Non cade nessuno, a San Siro. Italia e Croazia restano in piedi e in testa al girone che porta a Euro 2016. L’1-1 partorito dal primo quarto d’ora di gara ha un valore maggiore per gli azzurri, arrivati al big match del gruppo H con l’infermeria che conta 8 ‘ricoverati’. Reggono anche i record: la Croazia vanta 72 anni senza sconfitte subite nei confronti diretti e lo stadio milanese non conosce ko azzurri dal 1925. Va bene così, perché la formula che qualifica al torneo francese suggerisce alle due nazionali di non rischiare oltremisura. Un concetto che si riflette anche nelle formazioni, soprattutto quella italiana. Conte sacrifica la qualità in nome della disciplina tattica e per un tempo abdica il consueto 3-5-2 così da garantire maggioranza tenuta difensiva e allo stesso tempo un pizzico di piedi capaci di compensare le assenze di Pirlo e Verratti.
L’idea di gioco del ct azzurro è tutta ordine e ripartenze. Senza quei due in mezzo viene difficile pensare a un approccio diverso. Così la Croazia – che invece nel centrocampo ha il suo cuore pulsante– parte in quarta con Rakitic e Modric. Ma la soluzione scelta da Conte dà i suoi frutti, perché al primo affondo è già vantaggio. Sfonda Zaza, ribatte male la difesa e il centravanti del Sassuolo appoggia per Candreva, che è un avvoltoio: destro preciso e Subasic può solo guardarla e incassa il primo gol delle qualificazioni. San Siro non fa in tempo a esultare che Buffon è già battuto (e colpevole) su un tiro non irresistibile di Perisic che si infila sotto le sue braccia. Ai quattro minuti di fuoco senza uno show croato. Prima dei tifosi che per festeggiare il pari immediato accendono una santabarbara di fumogeni e petardi costringendo Kuipers a sospendere la partita, poi tocca alla squadra.
Nulla di eccezionale, ma quanto basta per ribadire che la qualità, almeno in questo faccia a faccia, è tutta a scacchi bianchi e rossi. Anche quando Modric si fa male e al suo posto entra Kovacic. E forse è tutta qui la differenza, perché anche Conte deve dar fondo alla panchina a causa dell’infortunio di Pasqual. Al suo posto entra Soriano, all’esordio, mentre il centrocampista dell’Inter è alla presenza numero 18. Candreva deve sacrificarsi in fascia dove s’incolla a Perisic, mentre De Sciglio trasloca sulla sinistra ma la consistenza dell’Italia resta la stessa. Marchisio e De Rossi faticano a costruire, l’Italia si allarga per partire sulle fasce anche sulle rimesse dal fondo. E infatti gli azzurri scaldano le mani quando provano a trafiggere Corluka e Vida in ripartenza, facendo perno su Immobile. Il gioco però è tutto croato e anche le occasioni migliori, come quella di Olic sulla quale salva Ranocchia (sempre puntuale al centro della difesa) a porta vuota.
Nella ripresa Conte prova ad addensare il centrocampo con un 4-3-3 che diventa 4-5-1 in fase difensiva. Sulla destra va Candreva, mentre la fascia sinistra viene affidata a El Shaarawy. La manovra funziona solo in fase di copertura, almeno nella prima mezz’ora. Brozovic e Kovacic hanno molto meno spazio, gli azzurri sono ben abbottonati ma faticano comunque a costruire anche quando Pellè prende il posto di Zaza. Almeno fino alla seconda sospensione, decisa per un nuovo lancio di fumogeni e fuochi d’artificio dai settori croati. I dieci minuti di pausa svegliano l’Italia che affonda due volte con El Shaarawy, già pericoloso con un destro a giro poco prima dello stop imposto da Kuipers a conclusione della migliore (e più corale) azione azzurra. Troppi gli errori in fase di palleggio per dare continuità alla manovra. Il più impacciato è Marchisio. Da un suo elementare errore a tre minuti dalla fine nasce un contropiede grazie al quale Perisic potrebbe ghiacciare San Siro ma chiude troppo tutto solo davanti a Buffon. È l’ultimo sussulto. Nessun ferito, la Norvegia resta alle spalle. Il pareggio va bene a tutti, peccato per il flop di Buffon.
Twitter: @AndreaTundo1
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Italia – Croazia, finisce 1-1. Azzurri messi in difficoltà
La Nazionale Italiana in vantaggio con Candreva poi raggiunti al 15' da Peresic. La squadra di Conte, però, non convince del tutto. Match sospeso per cinque minuti nella ripresa a causa del lancio di fumogeni da parte dei tifosi ospiti
Non cade nessuno, a San Siro. Italia e Croazia restano in piedi e in testa al girone che porta a Euro 2016. L’1-1 partorito dal primo quarto d’ora di gara ha un valore maggiore per gli azzurri, arrivati al big match del gruppo H con l’infermeria che conta 8 ‘ricoverati’. Reggono anche i record: la Croazia vanta 72 anni senza sconfitte subite nei confronti diretti e lo stadio milanese non conosce ko azzurri dal 1925. Va bene così, perché la formula che qualifica al torneo francese suggerisce alle due nazionali di non rischiare oltremisura. Un concetto che si riflette anche nelle formazioni, soprattutto quella italiana. Conte sacrifica la qualità in nome della disciplina tattica e per un tempo abdica il consueto 3-5-2 così da garantire maggioranza tenuta difensiva e allo stesso tempo un pizzico di piedi capaci di compensare le assenze di Pirlo e Verratti.
