Sta già avendo i primi successi il terzo disco della cantante Premio Tenco Roberta Alloisio, storica collaboratrice di Suq Genova e coordinatrice delle nostre attività formative sull’intercultura attraverso laboratori teatrali e musicali. Abbiamo chiesto a Roberta di raccontarci come nasce e cosa ci fa scoprire questo viaggio tra musiche e culture, assolutamente originale nel panorama attuale della musica italiana, appena uscito per Cni Unite. Sito ufficiale www.robertaalloisio.com
Come nasce Xena Tango?
Mentre cercavo spunti per il primo disco mi sono ritrovata in mano un vinile che raccontava i primi passi del jazz in Argentina negli anni ’20, e ci siamo resi conto che i cognomi dei musicisti erano quasi tutti genovesi. Anni dopo, leggendo Evaristo Carriego di Borges sono rimasta colpita da una frase in cui lui afferma che il tango è degenerato per colpa dei genovesi. Con un invito così preciso realizzare Xena Tango è stato (quasi) un attimo!
Seduti ad un bar in centro Genova a notte fonda, dopo la presentazione del mio secondo disco Janua, ho proposto l’idea al produttore Paolo Dossena, che l’ha accolta con entusiasmo, costringendomi a scrivere tutto quello che sapevo su Genova e tango. L’adesione di Luis Bacalov ci ha dato grande forza, e a Buenos Aires, grazie a Pablo Banchero, ho trovato la disponibilità di Walter Rios e del suo quintetto. A quel punto io avevo già con me tutte le canzoni scritte da grandi autori, passati e presenti.
Come si colloca nel panorama musicale italiano?
Dico sempre che la mia è un’azione che sta tra verità e teatro: mi piace ri-trovare o ri-creare emozioni, non tanto riportare la tradizione per com’è. Grazie a queste grandi collaborazioni Xena Tango è diventato un prodotto internazionale, che pur nella sua novità può rientrare in un filone “classico”. Peraltro è accompagnato da un libro di 200 pagine curato da Giampiero Vigorito e Ida Guglielmotti, voci storiche del giornalismo radiofonico. Questo lavoro ci ha costretti tutti (nel senso buono del termine) ad occuparci di una grande storia d’amore – Luis Bacalov, Walter Rios, Pablo Banchero, Armando Corsi, Carlo Marrale, Vittorio De Scalzi, Giampiero Alloisio, Stephane Casalta, Giorgio Calabrese, Ivano Fossati e altri – e a far rinascere il tango dei genovesi!
La tua esperienza unisce la musica all’intercultura, in che senso?
Nella musica non esiste niente che abbia pretese di purezza, è sicuramente uno di quei pochi ambienti dove è normale da sempre collaborare con persone di ogni nazionalità. Viene considerato un privilegio, mai un limite o una minaccia. Ogni genere musicale nasce da contaminazioni e incontri. In questo caso poi, stiamo parlando di una musica nata da migranti, per questo credo sia ancora così attuale.
Intercultura è una parola vuota?
Collaboro da sempre con il Festival Suq, ricordo che una volta ad un convegno ci hanno sgridato perché pare non sia più una parola attuale…ma non credo sia vuota, non fino a quando lavorando nelle scuole (e non solo) sento dire “noi” e “loro”. Insomma, come dice Enzo Costa “chiamiamola Giovanni o come vogliamo ma parliamone”…
La musica come ne è veicolo?
Ne è veicolo inconsapevole da sempre. Da alcuni anni invece è ricerca costante e mirata di tanti, grandissimi e illuminati musicisti. Luis Bacalov, ascoltando i provini che timidamente gli avevo portato, mi aveva detto “esto no es tango…”, però poi vederlo ballare appassionatamente con la moglie in sala d’incisione, mentre io cantavo, è stato fantastico. E la curiosità con cui gli argentini hanno accolto Italiani d’Argentina di Ivano Fossati… La cura e l’attenzione che Walter Rios ha messo nell’arrangiarla, regalandoci nel finale un solo di bandoneón che mi commuove ogni volta che lo ascolto… Tutto questo è intercultura.
a cura di Giacomo D’Alessandro
SuqGenova
Festival e teatro per l’Intercultura
Musica - 12 Novembre 2014
‘Xena Tango’: radici e contaminazioni nella musica di Roberta Alloiso
Sta già avendo i primi successi il terzo disco della cantante Premio Tenco Roberta Alloisio, storica collaboratrice di Suq Genova e coordinatrice delle nostre attività formative sull’intercultura attraverso laboratori teatrali e musicali. Abbiamo chiesto a Roberta di raccontarci come nasce e cosa ci fa scoprire questo viaggio tra musiche e culture, assolutamente originale nel panorama attuale della musica italiana, appena uscito per Cni Unite. Sito ufficiale www.robertaalloisio.com
Come nasce Xena Tango?
