Mezza Italia ancora bloccata da piogge ed esondazioni, tre morti e un disperso. E intanto la politica si rimpalla le responsabilità. C’è Matteo Renzi che in diretta dal G20 in Australia attacca le Regioni e le scelte del passato: “Politiche da rottamare”. Poi interviene Beppe Grillo che sul suo blog attacca Renzi e il ministro dell’interno Angelino Alfano: “Hanno morti di pioggia sulla coscienza”. Ma gli amministratori locali, i nuovi “nemici” dell’esecutivo su tagli e legge di stabilità, non ci stanno a ingoiare le accuse. “Il problema sono anche i condoni. E sono stati fatti a Roma”, dice dalla Liguria il presidente Claudio Burlando. Gli risponde Renzi poco dopo: “Non parlino di condoni a me: ho fatto un piano strutturale a volumi zero. Ora mettiamo a posto i danni“. E intanto Palazzo Chigi completa: “Ha solo detto la verità, nessuna polemica”. Su Twitter compare il presidente della Toscana Enrico Rossi che se la prende anche con i suoi colleghi del Pd: “Perché i deputati democratici non reagiscono?”. Si accoda alla fila di dichiarazioni il governatore della Lombardia Roberto Maroni, anche lui contro il premier: “E’ ora della concretezza”. Non manca neppure il capo della missione #italiasicura voluta dall’esecutivo contro il dissesto idrogeologico: “Serve un piano di prevenzione per il Paese”. Ma non solo le parti in causa. Da Salvini a Gasparri a dichiarare e accusare sono deputati, senatori e politici di tutta Italia. Che a turno scelgono i loro responsabili.
Grillo: “Ma in che Paese vivono Renzie e Alfano?”
La colpa per il leader del Movimento 5 stelle è delle riforme del governo che sono lontane dalle necessità dell’Italia: “Tra il Paese reale e quello della cosiddetta politica si sta allargando sempre più la distanza. L’informazione è diventata propaganda. Mentre il giornalista in ginocchio di turno intervista l’ebetino o un qualunque membro del governo, che sparano le loro mirabolanti cazzate di giornata per rassicurare il Paese, sotto l’immagine scorre la striscia con le notizie di fallimenti di aziende, di disastri naturali, di immigrazione fuori controllo, di tagli selvaggi allo Stato sociale”. E aggiunge: “Tra un po’ Genova scivolerà in mare e nessuno avrà alcuna responsabilità, la colpa sarà della pioggia. Ma in che Paese vivono Renzie e Alfano? In quello delle fate?”.
Renzi: “Ci sono 20 anni di politiche del territorio da rottamare”
Matteo Renzi interviene dall’Australia e se la prende con le politiche delle Regioni. E per il leader Pd le colpe sono da trovare nelle decisioni di chi è venuto prima e non ha fatto abbastanza: “Ci sono vent’anni di politiche del territorio da rottamare, anche in alcune regioni del centrosinistra. Quando come primo atto di governo ho costituito un’unità di missione contro il dissesto idrogeologico mi hanno deriso. Ora spero sia chiaro il motivo”.
Capitolo secondo dello scontro tra gli enti locali e il presidente del Consiglio. Se fino a poche settimane fa il problema erano i tagli dovuti alla legge di stabilità (“Le Regioni facciano anche loro sacrifici”, aveva detto Renzi), ora il premier torna a rimbrottare su decisioni e interventi del passato gli amministratori. Che però non ci stanno. Ribatte il presidente della Liguria Claudio Burlando: “Il problema del territorio di cui parla il presidente del Consiglio è legato anche ai condoni edilizi. Non li ha fatti il premier e non li abbiamo fatti noi, ma sono stati fatti a Roma. Tre condoni in 30 anni”.
Si sfoga invece su Twitter il presidente Rossi, proprio nel giorno in cui è stata annunciata per lunedì 17 novembre l’allerta meteo anche nel territorio toscano. “Mezz’Italia sott’acqua per cemento selvaggio”, scrive. “Perché i deputati Pd non reagiscono dando voce all’esasperazione degli italiani?”. Il governatore della Lombardia è ancora più duro contro il presidente del Consiglio: “Tutti hanno responsabilità su quanto successo, adesso bisogna intervenire per risolvere i problemi e Renzi ha un occasione per dare una risposta concreta e fare quello che il governo si era impegnato a fare e non ha fatto”.
Il presidente della Toscana: “Perché i deputati Pd non reagiscono?”
Il capo della missione #italiasicura: “2,3 miliardi contro il dissesto mai spesi”
A difesa del governo c’è la voce di Erasmo D’Angelis, capo della missione #italiasicura voluta da Renzi contro il dissesto idrogeologico. In un’intervista su Repubblica ribadisce la necessità e la volontà di Palazzo Chigi di mettere a punto un concreto piano di prevenzione per il Paese. “La cosa che più ci ha colpito sono i 2,3 miliardi per mille opere urgenti contro il dissesto e mai spesi. Li abbiamo trovati spulciando gli ultimi 15 anni di bilanci statali e regionali. Una vergogna. Dopo 22mila frane e alluvioni con 4.200 morti dal 1966, dopo aver pagato 3,5 miliardi di danni ogni anno, dopo oltre un miliardo di danni e 12 morti solo negli ultimi 70 giorni, abbiamo detto niente più lacrime di coccodrillo della politica con piani e impegni mai finanziati e rispettati. Abbiamo iniziato a spalare il fango dello Stato“, e adesso, “per la prima volta nella storia recente del nostro Paese si fa sul serio: pensiamo di aprire o riaprire circa settemila cantieri per opere come casse di espansione o canali scolmatori”. Per far fronte all’emergenza maltempo e affrontare il problema del dissesto, sindaci, presidenti delle Regioni e Autorità di Bacino sono stati convocati per giovedì 20 novembre a Palazzo Chigi dalla Struttura di missione #italiasicura, con l’obiettivo di analizzare progetti esecutivi, opere e interventi urgenti, risorse disponibili e un cronoprogramma da rispettare per difendere le aree metropolitane dal rischio frane o alluvioni.