“Gentile cliente, purtroppo la crisi ci ha travolti ed è sopravvenuta una grave complicazione economica e non siamo in grado di fornire il materiale da lei ordinato. E non siamo in grado nemmeno di rimborsare il suo pagamento. Al riguardo stiamo chiudendo purtroppo la ditta e probabilmente chiederemo un concordato. Siamo dispiaciuti di quanto accaduto, ovviamente se lei ritiene che sia giusto faccia i passi che crede opportuni. Firmato Italia Digital”.
Questo il triste epilogo non di una crisi aziendale, ma dell’ennesima truffa che sta coinvolgendo migliaia di consumatori che hanno ordinato quasi 500mila euro di materiale informatico (i numeri sono inesorabilmente in crescita) a una galassia di aziende online, con base a Lucca, senza poi ottenere né la merce, né la restituzione della somma corrisposta. Così, in attesa di risarcimenti che nella maggior parte dei casi tarderanno ad arrivare, non resta loro che questa mail arrivata come risposta automatica dopo aver provato inutilmente per giorni a mettersi in contatto Italia Digital.
Il meccanismo utilizzato per attuare la truffa, semplice quanto diabolico, ricorda fin troppo quello che è accaduto pochi mesi fa con il sito www.prezzofacile.it: prodotti venduti a prezzi imbattibili da portali che in rete vantavano ottime referenze. Ma dopo aver effettuato il pagamento tramite bonifico, carta di credito o Postepay, si sono rivelate vane le speranze di ricevere la merce, perché gli ordini online non sono stati mai evasi.
La vicenda è già finita sul tavolo della Procura di Lucca che ha aperto un procedimento penale dopo che in meno di 10 giorni sono state presentate centinaia di denunce (da Nord a Sud) per importi che variano da poche decine di euro a oltre 15mila. Nel mirino degli inquirenti c’è Daniela Simonetti, l’amministratrice di Italia Digital, azienda che dal 2012 si occupa della vendita online di computer, stampanti, notebook, televisori, smartphone, server e altro materiale informatico attraverso 5 siti, tutti intestati a lei: www.italiadigital.it, www.affaricerti.it, www.mediaprezzi.it, www.affaridigitali.it, www.megaprezzi.it. Portali che dal 13 dicembre in poi sono stati sospesi (se ci si collega compare una scritta in cui si spiega che il negozio online è disabilitato per manutenzione) così come è stata chiusa, sempre nella stessa data, la partita Iva dell’Italia Digital.
A confermarlo a ilfattoquotidiano.it è il comandante dei Carabinieri della stazione lucchese di San Concordio che ha ricevuto per primo le denunce dei consumatori per competenza territoriale, “mentre – spiega sempre il comandante – sono stati i militari della stazione di Lammari a convocare già negli scorsi Daniela Simonetti e al termine del colloquio le hanno formalizzato la denuncia per truffa”. La donna ha però dichiarato di ritenersi estranea alla vicenda, sostenendo di non saperne nulla e che l’idea della vendita online è stata del coniuge, Gianfranco Ciampi, al quale fino al 2012 era intestato un altro sito di e-commerce (www.affarishop.it), chiuso nel 2012, che aveva la stessa sede legale dei 5 portali intestati fino a pochi giorni fa alla moglie.
Una triste disavventura, così come la raccontano Salvatore Luongo e Juri Pozzi, due vittime di quella che già è stata ribattezzata “la truffa di Natale”, nonché amministratori di un gruppo Facebook in cui si sono ritrovati a confrontarsi già 800 truffati. “Ci siamo fidati – spiega Juri Pozzi – perché dalle recensioni che c’erano in rete, i siti di e-commerce erano noti solo per il ritardo con cui consegnavano la merce. Ma la consegnavano. Io – prosegue – il 2 dicembre ho ordinato, con un pagamento anticipato di 590 euro, un pc portatile strappando uno sconto di 180 euro. Trascorsi, poi, 10 giorni e non avendo ancora ricevuto nulla, ho tentato di contattare in ogni modo l’azienda. Telefono che squillava a vuoto, fax perennemente inserito, mail senza risposta e ordini fermi al primo stato di avanzamento. Fino al 12 dicembre, quando mi è arrivata una mail con cui l’azienda spiegava di essere in difficoltà e che non mi avrebbe potuto restituire la somma corrisposta”.
Una via crucis che ha spinto in tantissimi a raccontare la propria esperienza sul gruppo Facebook. “Abbiamo creato un database degli ordini inevasi e, secondo un primo censimento, i casi certificati al momento sono oltre 540 con il valore complessivo della merce che ammonta a 400mila euro. Ma si tratta di cifre che sono destinate a salire. Basti pensare che una sola società ha fatto acquisti per oltre 17mila euro pensando di portare a casa a prezzi vantaggiosi 40 notebook”. Secondo Juri Pozzi, che è riuscito a risalire al numero di transazioni effettuate da uno solo dei siti incriminati, ben 1.500, sono in molti i truffati che non hanno ancora effettuato una denuncia, anche perché – complice le vacanze natalizie – non si sono ancora resi conti dell’imbroglio.
