E’ considerato l’icona della lotta alle ecomafie, ospite celebrato in convegni di Libera e Legambiente. Il magistrato Donato Ceglie è, dallo scorso febbraio, sotto processo a Roma, per concussione per costrizione, violenza sessuale e calunnia. Avrebbe abusato del suo potere costringendo la moglie di un imprenditore, principale imputato di una inchiesta in cui il magistrato era titolare, a rapporti sessuali promettendo benefici riguardanti il fallimento dell’azienda. Ceglie è anche finito citato in un’audizione, appena desecretata, risalente al 24 aprile 2007, un’altra storia con altri protagonisti che ilfattoquotidiano.it può raccontare. La commissione bicamerale di inchiesta sulle ecomafie ascoltava Raffaele Cantone, attuale commissario anticorruzione e Franco Roberti, oggi a capo della Direzione nazionale antimafia. Audizione, il cui contenuto, per primo fu riferito dal Fatto Quotidiano in una inchiesta del 2011. Oggi, finalmente, quell’audizione è accessibile a tutti. A chiederne per prima la desecretazione, ad avviarne così l’iter, fu, nel novembre dello scorso anno, la senatrice del Pd Rosaria Capacchione che da giornalista si era già occupata della vicenda. Lo scorso gennaio anche il M5S aveva sollecitato l’eliminazione del segreto sull’audizione in oggetto.
Le parole di quella seduta tornano di stretta attualità.
L’audizione choc: i rapporti con Orsi. Raffaele Cantone riferiva del contenuto dell’indagine giudiziaria, da lui condotta insieme al collega Alessandro Milita, sul consorzio Ce4, dove l’impresa privata era quella dei fratelli Orsi “organici, secondo le indicazioni di numerosi collaboratori di giustizia, al clan dei Casalesi (fazione Bidognetti)”. Il sistema criminale di quel consorzio ha portato, poi, a giudizio Nicola Cosentino. Raffaele Cantone riferisce di come gli Orsi avessero lavorato per inserire nella struttura commissiarale, quello che definivano un loro uomo, Claudio De Biasio. E qui spunta Donato Ceglie. Cantone chiarisce: “Dalle intercettazioni telefoniche risultavano rapporti tra l’imprendiotre Orsi ed un magistrato del distretto di Napoli, che era intervenuto per cercare di far avere il porto d’armi all’Orsi, pur non avendone questi probabilmente titolo e, soprattutto, avrebbe messo in rapporti diretti l’imprendiotre Orsi con il commissario Catenacci(…) Il collega in questione è Donato Ceglie”. La procura di Napoli trasferisce gli atti alla Procura di Roma, il reato contestato era abuso d’ufficio per la vicenda del porto d’armi, ma l’accusa chiede, nell’aprile 2005, e ottiene l’archiviazione della posizione di Donato Ceglie. Restano quei contatti. Ancora Cantone: “Nella parte finale del provvedimento di archiviazione si riporta quanto di seguito: ‘Di rilievo ancora agli esiti delle s.i.t rese dal prefetto Catenacci, il quale, in termini compatibili con quanto già desumibile dall’attività intercettiva, fa riferimento (…) a un inusitato interessamento del Ceglie per risolvere un ostacolo formale che si pensava sussistesse per l’assunzione presso il commissariato di un professionista, l’architetto De Biasio”.
I boss pentiti parlano. Le rivelazioni inedite di Vassallo. Nei giorni scorsi, in un’udienza del processo a carico di Nicola Cosentino, è stato ascoltato Giuseppe Valente, da poco collaboratore di giustizia, ex presidente del famoso consorzio Ce4. Valente ha riferito in merito alla scelta del socio privato nel consorzio: “Prima della gara ero molto preoccupato del fatto che dovessero vincere gli Orsi in quanto c’era la Covim, azienda creatura del clan La Torre e sapevo che sarebbe stata interessata alla gara. Avevo paura di essere ucciso se avessi escluso la Covim; così Sergio Orsi mi disse di rivolgermi all’allora pm della Procura di Santa Maria Caputa Vetere Donato Ceglie, con cui mi fissò un appuntamento. Così incontrai il pm che mi consigliò di inserire nel bando di gara la clausola che prevedeva l’esclusione di aziende che avessero contenziosi con il consorzio”. Il legale di Donato Ceglie, Giuseppe Fusco, ha negato tutto spiegando “suggerimenti mai chiesti e neanche forniti”. Ma a parlare del ruolo di Ceglie nella vicenda Ce4 è anche un altro pentito. Nell’esclusiva intervista realizzata al pentito Gaetano Vassallo, il principale accusatore di Nicola Cosentino, pubblicata dal Fatto Quotidiano, il collaboratore ha riferito a proposito di Donato Ceglie: “Gli Orsi avevano un rapporto con Donato Ceglie. Lo chiamavano ‘Donatino‘. Gli Orsi mi dicevano che Ceglie era una persona loro, l’ho riferito anche nei verbali rivelando anche il ruolo di un commercialista di Santa Maria Capua Vetere in questo rapporto. Eco4 (la società nata dall’unione tra il consorzio e l’impresa degli Orsi, ndr) è nata grazie anche all’appoggio di Donatino”. Michele Orsi fu ucciso nel giugno 2008 dal gruppo di fuoco di Giuseppe Setola mentre Sergio Orsi è stato condannato, in appello, per diversi reati nel processo Eco4.
Ceglie contro La Peste. La vicenda giudiziaria, con seguito di archiviazione, i rapporti che Ceglie ha avuto con Orsi e l’interessamento per l’iter di assunzione al commissariato di Claudio De Biasio erano stati svelati nel 2010 nel libro ‘La Peste’, edito da Rizzoli, scritto a quattro mani da Tommaso Sodano, oggi vicesindaco di Napoli, e dal giornalista Nello Trocchia, collaboratore di ilfattoquotidiano.it. Donato Ceglie ha, però, pensato bene di portare in tribunale gli autori e la casa editrice, ma solo in sede civile, chiedendo un risarcimento record pari a 250mila euro. “Ci siamo limitati – spiegano gli autori, difesi dallo studio legale dell’avvocato Marcello Franco – a riportare i fatti, precisando l’archiviazione della posizione giudiziaria, ma raccontando vicinanze e relazioni, convinti che nella lunga storia del disastro campano nulla dovesse essere taciuto. Lo dovevamo alla nostra terra e alla verità. A distanza di 4 anni una mole di dichiarazioni e documenti ora desecretati danno ragione alla nostra attenta e scrupolosa ricostruzione”.