L’inchiesta su Mafia Capitale scuote il Pd. Il presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi chiede che il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e il sindaco di Roma, Ignazio Marino, chiariscano. Entrambi sono stati fotografati con Salvatore Buzzi, l’uomo delle cooperative e delle mazzette e arrestato nell’inchiesta Mondo di Mezzo e considerato il braccio operativo di Massimo Carminati. C’è poi una polemica tutta interna e scoppiata su Twitter tra Francesco Bonifazi commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia.
“Il ministro Poletti ha avuto una reazione molto indignata ma deve chiarire. Se non fosse in grado di farlo noi siamo garantisti ma se i nostri sbagliano ne traiamo le conseguenze, come ha sempre detto il presidente del Consiglio – dice il presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi a proposito della foto della cena della cooperativa sociale di Buzzi, rispondendo ad una domanda a La Telefonata di Belpietro su Canale 5. “Penso che la foto si riferisse a quando il ministro Poletti era presidente della Legacoop – ha proseguito Bindi – e questo è un altro aspetto che in questa inchiesta preoccupa: si fanno i soldi sui disgraziati attraverso la cooperazione sociale che dovrebbe fare economia con qualche principio etico in più. Sono molto indignata in questa circostanza”. Alla domanda se anche il primo cittadino della Capitale devono chiarire l’ex presidente dei democratici risponde: “Tutti devono chiarire. Le foto non sono una prova di reato, a volte non sappiamo neanche con chi ci stanno fotografando, ma è evidente che anche il sindaco Marino deve fare chiarezza“. E poi “per arrivare a sciogliere un Comune ci vogliono molte procedure ma non ci si deve fermare davanti a nulla. Serve innanzitutto una lunga inchiesta” ma se ci sono le condizioni per lo scioglimento, lascia intendere, si proceda. “Ritengo che di fronte alla situazione che sta emergendo nell’inchiesta sulla gestione del Comune di Roma le forze politiche debbano reagire. L’unica soluzione accettabile sia quella di uno scioglimento immediato del consiglio comunale procedendo conseguentemente all’immediata convocazione di nuove elezioni” dice invece Silvio Berlusconi.
“L’inchiesta della procura di Roma presenta elementi di novità rilevanti che potranno essere utili anche per altre inchieste: individua il metodo mafioso per il reato di criminalità organizzata di stampo mafioso, ma non le sigle, non i luoghi e neppure la semplice duplicazione dell’organizzazione mafiosa di altri territori. L’inchiesta applica il reato di associazione mafiosa per il metodo – prosegue – l’uso dell’intimidazione, al di là dell’uso della violenza fisica; per il collegamento associativo criminale che mette insieme vari soggetti con varie funzioni; per il rapporto con la politica, altra caratteristica tipica. Se la politica si voltasse dall’altra parte, non collaborasse, non ne traesse vantaggio, probabilmente i poteri mafiosi non crescerebbero quanto cresce. La mafia fa soldi, non le interessa su cosa: siano campi rom, rifiuti, droga o appalti, la mafia va là dove ci sono i soldi”, prosegue Bindi.
“Come ho già spiegato in altre occasioni, e ripetuto ieri durante la trasmissione Otto e mezzo, ho visitato la cooperativa 29 giugno per il reinserimento sociale, durante la campagna elettorale. Le foto che girano anche con Buzzi sono state scattate in quell’occasione. In quella visita ho incontrato anche tante donne e uomini che lavorano per quella coop e che oggi scoprono la verità, come tutti noi, sul loro responsabile. Con lui non ho avuto conversazioni di lavoro né quel giorno né mai” replica sul suo profilo Facebook Ignazio Marino.
L’inchiesta sta creando tensioni all’interno del partito: “Tranquillo Boccia, Buzzi non ha dato un euro al Pd nazionale. Nemmeno tu però nonostante le nostre regole. Ti invio l’Iban via sms” scrive su Twitter, il tesoriere Pd Francesco Bonifazi in polemica con il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia che ha chiesto al suo partito di restituire allo Stato i soldi eventualmente pagati da Buzzi per partecipare alla cena di finanziamento del Pd a Roma.