Cosa fare se ci si accorge di essere rimasti truffati?
In attesa che la magistratura faccia il suo corso, come si dice in questi casi, purtroppo non è molto quello che si può fare, soprattutto se il pagamento è stato fatto con un bonifico. A spiegarlo è Altroconsumo che fornisce un piccolo vademecum.
Bonifico. Si deve inviare una raccomandata a/r alla ‘Società Italia Digital’ all’indirizzo via Salicchi 1040 A 55100 Lucca, chiedendo l’immediata restituzione dei soldi entro il termine di sette giorni. È probabile però che, dato che la società non esiste più, i soldi non vengano rimborsati.
Carta di credito. Si deve chiedere alla banca o all’istituto di pagamento di bloccare il pagamento verso la società, perché relativo ad un prodotto che non arriverà mai. Molto alte le probabilità di ottenere indietro la somma, perché scatta l’assicurazione sulla preziosa tesserina che copre i danni. C’è anche la possibilità di chiedere direttamente all’ente emittente la carta il rimborso della somma addebitata fraudolentemente da Italia Digital sulla base della norma ex art 62 comma 2 del Codice del Consumo, ovvero sul fatto che la società ha venduto prodotti di cui non aveva la disponibilità ed ha per questo fatto un utilizzo fraudolento della carta.
Usi & Consumi
E-commerce, il pacco di Natale è servito: truffa di Italia Digital. E fioccano denunce
Prodotti tecnologici acquistati online a prezzi scontatissimi, ma mai arrivati. E' la triste vicenda che sta coinvolgendo migliaia di consumatori. Le vittime di questa truffa realizzata da una galassia di aziende con base a Lucca si sono ritrovate in un gruppo su Facebook
“Gentile cliente, purtroppo la crisi ci ha travolti ed è sopravvenuta una grave complicazione economica e non siamo in grado di fornire il materiale da lei ordinato. E non siamo in grado nemmeno di rimborsare il suo pagamento. Al riguardo stiamo chiudendo purtroppo la ditta e probabilmente chiederemo un concordato. Siamo dispiaciuti di quanto accaduto, ovviamente se lei ritiene che sia giusto faccia i passi che crede opportuni. Firmato Italia Digital”.
Questo il triste epilogo non di una crisi aziendale, ma dell’ennesima truffa che sta coinvolgendo migliaia di consumatori che hanno ordinato quasi 500mila euro di materiale informatico (i numeri sono inesorabilmente in crescita) a una galassia di aziende online, con base a Lucca, senza poi ottenere né la merce, né la restituzione della somma corrisposta. Così, in attesa di risarcimenti che nella maggior parte dei casi tarderanno ad arrivare, non resta loro che questa mail arrivata come risposta automatica dopo aver provato inutilmente per giorni a mettersi in contatto Italia Digital.
Il meccanismo utilizzato per attuare la truffa, semplice quanto diabolico, ricorda fin troppo quello che è accaduto pochi mesi fa con il sito www.prezzofacile.it: prodotti venduti a prezzi imbattibili da portali che in rete vantavano ottime referenze. Ma dopo aver effettuato il pagamento tramite bonifico, carta di credito o Postepay, si sono rivelate vane le speranze di ricevere la merce, perché gli ordini online non sono stati mai evasi.
La vicenda è già finita sul tavolo della Procura di Lucca che ha aperto un procedimento penale dopo che in meno di 10 giorni sono state presentate centinaia di denunce (da Nord a Sud) per importi che variano da poche decine di euro a oltre 15mila. Nel mirino degli inquirenti c’è Daniela Simonetti, l’amministratrice di Italia Digital, azienda che dal 2012 si occupa della vendita online di computer, stampanti, notebook, televisori, smartphone, server e altro materiale informatico attraverso 5 siti, tutti intestati a lei: www.italiadigital.it, www.affaricerti.it, www.mediaprezzi.it, www.affaridigitali.it, www.megaprezzi.it. Portali che dal 13 dicembre in poi sono stati sospesi (se ci si collega compare una scritta in cui si spiega che il negozio online è disabilitato per manutenzione) così come è stata chiusa, sempre nella stessa data, la partita Iva dell’Italia Digital.
