L’attentatore di Karol Wojtyla sulla tomba del Papa polacco oggi santo. Esattamente 31 anni dopo l’abbraccio con San Giovanni Paolo II, nel carcere romano di Rebibbia, Mehmet Alì Agca, che il 13 maggio 1981 sparò a Wojtyla in piazza San Pietro, è entrato in Vaticano, con un mazzo di fiori in mano, chiedendo di essere ricevuto da Papa Francesco: “Sentivo la necessità di questo gesto – ha poi detto – Ho già incontrato un Papa e quindi è normale che incontri anche Francesco”. Udienza ovviamente negata per l’ennesima volta, dopo che l’uomo aveva chiesto di incontrare Bergoglio durante la sua ultima visita in Turchia. Un rifiuto che ha provocato la dura replica dell’ex fondamentalista che, ai media turchi, ha dichiarato: “Per me lui non è niente. Una pallottola costa 10 lire turche, mentre la vita del Papa per me non ne vale 5”. Subito dopo la visita, Agca ha però deposto dei fiori sulla tomba del Pontefice polacco, le cui spoglie riposano nella navata destra della Basilica Vaticana, all’interno della cappella di san Sebastiano subito dopo la Pietà di Michelangelo. L’uomo è stato successivamente fermato per un controllo dei documenti nell’Ispettorato vaticano e in Questura. Ali Agca sarà trattenuto fino a lunedì, quando verrà poi espulso dal Paese dato che è entrato in Italia senza un visto.
Agca, che dopo l’attentato incontrò San Giovanni Paolo II, è un estremista musulmano turco appartenente ai Lupi grigi, gruppo dell’estrema destra legato al traffico di stupefacenti. L’ottimo tiratore scelto, durante il suo processo, raccontò ai magistrati di essere stato assoldato dai servizi segreti bulgari per conto del Kgb, con l’obiettivo di fermare Solidarnosc, il sindacato sostenuto da Wojtyla e guidato da Lech Walesa che nel 1983 vinse il Premio Nobel per la pace e nel 1990 divenne presidente della Polonia. Nel suo ultimo libro “Memoria e identità”, San Giovanni Paolo II ripercorre il suo attentato e afferma che “Agca è un assassino professionista. Questo vuol dire che l’attentato non fu iniziativa sua, che fu qualcun altro a idearlo, che qualcun altro lo aveva a lui commissionato”. E in un altro passaggio afferma: “Penso che l’attentato sia stato una delle ultime convulsioni delle ideologie della prepotenza scatenatesi nel XX secolo”.
Da quell’attentato del 13 maggio 1981, giorno in cui la Chiesa cattolica ricorda la prima apparizione della Madonna a Fatima a 3 pastorelli, Giacinta e Francisco Marto, beatificati da Wojtyla nel 2000, e Lucia dos Santos, San Giovanni Paolo II ha sempre creduto di essere stato salvato da “una mano materna”. “Agca sapeva come sparare – scrisse il Papa sempre nel suo ultimo libro – e sparò certamente per colpire. Soltanto, fu come se qualcuno avesse guidato e deviato quel proiettile”. Wojtyla subì un intervento di urgenza al Policlinico Gemelli di Roma della durata di 5 ore e 30 minuti e, prima di entrare in sala operatoria, il suo segretario particolare, Stanislaw Dziwisz, oggi cardinale arcivescovo di Cracovia, gli fece l’estrema unzione. In pochi, infatti, erano convinti che sarebbe sopravvissuto.
Per Agca, invece, arrivò col processo per direttissima la condanna all’ergastolo per tentato omicidio di capo di Stato estero. L’uomo fu poi graziato, il 13 giugno 2000, durante il Grande Giubileo, dal presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi. Una decisione che il capo dello Stato prese dopo che la Santa Sede si era dichiarata “non contraria” al provvedimento. Rientrato in Turchia, dopo aver scontato un’altra condanna che aveva nel suo Paese, dal 18 gennaio 2010 Agca è stato definitivamente scarcerato e mentre acquistava la libertà ha dichiarato di essere il Cristo, di voler riscrivere la Bibbia e ha preannunciato l’apocalisse.
