Continua a chiedercelo l’Europa. Dopo la grande rivoluzione dello scorso 15 ottobre, con la dotazione della carta d’identità per caldaie, sistemi di riscaldamento e di climatizzazione, impianti solari e pompe di calore, nel nome della sicurezza e del rispetto per l’ambiente, va segnata sul calendario un’altra data fondamentale. Entro il 31 dicembre 2016, così come previsto dal decreto di recepimento della direttiva 2012/27/Ue sull’efficienza energetica, per tutti gli italiani che risiedono in condomini con riscaldamento centralizzato (sono, quindi, esclusi i proprietari di immobili con l’impianto autonomo) scatterà l’obbligo di installare su ciascun termosifone del proprio appartamento le valvole termostatiche con i contabilizzatori di calore.
Le valvole sono meccanismi di termoregolazione che permettono una suddivisione del calore nelle diverse stanze dell’appartamento, consentendo di escludere automaticamente il termosifone una volta che la camera ha raggiunto la temperatura desiderata in base al livello impostato, da 0 a 5. I contabilizzatori o ripartitori di calore sono, invece, apparecchiature che quantificano il calore effettivamente consumato.
Chiaro lo scopo della termoregolazione, già entrata in vigore dalla fine di questa estate in Lombardia e in Piemonte (anche se le sanzioni per quanti non si adegueranno in queste due Regioni scatteranno, come per tutti gli altri, a fine 2016): si deve contenere la spesa energetica delle abitazioni. Si tratta, cioè, del cosiddetto ‘Protocollo 20-20-20’ che prevede per il 2020 di diminuire del 20% le emissioni di Co2, incrementando nella stessa percentuale le fonti rinnovabili di energia.
E, con questo ennesimo intervento di risparmio energetico, si dovrebbe anche consentire un risparmio medio annuale tra il 10% e il 30% del totale del combustibile utilizzato da ogni condominio. Il condizionale, però, come al solito, è d’obbligo non solo se si analizza l’efficacia in termini di risparmio energetico, ma soprattutto sul fronte dell’esborso per i proprietari di casa. I costi di installazione delle valvole termostatiche sono, infatti, molto onerosi.
Le spese
Secondo una simulazione del Sole 24 Ore, per un appartamento di 80 mq dotato di 6 caloriferi servono 1.055 euro di spesa per installare le valvole termostatiche (in media si tratta di un’operazione che costa 120 euro a calorifero), compresi i costi per adeguare le pompe di circolazione dell’impianto condominiale da portata fissa a variabile. Importo che sfrutta già il maxi sconto fiscale del 65% (l’ecobonus – prorogato fino al 31 dicembre 2015 – si spalma su 10 anni sulla dichiarazione dei redditi).
Il rischio, più che concreto, è che ci si dovrà quindi sobbarcare di una spesa ingente, i cui risultati si sconteranno solamente tra circa 6 anni. Colpa, però, anche delle cattive abitudini degli italiani. Sono, infatti, due i fattori che fanno aumentare i consumi: la temperatura della stanza e le dispersioni di calore come la presenza di spifferi, finestre aperte o impianti datati
Tanto che, già con una semplice abitudine è possibile ottenere un decisivo risparmio di energia: riducendo la temperatura dell’ambiente da 21°C a 20°C, si taglia il 7% della spesa sostenuta ogni anno per il riscaldamento, pari a circa 84 euro. Limite, questo dei 20° C, imposto tra l’altro già per legge (DPR 412/93).
Vantaggi e svantaggi
Altro punto dolente per tutti i proprietari di casa interessati dall’obbligo dei contabilizzatori di calore è l’adeguamento delle tabelle di ripartizione, visto che questo sistema stravolgerà le spese condominiali. In assemblea va, infatti, modificato il regolamento nella parte che ne disciplina la ripartizione. Le spese di riscaldamento vanno ripartite tra le unità immobiliari in proporzione alle letture dei contatori di calore. E, solo una parte minima della spesa, viene suddivisa secondo i millesimi, a compensazione dei costi comuni e delle dispersioni di calore dell’impianto di riscaldamento. Il vantaggio in termini di risparmio rischia, però, di non essere uguale per tutti: a guadagnarci saranno soprattutto gli alloggi dei piani intermedi, mentre potrebbero essere penalizzati gli appartamenti che si trovano alle estremità dell’edificio, al primo piano con pavimento rivolto verso l’esterno o verso uno spazio non riscaldato, quelli all’ultimo piano o che hanno accanto un altro appartamento sfitto (e quindi non riscaldato).
