescando nella gente il cambio delle normali abitudini, come uscire di casa dopo scosse forti. Come scrisse il giudice di primo grado Marco Billi “la rassicurazione non costituisce un segmento della condotta che il pm contesta agli imputati, ma costituisce in realtà l’effetto prodotto dalla condotta contestata”. Le affermazioni emerse nel corso della riunione della Commissione sui temi “della prevedibilità dei terremoti, dei precursori sismici, dell’evoluzione dello sciame in corso, della normalità del fenomeno, dello scarico di energia indotto dallo sciame sismico quale situazione favorevole, che costituiscono il corpo principale del capo di imputazione” hanno una “indubbia valenza rassicurante”. Quindi quelle degli esperti della Grandi rischi furono affermazioni “assolutamente approssimative, generiche e inefficaci” scrisse ancora il giudice di primo grado. Quindi non un processo alla scienza: “Il compito degli imputati, quali membri della commissione medesima, non era certamente quello di prevedere (profetizzare) il terremoto e indicarne il mese, il giorno, l’ora e la magnitudo, ma era invece, più realisticamente, quello di procedere, in conformità al dettato normativo, alla ‘previsione e prevenzione del rischio’”.[brightcove]2274739660001[/brightcove]
Pg: “Evidentemente operazione mediatica attribuita solo alla Protezione Civile”
La condanna per il solo De Bernardinis potrebbe aggravare la posizione dell’ex capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, secondo il procuratore generale Romolo Como. Bertolaso è indagato in un filone parallelo al processo alla Grandi Rischi. Proprio Como nelle prossime settimane è chiamato a chiedere il proscioglimento o il rinvio a giudizio di Bertolaso dopo che per due volte il pm aveva chiesto il proscioglimento. “Devo prima capire come si è arrivati a questa sentenza, leggerò il dispositivo e poi le motivazioni ma devo ritenere questo verdetto collegato a Bertolaso – spiega Como – visto che il collegio ha concentrato le responsabilità sul vice capo della protezione civile De Bernardinis, evidentemente la cattiva informazione è stata ascritta alla protezione civile e non agli scienziati. Quindi l’operazione mediatica tesa a rassicurare gli aquilani è stata attribuita non agli scienziati riuniti, ma al dipartimento“. Como precisa tuttavia che deve ancora valutare tutto e che i suoi pensieri sono “a caldo”.
Una delle “prove”, la telefonata di Bertolaso
Tra gli elementi a sostegno della Procura era finita anche una telefonata dell’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso all’assessore regionale abruzzese Daniela Stati: “Ti chiamerà De Bernardinis, il mio vice, al quale ho detto di fare una riunione lì all’Aquila domani su questa vicenda di questo sciame sismico che continua, in modo da zittire subito qualsiasi imbecille, placare illazioni, preoccupazioni, eccetera”. E proseguiva: “Li faccio venire all’Aquila o da te o in prefettura, decidete voi, a me non frega niente, di modo che è più un’operazione mediatica, hai capito? Così loro, che sono i massimi esperti di terremoti diranno: è una situazione normale, sono fenomeni che si verificano, meglio che ci siano 100 scosse di 4 scala Richter piuttosto che il silenzio perché 100 scosse servono a liberare energia e non ci sarà mai la scossa, quella che fa male”. Quindi la conclusione: “Parla con De Bernardinis e decidete dove fare questa riunione domani, che non è perché siamo spaventati e preoccupati, ma è perché vogliamo tranquillizzare la gente“.
La rabbia degli aquilani: “Vergogna, lo Stato difende se stesso”
“Vergogna, vergogna!” si è sentito gridare dall’area riservata al pubblico dopo la lettura del dispositivo da parte di Fabrizia Francabandera, la presidente del collegio. “Non finisce qui. Vergogna. Mafiosi. Uno Stato che non fa più giustizia, uno Stato che difende se stesso”. Tra pianti, urla, singhiozzi rabbiosi, questi sono altri commenti urlati dagli aquilani presenti. Veleno e rabbia in tutti i presenti “ma c’è la legge divina di Dio, che vede tutto e che esiste tuttora”, è il commento di un padre che nel sisma ha perso il figlio. “Ce li hanno ammazzati un’altra volta”, scrolla la testa dicendo così una parente delle vittime. Poi vanno via alla spicciolata ma raccontando a tutte le telecamere e i taccuini la loro “profonda indignazione”. Secondo il legale di parte civile Attilio Cecchini “questa sentenza ci sorprende è un terremoto nel terremoto. La sola condanna di De Bernardinis fa di lui l’unico capro espiatorio. Faremo sicuramente ricorso in Cassazione”. Anna Lucia Bonanni, esponente dei comitati cittadini e docente, dopo la sentenza è un fiume in piena: “La giustizia in questo Paese non esiste, è sotto processo solo chi ha manifestato, mentre chi ha delle responsabilità e ha fatto morire la gente nel letto dopo averla rassicurata viene assolto. Gli attivisti che hanno denunciato, prima e dopo il terremoto, quello che è stato fatto agli aquilani, stanno subendo il processo, mentre chi non ha fatto il suo dovere se ne sta tranquillo”.
