Li ha ricevuti a pochi passi dal cancello della sua villa di Marina di Bibbona, in Toscana. L’incontro del chiarimento tra i deputati del Movimento 5 stelle e Beppe Grillo è durato quasi un’ora. In piedi con giacca e cappotti sul pianerottolo di casa. Non li ha invitati a entrare perché, secondo il leader, di un colloquio non c’era proprio bisogno. Poco dopo l’espulsione di Massimo Artini e Paola Pinna in sette si sono attaccati al citofono. Grillo ha fatto resistenza: “Sono stanco”, gli ha risposto. Poi è uscito per guardarli negli occhi. “Beppe mi avete rovinato la reputazione. Il blog ha detto che non restituisco i soldi. E’ falso, tutto falso”, ha detto Artini. Ma il comico non ha voluto sentire ragioni. Gli ha risposto che conosce il caso ed è stato giusto così. Gli ha detto anche che il Movimento sta bene. I deputati allora: “Siamo qui perché l’M5s è diventato un’altra cosa. Dobbiamo ricominciare e abbiamo bisogno di te”. Proprio quello che Grillo non poteva accettare di sentire: “Così mi offendete. Non vi fidate più di me? Il problema è Casaleggio?”. Un’ora di incontro per non cambiare nulla. “E’ stato un muro, un muro”, ha ripetuto il deputato Marco Baldassarre. “Siamo delusi”.
Nascosto a Marina di Bibbona, in un giorno così Grillo sperava solo di non farsi trovare. Nella villa al mare si è rifugiato perché stanco e infastidito da tutto. Perché i giornalisti tanto sarebbero andati sulla collina di Sant’Ilario a Genova per avere sue notizie. E invece lui sarebbe stato semplicemente lontano, in riva alla spiaggia. E lì l’hanno trovato i suoi attivisti, quelli che in Toscana sanno dove andarlo a cercare. Ci ha messo un’ora a convincersi a riceverli. Nel pomeriggio aveva parlato con il deputato Samuele Segoni, poi verso le 21 al telefono con Marco Baldassarre, Massimo Artini, Federica Daga, Tatiana Basilio, Silvia Benedetti. E anche a quel punto ha provato a mandarli via: “Sono stanco, non posso incontrarvi”. “Ma Beppe siamo venuti fino qui da Roma”, hanno risposto i parlamentari. E così ha deciso di aprire il cancello.
Artini: “Sul blog cose false e calunniose. Così rovinate la mia reputazione”
Il viso, i sei, lo descrivono come di ghiaccio. Un muro inflessibile che non voleva sentire ragioni e che ripeteva la storia così come è stata raccontata dal blog. Ha preso la parola Artini, espulso da poche ore ed accusato di non aver reso parte dello stipendio: “Beppe sono state scritte cose false e calunniose. Io ho restituito tutto, ho le prove dei miei rimborsi. Così mi rovinate. Rovinate la mia reputazione”. E Grillo, riportano i parlamentari, avrebbe risposto sicuro della sua versione: “E’ falso. Io conosco i rendiconti e so che non hai restituito. Non siamo passati dall’assemblea perché non avremmo avuto la maggioranza per far passare la mozione”.
Ma l’espulsione per i deputati era solo una scusa per parlare di una crisi che sentono sempre più forte. Un faccia a faccia con Grillo da soli per più di dieci minuti non ce l’hanno mai avuto, se non dopo un comizio o un’assemblea. E così questa volta lo hanno investito di pensieri e sensazioni che raccolgono da oltre un anno. E anche i malesseri di un qualcosa che tra di loro è cambiato. “Beppe non siamo più quelli del passato”, gli ha detto Baldassarre. Ma ancora non c’è stato niente da fare. “Vogliamo ricostruire il Movimento e rifarlo con te. Siamo qui a parlare perché pensiamo che tu sia il fondatore M5s. Noi siamo in parlamento grazie a te, non grazie a Casaleggio”. Grillo ascoltava, ma poi ripeteva: “Ti sbagli, ti sbagli. Questa è la tua versione. Il Movimento va alla grande e va tutto bene. In Emilia Romagna abbiamo eletto 5 consiglieri regionali”. I deputati insistevano: “Beppe noi viviamo nei Meetup e siamo sul territorio. Ti diciamo quello che vediamo e conosciamo direttamente. Devi ascoltarci. L’M5s non è più quello che era anni fa e dobbiamo intervenire”.
Grillo: “Mi offendete. Non voglio sentire che il Movimento è finito. Non vi fidate più di me?”
Grillo ha ascoltato paziente e retto il gioco del leader che non molla a metà la strategia del gruppo. Ma certe frasi non potevano non ferire lui, che quei ragazzi li ha portati in giro nelle piazze e li ha visti crescere. “Non dovete dire queste cose. Così mi offendete. Non voglio sentire che il Movimento è finito. State dicendo che non vi fidate più di me? Qual è, ragazzi, il problema? E’ Gianroberto Casaleggio?”. Eccolo il nodo: la fiducia. Un gruppo di deputati e attivisti che mette in dubbio il voto e la gestione del blog. Tutto che si mette in discussione. “No, Beppe, siamo qui proprio perché ci fidiamo di te. Siamo qui per avere un confronto”, gli hanno risposto. E poi hanno chiesto la cosa più difficile: “Perché non si può annullare l’espulsione di Massimo? Si basa su cose non vere. Non è giusto”. Ma ancora Grillo ha risposto che non c’è più niente da fare. “Vi sbagliate, va tutto bene così”. E poi li ha fatti uscire.