L’idea di gioco del ct azzurro è tutta ordine e ripartenze. Senza quei due in mezzo viene difficile pensare a un approccio diverso. Così la Croazia – che invece nel centrocampo ha il suo cuore pulsante– parte in quarta con Rakitic e Modric. Ma la soluzione scelta da Conte dà i suoi frutti, perché al primo affondo è già vantaggio. Sfonda Zaza, ribatte male la difesa e il centravanti del Sassuolo appoggia per Candreva, che è un avvoltoio: destro preciso e Subasic può solo guardarla e incassa il primo gol delle qualificazioni. San Siro non fa in tempo a esultare che Buffon è già battuto (e colpevole) su un tiro non irresistibile di Perisic che si infila sotto le sue braccia. Ai quattro minuti di fuoco senza uno show croato. Prima dei tifosi che per festeggiare il pari immediato accendono una santabarbara di fumogeni e petardi costringendo Kuipers a sospendere la partita, poi tocca alla squadra.
Nulla di eccezionale, ma quanto basta per ribadire che la qualità, almeno in questo faccia a faccia, è tutta a scacchi bianchi e rossi. Anche quando Modric si fa male e al suo posto entra Kovacic. E forse è tutta qui la differenza, perché anche Conte deve dar fondo alla panchina a causa dell’infortunio di Pasqual. Al suo posto entra Soriano, all’esordio, mentre il centrocampista dell’Inter è alla presenza numero 18. Candreva deve sacrificarsi in fascia dove s’incolla a Perisic, mentre De Sciglio trasloca sulla sinistra ma la consistenza dell’Italia resta la stessa. Marchisio e De Rossi faticano a costruire, l’Italia si allarga per partire sulle fasce anche sulle rimesse dal fondo. E infatti gli azzurri scaldano le mani quando provano a trafiggere Corluka e Vida in ripartenza, facendo perno su Immobile. Il gioco però è tutto croato e anche le occasioni migliori, come quella di Olic sulla quale salva Ranocchia (sempre puntuale al centro della difesa) a porta vuota.
Nella ripresa Conte prova ad addensare il centrocampo con un 4-3-3 che diventa 4-5-1 in fase difensiva. Sulla destra va Candreva, mentre la fascia sinistra viene affidata a El Shaarawy. La manovra funziona solo in fase di copertura, almeno nella prima mezz’ora. Brozovic e Kovacic hanno molto meno spazio, gli azzurri sono ben abbottonati ma faticano comunque a costruire anche quando Pellè prende il posto di Zaza. Almeno fino alla seconda sospensione, decisa per un nuovo lancio di fumogeni e fuochi d’artificio dai settori croati. I dieci minuti di pausa svegliano l’Italia che affonda due volte con El Shaarawy, già pericoloso con un destro a giro poco prima dello stop imposto da Kuipers a conclusione della migliore (e più corale) azione azzurra. Troppi gli errori in fase di palleggio per dare continuità alla manovra. Il più impacciato è Marchisio. Da un suo elementare errore a tre minuti dalla fine nasce un contropiede grazie al quale Perisic potrebbe ghiacciare San Siro ma chiude troppo tutto solo davanti a Buffon. È l’ultimo sussulto. Nessun ferito, la Norvegia resta alle spalle. Il pareggio va bene a tutti, peccato per il flop di Buffon.
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Gaza, 10 gen. (Adnkronos) - Almeno 15 persone sono state uccise nei raid israeliani in diverse zone della Striscia di Gaza da questa mattina. Lo hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera. Tra le vittime, cinque sono state uccise durante un attacco israeliano al quartiere di Shujayea, a est della città di Gaza. Le forze israeliane hanno ucciso circa 490 palestinesi nei primi nove giorni del 2025. Almeno 46.006 palestinesi sono stati uccisi e 109.378 feriti dal 7 ottobre 2023, secondo il Ministero della Salute di Gaza controllato da Hamas.
Roma, 10 gen. (Adnkronos) - "Il regime comunista di Maduro ponga fine ai soprusi e rispetti la scelta della maggioranza dei venezuelani, riconoscendo il risultato delle elezioni presidenziali che hanno visto la vittoria di Edmundo Gonzalez Urrutia. Solidarietà alla leader dell’opposizione Maria Machado e alle centinaia di persone arrestate ingiustamente. Al Venezuela e alla sua gente, oppressa e impoverita da un quarto di secolo di chavismo, va restituita la possibilità di decidere liberamente del proprio futuro”. Lo scrive sulle sue pagine social il co-presidente del Gruppo dei Conservatori al Parlamento europeo, Nicola Procaccini, di Fratelli d'Italia.