Gli esclusi
Oltre agli impianti autonomi, l’obbligo dell’installazione delle valvole termostatiche e dei contabilizzatori di calore non scatta nel caso ci siano “impedimenti di natura tecnica”. È il caso, ad esempio, di case riscaldate da pannelli radianti obsoleti, dove adeguare l’impianto costerebbe troppo e l’operazione risulterebbe complicata.
Le sanzioni
I condomini che non osserveranno la legge saranno soggetti ad una sanzione amministrativa compresa tra i 500 e i 2500 euro, a seconda delle disposizioni adottate dalle singole Regioni.
Usi & Consumi
Riscaldamenti, scatta l’obbligo delle valvole termostatiche. Ma è un salasso
Entro la fine del 2016 diventa obbligatorio per tutti gli immobili con riscaldamento centralizzato installare le valvole termostatiche e i contabilizzatori di calore. Una termoregolazione che, se consentirà un sensibile risparmio di energia, comporta. Altrettanto vale per le sanzioni
Continua a chiedercelo l’Europa. Dopo la grande rivoluzione dello scorso 15 ottobre, con la dotazione della carta d’identità per caldaie, sistemi di riscaldamento e di climatizzazione, impianti solari e pompe di calore, nel nome della sicurezza e del rispetto per l’ambiente, va segnata sul calendario un’altra data fondamentale. Entro il 31 dicembre 2016, così come previsto dal decreto di recepimento della direttiva 2012/27/Ue sull’efficienza energetica, per tutti gli italiani che risiedono in condomini con riscaldamento centralizzato (sono, quindi, esclusi i proprietari di immobili con l’impianto autonomo) scatterà l’obbligo di installare su ciascun termosifone del proprio appartamento le valvole termostatiche con i contabilizzatori di calore.
Le valvole sono meccanismi di termoregolazione che permettono una suddivisione del calore nelle diverse stanze dell’appartamento, consentendo di escludere automaticamente il termosifone una volta che la camera ha raggiunto la temperatura desiderata in base al livello impostato, da 0 a 5. I contabilizzatori o ripartitori di calore sono, invece, apparecchiature che quantificano il calore effettivamente consumato.
Chiaro lo scopo della termoregolazione, già entrata in vigore dalla fine di questa estate in Lombardia e in Piemonte (anche se le sanzioni per quanti non si adegueranno in queste due Regioni scatteranno, come per tutti gli altri, a fine 2016): si deve contenere la spesa energetica delle abitazioni. Si tratta, cioè, del cosiddetto ‘Protocollo 20-20-20’ che prevede per il 2020 di diminuire del 20% le emissioni di Co2, incrementando nella stessa percentuale le fonti rinnovabili di energia.
E, con questo ennesimo intervento di risparmio energetico, si dovrebbe anche consentire un risparmio medio annuale tra il 10% e il 30% del totale del combustibile utilizzato da ogni condominio. Il condizionale, però, come al solito, è d’obbligo non solo se si analizza l’efficacia in termini di risparmio energetico, ma soprattutto sul fronte dell’esborso per i proprietari di casa. I costi di installazione delle valvole termostatiche sono, infatti, molto onerosi.
Le spese
Secondo una simulazione del Sole 24 Ore, per un appartamento di 80 mq dotato di 6 caloriferi servono 1.055 euro di spesa per installare le valvole termostatiche (in media si tratta di un’operazione che costa 120 euro a calorifero), compresi i costi per adeguare le pompe di circolazione dell’impianto condominiale da portata fissa a variabile. Importo che sfrutta già il maxi sconto fiscale del 65% (l’ecobonus – prorogato fino al 31 dicembre 2015 – si spalma su 10 anni sulla dichiarazione dei redditi).