Rabbia, delusione, ma anche dolore da parte dei più giovani tra coloro che hanno raggiunto la sede della corte d’appello: decine gli studenti dentro e fuori all’aula, coinvolti da alcuni professori delle scuole superiori che più volte hanno invitato i ragazzi ad assistere alle varie fasi del dibattimento. “Tutto questo è incredibile – spiega Giovanna Carli, studentessa del liceo classico – La nostra città è stata segnata da una tragedia così importante e nessuno vuole aiutarci a fare giustizia. Quale esempio possiamo trarre da questo Stato? Avevamo bisogno di risposte importanti. Invece abbiamo assistito ancora una volta a un’ingiustizia conclamata”.
Boschi: “Sono stato malissimo, ora riprendo la mia vita”
Soddisfazione da parte dei difensori: come spiega l’avvocato Franco Coppi che rappresenta Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, la sentenza “ci gratifica perché sono state accolte le nostre tesi. Ma siamo molto dispiaciuti per i familiari delle vittime, e umanamente comprendiamo le loro reazioni”.
Tra gli imputati assolti il primo a parlare è Enzo Boschi, ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e professore di sismologia a Bologna: “Sono stato malissimo per tutto questo tempo. Ero accusato di omicidio, ora sono stato assolto. Sono contento, spero di riprendere la mia vita. Quando le ho detto della sentenza, mia moglie si è messa a piangere” dichiara all’AdnKronos. “Ho avuto un grande avvocato, Marcello Melandri – rimarca Boschi – ma è stato un grande collegio di corte d’Appello. Fatta da gente coraggiosa, che ragiona ed è indipendente. Si capiva che avevano letto tutti gli atti. E’ stata grande anche la giudice, Fabrizia Ida Francabandera, che mi ha fatto riappacificare con la giustizia”.
Giustizia & Impunità
Terremoto L’Aquila, in appello assolti i tecnici della commissione “Grandi rischi”
Ribaltata la sentenza di primo grado: i componenti dell'organismo di Palazzo Chigi erano stati condannati a 6 anni. Pena di 2 anni al solo De Bernardinis, ex vice della Protezione civile. Le parti civili: "E' un capro espiatorio". La Procura: "Confermato l'impianto accusatorio". La rabbia degli aquilani dentro e fuori il tribunale: "Vergogna, lo Stato difende se stesso"
Non è un processo alla scienza, hanno ribadito più volte i magistrati. Di sicuro è un processo senza colpevoli, almeno fino alla sentenza d’appello. Sono stati assolti i componenti della commissione Grandi rischi che parteciparono alla riunione del 31 marzo 2009, cioè pochi giorni prima del terremoto del 6 aprile che distrusse L’Aquila e provocò 309 morti. L’accusa era di omicidio e lesioni colpose e in primo grado la pena era stata di 6 anni. Ora quella sentenza è stata svuotata quasi del tutto. Secondo i giudici “il fatto non sussiste” per il direttore del Centro nazionale terremoti Giulio Selvaggi, l’allora vicepresidente della commissione Franco Barberi, allora capo dell’Ingv Enzo Boschi, il direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile Mauro Dolce, l’ordinario di fisica all’università di Genova Claudio Eva, il direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case Gian Michele Calvi. In realtà un condannato c’è: Bernardo De Bernardinis, allora vice di Guido Bertolaso alla Protezione Civile, condannato a 2 anni in relazione alla morte di 13 persone. E’ stato invece assolto per la vecchia “insufficienza di prove” in riferimento ai casi di altre 16 vittime. “Se fossi stato il padre di una delle vittime avrei fatto la stessa cosa – ha commentato De Bernardinis – Una vittima è sempre una vittima. Non ho mai contestato nulla”. Per la procura generale, però, il fatto che sia l’unico colpevole ne fa una sorta di capro espiatorio: “Immaginavo un forte ridimensionamento dei ruoli e delle pene, ma non un’assoluzione così completa, scaricando tutto su De Bernardinis, cioè sulla Protezione Civile” ha commentato il procuratore generale Romolo Como, che si è detto “alquanto sconcertato”.