Mentre cercavo spunti per il primo disco mi sono ritrovata in mano un vinile che raccontava i primi passi del jazz in Argentina negli anni ’20, e ci siamo resi conto che i cognomi dei musicisti erano quasi tutti genovesi. Anni dopo, leggendo Evaristo Carriego di Borges sono rimasta colpita da una frase in cui lui afferma che il tango è degenerato per colpa dei genovesi. Con un invito così preciso realizzare Xena Tango è stato (quasi) un attimo!
Seduti ad un bar in centro Genova a notte fonda, dopo la presentazione del mio secondo disco Janua, ho proposto l’idea al produttore Paolo Dossena, che l’ha accolta con entusiasmo, costringendomi a scrivere tutto quello che sapevo su Genova e tango. L’adesione di Luis Bacalov ci ha dato grande forza, e a Buenos Aires, grazie a Pablo Banchero, ho trovato la disponibilità di Walter Rios e del suo quintetto. A quel punto io avevo già con me tutte le canzoni scritte da grandi autori, passati e presenti.
Come si colloca nel panorama musicale italiano?
Dico sempre che la mia è un’azione che sta tra verità e teatro: mi piace ri-trovare o ri-creare emozioni, non tanto riportare la tradizione per com’è. Grazie a queste grandi collaborazioni Xena Tango è diventato un prodotto internazionale, che pur nella sua novità può rientrare in un filone “classico”. Peraltro è accompagnato da un libro di 200 pagine curato da Giampiero Vigorito e Ida Guglielmotti, voci storiche del giornalismo radiofonico. Questo lavoro ci ha costretti tutti (nel senso buono del termine) ad occuparci di una grande storia d’amore – Luis Bacalov, Walter Rios, Pablo Banchero, Armando Corsi, Carlo Marrale, Vittorio De Scalzi, Giampiero Alloisio, Stephane Casalta, Giorgio Calabrese, Ivano Fossati e altri – e a far rinascere il tango dei genovesi!
La tua esperienza unisce la musica all’intercultura, in che senso?
Nella musica non esiste niente che abbia pretese di purezza, è sicuramente uno di quei pochi ambienti dove è normale da sempre collaborare con persone di ogni nazionalità. Viene considerato un privilegio, mai un limite o una minaccia. Ogni genere musicale nasce da contaminazioni e incontri. In questo caso poi, stiamo parlando di una musica nata da migranti, per questo credo sia ancora così attuale.
Intercultura è una parola vuota?
Collaboro da sempre con il Festival Suq, ricordo che una volta ad un convegno ci hanno sgridato perché pare non sia più una parola attuale…ma non credo sia vuota, non fino a quando lavorando nelle scuole (e non solo) sento dire “noi” e “loro”. Insomma, come dice Enzo Costa “chiamiamola Giovanni o come vogliamo ma parliamone”…
La musica come ne è veicolo?
Ne è veicolo inconsapevole da sempre. Da alcuni anni invece è ricerca costante e mirata di tanti, grandissimi e illuminati musicisti. Luis Bacalov, ascoltando i provini che timidamente gli avevo portato, mi aveva detto “esto no es tango…”, però poi vederlo ballare appassionatamente con la moglie in sala d’incisione, mentre io cantavo, è stato fantastico. E la curiosità con cui gli argentini hanno accolto Italiani d’Argentina di Ivano Fossati… La cura e l’attenzione che Walter Rios ha messo nell’arrangiarla, regalandoci nel finale un solo di bandoneón che mi commuove ogni volta che lo ascolto… Tutto questo è intercultura.
a cura di Giacomo D’Alessandro
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".