Papa Francesco è arrivato a Strasburgo per il suo quinto viaggio internazionale. Una visita lampo quella di Bergoglio che rimarrà sul suolo francese soltanto quattro ore e che detiene così il record di brevità di tutti i viaggi pontifici internazionali mai intrapresi. Il Papa, che nel 2015 tornerà in Francia per una vera e propria visita pastorale, parlerà al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa, riuniti entrambi per l’occasione in sessione solenne. Per questo motivo non è stato il presidente francese François Hollande ad accogliere Francesco al suo arrivo all’aeroporto internazionale di Strasburgo, ma il Segretario di Stato del Governo francese e incaricato degli Affari europei Harlem Désir. “L’Europa è stanca”, aveva affermato Bergoglio, nel giugno 2014. “Dobbiamo aiutarla a ringiovanire, a trovare le sue radici. È vero: ha rinnegato le sue radici. Ma dobbiamo aiutarla a ritrovarle”.
Ad accogliere il Papa al Parlamento europeo sarà il suo presidente Martin Schulz, che rivolgerà un saluto a Bergoglio prima del suo discorso ufficiale. Ma Francesco incontrerà anche il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, il presidente del Consiglio dell’Unione Europea, il premier italiano Matteo Renzi, che il 13 dicembre prossimo sarà ricevuto in udienza ufficiale in Vaticano dal Papa, e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Il Parlamento europeo è l’unica istituzione internazionale direttamente eletta dai 508 milioni di cittadini dei 28 Stati membri dell’Unione Europea con 751 deputati. Il Consiglio d’Europa è, invece, la più antica istituzione intergovernativa continentale che raggruppa 47 Stati membri con quasi 800 milioni di abitanti.
Per il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, la parola chiave di questo viaggio del Papa a Strasburgo sarà “solidarietà”, “che – spiega il porporato – non è soltanto uno dei valori dell’Europa unita, ma direi che è l’obiettivo stesso dell’esistenza dell’Europa, e certamente una delle sue dimensioni fondamentali, e io direi che la giusta prospettiva anche per affrontare e per trattare questi temi è quella di questa visione integrale dell’uomo”. Il Segretario di Stato vaticano anticipa anche che il Papa “sottolineerà lo sforzo che sia il Parlamento europeo che il Consiglio d’Europa devono mettere soprattutto per quanto riguarda la pace, la difesa dei diritti umani nella costruzione dell’Europa”.
Per Parolin “oggi purtroppo il grande problema del vecchio continente è la disoccupazione, la mancanza di lavoro da parte soprattutto di tanti giovani. Per cui aumenta l’esclusione sociale. Invece una solidarietà e un’attenzione a questa categoria di persone, come a tante altre, pensiamo ai migranti, pensiamo alle madri che si trovano sole a dover educare i figli, pensiamo agli anziani, pensiamo ai disabili. Tutte queste categorie di persone, un’attenzione particolare a loro potrà essere un cammino sicuro per ridare vigore al progetto dell’Europa. Perché essa è nata proprio per questo, per assicurare la pace e per assicurare un’attenzione particolare nei confronti delle categorie più svantaggiate”.
L’unica visita di un Papa a Stasburgo, prima di quella di Bergoglio, risale al 1988 quando Giovanni Paolo II parlò in entrambe le istituzioni europee durante il suo viaggio apostolico in Francia. Un evento che si svolse con uno scenario continentale assai diverso da quello odierno: c’era ancora il Muro di Berlino che, come ha ricordato Francesco commemorandone recentemente il 25esimo dalla sua caduta, fu abbattuto grazie anche ai colpi inferti proprio da Wojtyla. “L’Europa – come ha sottolineato con i giornalisti il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi – è molto cambiata da allora. E con i due importanti discorsi che pronuncerà a Strasburgo, il Papa parlerà a tutto il vecchio continente”.
Cronaca
Papa Francesco a Strasburgo, discorso al Parlamento e al Consiglio d’Europa
Una visita lampo quella di Bergoglio che rimarrà sul suolo francese soltanto quattro ore. “L’Europa è stanca”, aveva affermato Bergoglio, nel giugno 2014. “Dobbiamo aiutarla a ringiovanire, a trovare le sue radici. È vero: ha rinnegato le sue radici. Ma dobbiamo aiutarla a ritrovarle”
Papa Francesco è arrivato a Strasburgo per il suo quinto viaggio internazionale. Una visita lampo quella di Bergoglio che rimarrà sul suolo francese soltanto quattro ore e che detiene così il record di brevità di tutti i viaggi pontifici internazionali mai intrapresi. Il Papa, che nel 2015 tornerà in Francia per una vera e propria visita pastorale, parlerà al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa, riuniti entrambi per l’occasione in sessione solenne. Per questo motivo non è stato il presidente francese François Hollande ad accogliere Francesco al suo arrivo all’aeroporto internazionale di Strasburgo, ma il Segretario di Stato del Governo francese e incaricato degli Affari europei Harlem Désir. “L’Europa è stanca”, aveva affermato Bergoglio, nel giugno 2014. “Dobbiamo aiutarla a ringiovanire, a trovare le sue radici. È vero: ha rinnegato le sue radici. Ma dobbiamo aiutarla a ritrovarle”.
