Le stime sulla platea che potrà beneficiare del bonus Irpef di 80 euro “non risulta verificabile in modo puntuale”. Sarebbe inoltre “auspicabile” un approfondimento per riscontrare come sia stata individuata la spesa. E’ solo il primo dei tanti dubbi mossi dai tecnici del servizio Bilancio di palazzo Madama alla legge di Stabilità che spaziano appunto dalla stabilizzazione del bonus di 80 euro a quello per i bebè, passando per la classificazione delle entrate dalla lotta all’evasione e i proventi dalla cessione di radiofrequenze. Buona parte, benché non tutti, frutto delle modifiche apportate al testo dalla Camera.
I CONTI SENZA L’OSTE PER GLI 80 EURO E IL 5 PER MILLE – La norma ha navigato immutata da governo a Camera e Senato, ma sono stati i tecnici di Palazzo Madama ad avere paura che il numero degli italiani titolati a ricevere gli 80 euro aumenti in modo esponenziale senza che ci siano le risorse per erogarlo. “Si osserva che la quantificazione della relazione tecnica, essendo stata elaborata sulla base di un modello di microsimulazione, non risulta verificabile in modo puntuale – scrivono i tecnici in dettaglio -. Sarebbe quantomeno opportuno acquisire rassicurazioni in merito al fatto che siano stati adeguatamente considerati possibili cambiamenti, nel tempo, della numerosità dei diversi insiemi dei soggetti interessati, con particolare riferimento a quanti risultano situati in prossimità delle soglie individuate dalle disposizioni ai fini della fruizione del beneficio”. La considerazione di detto elemento, è il dubbio centrale, “non appare in modo esplicito dall’osservazione dell’andamento dell’onere, che è costante nel tempo a decorrere dal 2015”.
Senza contare che manca la relazione tecnica sulle norme che riguardano: la non cumulabilità del bonus Irpef con gli incentivi fiscali per il rientro dei cervelli; la proroga al 2015 della compensazione debiti fiscali-crediti delle imprese con la Pa; deducibilità a 7 euro per i buoni pasto elettronici. Per quanto riguarda la norma sul rientro dei cervelli i tecnici del Senato sottolineano che “si evidenzia che la disposizione appare suscettibile di determinare effetti finanziari, da quantificare ai sensi della legge di contabilità, pur se di entità verosimilmente non rilevante”. Quanto alla compensazione debiti-crediti “si osserva che, come rilevato per la norma originaria, la disposizione appare suscettibile di dare luogo ad un flusso di cassa non coincidente, per importi e tempi di definizione, con i flussi finanziari che si sarebbero determinati a legislazione vigente, con possibile incidenza sul fabbisogno; profili, questi, in merito ai quali è necessario acquisire dal governo elementi informativi al fine di verificare, per quanto possibile, se dalla prefigurata attuazione possa derivare un qualche rischio di squilibrio finanziario“.
Problemi analoghi per il 5 per mille. “Si osserva che aver reso permanente il riparto della quota del cinque per mille dell’Irpef in base alle scelte del contribuente, mal si concilia con il tetto di spesa recato dalla disposizione a decorrere dal 2015. Infatti, le scelte dei contribuenti potrebbero variare nel tempo determinando anche la variabilità dei relativi oneri”. Di conseguenza “la mancata rispondenza dell’onere rispetto al fabbisogno finanziario derivante dalle opzioni espresse dai contribuenti potrebbe determinare in futuro la necessità di integrare lo stanziamento in parola”.
TAGLIO DELL’IRAP, TFR ED ECOBONUS – Il dubbio s’insinua anche sul fronte della decantata deduzione del costo del lavoro dall’Irap: “In un’ottica di stima prudenziale” il rischio, evidenziano i tecnici, è quello di un “minor gettito. Pertanto si chiedono chiarimenti”. Film analogo per il Tfr in busta paga a riguardo del quale la relazione tecnica non fornisce alcun “dato che consenta una verifica puntuale dell’impatto della disposizione. Infatti, pur indicando i parametri relativi alla possibile ipotesi di richiesta di liquidazione del Tfr in busta paga con riferimento alla dimensione aziendale, non evidenzia l’importo complessivo sul quale poi effettivamente si stima il maggior gettito fiscale, così come non fornisce informazioni in merito all’aliquota marginale utilizzata per il calcolo”. Non solo. “Appare necessario acquisire dal governo chiarimenti circa gli eventuali effetti finanziari derivanti dalla garanzia, di ultima istanza, prestata dallo Stato al credito agevolato per le imprese con meno di 49 addetti che ne facciano richiesta”. E ancora. “Ulteriori chiarimenti appaiono necessari circa gli effetti sui saldi di finanza pubblica della quota di 100 milioni di euro per il 2015, atteso che la stessa viene imputata interamente al 2015 per quanto riguarda l’indebitamento, frazionandosi in quote annue di 10 milioni di euro nel triennio 2015-2017 per quanto riguarda il fabbisogno”. Tra le norme poi che finiscono nel mirino del Servizio bilancio spunta anche l’Ecobonus: “Gli effetti positivi sul gettito sono riferibili interamente al primo anno, il 2015. Nell’eventualità che la quantificazione del loro ammontare risultasse sovrastimata – mettono in risalto gli esperti – si verificherebbe dunque uno squilibrio finanziario“.