Il rischio, più che concreto, è che ci si dovrà quindi sobbarcare di una spesa ingente, i cui risultati si sconteranno solamente tra circa 6 anni. Colpa, però, anche delle cattive abitudini degli italiani. Sono, infatti, due i fattori che fanno aumentare i consumi: la temperatura della stanza e le dispersioni di calore come la presenza di spifferi, finestre aperte o impianti datati
Tanto che, già con una semplice abitudine è possibile ottenere un decisivo risparmio di energia: riducendo la temperatura dell’ambiente da 21°C a 20°C, si taglia il 7% della spesa sostenuta ogni anno per il riscaldamento, pari a circa 84 euro. Limite, questo dei 20° C, imposto tra l’altro già per legge (DPR 412/93).
Vantaggi e svantaggi
Altro punto dolente per tutti i proprietari di casa interessati dall’obbligo dei contabilizzatori di calore è l’adeguamento delle tabelle di ripartizione, visto che questo sistema stravolgerà le spese condominiali. In assemblea va, infatti, modificato il regolamento nella parte che ne disciplina la ripartizione. Le spese di riscaldamento vanno ripartite tra le unità immobiliari in proporzione alle letture dei contatori di calore. E, solo una parte minima della spesa, viene suddivisa secondo i millesimi, a compensazione dei costi comuni e delle dispersioni di calore dell’impianto di riscaldamento. Il vantaggio in termini di risparmio rischia, però, di non essere uguale per tutti: a guadagnarci saranno soprattutto gli alloggi dei piani intermedi, mentre potrebbero essere penalizzati gli appartamenti che si trovano alle estremità dell’edificio, al primo piano con pavimento rivolto verso l’esterno o verso uno spazio non riscaldato, quelli all’ultimo piano o che hanno accanto un altro appartamento sfitto (e quindi non riscaldato).
Gli esclusi
Oltre agli impianti autonomi, l’obbligo dell’installazione delle valvole termostatiche e dei contabilizzatori di calore non scatta nel caso ci siano “impedimenti di natura tecnica”. È il caso, ad esempio, di case riscaldate da pannelli radianti obsoleti, dove adeguare l’impianto costerebbe troppo e l’operazione risulterebbe complicata.
Le sanzioni
I condomini che non osserveranno la legge saranno soggetti ad una sanzione amministrativa compresa tra i 500 e i 2500 euro, a seconda delle disposizioni adottate dalle singole Regioni.
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Milano, 21 feb. (Adnkronos) - Con una produzione dal valore di 277 milioni di euro nel 2023, la Lombardia è la quarta regione italiana più rilevante nel comparto florovivaistico. E' quanto afferma la Coldiretti regionale, sulla base del primo Rapporto nazionale sul settore realizzato dal centro studi Divulga e da Ixe’ con Coldiretti, in occasione della giornata conclusiva di Myplant&Garden, una delle più importanti manifestazioni internazionali per i professionisti delle filiere del verde in corso a Rho Fiera Milano.
In Lombardia, precisa la Coldiretti regionale su dati Registro delle Imprese, sono oltre 2.500 le aziende florovivaistiche, a cui vanno aggiunte quelle che si dedicano alla cura e alla manutenzione del paesaggio, per una filiera del verde lombarda che in totale può contare su più di 7.900 imprese. Sulla base del rapporto Divulga/Ixè, nel 2024 il florovivaismo Made in Italy ha raggiunto il valore massimo di sempre a quota 3,3 miliardi di euro, grazie anche al traino dell’export che chiuderà l’anno a 1,3 miliardi, ma sulle aziende nazionali pesa oggi la difficile situazione internazionale, a partire dalla guerra in Ucraina. Proprio a causa del conflitto, le aziende hanno subito un aumento dei costi del +83% per i prodotti energetici e del +45% per i fertilizzanti rispetto al 2020, oltre a un +29% per altri input produttivi quali sementi e piantine.
Costi in progressivo aumento, che ancora fanno fatica ad essere riassorbiti, tanto più se si considera la concorrenza sleale che pesa sulle imprese tricolori a causa delle importazioni a basso costo dall’estero, dove non si rispettano le stesse regole in termini di utilizzo dei prodotti fitosanitari, ma anche di tutela dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente.