A confermarlo a ilfattoquotidiano.it è il comandante dei Carabinieri della stazione lucchese di San Concordio che ha ricevuto per primo le denunce dei consumatori per competenza territoriale, “mentre – spiega sempre il comandante – sono stati i militari della stazione di Lammari a convocare già negli scorsi Daniela Simonetti e al termine del colloquio le hanno formalizzato la denuncia per truffa”. La donna ha però dichiarato di ritenersi estranea alla vicenda, sostenendo di non saperne nulla e che l’idea della vendita online è stata del coniuge, Gianfranco Ciampi, al quale fino al 2012 era intestato un altro sito di e-commerce (www.affarishop.it), chiuso nel 2012, che aveva la stessa sede legale dei 5 portali intestati fino a pochi giorni fa alla moglie.
Una triste disavventura, così come la raccontano Salvatore Luongo e Juri Pozzi, due vittime di quella che già è stata ribattezzata “la truffa di Natale”, nonché amministratori di un gruppo Facebook in cui si sono ritrovati a confrontarsi già 800 truffati. “Ci siamo fidati – spiega Juri Pozzi – perché dalle recensioni che c’erano in rete, i siti di e-commerce erano noti solo per il ritardo con cui consegnavano la merce. Ma la consegnavano. Io – prosegue – il 2 dicembre ho ordinato, con un pagamento anticipato di 590 euro, un pc portatile strappando uno sconto di 180 euro. Trascorsi, poi, 10 giorni e non avendo ancora ricevuto nulla, ho tentato di contattare in ogni modo l’azienda. Telefono che squillava a vuoto, fax perennemente inserito, mail senza risposta e ordini fermi al primo stato di avanzamento. Fino al 12 dicembre, quando mi è arrivata una mail con cui l’azienda spiegava di essere in difficoltà e che non mi avrebbe potuto restituire la somma corrisposta”.
Una via crucis che ha spinto in tantissimi a raccontare la propria esperienza sul gruppo Facebook. “Abbiamo creato un database degli ordini inevasi e, secondo un primo censimento, i casi certificati al momento sono oltre 540 con il valore complessivo della merce che ammonta a 400mila euro. Ma si tratta di cifre che sono destinate a salire. Basti pensare che una sola società ha fatto acquisti per oltre 17mila euro pensando di portare a casa a prezzi vantaggiosi 40 notebook”. Secondo Juri Pozzi, che è riuscito a risalire al numero di transazioni effettuate da uno solo dei siti incriminati, ben 1.500, sono in molti i truffati che non hanno ancora effettuato una denuncia, anche perché – complice le vacanze natalizie – non si sono ancora resi conti dell’imbroglio.
Cosa fare se ci si accorge di essere rimasti truffati?
In attesa che la magistratura faccia il suo corso, come si dice in questi casi, purtroppo non è molto quello che si può fare, soprattutto se il pagamento è stato fatto con un bonifico. A spiegarlo è Altroconsumo che fornisce un piccolo vademecum.
Bonifico. Si deve inviare una raccomandata a/r alla ‘Società Italia Digital’ all’indirizzo via Salicchi 1040 A 55100 Lucca, chiedendo l’immediata restituzione dei soldi entro il termine di sette giorni. È probabile però che, dato che la società non esiste più, i soldi non vengano rimborsati.
Carta di credito. Si deve chiedere alla banca o all’istituto di pagamento di bloccare il pagamento verso la società, perché relativo ad un prodotto che non arriverà mai. Molto alte le probabilità di ottenere indietro la somma, perché scatta l’assicurazione sulla preziosa tesserina che copre i danni. C’è anche la possibilità di chiedere direttamente all’ente emittente la carta il rimborso della somma addebitata fraudolentemente da Italia Digital sulla base della norma ex art 62 comma 2 del Codice del Consumo, ovvero sul fatto che la società ha venduto prodotti di cui non aveva la disponibilità ed ha per questo fatto un utilizzo fraudolento della carta.
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Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Io sono un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente". Così Simone Cristicchi, ospite a 'Maschio Selvaggio' su Rai Radio 2, risponde alla conduttrice Nunzia De Girolamo quando fa notare al cantautore romano come la canzone sanremese 'Quando sarai piccola' sia piaciuta tanto a Elly Schlein quanto a Giorgia Meloni.
"Si tende sempre a identificare gli artisti politicamente, la musica invece non ha fazioni, non ha colori. Devo dire che tu hai messo insieme la destra e la sinistra", ha detto De Girolamo al cantautore arrivato quinto nella classifica finale. "Questo mi fa sorridere - ha confessato Cristicchi - sono molto contento di questo apprezzamento bipartisan, o anche super partes, che ha generato la mia canzone. Io sono sempre stato un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente, proprio perché volevo che la mia musica e la mia arte potesse arrivare a tutti ed è giusto che sia così".
