Amedy Coulibaly ha riagganciato male il telefono e per tutto il tempo dell’assedio nel supermercato a Porte dei Vincennes è stato intercettato dalla polizia. Ad un certo punto il terrorista, intorno alle 17, ha iniziato a pregare e gli agenti hanno approfittato del momento di distrazione per intervenire. La svista del fondamentalista islamico, ucciso oggi dalle teste di cuoio francesi durante il blitz in contemporanea a quello che ha colpito i due fratelli Kouachi, è “stata molto utile agli agenti”.
Sono le 15.10 quando Coulibaly telefona a BFM-TV per chiedere un contatto con la polizia. Una telefonata che la tv all news trasmetterà solo nel tardo pomeriggio, dopo la morte dell’assalitore. Accanto a lui, mentre parla con BFM dal telefono del supermercato kosher in cui è asserragliato da circa tre ore, ci sono i cadaveri dei tre primi ostaggi freddati già all’inizio della sua folle spedizione. Mentre il quarto ostaggio morirà successivamente.
(Sotto le immagini pubblicate dal Journal du Dimanche di Amedy Coulibaly e della compagna Hayat Boumeddiene, ancora ricercata. Sono state recuperate dagli inquirenti che hanno perquisito la casa del killer nell’ambito di un’inchiesta nel 2010)
1 /5 Foto1
Gli altri sono ancora vivi, terrorizzati. In questo quartiere che concentra una forte comunità ebraica – soprattutto nel vicino comune di Saint-Mandé – molti erano lì per fare gli ultimi acquisti dello shabbat. “Sapete chi sono! Sapete chi sono!”, ha gridato il terrorista, riferendosi al crimine di cui il sanguinario jihadista si era macchiato il giorno prima, quando ha freddato la giovane agente della polizia municipale a Montrouge, facendo poi perdere le tracce. Fuori, sull’Avenue della Porte de Vincennes, nell’est della capitale, la polizia ha schierato un’impressionante dispositivo di sicurezza.
L’assalitore del supermarket ebraico era uscito da poco di prigione. Per una strana ironia della sorte, prima di convertirsi all’Islam radicale, il ragazzo di 32 anni ebbe anche un incontro con l’ex presidente Nicolas Sarkozy. La sua compagna, Hayat Boumeddiene, 26 anni, accusata di complicità nell’assassinio della poliziotta a Montrouge, sarebbe riuscita a fuggire, mescolandosi con gli ostaggi in fuga dal negozio kosher. Secondo altre fonti invece, non si trovava nell’edificio.