Come molti di voi (esclusi i complottisti), anch’io detesto cordialmente i complottisti. Sapete, quelli che si avventurano in complesse ricostruzioni dei moventi occulti di quanto vediamo accadere, all’insegna del “niente è come sembra”. Sarà anche così, ma vi assicuro che non c’è niente di più istruttivo di un quarto d’ora passato con un politico (di qualsiasi colore, purtroppo) per capire come quello del complotto, di una precisa e luciferina volontà indirizzata ad un ben identificato scopo malvagio, sarebbe in effetti lo scenario migliore! Le cose stanno molto peggio, in realtà: se stiamo come stiamo, è perché la maggior parte di quelli che ci hanno messo nelle attuali condizioni semplicemente non sapevano dove stavano andando, nonostante fossero stati avvertiti, e il bello è che ce lo dicono pure!
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(Giuliano Amato che si identifica con Faust non ha prezzo! Per tutto il resto c’è la pattumiera della storia…)
Il complottismo, purtroppo, rimane una fisiologica reazione emotiva di fronte a fatti esecrandi come quelli di Parigi che tutti conoscete. Il desiderio di portare un minimo di razionalità nell’assurdo e bestiale caos cui assistiamo ci porta a indulgere un po’ troppo nel cui prodest, fino a sconfinare nella teoria del complotto. La nostra esperienza di italiani (pensate a Ustica) dovrebbe però insegnarci che molto probabilmente cosa sia esattamente successo a Parigi non lo sapremo mai, in parte, nell’immediato, anche per buoni motivi: non è assolutamente detto che le forze dell’ordine debbano dirci tutto quello che sanno, col rischio di favorire i loro e nostri avversari, cioè i terroristi. L’eliminazione dei diretti responsabili è il primo chiodo sulla bara della ricostruzione di una possibile verità.
Però, almeno, che a Parigi sia successo qualcosa di terribile lo sappiamo, e nessuno lo nega. Come è impossibile negare che l’11 settembre del 2001 sia successo qualcosa di tremendo a New York. Sono due episodi che segneranno per sempre la nostra esistenza, due spartiacque, come l’assassinio di Kennedy, o il primo passo sulla luna.
Non sto dicendo nulla di originale, a differenza di Eugenio Scalfari, che oggi (domenica 11 gennaio 2014) nel suo consueto editoriale su Repubblica scrive: “La guerra al terrorismo, insieme ai lutti, alle tensioni, alle paure, ha però un aspetto positivo che non va sottovalutato: fa emergere anche a chi finora era indifferente o addirittura ostile, la necessità di costruire l’Europa unita… Il terrorismo sembra avere scelto l’Europa come terreno di scontro; l’Europa non può che rispondere muovendo un passo verso l’unità non più soltanto economica ma politica”. Parole simili a quelle scritte da un altro brillante editorialista, Roberto Napoletano, sul Sole 24 Ore dell’8 gennaio scorso: “L’Occidente… risponda con gli Stati Uniti d’Europa e la forza politica del più grande mercato di consumo al mondo che decide finalmente di dire la sua non solo con la moneta unica ma anche con un esercito unico”.
Due aspetti fanno rabbrividire in questi spericolati voli pindarici: lo spaventoso cinismo e la sorprendente mancanza di coerenza logica.
Il cinismo è sempre il solito, quello dei cosiddetti “federalisti europei”, con i quali i nostri in larga misura si identificano. Avevamo già stigmatizzato il fatto che questa corrente di pensiero ritiene che qualsiasi mezzo sia lecito, anche la violenza di una crisi economica, pur di condurre il gregge europeo verso la Gerusalemme celeste degli Stati Uniti d’Europa. Ma va detto che Scalfari riesce a sorprenderci, riesce a far fare al discorso un indubbio salto di qualità (verso il basso, ovviamente). “Guardate il bicchiere mezzo pieno!” ci dice, “sono morte parecchie persone, ma almeno ora gli altri capiranno che ci vuole un’Europa unita”. Ah, ecco, ci mancava! Ora siamo addirittura alla teorizzazione di una funzione “positiva” della violenza fisica se volta, sia pure indirettamente, al raggiungimento del fine ultimo: gli Stati Uniti d’Europa (li chiama così, con un significativo riflesso pavloviano, l’altro gigante del pensiero unico che ho evocato sopra). Insomma: la violenza della crisi economica non è bastata? Pensate ancora di essere in grado di governarvi da voi, voi merde di italiani, invece di dare le chiavi di casa alla Merkel? E allora speriamo che la paura che vi siete presi vi convinca che non è il caso!