TROPPE ATTESE DALLA LOTTA ALL’EVASIONE – Dubbi, poi, sulla possibilità di utilizzare le somme recuperate attraverso la lotta dell’evasione fiscale per le coperture della legge di Stabilità. In particolare, per quanto riguarda le norme che estendono il reverse charge e introducono lo split payment, il servizio Bilancio ricorda che la legge di contabilità vieta la possibilità di utilizzare misure una tantum, come la stima di maggiori entrate Iva, a fini di copertura della manovra. In merito alla stima delle maggiori entrate derivanti dallo split payment, inoltre, si osserva che questa “non sembra sufficientemente improntata a criteri di prudenza”. Da un primo confronto “emergerebbe una potenziale sovrastima del recupero di gettito”.
Problemi tecnici anche sulla cessione delle frequenze. “Si osserva che i proventi da cessione di radiofrequenze sono considerate entrate una tantum e che il loro utilizzo per escludere le spese relative al cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali comunitari ai fini del patto di stabilità delle Regioni, potrebbe determinare un peggioramento dell’indebitamento strutturale, indipendentemente dalla coincidenza dell’esercizio finanziario in cui le entrate e le relative spese saranno realizzate. Sul punto andrebbe acquisita una valutazione del governo“, scrivono i tecnici. La misura a cui si riferiscono è il comma 107 della Stabilità, modificato dalla Camera, che prevede che, per l’anno 2015, le spese relative al cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali comunitari non rilevino, ai fini del patto di stabilità delle Regioni, per un importo pari ai proventi derivanti dall’assegnazione di diritti d’uso di frequenze radioelettriche, nel limite di 700 milioni di euro.
IL PASTICCIO DEI FONDI PER IL MADE IN ITALY – Con la misura introdotta alla Camera sul Made in Italy vengono utilizzati i fondi dei ministeri ma “si osserva che il capitolo 7034 del Mise (per quanto attiene all’esercizio 2015) e il capitolo 2350 del Mipaaf (per quanto attiene agli esercizi 2015 e 2016) verrebbero azzerati dalla norma in esame” e che “appare necessario acquisire un chiarimento dal governo al fine di escludere che l’utilizzo dei Fondi, destinati al ripiano di debiti accertati, possa interessare risorse appostate per pagamenti dovuti, il che potrebbe determinare tensioni su tale linea di finanziamento, con possibili effetti onerosi per la finanza pubblica”, è la nota.
Problematica anche la deroga ai limiti della spesa di personale con contratto a tempo determinato prevista per l’Expo 2015 in base a un’altra modifica apportata dalla Camera. La novità, secondo i tecnici, “potrebbe rendere più gravoso il conseguimento degli obiettivi del patto di stabilità interno degli enti interessati o quantomeno spostare su altre voci di spesa il conseguimento dei risparmi richiesti sulla spesa di personale in parola”.
BONUS BEBE’ SOVRASTIMATI – Pasticcio o eccesso di pessimismo, invece, per il bonus bebè che, in seguito alle modifiche apportate dalla Camera al disegno di Legge, con la restrizione della platea e il collegamento del bonus a un indice Isee di 25mila euro contro il tetto iniziale di 90mila euro, “si osserva che la quantificazione dell’onere, sulla base del livello del beneficio unitario, implica una platea di beneficiari pari a circa 420.000 nati all’anno. Considerando che le nascite nel 2013 sono state 514.000, a cui vanno aggiunte 4.000 adozioni, i restrittivi criteri economici posti per accedere al beneficio consentono di presumere che la platea dei beneficiari implicitamente scontata dalla relazione tecnica sia sovrastimata“. Il dossier sottolinea quindi che nella relazione tecnica manca anche questa modifica fatta alla Camera ma “il comma 98 reca ancora la previsione dell’onere riferita al testo iniziale, che pertanto è da ritenersi incongrua e sovrabbondante, salvo non si fossero determinati errori rilevanti nella prima stima”.
