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Legge di Stabilità, Commissione Ue dà ok: “Ma a marzo ci sarà un nuovo esame”

L'esecutivo europeo non avvia procedure e riconosce come nel 2014 ci siano state "circostanze eccezionali". Prevista una nuova verifica per Italia, Francia e Belgio. I tecnici non hanno, invece, trovato un accordo sul documento per l’interpretazione della flessibilità: Il tema verrà affrontato in settimana a Strasburgo, dove verrà presentato anche il piano per gli investimenti
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Il giudizio è arrivato prima del previsto. Con il verdetto atteso per martedì, oggi il collegio dei commissari Ue presieduto da Jean-Claude Juncker ha dato l’ok al bilancio dell’Italia, che “deve continuare nelle riforme”. La Commissione non avvia procedure e riconosce che nel 2014 ci sono state “circostanze eccezionali“. A marzo 2015 nuovo esame per Italia, Francia e Belgio.

I commissari erano chiamati a prendere in mano tutto il delicato dossier economico. Non solo le bozze delle leggi di stabilità quindi, ma anche il piano Juncker per gli investimenti e il futuro della governance economica che dovrebbe contenere anche quella interpretazione più estesa e chiara della flessibilità contenuta nelle regole, che l’Italia ha chiesto a Juncker fin dalla sua elezione. Invece su quest’ultimo fronte la decisione non è arrivata: i tecnici della Commissione non hanno trovato un accordo sul documento per l’interpretazione della flessibilità. Il tema verrà affrontato nuovamente la prossima settimana a Strasburgo, dove verrà presentato anche il piano per gli investimenti. Che allo stato attuale non ha l’indicazione di una cifra. E’ però previsto che i contributi nazionali ad un Fondo di investimenti saranno “volontari” e saranno “esclusi dal calcolo del deficit”.

La scelta dei progetti che saranno ammessi ai finanziamenti saranno valutati “da una commissione di esperti indipendenti”.  Nel piano di investimenti della Commissione è prevista la creazione di un fondo europeo per gli investimenti. I fondi e le garanzie verranno dalla Bei, dal bilancio europeo e da versamenti degli stati membri. Questi ultimi, indicano fonti europee, “non saranno calibrati sui Pil”, ma saranno “volontari” e proporzionati agli investimenti necessari nei paesi che contribuiscono al fondo. In ogni caso i finanziamenti dei paesi saranno “esclusi dal patto di stabilità”.

Venerdì Pier Carlo Padoan aveva scritto alla Commissione, dicendosi “fiducioso in un chiaro appoggio”. Il ministro ricordava l”’ambizioso” piano di riforme varato dall’Italia e gli effetti che questo avrà su una ripresa che ancora appare “timida e fragile”. La missiva, indirizzata al Commissario Pierre Moscovici e al vicepresidente Valdis Dombrovskis, puntava anche sul debito. Uno dei più ”sostenibili” – diceva il ministro del Tesoro – tra i paesi europei.

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