Il fine giustifica i mezzi, o meglio, giustifica la fine di tante vite umane.
Vorrei emettere il simmetrico auspicio che queste parole facciano scaturire in qualcuno un legittimo dubbio sulla natura antidemocratica dell’attuale processo di costruzione europea, che poi è l’oggetto del mio ultimo libro. Anche perché, notate, qui si cerca di vedere con ributtante spregiudicatezza “il lato positivo” di un fatto esecrando, dal quale tutti e ciascuno usciamo sconfitti, vittime e carnefici, Oriente e Occidente, laici e religiosi, e soprattutto lo si fa in nome di un colossale non sequitur logico.
Ve la metto così, semplice semplice: a voi sembra che questo non sia mai successo?
Perché vedete, qui delle due l’una: o Scalfari e Napoletano spingono il loro allucinato ed efferato delirio ideologico fino a negare che i fatti dell’11 settembre si siano mai verificati (iscrivendosi di fatto al PCI, il Partito Complottista Italiano), oppure c’è un evidente problema. Per quanto ne so io, così, cercando su Wikipedia, gli Stati Uniti sono uniti dal 1788, e quindi lo erano anche l’11 settembre del 2001: nel 2001 avevano un bilancio federale, avevano una Fed simile alla Fed (con un affettuoso pensiero a quelli che ragliano di Bce simile alla Fed), avevano un’unica intelligence (la Cia), avevano l’Fbi, avevano un unico esercito, che poi è quello che ha assicurato mezzo secolo di pace in Europa (non l’euro: la Nato ha mantenuto la pace), e che ora tante soddisfazioni ci sta dando, nel suo esportare democrazia qua e là, talora anche alle porte di casa nostra. Non mi sembra, e me ne rammarico, e ne sono ancora sconvolto nel profondo, come ognuno di noi, che essere uniti da 213 anni sia valso loro ad evitare l’esecranda tragedia delle Torri gemelle.
Quindi, perdonatemi, ma non riesco a capire: se il terrorismo colpisce, e colpisce in modo forsennato e letale, perfino l’ipotetico modello che i nostri “europeisti” si sono dati (e che caso strano non è un modello europeo ma americano), io sinceramente il nesso fra necessità di combattere il terrorismo e Stati Uniti d’Eugenio, pardon, d’Europa, non lo vedo.
E voi?
Vedo invece, quello sì, che c’è un opinionista italiano che trova un lato positivo nei fatti di Parigi. Ecco, gli amici dell’“Europa” sono di questa risma: persone il cui cinismo è superato solo dalla propria eleganza. Ricorderete infatti che stiamo parlando di quello che ci ha minacciato dicendoci in diretta televisiva che o facciamo come dice lui, o la Merkel ci metterà la testa nel cesso…
Un ottimo presupposto per costruire una fraterna unione fra popoli, non trovate?
