Non è un caso che i due colossi dell’auto in lotta per il titolo di massimo costruttore globale, Toyota e Volkswagen, decidano di presentare le loro novità a idrogeno proprio al Salone di Los Angeles. La California è forse lo Stato più all’avanguardia nella regolamentazione delle emissioni automobilistiche. E infatti per le strade si vedono parecchie Tesla Model S, Nissan Leaf, e pure alcune Hyundai Tucson a idrogeno. Qui, i costruttori hanno l’obbligo di vendere una quota di veicoli a zero emissioni per poter operare sul mercato. Qui, fra incentivi federali e statali, si ottiene un sconto di 13.000 dollari sull’acquisto delle elettriche, e sempre qui esiste una delle poche vere reti mondiali di distributori di idrogeno: 9 stazioni operanti a Los Angeles e San Francisco, che diventeranno cento entro il 2020 grazie a un investimento statale di 200 milioni di dollari.
La Toyota ha scelto il Salone di Los Angeles, dunque, per svelare per la prima volta gli interni, il nome e il prezzo della sua prima auto di serie a idrogeno, che era già stata mostrata in forma definitiva a inizio ottobre al Salone di Parigi. In quell’occasione era stata presentata ancora con il nome in codice, FCV, che stava per “fuel cell vehicle”. Ora per la vendita s’è scelto l’evocativo nome Mirai, che in giapponese significa “futuro”. La berlina sarà in vendita già dall’anno prossimo in pochi, selezionati mercati: in Europa, nel 2015, solo in Danimarca, Regno Unito e Germania, ad un prezzo di 66.000 euro Iva esclusa. Il che significa, per la Germania, quasi 80.000 euro per il cliente finale: sembra molto, ma non è che un decimo di quanto costava il solo pacco di celle a combustibile nel 2007.
![Toyota Mirai schema tecnico](http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2014/11/Toyota-Mirai-schema-tecnico.jpg)
Ma se la Toyota a idrogeno era annunciata da tempo, è stata una sorpresa la presentazione di due prototipi a fuel cell del gruppo Volkswagen: l’Audi A7 h-tron e la Volkswagen Golf SportWagen HyMotion. Durante un incontro con la stampa, i vertici del gruppo tedesco hanno spiegato di voler dimostrare di essere tecnologicamente pronti a mettere sul mercato le auto a idrogeno non appena le infrastrutture e il mercato saranno pronti. Anche nel caso delle due tedesche, come per la Toyota, il sistema fuel cell della Golf trasforma l’idrogeno in corrente elettrica per alimentare un motore da circa 100 kW di potenza e garantisce circa 500 km di autonomia con un pieno. Per l’Audi, invece, il powertrain è più performante e a bordo c’è una batteria ricaricabile anche dalla presa di corrente.
![Audi A7 h-tron](http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2014/11/Audi-A7-h-tron.jpg)
Di tutti i costruttori che si stanno affacciando al mondo dell’idrogeno, fra cui anche la Hyundai e GM, i giapponesi sembrano farlo in maniera più radicale. Sia la Toyota sia la Honda (con la sua FCEV concept annunciata domenica scorsa a Tokyo) hanno optato per carrozzerie specifiche e non semplicemente montato le fuel cell su un’auto esistente. “La nostra è una scelta dovuta all’esperienza dell’ibrida Prius”, spiega a Ilfattoquotidano.it Fabio Capano, responsabile del marketing di Toyota Europe. “Avere una carrozzeria differente dal resto della gamma si è rivelata una scelta vincente perché fa emergere in modo chiaro la presenza, a bordo, di una tecnologia innovativa”. La linea estrema della Mirai, piaccia o no, permette insomma a chi la guida di dimostrare a tutti il proprio impegno ecologico. “Molti dei nostri primi clienti saranno probabilmente top manager di aziende impegnate nel settore dell’innovazione e dell’ecologia”, aggiunge Capano.
![Volkswagen Hymotion](http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2014/11/Volkswagen-Hymotion.jpg)
Certo, per ora i volumi di vendita previsti per la Mirai sono modesti. Toyota ne costruirà circa 700 nel 2015: di queste, 400 resteranno in patria e fra le 50 e le 100 arriveranno in Europa. Dall’anno successivo, la produzione dovrebbe aumentare – la filiale americana della Casa ha annunciato di voler vendere 3.000 Mirai nel triennio 2015-2017 – ma resterà dell’ordine delle migliaia di unità per qualche tempo ancora. I costruttori sono concordi nel pronosticare per gli anni 2020 la diffusione massiccia dei veicoli a fuel cell: Toyota prevede di venderne “decine di migliaia l’anno” nel corso del prossimo decennio. Secondo Automobilwoche, la Bosch sostiene che la tecnologia fuell cell sarà commercialmente applicabile in grande serie a partire dal 2025. Heinz-Jakob Neusser, responsabile dello Sviluppo del gruppo Volkswagen, è della stessa opinione: “Non prima del 2020”, ha detto a Los Angeles. Ma è bene preparsi per tempo, dice Neusser, perché “la corsa verso un futuro a zero emissioni non è uno sprint, ma una maratona”.