Non va poi trascurato, avverte Coldiretti, l’impatto dei cambiamenti climatici: secondo il rapporto Divulga/Ixe’ due aziende agricole su tre (66%) hanno subito danni nell’ultimo triennio a causa di eventi estremi, tra grandinate, trombe d’aria, alluvioni e siccità che a più riprese hanno interessato il territorio nazionale. Il risultato di tutti questi fattori è che più di un terzo delle aziende florovivaistiche italiane denuncia difficoltà economiche.
Un quadro dinanzi al quale Coldiretti chiede misure di sostegno alle imprese per contrastare i cambiamenti climatici che, oltre agli eventi estremi, hanno moltiplicato le malattie che colpiscono le piante, spesso peraltro diffuse a causa delle importazioni di prodotti stranieri.
Ma serve anche puntare sulla promozione dei prodotti 100% Made in Italy, mettendone in risalto l’elevato valore ambientale, oltre che gli effetti positivi dal punto di vista della salute e della lotta all’inquinamento. Importante anche una maggiore considerazione per il settore all’interno della Politica agricola europea e, di riflesso, nelle politiche di sviluppo rurale.
Milano, 21 feb. (Adnkronos) - Con una produzione dal valore di 277 milioni di euro nel 2023, la Lombardia è la quarta regione italiana più rilevante nel comparto florovivaistico. E' quanto afferma la Coldiretti regionale, sulla base del primo Rapporto nazionale sul settore realizzato dal centro studi Divulga e da Ixe’ con Coldiretti, in occasione della giornata conclusiva di Myplant&Garden, una delle più importanti manifestazioni internazionali per i professionisti delle filiere del verde in corso a Rho Fiera Milano.
In Lombardia, precisa la Coldiretti regionale su dati Registro delle Imprese, sono oltre 2.500 le aziende florovivaistiche, a cui vanno aggiunte quelle che si dedicano alla cura e alla manutenzione del paesaggio, per una filiera del verde lombarda che in totale può contare su più di 7.900 imprese. Sulla base del rapporto Divulga/Ixè, nel 2024 il florovivaismo Made in Italy ha raggiunto il valore massimo di sempre a quota 3,3 miliardi di euro, grazie anche al traino dell’export che chiuderà l’anno a 1,3 miliardi, ma sulle aziende nazionali pesa oggi la difficile situazione internazionale, a partire dalla guerra in Ucraina. Proprio a causa del conflitto, le aziende hanno subito un aumento dei costi del +83% per i prodotti energetici e del +45% per i fertilizzanti rispetto al 2020, oltre a un +29% per altri input produttivi quali sementi e piantine.
Costi in progressivo aumento, che ancora fanno fatica ad essere riassorbiti, tanto più se si considera la concorrenza sleale che pesa sulle imprese tricolori a causa delle importazioni a basso costo dall’estero, dove non si rispettano le stesse regole in termini di utilizzo dei prodotti fitosanitari, ma anche di tutela dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente.
Non va poi trascurato, avverte Coldiretti, l’impatto dei cambiamenti climatici: secondo il rapporto Divulga/Ixe’ due aziende agricole su tre (66%) hanno subito danni nell’ultimo triennio a causa di eventi estremi, tra grandinate, trombe d’aria, alluvioni e siccità che a più riprese hanno interessato il territorio nazionale. Il risultato di tutti questi fattori è che più di un terzo delle aziende florovivaistiche italiane denuncia difficoltà economiche.
Un quadro dinanzi al quale Coldiretti chiede misure di sostegno alle imprese per contrastare i cambiamenti climatici che, oltre agli eventi estremi, hanno moltiplicato le malattie che colpiscono le piante, spesso peraltro diffuse a causa delle importazioni di prodotti stranieri.
Ma serve anche puntare sulla promozione dei prodotti 100% Made in Italy, mettendone in risalto l’elevato valore ambientale, oltre che gli effetti positivi dal punto di vista della salute e della lotta all’inquinamento. Importante anche una maggiore considerazione per il settore all’interno della Politica agricola europea e, di riflesso, nelle politiche di sviluppo rurale.