Ma per il procuratore capo dell’Aquila Fausto Cardella la sentenza “conferma l’impianto accusatorio: condanna chi ha fatto quelle dichiarazioni fuorvianti e conferma il nesso causale tra dichiarazioni ed eventi successivi”. Per la Procura “è stata confermata l’idea di una colpa generica, che fa giustizia di tutte le sciocchezze dette in passato sul processo a Galileo, alla scienza. Aspettiamo quindi le motivazioni delle altre assoluzioni con molto rispetto, anche se ipotizzo che la Corte non abbia ravvisato colpa ragionando forse sulla consapevolezza di alcune dichiarazioni. Ma nel complesso è una sentenza che conferma la bontà dell’impianto accusatorio specie quando ribadisce i danni provvisionali”.
L’accusa: aver rassicurato i cittadini, cambiando le loro normali abitudini
Qual era il nodo dell’accusa? Al termine di quella riunione del 31 marzo 2009 gli esperti della Grandi rischi rassicurarono i cittadini, sottovalutando – secondo i magistrati – il rischio sismico e innescando nella gente il cambio delle normali abitudini, come uscire di casa dopo scosse forti. Come scrisse il giudice di primo grado Marco Billi “la rassicurazione non costituisce un segmento della condotta che il pm contesta agli imputati, ma costituisce in realtà l’effetto prodotto dalla condotta contestata”. Le affermazioni emerse nel corso della riunione della Commissione sui temi “della prevedibilità dei terremoti, dei precursori sismici, dell’evoluzione dello sciame in corso, della normalità del fenomeno, dello scarico di energia indotto dallo sciame sismico quale situazione favorevole, che costituiscono il corpo principale del capo di imputazione” hanno una “indubbia valenza rassicurante”. Quindi quelle degli esperti della Grandi rischi furono affermazioni “assolutamente approssimative, generiche e inefficaci” scrisse ancora il giudice di primo grado. Quindi non un processo alla scienza: “Il compito degli imputati, quali membri della commissione medesima, non era certamente quello di prevedere (profetizzare) il terremoto e indicarne il mese, il giorno, l’ora e la magnitudo, ma era invece, più realisticamente, quello di procedere, in conformità al dettato normativo, alla ‘previsione e prevenzione del rischio’”.[brightcove]2274739660001[/brightcove]
Pg: “Evidentemente operazione mediatica attribuita solo alla Protezione Civile”
La condanna per il solo De Bernardinis potrebbe aggravare la posizione dell’ex capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, secondo il procuratore generale Romolo Como. Bertolaso è indagato in un filone parallelo al processo alla Grandi Rischi. Proprio Como nelle prossime settimane è chiamato a chiedere il proscioglimento o il rinvio a giudizio di Bertolaso dopo che per due volte il pm aveva chiesto il proscioglimento. “Devo prima capire come si è arrivati a questa sentenza, leggerò il dispositivo e poi le motivazioni ma devo ritenere questo verdetto collegato a Bertolaso – spiega Como – visto che il collegio ha concentrato le responsabilità sul vice capo della protezione civile De Bernardinis, evidentemente la cattiva informazione è stata ascritta alla protezione civile e non agli scienziati. Quindi l’operazione mediatica tesa a rassicurare gli aquilani è stata attribuita non agli scienziati riuniti, ma al dipartimento“. Como precisa tuttavia che deve ancora valutare tutto e che i suoi pensieri sono “a caldo”.