Ad accogliere il Papa al Parlamento europeo sarà il suo presidente Martin Schulz, che rivolgerà un saluto a Bergoglio prima del suo discorso ufficiale. Ma Francesco incontrerà anche il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, il presidente del Consiglio dell’Unione Europea, il premier italiano Matteo Renzi, che il 13 dicembre prossimo sarà ricevuto in udienza ufficiale in Vaticano dal Papa, e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Il Parlamento europeo è l’unica istituzione internazionale direttamente eletta dai 508 milioni di cittadini dei 28 Stati membri dell’Unione Europea con 751 deputati. Il Consiglio d’Europa è, invece, la più antica istituzione intergovernativa continentale che raggruppa 47 Stati membri con quasi 800 milioni di abitanti.
Per il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, la parola chiave di questo viaggio del Papa a Strasburgo sarà “solidarietà”, “che – spiega il porporato – non è soltanto uno dei valori dell’Europa unita, ma direi che è l’obiettivo stesso dell’esistenza dell’Europa, e certamente una delle sue dimensioni fondamentali, e io direi che la giusta prospettiva anche per affrontare e per trattare questi temi è quella di questa visione integrale dell’uomo”. Il Segretario di Stato vaticano anticipa anche che il Papa “sottolineerà lo sforzo che sia il Parlamento europeo che il Consiglio d’Europa devono mettere soprattutto per quanto riguarda la pace, la difesa dei diritti umani nella costruzione dell’Europa”.
Per Parolin “oggi purtroppo il grande problema del vecchio continente è la disoccupazione, la mancanza di lavoro da parte soprattutto di tanti giovani. Per cui aumenta l’esclusione sociale. Invece una solidarietà e un’attenzione a questa categoria di persone, come a tante altre, pensiamo ai migranti, pensiamo alle madri che si trovano sole a dover educare i figli, pensiamo agli anziani, pensiamo ai disabili. Tutte queste categorie di persone, un’attenzione particolare a loro potrà essere un cammino sicuro per ridare vigore al progetto dell’Europa. Perché essa è nata proprio per questo, per assicurare la pace e per assicurare un’attenzione particolare nei confronti delle categorie più svantaggiate”.
L’unica visita di un Papa a Stasburgo, prima di quella di Bergoglio, risale al 1988 quando Giovanni Paolo II parlò in entrambe le istituzioni europee durante il suo viaggio apostolico in Francia. Un evento che si svolse con uno scenario continentale assai diverso da quello odierno: c’era ancora il Muro di Berlino che, come ha ricordato Francesco commemorandone recentemente il 25esimo dalla sua caduta, fu abbattuto grazie anche ai colpi inferti proprio da Wojtyla. “L’Europa – come ha sottolineato con i giornalisti il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi – è molto cambiata da allora. E con i due importanti discorsi che pronuncerà a Strasburgo, il Papa parlerà a tutto il vecchio continente”.
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Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "Il Jobs Act è una legge che ha creato oltre un milione di posti di lavoro, più della metà a tempo indeterminato, e che ha introdotto tutele fondamentali come l’eliminazione delle dimissioni in bianco. La decisione della Corte Costituzionale che dà il via al referendum relativo al Jobs Act ci trova quindi pronti: spiegheremo ai cittadini quanto sarebbe sbagliato cancellare queste conquiste che creano posti di lavoro, sviluppo e tutele". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva.
"Quanto al referendum sull’autonomia, accettiamo il verdetto della Consulta che dopo la precedente pronuncia sulla legge Calderoli appariva pressoché scontata. Ogni modifica sull’autonomia differenziata passerà dal Parlamento, e lì ci faremo trovare pronti e determinati".
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "Le mie più sentite congratulazioni al presidente Trump per l’inizio del suo secondo mandato. Il popolo americano ha fatto una scelta chiara, che riflette l’impegno per la crescita economica, la sicurezza e la sovranità nazionale”. Lo scrive su X il Co-Presidente del gruppo dei conservatori al Parlamento europeo, Nicola Procaccini dí Fratelli d’Italia.
“Noi dell'Ecr condividiamo molte delle priorità delineate dal presidente Trump: contrastare l'immigrazione clandestina, garantire comunità più sicure, tagliare le tasse e la burocrazia e ripristinare la competitività economica. Queste non sono solo priorità americane, ma anche europee”.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La Sardegna, con il nostro ricorso accolto dalla Corte lo scorso novembre, ha difeso la sua specialità e contrastato una legge iniqua. Una legge che la Corte stessa, ascoltando le preoccupazioni delle Regioni promotrici, ha già demolito e svuotato perché ci toglieva risorse e ci condannava a restare indietro. Se il capogruppo della Lega Veneta ha dichiarato recentemente che il Veneto vale più della Sardegna, per farci capire cosa si intende per differenziata, noi invece continueremo a difendere con le unghie e con i denti le risorse e le opportunità che le spettano”. Così la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - “Sul referendum sulla cittadinanza daremo battaglia nel nome dell’estensione dei diritti e per superare una legislazione particolarmente arretrata. Si tratta di un referendum promosso da un vasto arco di soggetti, tra cui numerose associazioni dei nuovi cittadini, persone a cui per troppo tempo è stata tolta la voce. Lotteremo al loro fianco”. Così in una nota Pierfrancesco Majorino della segreteria del Partito Democratico, responsabile Immigrazione.
