Francesca Barracciu, sottosegretario alla Cultura, si è resa protagonista di una gaffe legata proprio al mondo culturale della Sardegna, sua regione di origine. Venerdì mattina, a Nuoro, nell’ambito delle celebrazioni del centenario della morte del poeta Sebastiano Satta, la Barracciu lo ha ripetutamente confuso con Salvatore Satta, giurista noto per aver scritto il romanzo Il giorno del giudizio.
Durante il suo intervento davanti a studiosi, autorità e alunni delle scuole cittadine, Barracciu, originaria di Sorgono, a pochi chilometri da Nuoro, ha parlato due volte di Salvatore. Tra l’imbarazzo generale, qualcuno dei presenti le ha fatto notare che l’incontro era su Sebastiano e lei si è fermata, scusandosi e spiegando che confonde sempre i nomi dei due intellettuali nuoresi. Riprendendo a parlare, dopo aver dato un’altra occhiata agli appunti, ha indovinato sì il nome del poeta, citando però Il giorno del giudizio. L’errore stavolta non era più attribuibile a una confusione legata ai nomi, ma frutto di un intervento incentrato su Salvatore Satta, anziché su Sebastiano. L’imbarazzo è tornato così a dominare la sala.
Il sottosegretario ai Beni culturali, indagata per il presunto utilizzo illecito dei fondi dei Gruppi del Consiglio regionale sardo, ha ammesso lo scivolone, scaricando però la responsabilità sul suo entourage: “Una gaffe che non mi ha fatto chiudere occhio questa notte – ha detto, sorridendo – ma chi mi conosce e conosce il mio percorso di studi non mette sicuramente in dubbio che so benissimo chi sono Salvatore e Sebastiano Satta. Una situazione – ha spiegato – dovuta a una leggerezza del mio staff. Non ho potuto scrivere io l’intervento per i saluti perché impegnata in questi giorni a Lisbona. Mi è dispiaciuto, ma ora sono più serena”.
Il quotidiano La Nuova Sardegna ha riportato l’ammissione di colpa dell’addetto stampa di Francesca Barracciu, Vassili Casula: “Con enorme dispiacere, a causa di errori miei, il sottosegretario è stato sottoposto alla pubblica derisione”.
Politica
Barracciu, gaffe all’incontro su Satta: parla di Salvatore, ma è Sebastiano
La sottosegretaria alla Cultura, che rinunciò alla corsa per la Regione per l'inchiesta sulle spese pazze, partecipa a un incontro sul poeta nuorese, ma cita ripetutamente lo scrittore. Imbarazzo in sala, lei si scusa: "Il mio percorso di studi non mette in dubbio chi so benissimo chi sono i due autori". L'addetto stampa si prende la colpa
Francesca Barracciu, sottosegretario alla Cultura, si è resa protagonista di una gaffe legata proprio al mondo culturale della Sardegna, sua regione di origine. Venerdì mattina, a Nuoro, nell’ambito delle celebrazioni del centenario della morte del poeta Sebastiano Satta, la Barracciu lo ha ripetutamente confuso con Salvatore Satta, giurista noto per aver scritto il romanzo Il giorno del giudizio.
Durante il suo intervento davanti a studiosi, autorità e alunni delle scuole cittadine, Barracciu, originaria di Sorgono, a pochi chilometri da Nuoro, ha parlato due volte di Salvatore. Tra l’imbarazzo generale, qualcuno dei presenti le ha fatto notare che l’incontro era su Sebastiano e lei si è fermata, scusandosi e spiegando che confonde sempre i nomi dei due intellettuali nuoresi. Riprendendo a parlare, dopo aver dato un’altra occhiata agli appunti, ha indovinato sì il nome del poeta, citando però Il giorno del giudizio. L’errore stavolta non era più attribuibile a una confusione legata ai nomi, ma frutto di un intervento incentrato su Salvatore Satta, anziché su Sebastiano. L’imbarazzo è tornato così a dominare la sala.
Il sottosegretario ai Beni culturali, indagata per il presunto utilizzo illecito dei fondi dei Gruppi del Consiglio regionale sardo, ha ammesso lo scivolone, scaricando però la responsabilità sul suo entourage: “Una gaffe che non mi ha fatto chiudere occhio questa notte – ha detto, sorridendo – ma chi mi conosce e conosce il mio percorso di studi non mette sicuramente in dubbio che so benissimo chi sono Salvatore e Sebastiano Satta. Una situazione – ha spiegato – dovuta a una leggerezza del mio staff. Non ho potuto scrivere io l’intervento per i saluti perché impegnata in questi giorni a Lisbona. Mi è dispiaciuto, ma ora sono più serena”.
Il quotidiano La Nuova Sardegna ha riportato l’ammissione di colpa dell’addetto stampa di Francesca Barracciu, Vassili Casula: “Con enorme dispiacere, a causa di errori miei, il sottosegretario è stato sottoposto alla pubblica derisione”.
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Roma, 26 feb. (Adnkronos) - Il seguito dell'esame della mozione sfiducia al ministro della Giustizia Carlo Nordio alla Camera si svolgerà martedì 4 marzo se conclusi i precedenti Odg, altrimenti giovedì 13 marzo. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
Roma, 26 feb. (Adnkronos) - "Due anni fa, nelle acque di Cutro, si consumava una delle più tragiche stragi di migranti nel Mediterraneo. Un’imbarcazione salpata dalla Turchia con oltre 180 persone a bordo, si è trasformata in una bara per almeno 94 di loro, tra cui donne e bambini. Una tragedia annunciata, che avrebbe potuto e dovuto essere evitata. Su questa strage pesa una responsabilità politica chiara". Così Angelo Bonelli parlamentare di Avs in una nota.