Una delle “prove”, la telefonata di Bertolaso
Tra gli elementi a sostegno della Procura era finita anche una telefonata dell’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso all’assessore regionale abruzzese Daniela Stati: “Ti chiamerà De Bernardinis, il mio vice, al quale ho detto di fare una riunione lì all’Aquila domani su questa vicenda di questo sciame sismico che continua, in modo da zittire subito qualsiasi imbecille, placare illazioni, preoccupazioni, eccetera”. E proseguiva: “Li faccio venire all’Aquila o da te o in prefettura, decidete voi, a me non frega niente, di modo che è più un’operazione mediatica, hai capito? Così loro, che sono i massimi esperti di terremoti diranno: è una situazione normale, sono fenomeni che si verificano, meglio che ci siano 100 scosse di 4 scala Richter piuttosto che il silenzio perché 100 scosse servono a liberare energia e non ci sarà mai la scossa, quella che fa male”. Quindi la conclusione: “Parla con De Bernardinis e decidete dove fare questa riunione domani, che non è perché siamo spaventati e preoccupati, ma è perché vogliamo tranquillizzare la gente“.
La rabbia degli aquilani: “Vergogna, lo Stato difende se stesso”
“Vergogna, vergogna!” si è sentito gridare dall’area riservata al pubblico dopo la lettura del dispositivo da parte di Fabrizia Francabandera, la presidente del collegio. “Non finisce qui. Vergogna. Mafiosi. Uno Stato che non fa più giustizia, uno Stato che difende se stesso”. Tra pianti, urla, singhiozzi rabbiosi, questi sono altri commenti urlati dagli aquilani presenti. Veleno e rabbia in tutti i presenti “ma c’è la legge divina di Dio, che vede tutto e che esiste tuttora”, è il commento di un padre che nel sisma ha perso il figlio. “Ce li hanno ammazzati un’altra volta”, scrolla la testa dicendo così una parente delle vittime. Poi vanno via alla spicciolata ma raccontando a tutte le telecamere e i taccuini la loro “profonda indignazione”. Secondo il legale di parte civile Attilio Cecchini “questa sentenza ci sorprende è un terremoto nel terremoto. La sola condanna di De Bernardinis fa di lui l’unico capro espiatorio. Faremo sicuramente ricorso in Cassazione”. Anna Lucia Bonanni, esponente dei comitati cittadini e docente, dopo la sentenza è un fiume in piena: “La giustizia in questo Paese non esiste, è sotto processo solo chi ha manifestato, mentre chi ha delle responsabilità e ha fatto morire la gente nel letto dopo averla rassicurata viene assolto. Gli attivisti che hanno denunciato, prima e dopo il terremoto, quello che è stato fatto agli aquilani, stanno subendo il processo, mentre chi non ha fatto il suo dovere se ne sta tranquillo”.
Rabbia, delusione, ma anche dolore da parte dei più giovani tra coloro che hanno raggiunto la sede della corte d’appello: decine gli studenti dentro e fuori all’aula, coinvolti da alcuni professori delle scuole superiori che più volte hanno invitato i ragazzi ad assistere alle varie fasi del dibattimento. “Tutto questo è incredibile – spiega Giovanna Carli, studentessa del liceo classico – La nostra città è stata segnata da una tragedia così importante e nessuno vuole aiutarci a fare giustizia. Quale esempio possiamo trarre da questo Stato? Avevamo bisogno di risposte importanti. Invece abbiamo assistito ancora una volta a un’ingiustizia conclamata”.
Boschi: “Sono stato malissimo, ora riprendo la mia vita”
Soddisfazione da parte dei difensori: come spiega l’avvocato Franco Coppi che rappresenta Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, la sentenza “ci gratifica perché sono state accolte le nostre tesi. Ma siamo molto dispiaciuti per i familiari delle vittime, e umanamente comprendiamo le loro reazioni”.
Tra gli imputati assolti il primo a parlare è Enzo Boschi, ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e professore di sismologia a Bologna: “Sono stato malissimo per tutto questo tempo. Ero accusato di omicidio, ora sono stato assolto. Sono contento, spero di riprendere la mia vita. Quando le ho detto della sentenza, mia moglie si è messa a piangere” dichiara all’AdnKronos. “Ho avuto un grande avvocato, Marcello Melandri – rimarca Boschi – ma è stato un grande collegio di corte d’Appello. Fatta da gente coraggiosa, che ragiona ed è indipendente. Si capiva che avevano letto tutti gli atti. E’ stata grande anche la giudice, Fabrizia Ida Francabandera, che mi ha fatto riappacificare con la giustizia”.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.