Shinzo Abe, allarga le basi della propria maggioranza. Dopo la decisione di sciogliere la Camera bassa e indire nuove elezioni, secondo i risultati degli exit poll diffusi dalla tv pubblica Nhk, il premier giapponese avrebbe conquistato con i suoi Liberaldemocratici tra i 275 e i 306 seggi su 475. Vittoria che diventa più netta se si considera che l’alleato New Komeito dovrebbe occupare tra i 31 e i 36 seggi, per un totale della coalizione tra i 306 e i 342 seggi. Questo risultato assicurerebbe al premier giapponese la maggioranza di due terzi nell’Assemblea che gli permetterebbe di realizzare le riforme promesse al Paese: i risultati, ha commentato Abe, “indicano che gli elettori sperano che la Abenomics sia ulteriormente promossa”.
Nessuna sorpresa rispetto alle previsioni della vigilia. Il referendum sulla “Abenomics“, la riforma economica per battere la deflazione e rilanciare l’economia del Paese, ha confermato la solida alleanza tra il partito di Abe e New Komeito. Un’alleanza che esce addirittura rafforzata, visto che nella scorsa legislatura le due forze controllavano 326 seggi su 475. La nuova maggioranza in Camera bassa permetterà il varo delle modifiche costituzionali. L’unica preoccupazione di Abe riguarda l’affluenza: alle urne sono andati solo il 52% degli aventi diritto, il dato più basso dal dopoguerra.
Tra le opposizioni, quella che ha ottenuto il maggior numero di seggi sono i Democratici (Dpj) che dovrebbero avere tra i 61 e gli 87 seggi, in rialzo rispetto ai 59 ottenuti a dicembre 2012. Il voto di protesta di chi si oppone alla linea governativa, soprattutto sulla questione del nucleare, la riforma dell’economia e l’aumento della tassa sui consumi, sarebbe confluito nel Partito Comunista, che passerebbe da 8 ai possibili 18-24 seggi.
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Elezioni Giappone, exit poll: Shinzo Abe conquista i due terzi dei seggi
Maggioranza rafforzata per la coalizione formata dal partito del premier giapponese e New Komeito. La nuova formazione dei rappresentanti all'interno dell'Assemblea permetterà al presidente di realizzare le riforme in programma
Shinzo Abe, allarga le basi della propria maggioranza. Dopo la decisione di sciogliere la Camera bassa e indire nuove elezioni, secondo i risultati degli exit poll diffusi dalla tv pubblica Nhk, il premier giapponese avrebbe conquistato con i suoi Liberaldemocratici tra i 275 e i 306 seggi su 475. Vittoria che diventa più netta se si considera che l’alleato New Komeito dovrebbe occupare tra i 31 e i 36 seggi, per un totale della coalizione tra i 306 e i 342 seggi. Questo risultato assicurerebbe al premier giapponese la maggioranza di due terzi nell’Assemblea che gli permetterebbe di realizzare le riforme promesse al Paese: i risultati, ha commentato Abe, “indicano che gli elettori sperano che la Abenomics sia ulteriormente promossa”.
Nessuna sorpresa rispetto alle previsioni della vigilia. Il referendum sulla “Abenomics“, la riforma economica per battere la deflazione e rilanciare l’economia del Paese, ha confermato la solida alleanza tra il partito di Abe e New Komeito. Un’alleanza che esce addirittura rafforzata, visto che nella scorsa legislatura le due forze controllavano 326 seggi su 475. La nuova maggioranza in Camera bassa permetterà il varo delle modifiche costituzionali. L’unica preoccupazione di Abe riguarda l’affluenza: alle urne sono andati solo il 52% degli aventi diritto, il dato più basso dal dopoguerra.
Tra le opposizioni, quella che ha ottenuto il maggior numero di seggi sono i Democratici (Dpj) che dovrebbero avere tra i 61 e gli 87 seggi, in rialzo rispetto ai 59 ottenuti a dicembre 2012. Il voto di protesta di chi si oppone alla linea governativa, soprattutto sulla questione del nucleare, la riforma dell’economia e l’aumento della tassa sui consumi, sarebbe confluito nel Partito Comunista, che passerebbe da 8 ai possibili 18-24 seggi.
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Il Cairo, 18 mar. (Adnkronos/Afp) - Il ministero degli Esteri egiziano ha condannato gli attacchi aerei notturni condotti da Israele sulla Striscia di Gaza, definendoli una "flagrante violazione" del cessate il fuoco entrato in vigore il 19 gennaio.
Gli attacchi costituiscono una "pericolosa escalation che rischia di avere gravi conseguenze per la stabilità della regione", si legge nella dichiarazione dell'Egitto, che ha mediato il cessate il fuoco a Gaza insieme al Qatar e agli Stati Uniti.
Varsavia, 18 mar. (Adnkronos) - Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania vogliono ritirarsi dall'accordo internazionale che mette al bando le mine antiuomo, noto anche come Trattato di Ottawa. "Le minacce militari agli Stati membri della Nato che confinano con Russia e Bielorussia sono aumentate in modo significativo - si legge in una dichiarazione rilasciata dai ministri della Difesa di quattro Paesi - Riteniamo che nell'attuale contesto di sicurezza sia fondamentale garantire alle nostre forze di difesa flessibilità e libertà di scelta per utilizzare potenzialmente nuovi sistemi e soluzioni d'arma per rafforzare la difesa del vulnerabile fianco orientale dell'Alleanza".
