Il presunto assassino di Gaia Molinari, la piacentina di 29 anni trovata trovata morta il giorno di Natale a circa 300 chilometri da Fortaleza, in Brasile, è stato fermato. Secondo il sito del Diario di Nordeste l’uomo è sotto interrogatorio nella stazione di Polizia della Delegacia de Proteção ao Turista-Deprotur di Fortaleza.
Gaia Molinari, appassionata di viaggi e volontariato, era arrivata alcune settimane fa con un’associazione del posto. Insegnava inglese ai bambini e imparava il portoghese. Il suo corpo è stato ritrovato il giorno di Natale da alcuni turisti tra le sterpaglie in un’area naturale di conservazione dell’ambiente chiuso ai veicoli a Jijoca Jerocoacoara, dove era andata per alcuni giorni di vacanza con un’amica brasiliana.
Secondo il sito brasiliano ‘O Globo’, l’esito dell’autopsia parla di asfissia da strangolamento. I media locali hanno riferito che la vittima aveva alcune ferite alla testa e sul corpo. “Aveva dei lividi ai polsi come se fosse stata legata”, puntualizzano fonti investigative. “A Jericoacoara hanno incontrato altri turisti, per caso anch’essi di Piacenza, ed é stato uno di loro ad avvertirci”, aggiungono le fonti italiane: “Non si sanno le ragioni per le quali Gaia si sia ritrovata da sola sulla strada secondaria” dove poi è stato trovato il suo corpo.
La giovane sarebbe stata colpita al capo – il volto era sfigurato – con una pietra, ha riferito ad un sito web locale il sottotenente Marcos Rodrigues, comandante della polizia locale di Joricoacoara, secondo il quale Gaia presentava una grave ferita al volto e aveva perso molto sangue. Intanto la brasiliana che viaggiava con la piacentina e si trovava con lei è stata interrogata dalla polizia per chiarire le circostanze della morte. La ragazza, Miriam Franca, di Rio de Janeiro, ha accompagnato Gaia da Fortaleza e Jericoacoara ed è stata identificata dalla reception dell’ostello di Fortaleza dove erano ospitate. Agli inquirenti ha riferito che l’italiana era arrivata il 21 e doveva ripartire il 24 dicembre dalla località in cui è stata uccisa, ma aveva prolungato di un giorno la vacanza. Quando è stata trovata morta, la piacentina indossava un bikini e aveva uno zaino.
La morte violenta della giovane piacentina richiama alla memoria un duplice delitto che tocco, anche in quel caso, l’Emilia-Romagna: vittime furono la ravennate Dalia Saiani e la veronese Giorgia Busato, 30 e 28 anni, l’8 febbraio 2007 a Sal, arcipelago di Capo Verde. Dalia e Giorgia, una campionessa di windsurf, l’altra titolare di un’agenzia di viaggio, furono uccise per rapina a colpi di pietra e pala, mentre una ravennate di 17 anni che era con loro si salvò fingendosi morta. Due giovani del luogo furono condannati a 25 anni di carcere, pena poi lievemente ridotta in secondo grado.