Sullo sfondo la richiesta di Ncd di un’ulteriore stretta sulle partecipate pubbliche, anche alla luce del caso Roma. “La questione delle partecipate va affrontata una volta per tutte. Il governo non può continuare a rinviare, di decreto in decreto, un tema tanto importante. Il Nuovo centrodestra lo chiede da mesi ed ha presentato innumerevoli emendamenti, sia al decreto Pa che alla legge di Stabilità, tutti volti a ridurre drasticamente le 8mila partecipate esistenti. Si tratta di un vero e proprio apparato elefantiaco, che in molti casi non genera servizi per i cittadini ma solo poltrone nei cda ad uso di qualcuno. Dunque, è ora di darci un taglio”, ha dichiarato in una nota Nunzia De Girolamo, capogruppo Ncd alla Camera. “Il caso di Roma dimostra che avevamo ed abbiamo ragione ed il governo non può più ignorare la questione. Per questo, il Nuovo centrodestra presenterà per l’ennesima volta emendamenti alla legge di Stabilità al Senato, per chiedere una drastica riduzione delle partecipate, che porterebbe ad un risparmio di 12 miliardi di euro. La spesa pubblica improduttiva va tagliata senza se e senza ma, se vogliamo liberare risorse e reinvestirle lì dove servono”, ha continuato. “Oggi c’è un’emergenza legalità e non si può continuare a girare la testa dall’altra parte, o peggio, nasconderla sotto la sabbia – è stata la conclusione – Vediamo se, questa volta, il governo accoglierà le nostre istanze. I giustizialisti del Pd renziano, che prima si dicevano imbarazzati, si sono risvegliati improvvisamente garantisti. La cosa ci fa immensamente piacere, ma questa volta ci aspettiamo fatti non parole”.
La partita, in ogni caso, si aprirà martedì 9 dicembre, data fissata per il termine degli emendamenti, mentre le votazioni cominceranno giovedì 11. Il testo dovrebbe arrivare il 16 o il 17 in Aula, dove il via libera è prevedibile il 19-20 dicembre. Intanto, però, è arrivata una nuova doccia fredda dall’Europa. Il vicepresidente della Commissione Ue Jyrki Katainen, intervenuto alla riunione dei ministri Ue presieduta da Federica Guidi, ha fatto sapere che gli unici investimenti che saranno esclusi dal Patto di stabilità saranno i contributi degli Stati membri al nuovo fondo per gli investimenti del Piano Juncker. Non è prevista nessun’altra golden rule. E non ci saranno attribuzioni di quote nazionali per i finanziamenti che il fondo renderà disponibili. Ancora in mattinata l’Italia puntava su una “nuova politica degli investimenti” in base a cui, ha affermato il sottosegretario Sandro Gozi, “devono essere scomputati dal Patto anche i cofinanziamenti nazionali e regionali per la politica di coesione”. Katainen non ha però lasciato molto margine di dubbio. Se da un lato ha confermato che il contributo volontario degli stati al fondo d’investimenti per il Piano Juncker funzionerà come la partecipazione al fondo salva stati Esm e quindi “non avrà nessun impatto” sui bilanci, dall’altro ha assicurato che la golden rule “non fa parte del pacchetto”. Questo, infatti, ha continuato, implicherebbe “cambiare il Patto” di stabilità e “non credo che cambierà ora”, anche perché “è molto difficile identificare quali sono i progetti che possono essere scomputati dal calcolo del deficit”. Sarà l’Ecofin, martedì 9, a occuparsi del Piano Juncker e a valutare i risultati preliminari della task force per l’identificazione dei progetti papabili ma, ha avvertito Katainen, “non tutti saranno finanziati”. E “non sarà il caso” nemmeno di quote nazionali o regionali per l’assegnazione degli investimenti, perché il nuovo fondo “funzionerà come la Bei” per cui i vincitori verranno selezionati in base al “merito”. Al momento “ci sono state alcune telefonate interessanti” da parte di diversi Paesi per contribuire con una propria quota al nuovo fondo, “ma resto con i piedi per terra, in ogni caso quanto è già a disposizione è sufficiente”.
Economia
Legge di Stabilità, i conti che non tornano dopo le modifiche della Camera
Dalle stime sui titolati al bonus di 80 euro, ai conti che non tornano sulla stabilizzazione del 5 per mille, sul taglio dell'Irap e sul Tfr in busta. Le pulci dei tecnici del Senato alla manovra
Le stime sulla platea che potrà beneficiare del bonus Irpef di 80 euro “non risulta verificabile in modo puntuale”. Sarebbe inoltre “auspicabile” un approfondimento per riscontrare come sia stata individuata la spesa. E’ solo il primo dei tanti dubbi mossi dai tecnici del servizio Bilancio di palazzo Madama alla legge di Stabilità che spaziano appunto dalla stabilizzazione del bonus di 80 euro a quello per i bebè, passando per la classificazione delle entrate dalla lotta all’evasione e i proventi dalla cessione di radiofrequenze. Buona parte, benché non tutti, frutto delle modifiche apportate al testo dalla Camera.
I CONTI SENZA L’OSTE PER GLI 80 EURO E IL 5 PER MILLE – La norma ha navigato immutata da governo a Camera e Senato, ma sono stati i tecnici di Palazzo Madama ad avere paura che il numero degli italiani titolati a ricevere gli 80 euro aumenti in modo esponenziale senza che ci siano le risorse per erogarlo. “Si osserva che la quantificazione della relazione tecnica, essendo stata elaborata sulla base di un modello di microsimulazione, non risulta verificabile in modo puntuale – scrivono i tecnici in dettaglio -. Sarebbe quantomeno opportuno acquisire rassicurazioni in merito al fatto che siano stati adeguatamente considerati possibili cambiamenti, nel tempo, della numerosità dei diversi insiemi dei soggetti interessati, con particolare riferimento a quanti risultano situati in prossimità delle soglie individuate dalle disposizioni ai fini della fruizione del beneficio”. La considerazione di detto elemento, è il dubbio centrale, “non appare in modo esplicito dall’osservazione dell’andamento dell’onere, che è costante nel tempo a decorrere dal 2015”.