Successivamente l’uomo ha voluto incontrare Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, la ragazza figlia di un dipendente vaticano rapita nel 1983 e di cui non si è mai saputo nulla. Agca sostiene che Emanuele sia ancora viva e stia bene e si è impegnato a contattare i suoi carcerieri per provvedere alla sua liberazione, ma alle sue parole non è seguito nulla. Il 13 febbraio 2013 è uscita in libreria la sua autobiografia dal titolo “Mi avevano promesso il paradiso. La mia vita e la verità sull’attentato al Papa”. Nel volume Agca indica quale mandante l’ayatollah Ruhollah Khomeini che gli avrebbe detto: “Tu devi uccidere il Papa nel nome di Allah. Tu devi uccidere il portavoce del diavolo in terra, il vicario di Satana in questo mondo. Sia morte al capo degli ipocriti, alla guida degli infedeli. Sia morte a Giovanni Paolo II per mano tua. Non dubitare mai, abbi fede, uccidi per lui e poi togliti la vita affinché la tentazione del tradimento non offuschi il tuo gesto. Il tuo martirio sarà ricompensato con il paradiso, con la gloria eterna nel regno di Allah”. Un mistero destinato a non essere svelato.
Twitter: @FrancescoGrana
Cronaca
Francesco, Ali Agca in Vaticano: “Devo vedere il Papa”. Fermato e espulso
L'uomo che, nel 1981, attentò alla vita di Giovanni Paolo II chiede da tempo di incontrare il nuovo Pontefice. L'ultimo rifiuto, però, ha provocato la reazione dell'ex Lupo Grigio turco: "Una pallottola costa 10 lire turche, mentre la vita del Papa per me non ne vale 5", ha dichiarato. Lunedì sarà espulso dal Paese
L’attentatore di Karol Wojtyla sulla tomba del Papa polacco oggi santo. Esattamente 31 anni dopo l’abbraccio con San Giovanni Paolo II, nel carcere romano di Rebibbia, Mehmet Alì Agca, che il 13 maggio 1981 sparò a Wojtyla in piazza San Pietro, è entrato in Vaticano, con un mazzo di fiori in mano, chiedendo di essere ricevuto da Papa Francesco: “Sentivo la necessità di questo gesto – ha poi detto – Ho già incontrato un Papa e quindi è normale che incontri anche Francesco”. Udienza ovviamente negata per l’ennesima volta, dopo che l’uomo aveva chiesto di incontrare Bergoglio durante la sua ultima visita in Turchia. Un rifiuto che ha provocato la dura replica dell’ex fondamentalista che, ai media turchi, ha dichiarato: “Per me lui non è niente. Una pallottola costa 10 lire turche, mentre la vita del Papa per me non ne vale 5”. Subito dopo la visita, Agca ha però deposto dei fiori sulla tomba del Pontefice polacco, le cui spoglie riposano nella navata destra della Basilica Vaticana, all’interno della cappella di san Sebastiano subito dopo la Pietà di Michelangelo. L’uomo è stato successivamente fermato per un controllo dei documenti nell’Ispettorato vaticano e in Questura. Ali Agca sarà trattenuto fino a lunedì, quando verrà poi espulso dal Paese dato che è entrato in Italia senza un visto.
Agca, che dopo l’attentato incontrò San Giovanni Paolo II, è un estremista musulmano turco appartenente ai Lupi grigi, gruppo dell’estrema destra legato al traffico di stupefacenti. L’ottimo tiratore scelto, durante il suo processo, raccontò ai magistrati di essere stato assoldato dai servizi segreti bulgari per conto del Kgb, con l’obiettivo di fermare Solidarnosc, il sindacato sostenuto da Wojtyla e guidato da Lech Walesa che nel 1983 vinse il Premio Nobel per la pace e nel 1990 divenne presidente della Polonia. Nel suo ultimo libro “Memoria e identità”, San Giovanni Paolo II ripercorre il suo attentato e afferma che “Agca è un assassino professionista. Questo vuol dire che l’attentato non fu iniziativa sua, che fu qualcun altro a idearlo, che qualcun altro lo aveva a lui commissionato”. E in un altro passaggio afferma: “Penso che l’attentato sia stato una delle ultime convulsioni delle ideologie della prepotenza scatenatesi nel XX secolo”.