Eco mobilità
Los Angeles, il Salone dell’idrogeno. Toyota e Volkswagen lanciano la sfida
In California, patria dei veicoli a basse emissioni, i due colossi presentano le loro auto a fuel cell. Toyota prepara la commercializzazione della Mirai (che costa 80.000 euro), la Volkswagen dice di essere pronta. Ma per la vera diffusione, dicono, bisogna aspettare gli anni 2020
Non è un caso che i due colossi dell’auto in lotta per il titolo di massimo costruttore globale, Toyota e Volkswagen, decidano di presentare le loro novità a idrogeno proprio al Salone di Los Angeles. La California è forse lo Stato più all’avanguardia nella regolamentazione delle emissioni automobilistiche. E infatti per le strade si vedono parecchie Tesla Model S, Nissan Leaf, e pure alcune Hyundai Tucson a idrogeno. Qui, i costruttori hanno l’obbligo di vendere una quota di veicoli a zero emissioni per poter operare sul mercato. Qui, fra incentivi federali e statali, si ottiene un sconto di 13.000 dollari sull’acquisto delle elettriche, e sempre qui esiste una delle poche vere reti mondiali di distributori di idrogeno: 9 stazioni operanti a Los Angeles e San Francisco, che diventeranno cento entro il 2020 grazie a un investimento statale di 200 milioni di dollari.
La Toyota ha scelto il Salone di Los Angeles, dunque, per svelare per la prima volta gli interni, il nome e il prezzo della sua prima auto di serie a idrogeno, che era già stata mostrata in forma definitiva a inizio ottobre al Salone di Parigi. In quell’occasione era stata presentata ancora con il nome in codice, FCV, che stava per “fuel cell vehicle”. Ora per la vendita s’è scelto l’evocativo nome Mirai, che in giapponese significa “futuro”. La berlina sarà in vendita già dall’anno prossimo in pochi, selezionati mercati: in Europa, nel 2015, solo in Danimarca, Regno Unito e Germania, ad un prezzo di 66.000 euro Iva esclusa. Il che significa, per la Germania, quasi 80.000 euro per il cliente finale: sembra molto, ma non è che un decimo di quanto costava il solo pacco di celle a combustibile nel 2007.
Ma se la Toyota a idrogeno era annunciata da tempo, è stata una sorpresa la presentazione di due prototipi a fuel cell del gruppo Volkswagen: l’Audi A7 h-tron e la Volkswagen Golf SportWagen HyMotion. Durante un incontro con la stampa, i vertici del gruppo tedesco hanno spiegato di voler dimostrare di essere tecnologicamente pronti a mettere sul mercato le auto a idrogeno non appena le infrastrutture e il mercato saranno pronti. Anche nel caso delle due tedesche, come per la Toyota, il sistema fuel cell della Golf trasforma l’idrogeno in corrente elettrica per alimentare un motore da circa 100 kW di potenza e garantisce circa 500 km di autonomia con un pieno. Per l’Audi, invece, il powertrain è più performante e a bordo c’è una batteria ricaricabile anche dalla presa di corrente.
Di tutti i costruttori che si stanno affacciando al mondo dell’idrogeno, fra cui anche la Hyundai e GM, i giapponesi sembrano farlo in maniera più radicale. Sia la Toyota sia la Honda (con la sua FCEV concept annunciata domenica scorsa a Tokyo) hanno optato per carrozzerie specifiche e non semplicemente montato le fuel cell su un’auto esistente. “La nostra è una scelta dovuta all’esperienza dell’ibrida Prius”, spiega a Ilfattoquotidano.it Fabio Capano, responsabile del marketing di Toyota Europe. “Avere una carrozzeria differente dal resto della gamma si è rivelata una scelta vincente perché fa emergere in modo chiaro la presenza, a bordo, di una tecnologia innovativa”. La linea estrema della Mirai, piaccia o no, permette insomma a chi la guida di dimostrare a tutti il proprio impegno ecologico. “Molti dei nostri primi clienti saranno probabilmente top manager di aziende impegnate nel settore dell’innovazione e dell’ecologia”, aggiunge Capano.
Certo, per ora i volumi di vendita previsti per la Mirai sono modesti. Toyota ne costruirà circa 700 nel 2015: di queste, 400 resteranno in patria e fra le 50 e le 100 arriveranno in Europa. Dall’anno successivo, la produzione dovrebbe aumentare – la filiale americana della Casa ha annunciato di voler vendere 3.000 Mirai nel triennio 2015-2017 – ma resterà dell’ordine delle migliaia di unità per qualche tempo ancora. I costruttori sono concordi nel pronosticare per gli anni 2020 la diffusione massiccia dei veicoli a fuel cell: Toyota prevede di venderne “decine di migliaia l’anno” nel corso del prossimo decennio. Secondo Automobilwoche, la Bosch sostiene che la tecnologia fuell cell sarà commercialmente applicabile in grande serie a partire dal 2025. Heinz-Jakob Neusser, responsabile dello Sviluppo del gruppo Volkswagen, è della stessa opinione: “Non prima del 2020”, ha detto a Los Angeles. Ma è bene preparsi per tempo, dice Neusser, perché “la corsa verso un futuro a zero emissioni non è uno sprint, ma una maratona”.
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Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".