Non ci vuole un indovino: il 2015 sarà decisivo per ottimizzare performance di comunicazioni e connettività totale (bene!). Ma pure per l’innalzamento delle emissioni elettromagnetiche (male!). Come convivere con l’evoluzione tecnologica? Coniugando velocità di trasmissione dati ‘senza fili’ e tutela della salute da patologie causate dall’elettrosmog? A rischio pure l’ambiente? Facciamo il punto, ecco calendario e agenda del nuovo anno. Scenari insidiosi annessi.

Governo Renzi: come i predecessori (aria pubblica all’asta per le frequenze 4G a 3,9 milioni di euro nell’ultimo Berlusconi e Decreto Crescita Monti con ‘furbata’ della spalmatura nelle 24H dei picchi CEM) anche il Premier dei selfie ha aperto senza ‘precauzione’ alla lobby Big-Phone, gli operatori telefonici forti di studi negazionisti della nocività delle radiazioni non ionizzanti di Cellulari&C., ansiosi di alzare il limite delle emissioni elettromagnetiche delle antenne, portando l’attuale tetto cautelativo di 6 V/m a 60 V/m, cioè 10 volte tanto, quando il gruppo di scienziati indipendenti Bioinitiative (autorevole riferimento anche per l’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha fissato inequivocabilmente a 0,6 V/m – cioè 100 volte meno – la soglia sicura per l’uomo!

Nel Piano renziano Banda Ultra Larga presentato alla Commissione europea sono stati individuati 6 miliardi di euro pubblici (2014-2020) per portare 42 Mbit agli italiani e la tecnologia di Quarta Generazione 4G (LTE) necessita di un restyling dei ripetitori (non solo!) sui palazzi (vedere mio post Sblocca Italia, Sblocca Antenne!). Domanda: come la mettiamo col pericolo malattie da elettrosmog dimostrato da una robusta schiera di ricercatori indipendenti, non assoldati dalle compagnie telefoniche? “L’ Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato i cellulari come possibili cancerogeni, eppure nessuno interviene sul loro uso massiccio – affila il colpo il biologo CNR Fiorenzo Marinelli, coordinatore di un recente studio sugli effetti nocivi del Wi-Fi – Lo stesso avverrà con le nuove tecnologie 4G-LTE, applicate senza che siano state preventivamente studiate. Un comportamento assurdo e irrazionale, che salvaguarda il profitto e non cura la salute della popolazione esposta”.

Se nel 2015 Roma avrà forse il suo primo Piano Regolatore per disciplinare le poco meno 4.000 antenne selvaggiamente installate negli ultimi 20 anni senza regole comunali standard, dalla Svezia arrivano i dati della più importante ricerca mai condotta sui pericoli dei cellulari, un’analisi di studio caso-controllo (1997-2003 e 2007-2009) condotta da Lennart Hardell, celebre oncologo epidemiologo, fondatore dell’ICEMS, già membro del panel scientifico dello IARC che nel 2011 classificò in “possibile cancerogeno” (Classe 2B) l’inquinamento elettromagnetico da Cell-Phone. Lennart ora chiede alla costola dell’OMS il più alto ranking rischio-tumori per le connessioni/conversazioni wireless. Ci vuole la Classe 1, cancerogeni per l’uomo come arsenico, nickel e formaldeide. Questa la sua spietata conclusione, seguita da una petizione ‘referendaria’ on-line: “Il glioma e il neuroma acustico sono causati dalle emissioni in radiofrequenza e dai campi elettromagnetici dei telefoni senza fili e quindi da considerare cancerogene nel Gruppo 1 secondo la classificazione IARC. Le attuali linee guida per l’esposizione devono essere riviste con urgenza!”.

La cosa non dovrebbe suonare nuova al nostrano Ministero della Salute che per il 2015 pianificherà (come? dove?) una campagna pubblicitaria sull’attenuazione dell’uso indiscriminato di massa di smartphone e tablet dopo la storica sentenza della Cassazione sul tumore al trigemino a 10 anni di utilizzo di cordless e cellulare (alias, quando i giudici si sostituiscono a pavide ricerche di nebulosa indipendenza e altrettanto pavide scelte politiche in odore di ‘suggestione’ da potere economico delle TLC!).

C’è poi il capitolo Pubblica Amministrazione e domicilio privato con obiettivo 2020: già dal 2015 case e uffici dovrebbero cominciare a ritrovarsi sommersi da ulteriori e più numerose (di quelle già attive) pulsazioni Wi-Fi. Difatti dopo i contatori intelligenti dell’energia elettrica, arriveranno i termosifoni intelligenti, molto probabilmente dotati di sistemi in radiofrequenza, attesa l’obsolescenza ‘programmata’ del cavo, ormai in disuso persino agli elettricisti, propensi ‘ideologicamente’ a montare più easy soluzioni senza fili. I termosifoni intelligenti sono nell’ultima Direttiva sull’Efficienza Energetica approvata dal Consiglio dei Ministri che per i dispositivi di contabilizzazione di calore lascerebbe campo aperto ad una vera e propria prateria di nuovi dispositivi Wi-Fi.

Come proteggere la popolazione elettrosensibile? La cosa, poi, si allarga anche agli uffici. Quesito: entro il 2016 l’Italia sarà chiamata a recepire la nuova Direttiva Europea sulla protezione dei lavoratori dai campi elettromagnetici. Come la mettiamo col rischio di sforamento per esposizioni plurime e sovrapposte? Dove al Wi-Fi dei termosifoni si aggiungerebbero quelli dei router per navigare su internet, emissioni da server, pc, tablet e chi più ne ha, più ne accenda??

Pensierino di fine 2014: è giunta l’ora di aprire un dibattito pubblico sul tema elettrosmog, coinvolgendo la società civile su quella che – sempre più – sta diventando priorità sociale, visto che per il business di pochi si rischia di pregiudicare la salute di molti. E non lo dico io: “Aspettare prove certe potrebbe portare a grandi costi per la salute, come successo in passato per l’amianto, il fumo di sigaretta e il piombo della benzina”! Parola del Consiglio d’Europa, mica Martucci. Buon Capodanno! (ca va sans dire!)

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