Da quell’attentato del 13 maggio 1981, giorno in cui la Chiesa cattolica ricorda la prima apparizione della Madonna a Fatima a 3 pastorelli, Giacinta e Francisco Marto, beatificati da Wojtyla nel 2000, e Lucia dos Santos, San Giovanni Paolo II ha sempre creduto di essere stato salvato da “una mano materna”. “Agca sapeva come sparare – scrisse il Papa sempre nel suo ultimo libro – e sparò certamente per colpire. Soltanto, fu come se qualcuno avesse guidato e deviato quel proiettile”. Wojtyla subì un intervento di urgenza al Policlinico Gemelli di Roma della durata di 5 ore e 30 minuti e, prima di entrare in sala operatoria, il suo segretario particolare, Stanislaw Dziwisz, oggi cardinale arcivescovo di Cracovia, gli fece l’estrema unzione. In pochi, infatti, erano convinti che sarebbe sopravvissuto.
Per Agca, invece, arrivò col processo per direttissima la condanna all’ergastolo per tentato omicidio di capo di Stato estero. L’uomo fu poi graziato, il 13 giugno 2000, durante il Grande Giubileo, dal presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi. Una decisione che il capo dello Stato prese dopo che la Santa Sede si era dichiarata “non contraria” al provvedimento. Rientrato in Turchia, dopo aver scontato un’altra condanna che aveva nel suo Paese, dal 18 gennaio 2010 Agca è stato definitivamente scarcerato e mentre acquistava la libertà ha dichiarato di essere il Cristo, di voler riscrivere la Bibbia e ha preannunciato l’apocalisse.
Successivamente l’uomo ha voluto incontrare Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, la ragazza figlia di un dipendente vaticano rapita nel 1983 e di cui non si è mai saputo nulla. Agca sostiene che Emanuele sia ancora viva e stia bene e si è impegnato a contattare i suoi carcerieri per provvedere alla sua liberazione, ma alle sue parole non è seguito nulla. Il 13 febbraio 2013 è uscita in libreria la sua autobiografia dal titolo “Mi avevano promesso il paradiso. La mia vita e la verità sull’attentato al Papa”. Nel volume Agca indica quale mandante l’ayatollah Ruhollah Khomeini che gli avrebbe detto: “Tu devi uccidere il Papa nel nome di Allah. Tu devi uccidere il portavoce del diavolo in terra, il vicario di Satana in questo mondo. Sia morte al capo degli ipocriti, alla guida degli infedeli. Sia morte a Giovanni Paolo II per mano tua. Non dubitare mai, abbi fede, uccidi per lui e poi togliti la vita affinché la tentazione del tradimento non offuschi il tuo gesto. Il tuo martirio sarà ricompensato con il paradiso, con la gloria eterna nel regno di Allah”. Un mistero destinato a non essere svelato.
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Roma, 4 feb. (Adnkronos) - Disagi in vista oggi in Lombardia per chi si sposta in treno. Dalle 3 di mercoledì 5 febbraio 2025 alle 2 di giovedì 6 il sindacato Orsa ha proclamato una giornata di sciopero che potrà generare ripercussioni al servizio Regionale, Suburbano, Aeroportuale e la Lunga Percorrenza di Trenord. Viaggeranno i treni con partenza prevista dopo le 6 e dopo le 18, con arrivo previsto entro le 9 ed entro le 21.
Nel caso di cancellazione dei treni del servizio aeroportuale, saranno istituiti bus senza fermate intermedie tra: Milano Cadorna e Malpensa Aeroporto per il Malpensa Express. Da Milano Cadorna gli autobus partiranno da via Paleocapa 1. Stabio e Malpensa Aeroporto per il collegamento aeroportuale S50 Malpensa Aeroporto – Stabio.
Disagi in vista anche per chi viaggia in aereo con lo sciopero del personale delle aziende di handling associate a Assohandlers indetto dalla Flai Trasporti e Servizi.
Cagliari, 04 feb. - (Adnkronos) - È morto il principe Karim Aga Khan, fu lui il 14 marzo del 1962 a fondare il Consorzio Costa Smeralda e portare al centro del mondo un angolo di Sardegna. "Non abbiamo parole. Solo una: grazie", è il commento ufficiale del Consorzio. L'annuncio ufficiale della scomparsa arriva dall'Aga Khan Development Network. "Sua Altezza il principe Karim Al-Hussaini, Aga Khan IV, 49° Imam ereditario dei musulmani sciiti ismailiti e diretto discendente del profeta Maometto (pace sia con lui), è deceduto pacificamente a Lisbona il 4 febbraio 2025, all'età di 88 anni, circondato dalla sua famiglia". A breve è previsto l'annuncio del suo successore.
