Manifestazione a Potenza contro il decreto “Sblocca Italia” e le estrazioni petrolifere. Diecimila persone – stimano gli organizzatori (4mila per la Questura) – tra studenti, aderenti a movimenti e associazioni hanno sfilato in corteo fino alla sede della Regione Basilicata, dove si è tenuto il consiglio regionale chiamato a discutere del decreto “Sblocca Italia”. “Lucania, svegliati e ascolta il canto dei tuoi figli in rivolta”, questo lo striscione che apriva il corteo.

Momenti di tensione all’esterno del palazzo. Alcuni manifestanti hanno lanciato acqua e oggetti contro le forze dell’ordine, chiedendo di essere ammessi nella sala dove si sta svolgendo il Consiglio e l’impugnazione da parte della Regione delle norme che consentirebbero nuove trivellazioni. A causa della protesta, intorno alle 16 il presidente della Regione Basilicata, Marco Pittella (Pd), ha deciso di sospendere la sua relazione. Durante l’interruzione il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, è uscito all’esterno per parlare con i manifestanti, spiegando che “a nessuno è stato impedito di assistere ai lavori, e per questo è stato installato un maxi schermo, vista la ridotta capienza della sala riservata al pubblico”. Dal presidio qualcuno ha però continuato a lanciare uova e oggetti verso le forze dell’ordine.

Il Movimento 5 stelle ha fatto sapere di appoggiare la protesta. “Il M5S condivide in pieno le ragioni dei manifestanti contro lo Sblocca Italia e le trivellazioni”. Ad affermarlo il senatore, Vito Petrocelli, della commissione Industria che ha aggiuntoe: “L’art.38 di quello che noi chiamiamo ‘Sfascia Italia’ agevola a dismisura l’ok alle trivellazioni petrolifere, accentrando nelle mani del Governo il parere sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)”.  “Lo Sblocca-Italia – ha proseguito Petrocelli – favorisce l’energia fossile ed ostacola un modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità ambientale, su una maggiore indipendenza energetica, grazie alle rinnovabili, e sul lavoro. Le trivellazioni – ha concluso il senatore – non producono neppure un piccolo beneficio sul lato del lavoro, dato che la raffinazione verrà praticata all’estero attraverso lo stoccaggio del petrolio”.

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