Il Trattato di Ottawa del 1997 è sottoposto a crescenti pressioni a causa della guerra di Mosca contro l'Ucraina, mentre gli Stati in prima linea stanno rafforzando i loro confini con la Russia. All'inizio del mese, il primo ministro polacco Donald Tusk ha detto che la Polonia avrebbe iniziato a prendere misure per uscire dal trattato. I quattro Paesi avevano a lungo meditato un ritiro e volevano prendere una decisione regionale congiunta. Si tratta di un segnale politico per Mosca, più che del riflesso di un'immediata necessità militare, sottolinea Politico.
"Le decisioni riguardanti la Convenzione di Ottawa dovrebbero essere prese in solidarietà e coordinamento all'interno della regione. Allo stesso tempo, al momento non abbiamo piani per sviluppare, immagazzinare o utilizzare mine antiuomo precedentemente vietate", ha affermato il ministro della Difesa estone Hanno Pevkur. All'inizio del mese, il capo di stato maggiore della difesa lettone, il maggiore generale Kaspars Pudāns, ha dichiarato a Politico che le priorità del Paese restano le mine anticarro e i proiettili di artiglieria. Il ministro della Difesa finlandese Antti Hakkanen ha affermato che anche Helsinki sta valutando la possibilità di abbandonare il Trattato, ma non è tra i firmatari della dichiarazione odierna.
Washington, 18 mar. (Adnkronos/Afp) - Israele "deve immediatamente e completamente" cessare la colonizzazione nella Cisgiordania occupata ed "evacuare tutti i coloni". Lo ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk in un a nota, aggiungendo che "il trasferimento di Israele di parti della popolazione civile nel territorio che occupa costituisce un crimine di guerra".
Ankara, 18 mar. (Adnkronos/Afp) - La Turchia ha definito l'ondata di nuovi attacchi di Israele a Gaza come "una nuova fase" della sua "politica di genocidio", affermando che il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu ha sfidato l'umanità violando il diritto internazionale.
"Il massacro di centinaia di palestinesi negli attacchi israeliani a Gaza... dimostra che la politica di genocidio del governo Netanyahu è entrata in una nuova fase", ha affermato il ministero degli Esteri turco in una nota.
Washington, 18 mar. (Adnkronos/Afp) - L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk si è detto "inorridito" dalla ripresa dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, che hanno provocato molte vittime, e ha chiesto che "l'incubo finisca immediatamente".
"L'unica via da seguire è una soluzione politica, coerente con il diritto internazionale. L'uso di una forza militare ancora maggiore da parte di Israele non farà altro che accumulare ulteriore miseria su una popolazione palestinese che già soffre di condizioni catastrofiche", ha scritto Turk in una nota.
Roma, 18 mar (Adnkronos) - "Il governo italiano - che per bocca di Crosetto evita accuratamente di attribuire la rottura della tregua al rifiuto di Israele di passare alla seconda fase dell'accordo che prevedeva il ritiro delle sue truppe e alla violazione della tregua con il blocco umanitario e continue attacchi - abbia il coraggio di condannare l'ormai evidente piano di sterminio di Netanyahu, chiedendo all'Unione europea di imporrare sanzioni economiche e diplomatiche a Israele, interrompendo ogni rapporto commerciale e finanziario, ogni consegna di fornitura militare e richiamando tutti gli ambasciatori europei come strumento di pressione diplomatica sul governo Netanyahu". Lo dicono i capigruppo M5s delle commissioni Esteri di Camera e Senato Francesco Silvestri e Bruno Marton.
"L'Europa che aspira a una sua autonomia strategica abbia il coraggio di smarcarsi dalla posizione degli Stati Uniti apertamente schierati con gli estremisti criminali che guidano Israele", aggiungono.
Milano, 18 mar. (Adnkronos) - "Vengo spesso interpellato dai media, in questi giorni, sulla nuova vicenda Sempio sulla quale non posso parlare perché la Procura non mi ha ancora abilitato al deposito della nomina al contrario, almeno da quanto leggo dalla Cassazione, sembra aver interloquito con la difesa Stasi". Lo precisa all'Adnkronos Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia di Chiara Poggi uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007.
Si tratta di un atto necessario affinché l'avvocato della famiglia della vittima possa costituirsi parte offesa nel procedimento che riguarda Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, indagato per omicidio. La Procura di Pavia, dopo una prima archiviazione, ha riaperto le indagini sul trentasettenne per un delitto che ha già portato alla condanna in via definitiva a 16 anni di carcere per l'allora fidanzato Alberto Stasi. Ora, senza quella nomina, la parte offesa - cioè i consulenti della famiglia Poggi - non potranno partecipare alla rilettura delle analisi sul Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi o sul dispenser portasapone del bagno dove, per le sentenze, si lava l'assassino.