Roma, 10 gen. (Adnkronos) - Stamattina il Partito radicale, con la tesoriera Irene Testa e Gaia Tortora, presidente d'onore, insieme a dieci vittime di giustizia ha depositato una proposta di legge di iniziativa popolare per consentire a chi è stato assolto di usufruire di una provvisionale di mantenimento in attesa della sentenza di risarcimento. Da domani sulla piattaforma governativa sarà possibile firmare la proposta di legge Zuncheddu e altri su risarcimento danni vittime di giustizia.
Roma, 10 gen (Adnkronos) - Potrebbe essere la volta buona, la prossima settimana, per l'elezione dei giudici della Corte costituzionale di competenza parlamentare. Martedì 14 alle 13 è infatti convocato il Parlamento in seduta comune per la ricomposizione del plenum della Consulta. Si tratta del 13/esimo scrutinio per un giudice e del quarto per tre giudici. Ma il quorum è in ogni caso dei 3/5 e quindi le possibilità di una fumata bianca crescono. La 'chiama' inizierà dai deputati.
Il calendario dei lavori parlamentari della prossima settimana prevede inoltre, a Montecitorio, a partire da martedì pomeriggio la questione pregiudiziale sul Dl Pnnr. A seguire, l'aula comincerà di fatto l'esame della riforma costituzionale della giustizia, con la separazione delle carriere, dopo il 'no' alla pregiudiziale di costituzionalità. Restano poi all'Odg una serie di mozione, come quella sulla legalizzazione della cannabis, sulle iniziative sul conflitto in Medio oriente, sulla politica industriale.
Al Senato si riparte martedì 14 alle 16,30 con la conversione del decreto Giustizia. A seguire, l'esame dei disegni di legge costituzionali sulla tutela delle vittime di reato e quella del Ddl sulla sottrazione o trattenimento anche all'estero di persone minori o incapaci. Sia a Montecitorio che a palazzo Madama confermati i tradizionali appuntamenti con gli atti di sindacato ispettivo e il Qt.
Roma, 10 gen. (Adnkronos) - “Il ricorso del Governo contro la legge regionale campana per il terzo mandato è legittimo e sono certo avrà esito positivo". Così ai microfoni di Sky Tg 24 Fabio Rampelli, deputato Fdi e vicepresidente della Camera. "Nel contenuto, ritengo -aggiunge- che una persona che espleti due mandati governando per 10 anni come capo supremo una città o una regione, debba avere uno sviluppo nell’ottica dell’interesse generale della comunità. Un ruolo diverso in cui portare l’esperienza pragmatica e amministrativa maturata dal basso, senza stare lì tutta la vita con il rischio di bloccare il meccanismo democratico e favorire incrostazioni di potere. Ritengo giusti i due mandati".
Roma, 10 gen. (Adnkronos) - "Questa mattina Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva, dopo aver visitato nelle settimane scorse il carcere di Viterbo e quello di Regina Coeli ha effettuato una visita ispettiva nel carcere romano di Rebibbia. Nella visita di due ore e mezza, Giachetti, nella quale ha verificato le condizioni della sezione del 41 bis, la sezione medico-infermieristica e alcuni padiglioni, ha constatato ancora una volta come il sovraffollamento dei detenuti e la carenza di organico del personale della Polizia penitenziaria si confermano i mali cronici del nostro sistema carcerario". Si legge in una nota di Iv.
Nella sezione G8 ha avuto modo di incontrare e parlare anche con l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. “Non conosco le ragioni della misura restrittiva -ha detto Giachetti- ma certo un arresto il 31 dicembre a fronte per altro di una pena ormai residua lascia molto perplessi. Forse viste le condizioni delle nostre carceri quando non è indispensabile bisognerebbe evitare di sbattere gente in galera le persone e magari toglierne semmai qualcuno come alcuni detenuti che ho incontrato e che potrebbero già essere fuori ma non lo sono per i ritardi delle decisioni dei magistrati di sorveglianza”.
Roma, 10 gen. (Adnkronos) - Torna 'FarWest', dopo la pausa festiva, e lo fa con un’inchiesta sull’eredità Agnelli, un caso di cui la trasmissione di Sottile si era già occupata nelle scorse settimane. Nuovi elementi sulla gestione del patrimonio di Marella Caracciolo, nuove domande che emergono dai documenti che FarWest mostrerà in esclusiva.
"La vedova Agnelli il 14 gennaio del 2014 risulta aver effettuato un’operazione bancaria - sottolinea una nota della redazione del programma - presso un conto del Liechtenstein. Il 10 marzo dello stesso anno Marella avrebbe aperto un altro conto, sempre in una banca di Vaduz. Eppure la vedova Agnelli, che si divideva tra le varie proprietà a sua disposizione, risulta essere in Marocco in quel periodo. A non coincidere è anche un’altra operazione, effettuata il 19 gennaio del 2015, sempre a firma di Marella Caracciolo. La donna però risulta in quei giorni ricoverata in una clinica italiana. Chi ha aperto quel conto? Chi operava a nome di Marella? Nel servizio che andrà in onda questa sera saranno messe a confronto le firme presenti sui diversi documenti: erano davvero le sue?"