Torna a salire la tensione nell’est dell’Ucraina. Da giorni le operazioni militari si sono intensificate, con un reciproco scambio di accuse tra le autorità di Kiev e i vertici delle forze filorusse sulla responsabilità dei bombardamenti che sono tornati a colpire l’area di Donetsk. Ora Kiev lancia un nuovo allarme: le forze armate ucraine devono prepararsi a combattere visto l’aumento delle forze separatiste e delle truppe russe. Lo ha detto il ministro della Difesa ucraino, Stepan Poltorak, citato dalla testata online Ukrainska Pravda. “Stiamo osservando – ha spiegato Poltorak in una seduta del Consiglio dei ministri – un rafforzamento da parte dei gruppi terroristi (così le autorità ucraine definiscono i separatisti, ndr) e da parte della Federazione russa. Ma noi stiamo seguendo i loro movimenti e sappiamo i luoghi in cui si trovano e naturalmente – ha aggiunto il ministro di Kiev – siamo pronti a fronteggiare azioni imprevedibili da parte loro”.
Sulle stesse posizioni si attesta l’Alleanza Atlantica: “Nel corso degli ultimi due giorni abbiamo osservato le stesse cose notate dall’Osce. Abbiamo visto colonne di equipaggiamenti russi, carri armati russi, sistemi di difesa aerea russi, l’artiglieria russa e le truppe da combattimento russo che entrano in Ucraina”, ha detto il comandante delle Forze Nato in Europa Philip Breedlove. Accuse “infondate”, ribatte il portavoce del ministero della Difesa russo, generale Igor Konashenkov.
Nei combattimenti scoppiati nelle ultime 24 ore, un soldato ucraino è stato ucciso e altri due sono rimasti feriti. A riferirlo sono le forze armate ucraine, precisando che il militare è morto ieri vicino al villaggio di Shastie, nella regione di Lugansk, in un bombardamento dei miliziani separatisti con sistemi multi-missili.
Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha accusato Mosca e i separatisti filorussi di non rispettare le intese di pace siglate a Minsk il 5 settembre. In una telefonata nella tarda serata di martedì con il cancelliere tedesco Angela Merkel, Poroshenko ha affermato che il recente afflusso di uomini e armi pesanti ne è una chiara prova. “I rappresentanti delle cosiddette repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk hanno praticamente respinto l’applicazione degli accordi di Minsk e e non vi sono progressi nell’applicazione da parte di Mosca”, ha affermato il leader ucraino, secondo quanto riferisce il suo ufficio di Kiev. Dal canto suo, la Merkel ha sottolineato che la questione ucraina sarà uno degli argomenti centrali del summit del G20 che si tiene questo fine settimana in Australia e vedrà fra i suoi partecipanti anche i presidenti russo e americano, Barack Obama e Vladimir Putin. Il cancelliere tedesco ha aggiunto che l’Unione Europea dovrebbe concordare lunedì un ampliamento della lista nera di persone soggette a sanzioni per la crisi ucraina, ma non altre sanzioni economiche contro Mosca.
Ieri l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione aveva lanciato l’allarme: “Rimane alto ed è in crescita il rischio di una ulteriore escalation di violenza” nell’est del Paese, dove a oltre due mesi dall’accordo di cessate il fuoco, “i combattimenti non sono cessati”. A dirlo era il portavoce della missione di osservatori dell’organizzazione Michael Bociurkiw in una conferenza stampa a Kiev: si teme che i separatisti si stiano preparando per una nuova offensiva. Le armi pesanti non sono state ritirate da quella che avrebbe dovuto essere una zona cuscinetto fra le autoproclamate repubbliche popolari e il resto dell’Ucraina, ha precisato il portavoce per cui “rimangono urgenti altri progressi reali per l’attuazione degli accordi di Minsk”.