Milano, 21 feb. (Adnkronos) - Con una produzione dal valore di 277 milioni di euro nel 2023, la Lombardia è la quarta regione italiana più rilevante nel comparto florovivaistico. E' quanto afferma la Coldiretti regionale, sulla base del primo Rapporto nazionale sul settore realizzato dal centro studi Divulga e da Ixe’ con Coldiretti, in occasione della giornata conclusiva di Myplant&Garden, una delle più importanti manifestazioni internazionali per i professionisti delle filiere del verde in corso a Rho Fiera Milano.
In Lombardia, precisa la Coldiretti regionale su dati Registro delle Imprese, sono oltre 2.500 le aziende florovivaistiche, a cui vanno aggiunte quelle che si dedicano alla cura e alla manutenzione del paesaggio, per una filiera del verde lombarda che in totale può contare su più di 7.900 imprese. Sulla base del rapporto Divulga/Ixè, nel 2024 il florovivaismo Made in Italy ha raggiunto il valore massimo di sempre a quota 3,3 miliardi di euro, grazie anche al traino dell’export che chiuderà l’anno a 1,3 miliardi, ma sulle aziende nazionali pesa oggi la difficile situazione internazionale, a partire dalla guerra in Ucraina. Proprio a causa del conflitto, le aziende hanno subito un aumento dei costi del +83% per i prodotti energetici e del +45% per i fertilizzanti rispetto al 2020, oltre a un +29% per altri input produttivi quali sementi e piantine.
Costi in progressivo aumento, che ancora fanno fatica ad essere riassorbiti, tanto più se si considera la concorrenza sleale che pesa sulle imprese tricolori a causa delle importazioni a basso costo dall’estero, dove non si rispettano le stesse regole in termini di utilizzo dei prodotti fitosanitari, ma anche di tutela dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente.
Non va poi trascurato, avverte Coldiretti, l’impatto dei cambiamenti climatici: secondo il rapporto Divulga/Ixe’ due aziende agricole su tre (66%) hanno subito danni nell’ultimo triennio a causa di eventi estremi, tra grandinate, trombe d’aria, alluvioni e siccità che a più riprese hanno interessato il territorio nazionale. Il risultato di tutti questi fattori è che più di un terzo delle aziende florovivaistiche italiane denuncia difficoltà economiche.
Un quadro dinanzi al quale Coldiretti chiede misure di sostegno alle imprese per contrastare i cambiamenti climatici che, oltre agli eventi estremi, hanno moltiplicato le malattie che colpiscono le piante, spesso peraltro diffuse a causa delle importazioni di prodotti stranieri.
Ma serve anche puntare sulla promozione dei prodotti 100% Made in Italy, mettendone in risalto l’elevato valore ambientale, oltre che gli effetti positivi dal punto di vista della salute e della lotta all’inquinamento. Importante anche una maggiore considerazione per il settore all’interno della Politica agricola europea e, di riflesso, nelle politiche di sviluppo rurale.
Gaza, 22 feb. (Adnkronos) - Gli ostaggi israeliani Eliya Cohen, Omer Shem Tov e Omer Wenkert sono stati trasferiti alla Croce Rossa Internazionale dopo essere saliti sul palco a Nuseirat, nel centro di Gaza, prima del rilascio da parte di Hamas.
Roma, 22 feb. (Adnkronos Salute) - "In Italia sono sempre più giovani medici attratti dalla ginecologia oncologica: questa specializzazione conta bravi chirurghi intorno ai 45 anni, in Italia sono circa 50, tra cui molte donne. E loro saranno tra i protagonisti domani del simposio 'Innovation in Gyn Onc', appuntamento voluto dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia all’interno di Esgo", European Gynaecological Oncology Congress, in corso fino a domenica a Roma (Hotel dei Congressi all’Eur). Così all’Adnkronos Salute Vito Trojano, presidente di Sigo alla vigilia del meeting all’interno del Congresso Esgo 2025, un'esperienza formativa con oltre 50 sessioni scientifiche che in questa tre giorni di lavori presentano gli ultimi sviluppi medici e scientifici nella ricerca, nel trattamento e nella cura dei tumori ginecologici, tenuti da esperti di fama mondiale.