"Ovviamente ho le mie idee, come tutti, non le rinnego e non mi vergogno di esternarle quando è il momento e quando ho voglia, però - ha concluso il cantautore - sono veramente contento di aver fatto questa canzone che sia piaciuta più o meno a tutti".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il caro bollette è un problema sempre più grave, che non possiamo più far finta di non vedere. Paghiamo le bollette più care d’Europa, che a sua volta paga le bollette più alte tra i competitor internazionali. Siamo i più tartassati tra i tartassati, con un evidente danno alla competitività delle imprese e al potere di acquisto delle famiglie. I lavoratori, in particolare, pagano questi aumenti tre volte: la prima in casa quando arriva la bolletta, la seconda perché le aziende devono metterli in cassa integrazione poiché con l’energia alle stelle perdono produttività, la terza perché l’energia spinge a rialzo l’inflazione e i prodotti nel carrello della spesa costano di più". Lo dice Annalisa Corrado della segreteria del Partito Democratico.
"Agire è possibile e doveroso. Possiamo farlo subito, a partire dalla protezione dei soggetti vulnerabili, oltre 3 milioni e mezzo di utenti, per il quali il governo vuole bandire aste che sarebbero una iattura. Bisogna fermarle immediatamente e riformare piuttosto l’acquirente unico, che al momento gestisce il servizio di tutela della vulnerabilità, perché possa tornare a stipulare i contratti pluriennali di acquisto, agendo come vero e proprio gruppo d’acquisto".
"È necessario inoltre agire ad ogni livello possibile per disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas: occorre lavorare ad una riforma europea dei mercati, scenario non immediato, agendo però contemporaneamente ed immediatamente per un “disaccoppiamento di fatto”, come quello che si potrebbe attuare supportando i contratti pluriennali con i produttori di energia da fonti rinnovabili (PPA, Power purchase agreement). Dovremmo prendere esempio dalla Spagna di Sanchez, inoltre, che ha imposto un tetto al prezzo del gas, ottenendo risultati brillanti che hanno trainato la ripresa d’industria ed economia. Dobbiamo fare di più e meglio per la transizione energetica per liberarci dalla dipendenza del gas: oltre ad insistere su sufficienza energetica ed elettrificazione dei consumi, dobbiamo agire ad ogni livello perché la quota di energia da fonti rinnovabili nel nostro mix di produzione cresca: questo è l’unico modo strutturale di far penetrare il beneficio in bolletta del basso costo delle energie pulite".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - “Allarmano e inquietano gli atti violenti rivolti in questi giorni contro le Forze dell’Ordine, a loro va la nostra piena solidarietà”. Lo dichiara la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi dopo gli incendi dolosi che hanno coinvolto questa mattina il commissariato e la Polstrada di Albano Laziale e nei giorni scorsi il comando della Compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo.
“Auguriamo agli agenti intossicati una pronta guarigione. Nell’attesa che sia fatta chiarezza sulle dinamiche e che i responsabili siano consegnati alla giustizia, non possiamo che schierarci senza indugio al fianco di chi ogni giorno si impegna per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Le bollette energetiche di famiglie e imprese sono alle stelle. Meloni ha fischiettato per mesi, ignorando anche le nostre proposte. E oggi annuncia il rinvio di un Cdm promesso ormai due settimane fa. Non avevano detto di essere 'pronti'?". Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Tutto quello che ha a che fare con le emergenze vere di cittadini, famiglie, imprese passa in secondo piano nell’agenda del governo Meloni. Così è stato ed è per le liste d’attesa e per il diritto alla salute negato a milioni di concittadini, così è per il caro-bollette che da troppi mesi penalizza le aziende italiane e mette in ginocchio le fasce sociali più disagiate". Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità nella segreteria del Partito Democratico.
"Oggi la segretaria del Pd Elly Schlein ha presentato proposte molto chiare e concrete, che raccolgono peraltro l’interesse di imprenditori e associazioni degli utenti. Il Cdm sul problema del caro energia pare invece che slitti a venerdì. La presidente Meloni ne approfitti per raccogliere le nostre proposte sul disaccoppiamento del prezzo dell’energia da quello del gas e sull’Acquirente unico".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - La lotta alle mafie andrebbe portata avanti "in maniera trasversale. Ma non stiamo vedendo disponibilità all'ascolto e al lavoro comune da parte di questa destra". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno. "Noi continueremo a fare da pungolo costante, il messaggio che deve arrivare chiaro alle nuove generazioni è che la mafia è un male, e un freno al nostro Paese. Il Pd oggi più che mai è intenzionato a portare avanti questo lavoro con determinazione, mano nella mano con le realtà che affrontano il problema ogni giorno e ne sanno certamente più di noi".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Nel contrasto alle mafie "il ruolo delle forze dell'ordine e della magistratura è fondamentale. Noi riconosciamo e sosteniamo il lavoro quotidiano delle forze dell'ordine. Vanno sostenute le forze dell'ordine, come la magistratura, che invece vediamo attaccata tutti i giorni da chi governa". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno.