“Il pupillo mio”, lo chiamava il nero Gennaro Mokbel, condannato lo scorso ottobre fa per il maxiriciclaggio “Telecom Italia Sparkle – Fastweb”. Si chiamava Silvio Fanella, 41 anni, considerato il cassiere del gruppo, legato all’estremismo neofascista romano. E’ stato freddato questa mattina nel suo appartamento alla Camilluccia, zona residenziale della capitale. Da quando era stato condannato insieme a Mokbel si trovava agli arresti domiciliari.
Nell’inchiesta romana che ha portato alla condanna di Mokbel, Fanella aveva avuto un ruolo primario nel “reinvestimento in attività lecite e illecite, il controllo delle attività investigative in atto e l’assistenza alle famiglie degli associati che si erano allontanati” dall’Italia dopo l’inizio delle indagini. Altri capi d’accusa erano “l’intestazione fittizia di beni e la movimentazione di somme di denaro in Italia e all’estero”. Secondo i magistrati aveva il potere di intervento diretto sui conti correnti occulti utilizzati nelle attività illecite, controllando gran parte dei movimenti finanziari.
Recentemente Fanella era stato indirettamente coinvolto anche in un’inchiesta della Procura di Roma su una presunta truffa nella gestione dei “punti qualità verde”. In un esposto si faceva riferimento ad alcune società aggiudicatarie del progetto – nato negli anni ’90 e che prevedeva oasi verdi nelle periferie romane – legate ad alcuni familiari di Mokbel e allo stesso Fanella.
Nei mesi scorsi Fanella sarebbe rimasto vittima di un tentativo di rapimento, come emerge dagli atti di un’indagine della Procura di Potenza. Secondo alcune fonti il tentativo di sequestro era legato ad una questione di fondi spariti e avrebbe visto la partecipazione di tre giovani.
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Roma, indagini per l’omicidio di Silvio Fanella
Secondo le prime ricostruzioni il 41enne romano sarebbe rimasto vittima di un vero e proprio agguato. Nella strada di fronte alla sua abitazione è rimasto ferito gravemente un ragazzo di 28 anni, Giovanni Battista Ceniti, coinvolto nella sparatoria, sottoposto in queste ore ad un intervento chirurgico presso il policlinico Gemelli. In mattinata erano circolate voci circa l’appartenenza del giovane a Casapound: “Non sappiamo ancora se la persona ferita nell’agguato alla Camilluccia di questa mattina sia Giovanni Ceniti, ma, nel caso non fosse un caso di omonimia, si tratterebbe di una persona che è stata espulsa più di tre anni fa”, ha spiegato il leader di Casapound Italia, Gianluca Iannone. “Perché lo cacciammo? Niente di particolare, per comportamenti etici non adatti, visioni politiche diverse. E poi non rispettava gli appuntamenti e non faceva quanto concordato per l’attività politica. Ma non ricordo bene la vicenda, perché non era un dirigente, era responsabile di una zona nel Vco (Verbania-Cusio-Ossola, ndr)”.
Alcuni testimoni hanno riferito di aver visto il ragazzo uscire dall’abitazione di Fanella sorretto da due persone – probabilmente i killer – che lo hanno abbandonato in strada, prima di fuggire. La direzione distrettuale antimafia della Procura di Roma ha disposto il suo fermo con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. L’automobile del gruppo di fuoco – una Croma grigia risultata rubata – è stata ritrovata in via Trionfale, a pochi chilometri dal luogo del delitto. Sul posto è intervenuta la squadra mobile di Roma, che sta conducendo le indagini.