"Sarà una giornata molto importante perché non solo è un connubio fra la Società europea di ginecologia oncologica e la Sigo – spiega Trojano – ma perché dedicata alle nuove generazioni. Obiettivo: poter fare in modo che la Ginecologia oncologica sia sempre più attrattiva e di interesse per i giovani che aspirano a fare i medici".
Tra i temi al centro del simposio, nuove proposte per la vaccinazione e lo screening del cancro cervicale, prevenzione del cancro ovarico oltre la chirurgia, medicina di precisione in oncologia ginecologica, novità dalla biopsia liquida, algoritmi terapeutici nel carcinoma ovarico di prima linea, efficacia e sopravvivenza a lungo termine con gli inibitori di Parp. E ancora: la salute digitale in oncologia ginecologica, telechirurgia, telesonografia, teleconsulenza e Hipec (chemioterapia ipertermica intraperitoneale) in oncologia ginecologica. "Ampio spazio sarà dato ovviamente alle nuove terapie mediche, alle tecniche chirurgiche e all’Intelligenza artificiale con cui i futuri chirurghi si addestrano e si formano", conclude Trojano.
Gaza, 22 feb. (Adnkronos) - A Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, verranno rilasciati tre ostaggi (Omer Shem Tov, Eliya Cohen e Omer Wenkert) rapiti il 7 ottobre, anziché quattro come si pensava in precedenza. Il quarto ostaggio, Hisham al-Sayed, rapito nel 2015, verrà liberato in un altro luogo e senza una cerimonia pubblica. I veicoli della Croce Rossa sono presenti a Nuseirat, ma sembra che ci potrebbe essere ritardo nella consegna.
Roma, 22 feb. (Adnkronos Salute) - Ansia e depressione, nei pazienti con cancro, peggiorano la risposta alle cure e riducono la sopravvivenza. Lo evidenziano i risultati di uno studio (Stress Lung) pubblicato su 'Nature Medicine' e condotto su 227 pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato e trattati in prima linea con farmaci immunoterapici. A 2 anni, solo il 46% dei pazienti con distress emozionale, in particolare ansia e depressione, era vivo rispetto al 65% delle persone colpite dal carcinoma polmonare, ma senza segni di disagio psicologico. In Italia lo psicologo dedicato all'oncologia è presente, sulla carta, in circa la metà dei centri, in realtà solo il 20% delle strutture dispone di professionisti formati per affrontare il disagio mentale determinato dal cancro. Per contribuire a colmare questa lacuna nasce 'In buona salute', la prima piattaforma online di psiconcologia in Italia (inbuonasalute.eu), presentata ieri a Milano, in un incontro con la stampa. Si tratta di un luogo sicuro, accessibile e altamente professionale - riporta una nota - dove pazienti, caregiver e operatori sanitari possono ricevere un aiuto qualificato, senza limiti di tempo o spazio.
"Si stima che più del 50% dei pazienti oncologici sviluppi livelli significativi di distress emozionale che hanno un impatto negativo sulla qualità di vita, sull'adesione ai trattamenti e, quindi, sulla sopravvivenza - spiega Gabriella Pravettoni, responsabile scientifico di 'In buona salute', direttrice della divisione di Psiconcologia dell'Istituto europeo di oncologia e professoressa di Psicologia delle decisioni all'Università degli Studi di Milano - Il sostegno psiconcologico è fondamentale prima, durante e dopo le cure. Sono contenta che ci siano iniziative di questo genere dove si possa offrire un supporto concreto e personalizzato a chi affronta il tumore, attraverso un percorso di cura psicologica mirato e focalizzato al miglioramento del benessere mentale durante ogni fase della malattia".
Dopo aver completato un questionario online, la piattaforma suggerisce lo specialista più in linea con le necessità di ogni persona. E' infatti disponibile un team di psiconcologi certificati, impegnati a fornire un aiuto prezioso a pazienti, caregiver e operatori sanitari. Nella piattaforma è possibile trovare risorse, supporto emotivo e informazioni affidabili. E' consigliato un ciclo di 10 sedute online di 50 minuti.
