Un direttorio di cinque deputati: saranno punti di riferimento sul territorio e in Parlamento, parleranno con i giornalisti e si riuniranno per valutare linea e strategie. Gli iscritti del Movimento 5 stelle con il 91,7 per cento dei voti (34mila e 50 voti) hanno detto sì alla lista di nomi scelta da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Da oggi i deputati Carlo Sibilia, Carla Ruocco, Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio e Roberto Fico saranno il gruppo che rappresenterà l’M5s. “Hanno partecipato”, si legge sul blog, “alla votazione di oggi 37.127 iscritti certificati. Ha votato ‘no’ l’8,3%, pari a 3.077 voti”. “Siamo pronti”, ha scritto su Twitter Grillo, “a costruire il futuro del Movimento 5 stelle“. Ha commentato invece in modo polemico il sindaco di Parma Federico Pizzarotti: “Uno vale”, ha scritto sui social network facendo il verso al motto “Uno vale uno”. Intanto in Parlamento gli eletti si sono riuniti in assemblea per parlare della crisi interna. 

Video di Irene Buscemi

Il Movimento 5 stelle gira così una delle pagine più tormentate della sua breve storia. L’idea del direttorio era nell’aria da mesi. Complice la stanchezza dei fondatori, qualche malumore e una situazione territoriale sempre meno gestibile. Ogni volta che l’argomento era stato affrontato tra i più vicini al leader erano scoppiate le polemiche. Ieri sera però Grillo, dopo le due espulsioni a Montecitorio e dopo il confronto in piedi nella sua villa di Marina di Bibbona con una delegazione di parlamentari, ha deciso che non si poteva più aspettare. E così il secondo sondaggio nel giro di 24 ore, questa volta per incoronare i 5 deputati a delegati. “Dovranno traghettare il Movimento in questa difficile situazione”, ha detto il capogruppo Andrea Cecconi a ilfattoquotidiano.it. L’assemblea dei parlamentari esce fortemente delegittimata e da ora in poi ci saranno ancora nuove dinamiche da gestire. In serata è stata convocata un’assemblea fuori tempo massimo: si sono trovati in 40 per affrontare il tema espulsioni e voto online. Ma gli scontri sono cominciati quasi subito. La deputata Maria Edera Spadoni ha chiesto di votare l’uscita di tutti i collaboratori dall’Aula. Tra loro anche lo staff della comunicazione (Rocco Casalino, Ilaria Loquenzi e Silvia Virgulti). “Ha chiesto che uscissimo”, ha scritto il collaboratore Lorenzo Andraghetti su Facebook, “dato che alcuni di noi spalano merda sull’M5S (a detta di Spadoni). Ho chiesto che facesse i nomi di questi e l’Onorevole mi ha risposto: ‘Tu, per esempio’. Non mi è stata concessa replica. Siamo dovuti uscire e così sono stati penalizzati anche i miei colleghi. La Spadoni dimentica che se restano a quest’ora in assemblea è perché sono anche attivisti, oltre che collaboratori”.

I cinque deputati nominati sono considerati tra i “fedelissimi” del Movimento. Alessandro Di Battista è vicepresidente della Commissione esteri e da sempre è visto come uno dei potenziali leader del gruppo. Al suo fianco naturalmente Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e il protagonista dei tavoli di trattativa con Matteo Renzi sulla legge elettorale. Poi Roberto Fico, presidente della Commissione di Vigilanza Rai, ha sulle spalle una lunga lite sul territorio con il senatore Bartolomeo Pepe che dopo gli scontri ha deciso di lasciare il gruppo. A sorpresa Grillo nomina anche Carlo Sibilia, segretario della commissione Esteri, che sui giornali è già finito per qualche scivolone. Nella lista c’è anche una donna: Carla Ruocco, deputata della commissione Finanze. A far rumore sono soprattutto gli assenti: mancano i senatori, mancano i rappresentanti di altre regioni che non siano Lazio o Campania, e mancano nomi che avrebbero giurato di essere nel cerchio magico (da Vito Crimi a Danilo Toninelli fino a Riccardo Fraccaro e Paola Taverna).

I problemi ora sono in Parlamento. Dissidenti assopiti nei mesi scorsi, ora tornano a proporre l’ipotesi separazione. L’espulsione di Massimo Artini ha riacceso vecchie polemiche. E come se non bastasse, vedere che i fedelissimi contro cui spesso in Parlamento hanno polemizzato sono incoronati nel direttorio, va a riaprire vecchie ferite. E così in tanti hanno deciso di esporsi. Tancredi Turco, Tiziana Ciprini, Tatiana Basilio, Marco Baldassarre, Giulia Sarti, Elisa Bulgarelli, Walter Rizzetto. La lista è lunga e tutti sollevano polemiche e chiedono risposte. I critici si sono incontrati nelle ultime ore, a gruppi piccoli, ma si sono visti. La strategia comune non c’è. Solo in due, Dino Alberti e Daniele Pesco, hanno promesso che si dimetteranno, gli altri aspettano. Il primo appuntamento è quello del 7 dicembre prossimo. Federico Pizzarotti incontra attivisti e parlamentari a Parma per parlare del suo lavoro. Ma dietro c’è molto altro: ci andranno i parlamentari più critici e i malcontenti. E si conteranno.

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