Senza contare che manca la relazione tecnica sulle norme che riguardano: la non cumulabilità del bonus Irpef con gli incentivi fiscali per il rientro dei cervelli; la proroga al 2015 della compensazione debiti fiscali-crediti delle imprese con la Pa; deducibilità a 7 euro per i buoni pasto elettronici. Per quanto riguarda la norma sul rientro dei cervelli i tecnici del Senato sottolineano che “si evidenzia che la disposizione appare suscettibile di determinare effetti finanziari, da quantificare ai sensi della legge di contabilità, pur se di entità verosimilmente non rilevante”. Quanto alla compensazione debiti-crediti “si osserva che, come rilevato per la norma originaria, la disposizione appare suscettibile di dare luogo ad un flusso di cassa non coincidente, per importi e tempi di definizione, con i flussi finanziari che si sarebbero determinati a legislazione vigente, con possibile incidenza sul fabbisogno; profili, questi, in merito ai quali è necessario acquisire dal governo elementi informativi al fine di verificare, per quanto possibile, se dalla prefigurata attuazione possa derivare un qualche rischio di squilibrio finanziario“.
Problemi analoghi per il 5 per mille. “Si osserva che aver reso permanente il riparto della quota del cinque per mille dell’Irpef in base alle scelte del contribuente, mal si concilia con il tetto di spesa recato dalla disposizione a decorrere dal 2015. Infatti, le scelte dei contribuenti potrebbero variare nel tempo determinando anche la variabilità dei relativi oneri”. Di conseguenza “la mancata rispondenza dell’onere rispetto al fabbisogno finanziario derivante dalle opzioni espresse dai contribuenti potrebbe determinare in futuro la necessità di integrare lo stanziamento in parola”.
TAGLIO DELL’IRAP, TFR ED ECOBONUS – Il dubbio s’insinua anche sul fronte della decantata deduzione del costo del lavoro dall’Irap: “In un’ottica di stima prudenziale” il rischio, evidenziano i tecnici, è quello di un “minor gettito. Pertanto si chiedono chiarimenti”. Film analogo per il Tfr in busta paga a riguardo del quale la relazione tecnica non fornisce alcun “dato che consenta una verifica puntuale dell’impatto della disposizione. Infatti, pur indicando i parametri relativi alla possibile ipotesi di richiesta di liquidazione del Tfr in busta paga con riferimento alla dimensione aziendale, non evidenzia l’importo complessivo sul quale poi effettivamente si stima il maggior gettito fiscale, così come non fornisce informazioni in merito all’aliquota marginale utilizzata per il calcolo”. Non solo. “Appare necessario acquisire dal governo chiarimenti circa gli eventuali effetti finanziari derivanti dalla garanzia, di ultima istanza, prestata dallo Stato al credito agevolato per le imprese con meno di 49 addetti che ne facciano richiesta”. E ancora. “Ulteriori chiarimenti appaiono necessari circa gli effetti sui saldi di finanza pubblica della quota di 100 milioni di euro per il 2015, atteso che la stessa viene imputata interamente al 2015 per quanto riguarda l’indebitamento, frazionandosi in quote annue di 10 milioni di euro nel triennio 2015-2017 per quanto riguarda il fabbisogno”. Tra le norme poi che finiscono nel mirino del Servizio bilancio spunta anche l’Ecobonus: “Gli effetti positivi sul gettito sono riferibili interamente al primo anno, il 2015. Nell’eventualità che la quantificazione del loro ammontare risultasse sovrastimata – mettono in risalto gli esperti – si verificherebbe dunque uno squilibrio finanziario“.
TROPPE ATTESE DALLA LOTTA ALL’EVASIONE – Dubbi, poi, sulla possibilità di utilizzare le somme recuperate attraverso la lotta dell’evasione fiscale per le coperture della legge di Stabilità. In particolare, per quanto riguarda le norme che estendono il reverse charge e introducono lo split payment, il servizio Bilancio ricorda che la legge di contabilità vieta la possibilità di utilizzare misure una tantum, come la stima di maggiori entrate Iva, a fini di copertura della manovra. In merito alla stima delle maggiori entrate derivanti dallo split payment, inoltre, si osserva che questa “non sembra sufficientemente improntata a criteri di prudenza”. Da un primo confronto “emergerebbe una potenziale sovrastima del recupero di gettito”.
