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Olio di palma, raccolte 51mila firme per eliminarlo dalle forniture pubbliche

Grande seguito per la petizione lanciata da "ilfattoalimentare.it" su Change.org: "E' il grasso principale di quasi tutte le merendine, i biscotti, gli snack dolci e salati, le creme" ed è "dannoso per la salute". Per questo non deve essere contenuto nei cibi utilizzati in "mense scolastiche, ospedaliere e aziendali"
Olio di palma, raccolte 51mila firme per eliminarlo dalle forniture pubbliche
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Una petizione per dire “no all’olio di palma”. Sta riscuotendo grande successo la raccolta firme lanciata da ilfattoalimentare.it su Change.org per limitare l’uso del prodotto utilizzato da circa il 95% delle aziende italiane del settore agroalimentare. Questo ingrediente, che fino a oggi veniva “nascosto” sotto la dicitura “olii e grassi vegetali”, dal 13 dicembre apparirà sulle etichette dei cibi italiani. Un utilizzo così ricorrente dell’olio di palma, secondo quanto si legge nella petizione inviata alle principali aziende italiane, può risultare dannoso per la salute: “E’ il grasso principale di quasi tutte le merendine, i biscotti, gli snack dolci e salati, le creme“, scrivono i promotori.

Per questi motivi, la petizione, che si rivolge, oltre alle aziende, anche al ministero della Salute chiede di escludere dalle forniture pubbliche alimenti che contengano questo ingrediente, inserendo la rinuncia tra le clausole per aggiudicarsi gli appalti “per l’approvvigionamento delle mense scolastiche, ospedaliere e aziendali, nonché dei distributori automatici collocati in scuole e pubblici edifici”. Inoltre, si chiede ai supermercati di escludere dai prodotti con il loro marchio l’olio di palma.

Ad appoggiare la campagna sono già 51mila firmatari che vedono nell’ingrediente un’insidia alla salute degli italiani. Il suo ampio utilizzo è dovuto al costo decisamente basso e alle sue caratteristiche che permettono ai produttori di sostituirlo al burro. Olio di palma è, dice ilfattoalimentare.it, sinonimo di  “rapina delle terre e di deportazione di milioni di famiglie africane e asiatiche (land grabbing). È inoltre causa primaria della deforestazione di aree boschive (prima causa di emissioni di Co2 nel sud-est asiatico) e della devastazione degli habitat naturali per lasciare spazio alle monocolture come quelle della palma da olio”.

Ai motivi di tipo etico si uniscono anche quelli riguardanti la salute: “Secondo i nutrizionisti – continuano – l’assunzione giornaliera di dosi elevate di questo ingrediente può risultare dannosa per la salute a causa della presenza dei grassi saturi. Questa ipotesi si verifica più spesso di quanto si creda, visto che il palma si trova nella maggior parte degli alimenti trasformati, soprattutto in quelli più consumati dai giovani. Anche se in Italia non esistono studi sul consumo pro-capite, i nutrizionisti consigliano di limitarne l’assunzione, in particolare ai bambini che sono i più esposti”.

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