Washington, 20 gen (Adnkronos) - Non è stato un blitz come quello di Mar a lago, rivelatosi determinante per la liberazione di Cecilia Sala, ma una intera giornata quella che Giorgia Meloni ha dedicato, per la seconda volta in un mese, a Donald Trump. La premier non è voluta mancare all'inauguration day del presidente americano, sottolineando quanto sia importante "dare una testimonianza della volontà di continuare e rafforzare" la relazione Italia-Usa.
E questa "testimonianza" la premier l'ha data plasticamente già di primo mattino, quando insieme alla famiglia Trump, a quella del vice presidente Vance e pochi altri, ha preso parte alla messa di 'benedizione' del neo commander in chief alla chiesa episcopale di st John, proprio di fronte alla Casa Bianca. Poi il trasferimento alla Rotonda del Campidoglio, a Capitol hill, per il giuramento spostato al chiuso a causa dell'ondata di gelo che ha stretto Washington. Con lei, oltre ai diplomatici, la fida Patrizia Scurti in delegazione.
Meloni siede sotto lo sguardo della statua di Abramo Lincoln, nei posti riservati ai capi di Stato e di governo invitati da Trump. Una sparuta elite che comprende la presidente del Consiglio (unica leader Ue) e, tra i pochi altri, il presidente argentino Javier Milei, con cui Meloni chiacchiera a lungo inquadrati più volte dalle telecamere di Fox news, che non ha perso una battuta della giornata-evento.
(Adnkronos) - A pochi passi, i 'big tech Ceo' che Trump ha voluto come ospiti vip della cerimonia e che l'hanno sostenuto nel suo cammino di ritorno alla sala ovale: Tim Cook, Jeff Bezos, Sandor Picahi, Sam Altman, Mark Zuckenberg e ovviamente Elon Musk. Sui social, è il capo delegazione di FdI-Ecr all'Europarlamento Carlo Fidanza, a Washington con un piccola pattuglia di parlamentari italiani ospiti dei Repubblicani Usa, a dare il senso politico della 'foto di Capitol hill' della Meloni: "La nostra presidente è ormai riconosciuta da tutti come l’interlocutrice privilegiata di Trump in Europa".
Nella sua valutazione del Trump day, Meloni al mattino è più ecumenica: "Penso sia molto, molto importante per una nazione come l’Italia che ha rapporti estremamente solidi con gli Stati Uniti dare una testimonianza della volontà di continuare e se mai rafforzare quella relazione in un tempo nel quale le sfide sono globali e interconnesse", spiega prima di lasciare l'albergo.
Più tardi su X augura buon lavoro a Trump e assicura: "Sono certa che l’amicizia tra le nostre Nazioni e i valori che ci uniscono continueranno a rafforzare la collaborazione tra Italia e Usa", per poi sottolineare: "L’Italia sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità".
(Adnkronos) - Per il ministro dell'Ue Tommaso Foti, la missione di Meloni a Washington "conferma il ruolo cruciale che, nel prossimo futuro, la nostra Nazione intende giocare nelle relazioni transatlantiche, ponendosi come ponte strategico tra Europa e America".
In questo contesto, e anche per il rigido protocollo che governa l'insediamento del presidente americano, si stempera anche l'attesa per un faccia a faccia Meloni-Trump, prima auspicato e poi annunciato alla vigilia anche da Fidanza. "Non era previsto, non era il contesto e non ci sarà problema a farlo in futuro", è il senso del ragionamento dell'entourage della premier. Così, direttamente lasciando ad un certo punto le lunghe celebrazioni, Meloni può salutare e tornare subito in Italia.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La decisione della Consulta che ha sancito l’ inammissibilità del referendum abrogativo sull’autonomia conferma che la riforma scritta dal ministro Calderoli è, come sapevamo, coerente e corretta nel rispetto delle previsioni costituzionali. Per cui avanti con l’iter della riforma e con i negoziati con le regioni che hanno già richiesto le prime materie ‘non Lep’, come la Lombardia. Avanti tutta con l’autonomia!”. Lo dichiara il segretario regionale della Lega Lombarda Salvini Premier e presidente dei senatori della Lega Salvini Premier, senatore Massimiliano Romeo.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La Corte Costituzionale, dichiarando inammissibile il referendum sull’autonomia, perché ‘l’oggetto e la finalità del quesito sono poco chiari’, ha bocciato l’opposizione. D’altra parte, cosa ci si può aspettare da una sinistra incapace anche di scrivere i quesiti da sottoporre ai cittadini per una consultazione popolare? Per quanto ci riguarda, noi andiamo avanti con il percorso riformatore, nell’interesse dell’Italia”. Così la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli.