L’ex presidente dello Ior Angelo Caloia, in carica dal 1989 al 2009, e l’ex direttore generale Lelio Scaletti sono indagati per peculato nell’ambito di un’inchiesta aperta in Vaticano in relazione a operazioni di compravendita immobiliare avvenute nel periodo 2001-2008. Il promotore di giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, Gian Piero Milano, ipotizza che si siano appropriati di denaro mentre, per conto del Vaticano, trattavano la vendita di 29 immobili. Coinvolto, con l’ipotesi di concorso nel reato, anche l’avvocato Gabriele Liuzzo. Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha confermato che”i conti degli interessati presso lo Ior sono stati sequestrati a scopo cautelativo qualche settimana addietro”. Secondo l’agenzia Reuters, sui conti erano depositati in tutto circa 16 milioni di euro.
Dalle parole di Lombardi è emerso anche che a denunciare i due ex manager è stato lo stesso Ior, come ha rivendicato Jean Baptiste de Franssu, nuovo presidente del Consiglio di sovrintendenza dello Ior scelto da Papa Francesco. Lo Ior, si legge in un comunicato, “alcuni mesi fa ha denunciato due ex manager e un avvocato, atto che sottolinea il suo impegno a favore della trasparenza e della tolleranza zero, anche in relazione a sospetti su fatti del passato”. De Franssu si è detto “lieto che le autorità vaticane stiano agendo con risolutezza”.
“Il problema” delle operazioni immobiliari sospette, ha spiegato Lombardi, “è stato presentato alla magistratura dello Stato della Città del Vaticano dalle stesse autorità dello Ior a seguito delle operazioni di verifica interne avviate lo scorso anno”. Quando è iniziato il piano di risanamento e “pulizia” dell’istituto reso necessario dagli scandali che hanno coinvolto la banca e l’Apsa (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica) fino all’arresto di monsignor Nunzio Scarano e alle dimissioni del direttore dello Ior Paolo Cipriani e del suo vice Massimo Tulli.
Caloia, che ha lasciato la presidenza dello Ior nel 2009 – due anni prima della scadenza – per volere di Papa Benedetto XVI, è ancora al vertice della Veneranda fabbrica del Duomo e ricopre ruoli di vertice in diverse società del gruppo Intesa Sanpaolo: è vicepresidente di Banca Fideuram, presiede la fiduciaria Sirefid ed è consigliere del Banco di Napoli. Il suo nome di recente è finito anche negli atti dell’inchiesta sulla cupola di Expo: Gianstefano Frigerio, l’ex parlamentare Dc che per la “nuova Tangentopoli” ha appena patteggiato una condanna a 3 anni e 4 mesi, nelle intercettazioni parlava di lui con l’ex direttore pianificazione e acquisti di Expo spa, Angelo Paris.