Musica

Tunisia, la “rinascita” passa anche attraverso la musica con il Mawu Festival

In concomitanza non casuale con la vittoria delle forze anti-islamiste e borghesi alle elezioni politiche e presidenziali tunisine e mentre non è ancora stato formato il nuovo governo, un gruppo di trentenni organizza un appuntamento, dal 30 dicembre alla mattina del 1 gennaio, dedicato all'elettronica: l'ispirazione? Il Burning Man

di Paolo Hutter

MAWU, un titolo che evoca “africanità”, tribalismo, ma anche una sigla che ambisce a diventare un marchio (nella mitologia del Dahomey/Benin un dio creatore associato a Sole e Luna). Un luogo, Ksar Ghilane, che è una vera e propria oasi di palme e di verde in un’area di vero e proprio deserto, cioè con le dune di sabbia. Forse l’oasi sahariana più prossima alla costa mediterranea, a meno di tre ore di auto o bus dall’aeroporto di Djerba (quasi sette da Tunisi).

Sono il titolo e il luogo di un esperimento, un festival – camping di musica elettronica, che si svolge in coincidenza non casuale con la vittoria delle forze anti-islamiste e borghesi alle elezioni politiche e presidenziali tunisine, mentre ancora non è stato formato il nuovo governo. A organizzare questo appuntamento è un gruppo di giovani dei quartieri residenziali di Tunisi, massimo trentenni, tutti già attivi nella promozione di eventi, di serate musicali o nella pubblicità, o nella comunicazione. Nella sede di Happy Days, l’agenzia di viaggi che li appoggia nell’impresa, Mohamed Ben Chedli spiega: “Ci siamo messi insieme su questo progetto, aggregandoci tra amici, ognuno ha il suo lavoro, quasi tutti free-lancers. Ci sentiamo cosmopoliti, cittadini del mondo, molti di noi hanno lavorato o lavorano all’estero, Nord America, Europa. Ma non vogliamo rimanere chiusi nel nostro solito ambiente un po’ privilegiato di La Marsa, del clubbing all’avanguardia che sfavillava all’ombra del regime, prima dei contraccolpi e della stagnazione del dopo-rivoluzione. Vogliamo provare quest’idea: fare una cosa nel Sud, l’area più depressa, una cosa per rilanciare il turismo e l’immagine internazionale della Tunisia, una cosa per i giovani ma non solo. Rischiamo coi nostri mezzi, abbiamo allestito un grande palco, riadattato un “campement” le tende berbere a sei posti, ingaggiato venti gruppi.”

Il festival Mawu ha un precedente nel successo sorprendente delle “Dunes electroniques” del febbraio scorso, sempre nel Sud tunisino, a Nefta e dintorni, dove fu girato “Guerre Stellari”. Ma in quel caso c’era stato solo qualche campeggiatore spontaneo. Questa volta l’esperimento è quello di vivere come una comunità nella natura per 48 ore, dal pomeriggio del 30 dicembre alla mattina del 1 gennaio, una cosa inedita in Nordafrica. Unico sponsor la Happy days e le capacità promozionali degli organizzatori. “Girerà alcool?” “Non fateci queste domande, non vogliamo eccitare la polemica islamista“. Basti sapere – off records – che una delle esperienze a cui si ispirano è Burning Man, il festival fricchettone nel deserto del Nevada… Mentre l’ 88enne neo eletto al ballottaggio, il Presidente Beji Caid Essebsi, pensa a chi dare l’incarico per il nuovo governo, quelli di Mawu fanno le prove di una formula electro-afro-folk che vorrebbero, se funziona, far girare nel Maghreb.

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