"Troppo spesso i risvolti psicologici di una diagnosi di cancro sono lasciati in seconda linea, rispetto ai bisogni strettamente clinici - continua Pravettoni - Vanno considerate le difficoltà dei medici a discutere di questi argomenti durante la visita, anche per mancanza di tempo, e la riluttanza dei pazienti a confidarli, talvolta per lo stigma ancora associato ai problemi legati alla salute mentale. Anche quando i problemi psicologici vengono riconosciuti, non è facile gestirli nella pratica clinica. Non esiste, infatti, un modello di valutazione e intervento adatto a tutte le circostanze. Anche il supporto psiconcologico deve adeguarsi e rispondere ai bisogni dei pazienti, adottando tutti gli strumenti utili, incluse le sedute online".
Nel 2024, nel nostro Paese, sono stati stimati 390.100 nuovi casi di tumore. Grazie ai programmi di screening e ai progressi nelle terapie, aumenta il numero di persone che vivono dopo la diagnosi: nel 2024 erano circa 3,7 milioni. "La cura a 360 gradi di questi cittadini deve implicare una maggiore attenzione alle conseguenze psicologiche della malattia - afferma Lucia Del Mastro, professore ordinario e direttore della Clinica di Oncologia medica dell'Irccs Ospedale policlinico San Martino, Università di Genova - Il distress emozionale nelle persone colpite dal cancro è una condizione frequente, che ha un impatto negativo sulla qualità della vita e sulla sopravvivenza. I pazienti oncologici con sintomi depressivi mostrano, inoltre, una minor aderenza ai protocolli terapeutici. Uno studio retrospettivo ha indagato il grado di accettazione della chemioterapia adiuvante in donne con carcinoma della mammella: tra le pazienti con depressione che non hanno richiesto aiuto psicologico, solo il 51% ha accettato di sottoporsi alla chemioterapia. L'associazione tra sintomi depressivi e riduzione della sopravvivenza può essere dovuta non solo alla mancata aderenza terapeutica, ma anche alla risposta allo stress cronico e ai meccanismi immunitari implicati".
Per garantire "servizi adeguati di psiconcologia - prosegue Del Mastro - serve non solo un potenziamento delle risorse, ma anche riconoscere il ruolo dello psiconcologo all'interno del team multidisciplinare. Inoltre, i pazienti devono essere informati di più e meglio sull'opportunità di beneficiare di questi servizi. Ad esempio, la norma che ha istituito in Italia le Breast unit ha stabilito che, all'interno dei team multidisciplinari, siano inclusi gli psiconcologi, ma troppo spesso nei centri di senologia mancano professionisti strutturati, sostituiti da figure che lavorano con contratti precari. Ecco perché sono importanti progetti come 'In buona salute', che possono rispondere alle esigenze di supporto emotivo dei pazienti. Va considerata anche la facilità di accesso al servizio online, perché non è necessario spostarsi per accedere alle strutture, vantaggio importante soprattutto quando si tratta di pazienti fragili in trattamento".
Aggiunge Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia: "Già dalla diagnosi la donna si trova a affrontare una serie di problematiche che afferiscono all'ambito psicologico. Stress, disturbi d'ansia, depressione, immagine corporea alterata, difficoltà nella sfera emotiva, familiare e di coppia, sono le più comuni di un elenco purtroppo molto lungo. Grazie anche all'aiuto dello psiconcologo, è possibile per la paziente sviluppare una capacità di adattamento e di autogestione di fronte alla malattia, arrivare cioè a quello stato di resilienza necessario a superare le difficoltà nel percorso di cura. Lo psiconcologo dovrebbe essere presente, insieme all'oncologo medico, fin dall'inizio, ad ogni colloquio, anche se siamo ben consapevoli della carenza di personale dedicato e della precarietà degli incarichi".
"Mentre ci impegniamo con forza affinché questi limiti vengano superati e si rispettino le linee guida europee che prevedono la presenza dello psiconcologo in tutte le Breast Unit, accogliamo con favore la disponibilità di una piattaforma online con figure specializzate - conclude - a cui pazienti e familiari possano rivolgersi con la certezza di trovare un supporto qualificato".