"I leader e lo staff dell'Aga Khan Development Network porgono le nostre condoglianze alla famiglia di Sua Altezza e alla comunità ismailita di tutto il mondo - si legge in una nota -. Mentre onoriamo l'eredità del nostro fondatore, il principe Karim Aga Khan, continuiamo a lavorare con i nostri partner per migliorare la qualità della vita degli individui e delle comunità in tutto il mondo, come lui desiderava, indipendentemente dalle loro appartenenze religiose o origini".
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - "La presidente del Consiglio riferisca in Parlamento sulla vicenda Almasri. Prima lo farà, prima potrà occuparsi dei gravi problemi del Paese e tentare qualche soluzione alla crisi industriale, al Pil che ristagna, alla sanità ormai alla deriva. Perda meno tempo nella comunicazione social e ne trovi per cose più gravi e urgenti. Chi la segue nei suoi video e poi legge la bolletta della luce e del gas comincia a chiedersi come mai tanta distanza fra la realtà e la rappresentazione che ne dà Meloni. Sulla vicenda Almasri ci metta la faccia, ma in Parlamento e non su X o Instagram. Solo così potrà chiudere una vicenda gestita male e conclusa peggio". Lo dice Daniela Ruffino di Azione.
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - Fdi e Lega all'attacco del Pd sull'inchiesta campana sul favoreggiamento dell'immigrazione clandestina che vede coinvolto il tesoriere regionale dem, Nicola Salvati, già sospeso ieri dal partito. "Siamo sconcertati da queste notizie che coinvolgono i 'buoni e generosi' del Pd. Se le accuse fossero confermate sarebbe gravissimo", attacca direttamente Matteo Salvini via social. Anche la premier Giorgia Meloni dedica un post alla vicenda sottolineando come l'inchiesta campana confermi "ancora una volta quanto denunciato dal Governo: per anni, la gestione dei flussi migratori è stata terreno fertile per criminali senza scrupoli". La premier garantisce: "Continueremo a lavorare per ristabilire regole serie e legalità".
Non tarda la replica dei dem che, dopo aver sospeso ieri Salvati, oggi hanno incaricato il tesoriere nazionale del Pd, Michele Fina, di assumere la gestione della tesoreria regionale. "Quanto al merito della vicenda, oltre ad averlo rimosso dall'incarico di tesoriere, dopo un secondo lo abbiamo immediatamente sospeso in via cautelare dall'anagrafe degli iscritti del Pd -sottolinea lo stesso Fina-. E' giusto il caso di osservare che una ministra della Repubblica, rinviata a giudizio per falso in bilancio e sotto indagine per truffa ai danni dello Stato, siede ancora tranquillamente al suo posto. Prego di notare le differenze".
Nella vicenda intervengono anche i 5 Stelle. Il capogruppo Riccardo Ricciardi va giù duro: "Per qualsiasi percorso di alleanza, nazionale o territoriale, ci vuole la massima intransigenza. Ci auguriamo che chi vuole sottoscrivere un accordo con i 5 stelle faccia una pulizia totale in casa propria". Una 'pulizia' che in Campania la stessa Elly Schlein ha come obiettivo. Giuseppe Conte ricorda come "l'etica pubblica è fondamentale" per i 5 Stelle ma è su Meloni che il leader M5S batte, anche su questa vicenda. E a stretto giro ribatte via social al post della premier. "Non posso crederci: Meloni, davvero hai fatto un post per denunciare che l’'immigrazione non può essere lasciata in balia della criminalità'? Cioè tu scappi dal Parlamento per non spiegare agli italiani perché hai rimpatriato con volo di Stato un boia, con accuse di stupri di bambini, al centro dei traffici di migranti e oggi te ne esci con un post così? Ma davvero ti sei convinta che noi italiani siamo tutti idioti a eccezione di te, tua sorella e dei tuoi stretti sodali? Per farti tornare alla realtà ti allego due immagini: in una il criminale Almasri che scende dal volo di Stato, nell'altra una notizia di qualche mese fa dai comuni d'Italia".
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - “Giorgia Meloni continua a fuggire dal parlamento preferendo parlare continuamente sui social, quasi fosse una influencer e non la Presidente del Consiglio. Manda i due ministri, Nordio e Piantedosi, che avevano fatto saltare la precedente informativa con una motivazione menzognera: siccome c'era il segreto istruttorio e per rispetto delle indagini, non avrebbero potuto partecipare. Mentivano sapendo di mentire". Così Angelo Bonelli, parlamentare di AVS e portavoce di Europa Verde.
"Perché la Legge Costituzionale n°1 del 16 gennaio 1989, all'articolo 6, stabilisce in modo inequivocabile che il procuratore invia la denuncia al tribunale dei ministri senza svolgere alcuna indagine. È quindi evidente che gli interessati sapevano che non ci sono indagini e che non c'è alcun segreto istruttorio da rispettare. Infatti, domani i ministri Piantedosi e Nordio si presentano a Montecitorio per l'informativa. Si presentano per non far venire la premier Meloni: colei che ha accusato l'opposizione, in particolar modo Alleanza Verdi e Sinistra, di essere amici dei trafficanti di esseri umani".
"Ora l'Italia e l'opinione pubblica internazionale hanno la prova che lei è amica e complice dei trafficanti di esseri umani. Giorgia Meloni venga in Aula a spiegare perché! È ora di farla finita con il complottismo e il vittimismo da propaganda di Giorgia Meloni, che sparge sui social e nelle trasmissioni televisive amiche", conclude Bonelli.
Civitavecchia, 4 feb. (Adnkronos) - "Sono in corso i lavori per la costruzione del nuovo Terminal Donato Bramante che, ci auguriamo, sarà pronto entro la seconda parte del 2025. Sarà una struttura completamente green che migliorerà l’esperienza dei crocieristi che vengono qui a Civitavecchia. Abbiamo inoltre completato l’impianto fotovoltaico del Terminal Vespucci, che quindi sarà interamente alimentato da energia rinnovabile. Stiamo lavorando sul rinnovamento del design del Terminal 10 per poi trasferirlo al 18 e che sarà dedicato alle navi boutique, a conferma della vocazione di Civitavecchia come hub europeo principale per questo genere di imbarcazioni". Ad affermarlo è John Portelli, Direttore Generale della Roma Cruise Terminal (Rct) alla conferenza stampa che si è tenuta presso la Sala Comitato dell’AdSP – Molo Vespucci snc a Civitavecchia – illustrando i molteplici interventi infrastrutturali che stanno rendendo il porto di Civitavecchia sempre più funzionale ed ecosostenibile.
"Ma ci sono altri progetti importanti che vedono il ripensamento di tutta l’area portuale di Civitavecchia – continua Portelli -, i nuovi varchi che saranno inaugurati nel 2025, il ponte che collegherà questa parte del porto con le banchine delle crociere. E poi, le nuove bitte di 300 tonnellate che sono piuttosto rare nei porti italiani e che sono fondamentali per dare flessibilità agli ormeggi, specialmente per le grandi navi che si fermano nel porto di Civitavecchia".
Civitavecchia, 4 feb. (Adnkronos) - "Dopo aver superato la soglia dei 3 milioni di turisti in transito nel porto di Civitavecchia, l’anno scorso, traguardo mai raggiunto da nessun porto in Italia, oggi celebriamo il risultato di 3.459.000, un risultato importantissimo e straordinario, non solo su base nazionale, ma europeo e mondiale, visto che siamo secondi – e, ormai, di poco – solo a Barcellona, e contiamo di superarla in un paio d’anni, posizionandoci ormai tra i primi sei porti crocieristici al mondo". Ad affermarlo è Pino Musolino, Commissario Straordinario dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale, in occasione della conferenza stampa che si è tenuta presso la Sala Comitato dell’AdSP – Molo Vespucci snc a Civitavecchia – per illustrare i dati delle crociere del 2024 e le prospettive di sviluppo del traffico crocieristico.
"Un altro dato importante – continua Musolino – riguarda anche l’effetto che le crociere turnaround, cioè che partono e arrivano a Civitavecchia hanno prodotto sui servizi di ricettività della città. Il 79% degli operatori di bed and breakfast o di alberghi dichiara che senza le crociere il loro lavoro sarebbe fortemente penalizzato. Parliamo di ristoranti, parcheggi fuori dal porto un’industria che produce tanto lavoro in molti settori”. Un indotto che non favorisce solo Civitavecchia, ma di cui beneficia, ovviamente, oltre alla città di Roma, meta di riferimento per i turisti delle crociere, anche tutto il territorio laziale. “In questi anni, siamo riusciti a mandare oltre 20.000 persone in località come Viterbo e Bomarzo", conclude il Commissario Straordinario dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale.