Lo sciopero generale del 5 dicembre, proclamato dalla Cgil, è parzialmente illegittimo. Lo ha deciso l’Autorità di garanzia per gli scioperi, specificando che alcuni settori andranno esclusi dall’astensione dal lavoro, a partire dall’intero comparto del trasporto ferroviario. Inoltre, in alcune Province non si potrà scioperare nel settore del trasporto pubblico. “Nel caso in cui la Cgil decidesse di non adeguarsi alla nostra indicazione – spiega all’agenzia di stampa Agi Roberto Alesse, presidente della commissione di garanzia – l’Autorità dovrebbe aprire il procedimento per valutare le sanzioni, che per legge vanno dai 2500 ai 100 ila euro (nei casi particolarmente gravi di danno all’utenza o di recidiva del comportamento). Quanto alla precettazione, essa viene decisa dai Prefetti o dal Governo, dopo aver informato l’Autorità di garanzia”. Ma la Cgil insiste. La segretaria Susanna Camusso dice che il sindacato “conferma le ragioni dello sciopero del 5 dicembre. Siamo pronti a valutare le decisioni delle altre organizzazioni, ci farebbe piacere un’evoluzione positiva, e siamo pronti a spiegare al Garante per gli scioperi che non c’è nessuna illegittimità nella proclamazione del 5″.

Ma la decisione del Garante è tecnica, come spiega Alesse: è, dice, “la semplice applicazione di quello che dice la legge: non si possono fare scioperi nello stesso settore (in questo caso nel trasporto ferroviario) ad un intervallo inferiore ai 10 giorni. Siccome, una sigla sindacale (Cat) aveva già proclamato uno sciopero dei treni per il 13 e 14 dicembre prossimi, abbiamo segnalato alla Cgil che questo comparto va escluso dallo sciopero generale del 5″. Secondo il Garante “lo stesso discorso vale per alcune città nel trasporto pubblico locale: Pescara, Bergamo, Pordenone e le linee extraurbane di Napoli e Crotone“, quindi “nessuna dietrologia possibile dietro ad un fatto meramente tecnico”.

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