"Il governo di Giorgia Meloni, che dopo la tragedia si recò a Cutro per promettere che avrebbe inseguito gli scafisti 'lungo tutto il globo terracqueo', non ha mai fatto luce sulle scelte e sulle omissioni che hanno portato a quel naufragio. Perché l’allarme lanciato da Frontex non è stato accolto con la tempestività necessaria? Perché si è lasciata quella barca in balia delle onde, senza un intervento di soccorso adeguato? A due anni di distanza, il governo continua con la sua politica repressiva e propagandistica sull'immigrazione, senza affrontare le cause profonde delle migrazioni né garantire i salvataggi in mare. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, con il suo linguaggio disumano – definendo le vittime un 'carico residuale' – ha incarnato la cinica indifferenza con cui questo esecutivo ha trattato la vicenda".
"Ma l’ipocrisia del governo Meloni non si ferma qui. Dopo aver promesso di dare la caccia agli scafisti, ha permesso che Mohammed Almasri – accusato dalla Corte penale internazionale di crimini contro l'umanità e crimini di guerra, ritenuto responsabile di omicidi, violenze sessuali e torture nella prigione di Mitiga a Tripoli, dove migliaia di migranti vengono rinchiusi e torturati – fosse scortato in Libia con un aereo di Stato. Un gesto che rivela, ancora una volta, la complicità del governo italiano con le milizie libiche responsabili di abusi indicibili nei confronti di uomini, donne e bambini che cercano di fuggire dall’inferno. La premier Meloni deve rispondere alla famiglie delle 94 vittime: perché non sono partiti mezzi adeguati che avrebbero potuto mettere in sicurezza l'imbarcazione sulla quale viaggiavano i migranti? Perché non è partita la Guardia costiera?. Oggi come allora chiediamo verità e giustizia per le vittime di Cutro e per i 30 mila migranti morti nel Mediterraneo in 10 anni: 1.452 (tra morti e dispersi) solo nel 2024", conclude Bonelli.
Roma, 26 feb (Adnkronos) - In vista della giornata della donna dell'8 marzo, la seduta del Question time della Camera di mercoledì 5 marzo sarà dedicata alla condizione socio economica femminile. Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
Roma, 26 feb. (Adnkronos) - “Questa mattina abbiamo parlato di maggiori controlli sulle partecipazioni societarie. Chiederemo garanzie reali. Io Federazione voglio esprimere, lo stiamo verificando sul piano legale, anche il mio consenso al passaggio delle quote, così come avviene nel caso delle fusioni. Vogliamo approvare il passaggio. Chiaramente avrà un impatto sulle norme del codice civile e se questo non è consentito in termine di autorizzazione, chiederemo le garanzie dovute”. Lo ha detto il presidente della Figc Gabriele Gravina nella conferenza stampa al termine del Consiglio.
Roma, 26 feb (Adnkronos) - Le comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Parlamento in vista del Consiglio europeo si terranno il prossimo 18 marzo in Senato, con consegna del discorso alla Camera alle 15,30, e il 19 marzo dalle 9.30 a Montecitorio. E' quanto emerso dalla capigruppo di Montecitorio.
Roma, 26 feb. (Adnkronos) - “Azione chiede che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni venga immediatamente in Aula per un’informativa urgente sul vertice di Londra, che avrà al centro il riarmo e la difesa comune tra Regno Unito ed Europa”. Lo ha chiesto Matteo Richetti, capogruppo di Azione alla Camera, in occasione della conferenza dei capigruppo.
“Dopo il vertice di Parigi, a cui la premier ha partecipato, il prossimo incontro a Londra segna un passaggio cruciale per il futuro della sicurezza europea. Se il Parlamento ha terminato le discussioni su borsette, Twiga, Billionaire e vari altri minima immoralia sarebbe tempo di affrontare le questioni che ridefiniranno l’assetto dell’Occidente per i prossimi 50 anni".
"Il mondo sta cambiando a una velocità tale che l’inerzia non è più un’opzione: le aperture di Trump a Putin rischiano di mettere l’Europa nell’angolo e di costruire una pace sulle spalle degli ucraini. L’Europa deve scongiurare questo scenario e dotarsi di una strategia chiara per la liberazione dei territori ucraini e per il futuro della propria sicurezza. La difesa comune europea non è più un’idea astratta, è una necessità: l’Europa non può più permettersi di restare spettatrice delle mosse delle altre superpotenze - ha concluso il capogruppo di Azione”.
Roma, 26 feb. (Adnkronos) - "Due anni dalla strage di Cutro, in cui 100 persone hanno perso la vita e il governo italiano ha perso la faccia e la dignità. 'Avremmo potuto salvarli', ha detto Nicola Aloi, l’ex comandante della Capitaneria di Porto di Crotone, al momento del naufragio. Non hanno potuto salvarli a causa delle 'regole di ingaggio' ministeriali, che hanno bloccato l’iniziativa degli uomini della capitaneria". Lo scrive su Facebook Nicola Fratoianni di Avs.
"Un disastro dovuto alla cecità e alla brutalità - prosegue il leader di SI - di una politica cinica sulla pelle dei più deboli. Rimane la rabbia. Anche perché dal giorno dopo, come se nulla fosse accaduto, - conclude Fratoianni - hanno ricominciato a fare decreti contro le Ong, hanno ricominciato a fare la guerra a chi salva vite".