Slitta a marzo il concorso per i presidi. E per un altro anno almeno resterà in disuso il Consiglio nazionale per la pubblica istruzione, organo collegiale che il ministero dell’Università e della ricerca (Miur) dovrebbe ripristinare da due anni e invece continua a non consultare. Sono queste le principali novità per la scuola italiana del decreto Milleproroghe 2015. Che concede una boccata d’ossigeno rispetto a scadenze troppe strette (o in alcuni casi già passate) anche in materia di borse di studio, concorsi per professori universitari e edilizia scolastica.
Concorso per presidi entro marzo – Dal decreto pubblicato il 31 dicembre in Gazzetta ufficiale arriva una data importante per tutti gli aspiranti presidi del Paese: il prossimo concorso verrà bandito entro marzo 2015. Si tratta di un ulteriore rinvio, visto che il bando era stato annunciato già a maggio scorso e avrebbe dovuto essere pubblicato entro la fine del 2014. I dirigenti scolastici lo attendono dal 2011, data dell’ultimo infausto concorso tempestato da una pioggia di ricorsi. Si spera che il ritardo di novanta giorni – dovuto “alla procedura complessa che prevede l’acquisizione dei pareri del ministero dell’Economia, della Pubblica amministrazione e del Consiglio di Stato” – possa servire ad evitare gli errori del passato. Di sicuro ci saranno molte novità, a partire dalla rivoluzione del cosiddetto “corso-concorso”: dopo le prove su scala nazionale, i vincitori dovranno seguire una “scuola” per presidi con tanto di esame finale. Ma per avere un quadro più chiaro sulla nuova procedura bisognerà attendere appunto il bando. Di certo, i tempi per avere nuovi dirigenti scolastici sono ancora lunghi: l’iter comincerà solo in primavera, tra prove e lezioni di formazione sarà difficile anche riuscire a completare il concorso entro settembre 2016. E questo certo non aiuta a colmare l’emergenza presidi nella scuola italiana: secondo i calcoli del sindacato Anief, all’inizio dell’anno scolastico erano circa 1.200 gli istituti privi di dirigente in tutto il Paese.
Un altro anno senza Consiglio della pubblica istruzione – Ai sindacati, poi, non avrà fatto certo piacere il contenuto del comma 1 dell’articolo 6 del Milleproroghe, con cui “sono fatti salvi tutti gli atti e i provvedimenti adottati in assenza del parere dell’organo collegiale consultivo nazionale della scuola” fino al dicembre 2015. Di fatto una sanatoria reiterata, per scongiurare il rischio di decadenza dei provvedimenti ministeriali. Il Consiglio nazionale della pubblica istruzione (Cnpi) esiste dal 1974, formula pareri obbligatori sulle politiche del personale della scuola ed è composto per la maggior parte da docenti e rappresentanti di categoria. Ma dal gennaio 2013 non esercita più: il ministero non lo ha prorogato, in vista di un riordino generale dell’organo. La riforma, però, si fa attendere. E intanto il Miur continua a legiferare in autonomia. Tra le proteste dei sindacati, che già nel luglio 2013 avevano scritto al Dicastero per chiedere il ripristino delle sue funzioni e si erano anche visti dare ragione da una sentenza del Tar nell’ottobre dello stesso anno. Nel 2015, comunque, dovrebbero procedere i lavori per il rinnovamento del Consiglio: dopo la decisione del Tar, il viceprefetto di Roma è stato nominato come commissario ad acta per la riforma, e i primi contatti col Ministero sono già cominciati.
Confermate le borse di studio e più tempo per i bandi per docenti associati – Tra le altre misure del decreto la più positiva è sicuramente la conferma anche per il prossimo anno delle borse di studio per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica (che ammontavano a circa tre milioni di euro). Prevista, infine, anche un’estensione delle scadenze per i lavori di edilizia scolastica finanziati dal Dl Fare del 2013. E dei termini fissati per le università per bandire i concorsi per professori associati, spostati da marzo a ottobre 2015. Tante piccole proroghe che evitano che risorse già stanziate vadano perdute. Ma dimostrano anche che spesso in Italia le scadenze non vengono rispettate.
Twitter: @lVendemiale
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