Problemi tecnici anche sulla cessione delle frequenze. “Si osserva che i proventi da cessione di radiofrequenze sono considerate entrate una tantum e che il loro utilizzo per escludere le spese relative al cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali comunitari ai fini del patto di stabilità delle Regioni, potrebbe determinare un peggioramento dell’indebitamento strutturale, indipendentemente dalla coincidenza dell’esercizio finanziario in cui le entrate e le relative spese saranno realizzate. Sul punto andrebbe acquisita una valutazione del governo“, scrivono i tecnici. La misura a cui si riferiscono è il comma 107 della Stabilità, modificato dalla Camera, che prevede che, per l’anno 2015, le spese relative al cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali comunitari non rilevino, ai fini del patto di stabilità delle Regioni, per un importo pari ai proventi derivanti dall’assegnazione di diritti d’uso di frequenze radioelettriche, nel limite di 700 milioni di euro.
IL PASTICCIO DEI FONDI PER IL MADE IN ITALY – Con la misura introdotta alla Camera sul Made in Italy vengono utilizzati i fondi dei ministeri ma “si osserva che il capitolo 7034 del Mise (per quanto attiene all’esercizio 2015) e il capitolo 2350 del Mipaaf (per quanto attiene agli esercizi 2015 e 2016) verrebbero azzerati dalla norma in esame” e che “appare necessario acquisire un chiarimento dal governo al fine di escludere che l’utilizzo dei Fondi, destinati al ripiano di debiti accertati, possa interessare risorse appostate per pagamenti dovuti, il che potrebbe determinare tensioni su tale linea di finanziamento, con possibili effetti onerosi per la finanza pubblica”, è la nota.
Problematica anche la deroga ai limiti della spesa di personale con contratto a tempo determinato prevista per l’Expo 2015 in base a un’altra modifica apportata dalla Camera. La novità, secondo i tecnici, “potrebbe rendere più gravoso il conseguimento degli obiettivi del patto di stabilità interno degli enti interessati o quantomeno spostare su altre voci di spesa il conseguimento dei risparmi richiesti sulla spesa di personale in parola”.
BONUS BEBE’ SOVRASTIMATI – Pasticcio o eccesso di pessimismo, invece, per il bonus bebè che, in seguito alle modifiche apportate dalla Camera al disegno di Legge, con la restrizione della platea e il collegamento del bonus a un indice Isee di 25mila euro contro il tetto iniziale di 90mila euro, “si osserva che la quantificazione dell’onere, sulla base del livello del beneficio unitario, implica una platea di beneficiari pari a circa 420.000 nati all’anno. Considerando che le nascite nel 2013 sono state 514.000, a cui vanno aggiunte 4.000 adozioni, i restrittivi criteri economici posti per accedere al beneficio consentono di presumere che la platea dei beneficiari implicitamente scontata dalla relazione tecnica sia sovrastimata“. Il dossier sottolinea quindi che nella relazione tecnica manca anche questa modifica fatta alla Camera ma “il comma 98 reca ancora la previsione dell’onere riferita al testo iniziale, che pertanto è da ritenersi incongrua e sovrabbondante, salvo non si fossero determinati errori rilevanti nella prima stima”.
Sullo sfondo la richiesta di Ncd di un’ulteriore stretta sulle partecipate pubbliche, anche alla luce del caso Roma. “La questione delle partecipate va affrontata una volta per tutte. Il governo non può continuare a rinviare, di decreto in decreto, un tema tanto importante. Il Nuovo centrodestra lo chiede da mesi ed ha presentato innumerevoli emendamenti, sia al decreto Pa che alla legge di Stabilità, tutti volti a ridurre drasticamente le 8mila partecipate esistenti. Si tratta di un vero e proprio apparato elefantiaco, che in molti casi non genera servizi per i cittadini ma solo poltrone nei cda ad uso di qualcuno. Dunque, è ora di darci un taglio”, ha dichiarato in una nota Nunzia De Girolamo, capogruppo Ncd alla Camera. “Il caso di Roma dimostra che avevamo ed abbiamo ragione ed il governo non può più ignorare la questione. Per questo, il Nuovo centrodestra presenterà per l’ennesima volta emendamenti alla legge di Stabilità al Senato, per chiedere una drastica riduzione delle partecipate, che porterebbe ad un risparmio di 12 miliardi di euro. La spesa pubblica improduttiva va tagliata senza se e senza ma, se vogliamo liberare risorse e reinvestirle lì dove servono”, ha continuato. “Oggi c’è un’emergenza legalità e non si può continuare a girare la testa dall’altra parte, o peggio, nasconderla sotto la sabbia – è stata la conclusione – Vediamo se, questa volta, il governo accoglierà le nostre istanze. I giustizialisti del Pd renziano, che prima si dicevano imbarazzati, si sono risvegliati improvvisamente garantisti. La cosa ci fa immensamente piacere, ma questa volta ci aspettiamo fatti non parole”.
La partita, in ogni caso, si aprirà martedì 9 dicembre, data fissata per il termine degli emendamenti, mentre le votazioni cominceranno giovedì 11. Il testo dovrebbe arrivare il 16 o il 17 in Aula, dove il via libera è prevedibile il 19-20 dicembre. Intanto, però, è arrivata una nuova doccia fredda dall’Europa. Il vicepresidente della Commissione Ue Jyrki Katainen, intervenuto alla riunione dei ministri Ue presieduta da Federica Guidi, ha fatto sapere che gli unici investimenti che saranno esclusi dal Patto di stabilità saranno i contributi degli Stati membri al nuovo fondo per gli investimenti del Piano Juncker. Non è prevista nessun’altra golden rule. E non ci saranno attribuzioni di quote nazionali per i finanziamenti che il fondo renderà disponibili. Ancora in mattinata l’Italia puntava su una “nuova politica degli investimenti” in base a cui, ha affermato il sottosegretario Sandro Gozi, “devono essere scomputati dal Patto anche i cofinanziamenti nazionali e regionali per la politica di coesione”. Katainen non ha però lasciato molto margine di dubbio. Se da un lato ha confermato che il contributo volontario degli stati al fondo d’investimenti per il Piano Juncker funzionerà come la partecipazione al fondo salva stati Esm e quindi “non avrà nessun impatto” sui bilanci, dall’altro ha assicurato che la golden rule “non fa parte del pacchetto”. Questo, infatti, ha continuato, implicherebbe “cambiare il Patto” di stabilità e “non credo che cambierà ora”, anche perché “è molto difficile identificare quali sono i progetti che possono essere scomputati dal calcolo del deficit”. Sarà l’Ecofin, martedì 9, a occuparsi del Piano Juncker e a valutare i risultati preliminari della task force per l’identificazione dei progetti papabili ma, ha avvertito Katainen, “non tutti saranno finanziati”. E “non sarà il caso” nemmeno di quote nazionali o regionali per l’assegnazione degli investimenti, perché il nuovo fondo “funzionerà come la Bei” per cui i vincitori verranno selezionati in base al “merito”. Al momento “ci sono state alcune telefonate interessanti” da parte di diversi Paesi per contribuire con una propria quota al nuovo fondo, “ma resto con i piedi per terra, in ogni caso quanto è già a disposizione è sufficiente”.
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Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Il momento più stressante? Quando i Duran Duran si sono presentati con un tir di strumenti loro e durante uno stacco pubblicitario abbiamo dovuto fare un miracolo per portare sul palco e collegare tutto. Ma ci siamo riusciti. Perché al lavoro sul festival c'è una squadra incredibile, tecnici di eccellenza". A parlare con grande orgoglio del lavoro fatto su Sanremo 2025 è Pippo Balistreri, direttore di palco del festival dal 1981: "Mi chiamò Ravera. Io facevo il dj. La mia fortuna fu parlare le lingue. Arrivarono i Dire Straits e nessuno riusciva a comunicarci, tranne io. Lì è iniziato tutto", racconta Balistreri in un'intervista all'Adnkronos.
Quest'anno con 29 artisti in gara, più le 4 Nuove Proposte, e una serata cover con oltre 140 artisti sul palco, il lavoro è stato frenetico: "A Sanremo tutte le edizioni sono impegnative. Certo la serata cover è sempre quella che ci mette più alla prova, con tutti quegli artisti ospiti, molti con strumenti sul palco. Dietro le quinte c'è un traffico che nemmeno nelle metropoli all'ora di punta". L'unico disguido è successo con Bresh e De André: "Sì ma la reazione di Cristiano De André non è stata carina, anche perché il body pack si era staccato perché lui si era mosso sullo sgabello. Può succedere e bisogna avere rispetto di chi lavora ai ritmi in cui si lavora a Sanremo. Non mi è piaciuto", sottolinea senza giri di parole. Così come, in maniera molto schietta, dice di non essere contento della vittoria di Olly: "Una vittoria muscolare. Musicalmente c'era di meglio", afferma. E confessa quello che sarebbe stato il suo podio ideale: "Giorgia al primo posto, Gabbani al secondo e Achille Lauro al terzo".
"Il momento più bello del festival? Per me il duetto di Giorgia con Annalisa sulle note di 'Skyfall'. Una performance stupenda. Ho fatto i complimenti a Giorgia, il suo festival è stato bellissimo. E non sono l'unico a pensare che meritasse lei la vittoria visto il boato di disapprovazione che si è sentito all'Ariston dopo l'annuncio della cinquina finalista che non prevedeva né lei né Lauro. Un peccato", insiste.
Negli ultimi due anni, Balistreri, a chi glielo ha chiesto subito dopo la fine del festival, ha detto che sarebbe stato il suo ultimo Sanremo. Ma a richiederglielo oggi, con qualche giorno di decompressione, la risposta cambia: "La domenica sono esausto e dico sempre: 'mai più'. Finiamo alle 2, andiamo a cena, andiamo a dormire alle 4, e io alle 9.30 sono di nuovo in piedi per andare alle prove. Impegnativo. Ma, se me lo chiederanno ancora, vedremo. Negli ultimi anni la Rai mi ha affiancato dei giovani, è normale che prima o poi ci sia un passaggio di consegne", dice senza sciogliere la riserva sul prossimo anno.
Di una cosa però Balistreri è certo: "Un festival di Sanremo fuori dalla Rai non ce lo vedo proprio. Nessuno può avere una competenza, un know how come quello accumulato da questa azienda. E questo dovrà pure pesare. I materiali e la tecnica della Rai su questo fronte non hanno eguali, non solo in Italia". (di Antonella Nesi)
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Nei mesi che hanno preceduto le elezioni, tutte le volte che mi chiedevano di spiegare il punto del programma, io ho ribadito, con la massima intensità, l'importanza del ruolo che rivestono tutti gli addetti alla segreteria, i segretari, i direttori e i greenkeeper, che rappresentano la spina dorsale dei circoli. Il pannello che abbiamo realizzato per l'allestimento della tenda federale recita 'Federazione Italiana Golf A.i.t.g Insieme per la crescita del golf italiano' e qua tocchiamo il punto saliente di quello che dovrà essere il lavoro del prossimo mandato anno: la massima collaborazione e il dialogo fra tutti gli attori principali del mondo del golf, in particolare con i circoli, di cui A.i.t.g inevitabilmente è anche espressione per il lavoro quotidiano che svolge". E' quanto affermato dal presidente della Federazione Italiana Golf-Fig, Cristiano Cerchiai, durante la conferenza dal titolo 'Novità del settore, migliori pratiche per l’irrigazione, adempimenti e sicurezza sul lavoro in un campo da golf', convegno a cura di A.i.t.g. Associazione italiana tecnici del golf, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, l’appuntamento professionale tra i più importanti al mondo per le filiere del florovivaismo, in programma a Fiera Milano Rho, dal 19 al 21 febbraio 2025.
"Se mi avete sentito dire, durante la fase di campagna, che dal punto di vista tecnico i professionisti rappresentano gli ambasciatori del golf, per coloro che si approcciano per la prima volta al nostro mondo, è anche vero, dall'altro lato, che addetti alla segreteria e i direttori rappresentano le prime persone che noi incontriamo quando varchiamo la soglia di un circolo e sono i nostri riferimenti all'interno di esso -spiega Cerchiai-. Vorrei spendere due parole a vantaggio e a favore di coloro che svolgono molto spesso un lavoro oscuro che sono i greenkeeper, che raramente vedono le lu ci della ribalta, ma ci mettono costantemente in condizione di giocare sfruttando le condizioni migliori del nostro campo".
“Tra i punti del programma e ancora una volta la collaborazione con A.i.t.g sarà molto forte, vi è sicuramente quel ruolo importantissimo che i tecnici A.i.t.g rivestono nella formazione delle figure professionali all'interno della Scuola nazionale di golf - continua - Lavoreremo con loro, ho già cominciato a parlarne per un aggiornamento dei programmi e anche per introdurre un percorso di formazione continua, come peraltro avviene già in molte altre realtà professionali, per esempio la mia”.
“Non posso, quindi, che ringraziare ancora una volta il coordinatore della sezione, il segretario e direttore Davide Lantos e l'altro coordinatore Corrado Graglia, per il lavoro che fino ad oggi abbiamo svolto e per cui a volte dovremo svolgere ancora. A tutta l’A.i.t.g e ai suoi rappresentanti ricordo che dovremo mettere in campo il nostro massimo impegno e la nostra massima collaborazione per riuscire a completare il percorso di modifica normativa del Piano di Azione Nazionale, riferito all'utilizzo dei prodotti fitosanitari sugli interventi erbosi dei campi da golf. Quindi, dovremo attivarci insieme per contattare e per interloquire con i ministeri competenti, perché il risultato deve essere ottenuto anche in tempi relativamente rapidi”, conclude.
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Nei mesi che hanno preceduto le elezioni, tutte le volte che mi chiedevano di spiegare il punto del programma, io ho ribadito, con la massima intensità, l'importanza del ruolo che rivestono tutti gli addetti alla segreteria, i segretari, i direttori e i greenkeeper, che rappresentano la spina dorsale dei circoli. Il pannello che abbiamo realizzato per l'allestimento della tenda federale recita 'Federazione Italiana Golf A.i.t.g Insieme per la crescita del golf italiano' e qua tocchiamo il punto saliente di quello che dovrà essere il lavoro del prossimo mandato anno: la massima collaborazione e il dialogo fra tutti gli attori principali del mondo del golf, in particolare con i circoli, di cui A.i.t.g inevitabilmente è anche espressione per il lavoro quotidiano che svolge". E' quanto affermato dal presidente della Federazione Italiana Golf-Fig, Cristiano Cerchiai, durante la conferenza dal titolo 'Novità del settore, migliori pratiche per l’irrigazione, adempimenti e sicurezza sul lavoro in un campo da golf', convegno a cura di A.i.t.g. Associazione italiana tecnici del golf, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, l’appuntamento professionale tra i più importanti al mondo per le filiere del florovivaismo, in programma a Fiera Milano Rho, dal 19 al 21 febbraio 2025.
