La definizione di ‘grillini spagnoli’ riferita a Podemos in un recente articolo apparso sul Fatto mi pare non renda giustizia al movimento spagnolo e sia ad ogni modo fortemente criticabile.
In primo luogo perché se si vuole fare riferimento alla formazione politica promossa da Grillo e da altri, occorre semmai utilizzare l’espressione “Movimento Cinque Stelle”. Ricordo che una signora me lo fece presente, giustamente piccata, in uno dei primi post da me dedicati a Grillo e al Movimento. Da allora ho cercato sempre di distinguere fra i due concetti, anche perché ho sempre sperato che il Movimento Cinque Stelle possa andare ben al di là di Grillo.
In secondo luogo e a maggior ragione perché il programma di Podemos differisce notevolmente da quello dello stesso Movimento, pur presentando qualche similarità con quella che a mio avviso ne costituisce la parte migliore e da valorizzare.
Ma veniamo al programma di Podemos. Mi limiterò su questo post a trattarne la parte dedicata all’economia. Si tratta di dodici punti. Vediamone gli aspetti essenziali.
- Una politica di investimenti e politiche pubbliche per l’occupazione, la riduzione della settimana lavorativa a 35 ore e dell’età pensionabile a 60 anni, una pensione pubblica dignitosa per tutti di importo pari al salario minimo, la fine delle leggi e dei meccanismi che incentivano la precarietà del lavoro.
- Analisi del debito pubblico e privato per identificarne le parti che sono illegittime e quindi non vanno pagate, ristrutturazione del resto del debito, eliminazione delle clausole vessatorie nei rapporti debitori.
- Controllo democratico sulla Banca centrale europea, che va orientata al conseguimento di obiettivi di interesse pubblico, in particolare occupazione, contrasto degli attacchi speculativi e sostegno al debito pubblico dei singoli Stati membri dell’Unione europea.
- Creazione di un’Agenzia europea di rating pubblica che prenda il posto di quelle private esistenti che non garantiscono alcuna obiettività e sono viziate da evidenti quanto enormi conflitti d’interesse.
- Riorientamento del credito verso le iniziative di rilievo sociale, tassazione dei profitti bancari, proibizione degli strumenti finanziari speculativi.
- Recupero del controllo pubblico sui settori strategici dell’economia quali ad esempio telecomunicazioni, energia, alimentazione, trasporti, sanità, educazione, medicinali.
- Cooperazione effettiva e trasparente tra le autorità fiscali dei vari Paesi europei.
- Obbligo di rendicontazione da parte delle imprese multinazionali, anche al fine di porre fine ai loro abusi fiscali e di altro genere.
- Persecuzione dell’evasione fiscale, che va penalizzata a partire dall’importo di 50.000 euro, con appesantimento delle sanzioni previste.
- Politica fiscale orientata alla redistribuzione del reddito, con eliminazione di tutti i meccanismi di elusione delle imposte.
- Sostegno alla ricerca pubblica e riequilibrio dello sviluppo fra i vari Paesi europei.
- Introduzione di un reddito di base garantito non sostitutivo delle prestazioni sociali già in essere.
Come si vede un ampio ed ambizioso programma, la cui attuazione implica evidentemente la liquidazione delle attuali politiche europee di cosiddetta austerità, improntate esclusivamente al beneficio della finanza e dell’impresa parassitarie. L’esatto opposto di quello che vanno predicando Renzi, Berlusconi e i loro vari accoliti, come pure la Merkel, Cameron, Farage, ecc.
Non si agitano obiettivi demagogici e volti solo a creare un consenso momentaneo, come l’uscita dall’euro, ma si chiedono cambiamenti totali di direzione da parte delle istituzioni europee e nazionali. In questo senso, il programma di Podemos presenta analogie ben maggiori con forze come l’Altra Europa, anche se possono cogliersi concordanze interessanti con gli aspetti migliori del programma del Movimento Cinque Stelle, come il reddito di cittadinanza.
Altro che grillini spagnoli, quindi! Una forza con una netta identità di sinistra (si vedano le nette proposizioni in tema di diritti dei migranti, altro che le menate razzistoidi di Grillo, oggi spiazzato dal razzista DOC Salvini) che, alleata ad Izquierda Unida, può raggiungere, secondo i sondaggi la maggioranza dei voti espressi, prospettiva che evidentemente terrorizza i vecchi arnesi della casta iberica, dal PP al PSOE. Un po’ come sta avvenendo in Grecia, dove Syriza raggiunge la maggioranza a scapito di PASOK e ND. E in Italia che si aspetta a rottamare PD, Forza Italia e cespugli vari, prima che siano tali forze a rottamare il Paese, in un crescendo di sfrenata corruzione e piatta subalternità ai poteri forti nazionali, europei e internazionali?
Si richiede a tale fine, come ho pù volte scritto, la convergenza fra le migliori forze ed idee del Movimento Cinque Stelle e una sinistra finalmente rigenerata, ma soprattutto i movimenti di massa che, su vari temi, nonostante tutto continuano ad esistere in questo Paese disastrato.