Tanto freddo e sofferenza. E la beffa finale che lascia l’amaro in bocca. A Mosca la Roma assapora a lungo una vittoria che avrebbe ipotecato seriamente il passaggio del turno. Poi si fa raggiungere al 93’ da un cross velenoso di Vasili Berezutski, che nessuno tocca e si infila alle spalle di De Sanctis. Inutile il vantaggio di Francesco Totti su punizione: i giallorossi lo avevano difeso per tutto il secondo tempo, con affanno ma anche un certo ordine. Il Cska non perde e resta in corsa per la qualificazione agli ottavi di Champions League, come anche il Manchester City che stasera affronta il Bayern Monaco. Nel Gruppo E tutto è ancora possibile, tutto si deciderà all’ultima giornata.
Peccato, perché i giallorossi per novanta minuti avevano tenuto bene testa agli avversari. A partire dal clima surreale dell’Arena Khimki: si gioca a porte chiuse per gli incidenti provocati dai tifosi russi nella partita d’andata, nel freddo dei meno sei gradi di Mosca l’eco dei pochi spettatori risuona ancor più desolata. E la partita è molto diversa dal 5-1 dell’andata. È match da combattenti: lo si capisce anche dalla scelta di Garcia di lasciare in panchina Pjanic, per schierare una mediana robusta con il trio Keita, De Rossi, Nainggolan. Ne guadagna in corsa, perde tanto in qualità, in un periodo in cui già la squadra non gira più a meraviglia come a inizio stagione. L’allenatore Slutsky, invece, ha imparato la severissima lezione dell’Olimpico, e stavolta i difensori (in particolare la pachidermica coppia centrale Ignashevitch–Berezutski) scappa sistematicamente all’indietro in fase di non possesso, per non concedere profondità agli attaccanti della Roma. Basta questo per disinnescare la velocità di Gervinho e Ljaic (confermato dopo l’ottima prestazione di Bergamo). Il gelo, le mosse e contromosse tattiche, il peso della posta in palio producono una partita estremamente bloccata.
Per trentacinque minuti non succede quasi nulla, poi il match si infiamma. Su un triangolo allargato Florenzi-Totti-Florenzi, il centrocampista (per l’occasione e le emergenze schierato oggi terzino, ottima la sua prova) si ritrova a tu per tu con Akinfeev: calcia bene, ma da posizione troppo defilata per centrare la porta. Subito dopo Doumbia buca la difesa giallorossa, ma è bravissimo De Sanctis in uscita a chiudergli lo specchio. È il preludio al gol, lo segna la Roma, col suo uomo più rappresentativo: su punizione dal limite Totti trova l’angolo giusto sul palo del portiere e firma l’1-0.
È una rete pesantissima, la Roma lo sa e la difende come può. Potrebbe chiudere il discorso due volte, con Nainggolan al 60’ e con Ljaic a dieci minuti dal termine: ma il belga piazza fuori dopo uno slalom, il serbo trova un grande Akinfeev a fermare il suo contropiede. E allora i giallorossi soffrono, fino alla fine. Spesso e volentieri in undici nella propria metà campo, facendo diga con Astori e De Rossi soprattutto. Ma senza rischiare veramente mai: i russi producono solo un destro morbido di Doumbia accompagnato in angolo da De Sanctis e un colpo di testa centrale di Dzagoev. Per questo il pareggio finale, che non è neppure una conclusione a rete, è una vera beffa per gli uomini di Garcia. Accende rimpianti per le occasioni sprecate. E illumina i limiti di un’altra prestazione sottotono che sarebbe passata in sordina con una vittoria. Adesso anche la qualificazione è di nuovo in bilico: sempre nelle mani dei giallorossi, che in caso di successo all’ultima giornata contro il City sono certi di passare il turno. Ma con tanta pressione in più, che Garcia e tutta Roma si sarebbero volentieri risparmiati. Specie nel momento meno brillante della loro stagione.