"Se mi avete sentito dire, durante la fase di campagna, che dal punto di vista tecnico i professionisti rappresentano gli ambasciatori del golf, per coloro che si approcciano per la prima volta al nostro mondo, è anche vero, dall'altro lato, che addetti alla segreteria e i direttori rappresentano le prime persone che noi incontriamo quando varchiamo la soglia di un circolo e sono i nostri riferimenti all'interno di esso -spiega Cerchiai-. Vorrei spendere due parole a vantaggio e a favore di coloro che svolgono molto spesso un lavoro oscuro che sono i greenkeeper, che raramente vedono le lu ci della ribalta, ma ci mettono costantemente in condizione di giocare sfruttando le condizioni migliori del nostro campo".
“Tra i punti del programma e ancora una volta la collaborazione con A.i.t.g sarà molto forte, vi è sicuramente quel ruolo importantissimo che i tecnici A.i.t.g rivestono nella formazione delle figure professionali all'interno della Scuola nazionale di golf - continua - Lavoreremo con loro, ho già cominciato a parlarne per un aggiornamento dei programmi e anche per introdurre un percorso di formazione continua, come peraltro avviene già in molte altre realtà professionali, per esempio la mia”.
“Non posso, quindi, che ringraziare ancora una volta il coordinatore della sezione, il segretario e direttore Davide Lantos e l'altro coordinatore Corrado Graglia, per il lavoro che fino ad oggi abbiamo svolto e per cui a volte dovremo svolgere ancora. A tutta l’A.i.t.g e ai suoi rappresentanti ricordo che dovremo mettere in campo il nostro massimo impegno e la nostra massima collaborazione per riuscire a completare il percorso di modifica normativa del Piano di Azione Nazionale, riferito all'utilizzo dei prodotti fitosanitari sugli interventi erbosi dei campi da golf. Quindi, dovremo attivarci insieme per contattare e per interloquire con i ministeri competenti, perché il risultato deve essere ottenuto anche in tempi relativamente rapidi”, conclude.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Una mostra di fotografie che ritraggono 20 donne. Sono onorata di far parte di questa selezione. Sono tantissime le donne in Italia e nel mondo, che spesso non vengono valorizzate e consultate per le loro capacità. Questa mostra darà effettivamente valore e visibilità a 20 delle nostre eccellenze”.
Sono le parole di Martina Caironi, atleta paralimpica e Legacy specialist in Milano Cortina 2026, intervistata dall’Adnkronos alla presentazione in anteprima della mostra di Fondazione Bracco “Una vita per lo sport. Volti e conquiste delle 100esperte” che gode del patrocinio del Comune di Milano e Fondazione Milano Cortina 2026.
L’esposizione sarà allestita dal 25 febbraio al 25 marzo, in Corso Vittorio Emanuele a Milano e si colloca nell’ambito del progetto ‘100 donne contro gli stereotipi’ (“#100esperte”), ideato dall’Osservatorio di Pavia e dall'associazione Gi.U.Li.A. Giornaliste, con lo sviluppo di Fondazione Bracco e con il supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea per valorizzare l’expertise femminile.
Con la sua abilità artistica, il fotografo Gerald Bruneau ha saputo immortalare l’essenza delle donne-atlete: “È stato bello lavorare con questo fotografo - dice Caironi - Ha cercato lo scatto che raffigurasse l'atleta nel gesto tecnico e nella preparazione. È importante questo tipo di rappresentazione nello sport paralimpico ed è importante che venga mostrato, senza timore, lo strumento con cui si fa lo sport, nel mio caso una protesi con una lamina, e il gesto tecnico che l'atleta paralimpico ricerca, studia, prepara”, le sue parole.
Infine, l’atleta sottolinea l’importanza di smontare lo stigma attorno alla parola ‘paralimpico’: “Abbiamo un vocabolario molto ampio e abbiamo una parola per descrivere gli atleti con una disabilità: paralimpici - rimarca - Abbiamo inoltre una parola per spiegare l'evento più importante che viene ogni quattro anni, che è la Paralimpiade. Utilizziamo questi termini senza paura. La vera discriminazione non sta nel dire ‘para’, quello è il termine corretto - avverte - La discriminazione sta nel non considerare gli atleti paralimpici degli di essere raccontati, visti ed elogiati. Questa è la vera discriminazione”, le sue parole.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Il governo Meloni sarà ricordato come il governo della fuga perenne, campioni del mondo di scaricabarile con le proprie responsabilità. Infatti dopo l’inquietante liberazione di Almasri, in cui Giorgia Meloni si è data alla latitanza - che continua - con il Parlamento, ora il governo tenta di squagliarsela anche sul caso Paragon". Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"Sappiamo che giornalisti e attivisti italiani sono stati spiati con il spyware Graphite, utilizzato esclusivamente da organi dello stato. È preciso dovere del governo fare chiarezza e dirci chi spiava queste persone e per quale motivo, risposta che oggi lo stesso governo si è rifiutato di dare alle interrogazioni in Parlamento, in cui peraltro si chiedeva se la Polizia penitenziaria avesse mai acquisito o utilizzato Paragon".
"Prima ancora di rispondere a questa semplice domanda, il sottosegretario Mantovano ha comunicato la classificazione di queste informazioni. Cosa sta nascondendo il governo Meloni? Il Paese si merita risposte e il luogo dove fornirle è il Parlamento".