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Alberto Bagnai
Senatore Lega, professore associato di Politica economica all'Uni. G.D’Annunzio di Pescara
Zonaeuro - 11 Gennaio 2015
Charlie Hebdo: quelli che ‘ci vogliono gli Stati Uniti d’Europa per sconfiggere il terrorismo’
Come molti di voi (esclusi i complottisti), anch’io detesto cordialmente i complottisti. Sapete, quelli che si avventurano in complesse ricostruzioni dei moventi occulti di quanto vediamo accadere, all’insegna del “niente è come sembra”. Sarà anche così, ma vi assicuro che non c’è niente di più istruttivo di un quarto d’ora passato con un politico (di qualsiasi colore, purtroppo) per capire come quello del complotto, di una precisa e luciferina volontà indirizzata ad un ben identificato scopo malvagio, sarebbe in effetti lo scenario migliore! Le cose stanno molto peggio, in realtà: se stiamo come stiamo, è perché la maggior parte di quelli che ci hanno messo nelle attuali condizioni semplicemente non sapevano dove stavano andando, nonostante fossero stati avvertiti, e il bello è che ce lo dicono pure!
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(Giuliano Amato che si identifica con Faust non ha prezzo! Per tutto il resto c’è la pattumiera della storia…)
Il complottismo, purtroppo, rimane una fisiologica reazione emotiva di fronte a fatti esecrandi come quelli di Parigi che tutti conoscete. Il desiderio di portare un minimo di razionalità nell’assurdo e bestiale caos cui assistiamo ci porta a indulgere un po’ troppo nel cui prodest, fino a sconfinare nella teoria del complotto. La nostra esperienza di italiani (pensate a Ustica) dovrebbe però insegnarci che molto probabilmente cosa sia esattamente successo a Parigi non lo sapremo mai, in parte, nell’immediato, anche per buoni motivi: non è assolutamente detto che le forze dell’ordine debbano dirci tutto quello che sanno, col rischio di favorire i loro e nostri avversari, cioè i terroristi. L’eliminazione dei diretti responsabili è il primo chiodo sulla bara della ricostruzione di una possibile verità.
Però, almeno, che a Parigi sia successo qualcosa di terribile lo sappiamo, e nessuno lo nega. Come è impossibile negare che l’11 settembre del 2001 sia successo qualcosa di tremendo a New York. Sono due episodi che segneranno per sempre la nostra esistenza, due spartiacque, come l’assassinio di Kennedy, o il primo passo sulla luna.
Non sto dicendo nulla di originale, a differenza di Eugenio Scalfari, che oggi (domenica 11 gennaio 2014) nel suo consueto editoriale su Repubblica scrive: “La guerra al terrorismo, insieme ai lutti, alle tensioni, alle paure, ha però un aspetto positivo che non va sottovalutato: fa emergere anche a chi finora era indifferente o addirittura ostile, la necessità di costruire l’Europa unita… Il terrorismo sembra avere scelto l’Europa come terreno di scontro; l’Europa non può che rispondere muovendo un passo verso l’unità non più soltanto economica ma politica”. Parole simili a quelle scritte da un altro brillante editorialista, Roberto Napoletano, sul Sole 24 Ore dell’8 gennaio scorso: “L’Occidente… risponda con gli Stati Uniti d’Europa e la forza politica del più grande mercato di consumo al mondo che decide finalmente di dire la sua non solo con la moneta unica ma anche con un esercito unico”.
Due aspetti fanno rabbrividire in questi spericolati voli pindarici: lo spaventoso cinismo e la sorprendente mancanza di coerenza logica.
Il cinismo è sempre il solito, quello dei cosiddetti “federalisti europei”, con i quali i nostri in larga misura si identificano. Avevamo già stigmatizzato il fatto che questa corrente di pensiero ritiene che qualsiasi mezzo sia lecito, anche la violenza di una crisi economica, pur di condurre il gregge europeo verso la Gerusalemme celeste degli Stati Uniti d’Europa. Ma va detto che Scalfari riesce a sorprenderci, riesce a far fare al discorso un indubbio salto di qualità (verso il basso, ovviamente). “Guardate il bicchiere mezzo pieno!” ci dice, “sono morte parecchie persone, ma almeno ora gli altri capiranno che ci vuole un’Europa unita”. Ah, ecco, ci mancava! Ora siamo addirittura alla teorizzazione di una funzione “positiva” della violenza fisica se volta, sia pure indirettamente, al raggiungimento del fine ultimo: gli Stati Uniti d’Europa (li chiama così, con un significativo riflesso pavloviano, l’altro gigante del pensiero unico che ho evocato sopra). Insomma: la violenza della crisi economica non è bastata? Pensate ancora di essere in grado di governarvi da voi, voi merde di italiani, invece di dare le chiavi di casa alla Merkel? E allora speriamo che la paura che vi siete presi vi convinca che non è il caso!
Il fine giustifica i mezzi, o meglio, giustifica la fine di tante vite umane.
Vorrei emettere il simmetrico auspicio che queste parole facciano scaturire in qualcuno un legittimo dubbio sulla natura antidemocratica dell’attuale processo di costruzione europea, che poi è l’oggetto del mio ultimo libro. Anche perché, notate, qui si cerca di vedere con ributtante spregiudicatezza “il lato positivo” di un fatto esecrando, dal quale tutti e ciascuno usciamo sconfitti, vittime e carnefici, Oriente e Occidente, laici e religiosi, e soprattutto lo si fa in nome di un colossale non sequitur logico.
Ve la metto così, semplice semplice: a voi sembra che questo non sia mai successo?
Perché vedete, qui delle due l’una: o Scalfari e Napoletano spingono il loro allucinato ed efferato delirio ideologico fino a negare che i fatti dell’11 settembre si siano mai verificati (iscrivendosi di fatto al PCI, il Partito Complottista Italiano), oppure c’è un evidente problema. Per quanto ne so io, così, cercando su Wikipedia, gli Stati Uniti sono uniti dal 1788, e quindi lo erano anche l’11 settembre del 2001: nel 2001 avevano un bilancio federale, avevano una Fed simile alla Fed (con un affettuoso pensiero a quelli che ragliano di Bce simile alla Fed), avevano un’unica intelligence (la Cia), avevano l’Fbi, avevano un unico esercito, che poi è quello che ha assicurato mezzo secolo di pace in Europa (non l’euro: la Nato ha mantenuto la pace), e che ora tante soddisfazioni ci sta dando, nel suo esportare democrazia qua e là, talora anche alle porte di casa nostra. Non mi sembra, e me ne rammarico, e ne sono ancora sconvolto nel profondo, come ognuno di noi, che essere uniti da 213 anni sia valso loro ad evitare l’esecranda tragedia delle Torri gemelle.
Quindi, perdonatemi, ma non riesco a capire: se il terrorismo colpisce, e colpisce in modo forsennato e letale, perfino l’ipotetico modello che i nostri “europeisti” si sono dati (e che caso strano non è un modello europeo ma americano), io sinceramente il nesso fra necessità di combattere il terrorismo e Stati Uniti d’Eugenio, pardon, d’Europa, non lo vedo.
E voi?
Vedo invece, quello sì, che c’è un opinionista italiano che trova un lato positivo nei fatti di Parigi. Ecco, gli amici dell’“Europa” sono di questa risma: persone il cui cinismo è superato solo dalla propria eleganza. Ricorderete infatti che stiamo parlando di quello che ci ha minacciato dicendoci in diretta televisiva che o facciamo come dice lui, o la Merkel ci metterà la testa nel cesso…
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Roma, 2 mar. (Adnkronos) - La capitale si prepara ad accogliere il ‘Resp Festival’, un evento innovativo che promette di trasformare Ariccia in un epicentro di suoni, luci e performance artistiche. Organizzato dal gruppo 06, il Festival si terrà presso il nuovo mega club ‘Factory46’, una struttura di 2.000 mq, (in Via Quarto Negroni 46, Ariccia), dotata di impianto audio all’avanguardia, giardino e zona food. L’evento si svolgerà dal 15 marzo per cinque sabati consecutivi, offrendo un’esperienza sensoriale unica, e rappresentando un nuovo capitolo nella scena della musica elettronica di Roma, portando con sé una ventata di innovazione e sperimentazione.
Il Resp Festival vanta un cartellone con 20 Dj internazionali e italiani, che si esibiranno ogni sabato dalle 23:00 alle 5:00, in un mix di performance dal vivo, spettacoli laser e led wall mozzafiato. Il primo sabato, 15 marzo, vedrà la partecipazione della star internazionale Pablo Say dalla Spagna, insieme alla talentuosa Debora Savasto e Katoff dall’Inghilterra. Tra gli altri protagonisti ci saranno Manuel Le Saux e Sygma, DJ e producer resident del festival. I tanti artisti porteranno sul palco una varietà di stili e influenze, creando un’esperienza sonora unica e coinvolgente.
“Siamo incredibilmente entusiasti di presentare il Resp Festival. Questo evento rappresenta un’opportunità unica per esplorare nuove frontiere della musica elettronica e delle arti visive. Miriamo a creare un’esperienza dinamica e coinvolgente per tutti i partecipanti. Abbiamo lavorato duramente per portare artisti di fama internazionale e talenti emergenti, creando un programma che celebra la diversità e l’innovazione. Non vediamo l’ora di condividere questa avventura con il nostro pubblico e di vedere come il Festival contribuirà a far crescere la scena culturale romana e non solo”, ha spiegato Sergio Serafini, organizzatore del Resp Festival e fondatore del gruppo 06.
Dopo l’inaugurazione del 15 marzo, si prosegue sabato 22 marzo con un evento misterioso e imperdibile, ‘Top Secret’. Poi sabato 29 marzo, si terrà una serata dedicata alle donne DJ, con la partecipazione di Alessandra Roncone, Las Mellizas, Francesca Fagiani, Kalhea e Consuelo. Sabato 5 aprile, sarà ‘La notte House of Vibe’ con il leggendario Joe T. Vannelli e Kristine.
Mentre sabato 12 aprile ci sarà il gran finale con la crew dell’Insomnia Discoacropoli d’Italia di Pisa, guidata dal fondatore Antonio Velasquez e DJ come Gabry Fasano, Alessandro Tognetti, Antonio Marki, Sandro Vibot e Riccardo Brush. Il Resp Festival non è solo un evento musicale, ma anche un’occasione per esplorare nuove forme di espressione artistica e per abbattere le barriere, connettendo presente e futuro, radici e prospettive. Inoltre il Festival si propone come un punto di incontro per artisti e pubblico, promuovendo la condivisione, il movimento e l’ascolto.
Il festival è accessibile con un unico biglietto Full Pass da € 69,90 per tutte le cinque serate, acquistabile online su Xceed. Non manca anche l’aspetto della solidarietà e della cultura. In collaborazione con Admo (Associazione Donatori Midollo Osseo), il Festival avrà anche una componente solidale, con l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere il valore del dono del midollo osseo. Ogni serata vedrà anche la presentazione di libri da parte di giovani scrittori emergenti. Inoltre il festival sarà molto attento anche alla sicurezza e garantirà un’esperienza senza preoccupazioni, grazie ai servizi navetta gratuiti per raggiungere la location in totale tranquillità.
Milano, 2 mar. (Adnkronos) - Altra sconfitta per il Milan di Conceicao con una diretta concorrente per l'Europa. Dopo il ko con il Bologna nel recupero, i rossoneri escono sconfitti da San Siro anche con la Lazio, per 2-1 in una gara folle, decisa al 98' da un calcio di rigore realizzato da Pedro, dopo che Chukwueze aveva riportato in parità la sfida pareggiando il gol di Zaccagni, con i rossoneri in dieci uomini per l'espulsione di Pavlovic. I rossoneri scivolano così in nona posizione, superati anche dalla Roma, mentre la Lazio sale a 50 punti e si riprende la quarta posizione, ai anni della Juventus impegnata domani con il Verona, e si avvicina all'Atalanta terza a 55 punti.
Conceiçao per la sfida interna, con la Curva che è entrata a gara iniziata per protesta, conferma nove undicesimi della formazione scesa in campo dal 1' contro il Bologna. Inserisce Gabbia al posto di Thiaw al centro della difesa e Pulisic per Joao Felix nel tridente offensivo con Leao e Reijnders alle spalle di Gimenez. In mezzo al campo Musah e Fofana, sugli esterni Jimenez a destra con Theo Hernandez a sinistra. Baroni, invece, deve rinunciare a Castellanos e Romagnoli e in difesa schiera Gila con Gigot davanti a Provedel. Sugli esterni Marusic e Nuno Tavares, con Rovella e Guendouzi a centrocampo, mentre in avanti Tchaouna, con Dia, Isaksen e Zaccagni a supporto.
La Lazio parte subito forte e al 3' Rovella serve Dia che scatta sul filo del fuorigioco ma viene fermato da intervento prodigioso di Maignan. Un minuto dopo sul cross di Nuno Tavares dalla sinistra, svetta Dia di testa ma non inquadra la porta. Poi al 6' tocca a Nuno Tavares a rendersi pericoloso ma Pavlovic sbroglia. Al 12' Isaksen fa partire un violento sinistro dalla distanza, ma la palla sfiora il palo alla sinistra di Maignan. Il Milan reagisce nel momento in cui i tifosi rossoneri fanno il proprio ingresso in curva Sud ma non basta. Al 19' Leao viene pescato al limite dell'area laziale e imbuca per Reijnders, bravo nel centrare la porta in caduta ma non abbastanza da impensierire Provedel. La Lazio riprende ad offendere e al 28' passa: Tchaouna tocca per Marusic che impegna Maignan con il destro in diagonale, sulla respinta arriva Zaccagni che insacca in spaccata con il sinistro per l'1-0. Dopo la rete ospite, Conceiçao si gioca subito la carta Joao Felix per provare a dare la scossa decisiva, ma nel finale Zaccagni va vicinissimo al raddoppio con un destro al volo, fuori di un soffio.
A inizio ripresa il tecnico rossonero fa uscire Jiménez per mettere dentro Walker, ma la Lazio continua a rendersi pericolosa. Al 50' ennesima ripartenza con Nuno Tavares che serve Gigot al centro dell'area ma il difensore biancoceleste calcia debolmente e Maignan blocca. Al 51' Pulisic serve Joao Felix che sii gira e calcia di prima intenzione ma manda di poco sopra la traversa. La gara è aperta e la Lazio al 54' sfiora il bis con Zaccagni: Guendouzi serve il compagno che rientra sul destro e calcia a giro ma manda la palla fuori di pochissimo. Al 55' ancora Joao Felix protagonista, poi la palla arriva a Pulisic che non trova la porta da pochi passi.
Il Milan rischia, si sbilancia e la squadra di Baroni affonda ancora al 58' con Gila che in girata di sinistro spedisce il pallone sopra la traversa. La partita si complica ulteriormente per il Milan al 67': recupero di Guendouzi al limite della propria area e palla per Isaksen che scappa via a Pavlovic che lo stende e per l'arbitro Manganiello è rosso diretto per il giocatore serbo. Milan in dieci e sotto di un gol. Al 71' punizione tagliata di Nuno Tavares dalla sinistra, Maignan non ci arriva e Theo Hernandez rischia l'autorete, poi la difesa rossonera spazza via.
il Milan con le poche energie rimaste prova a raggiungere il pari che arriva un po' a sorpresa all'84' con Chukwueze che di testa trova l'angolino sul cross morbido di Leao sul secondo palo per l'1-1. I rososneri provano anche a vincerla ma la Lazio non ci sta e all'86' Dia serve Isaksen che controlla al limite e calcia in porta col destro, ma Maignan non si fa sorprendere e blocca. Finale concitato che si decide al 98' grazie a Pedro che realizza su calcio di rigore il gol vittoria del 2-1 dopo l'on field Review con Manganiello che assegna il penalty per il fallo di Maignan su Isaksen. Pedro glaciale spiazza il francese e stende il Milan, alla terza sconfitta consecutiva e in piena crisi con Conceicao sempre più in bilico.
Roma, 2 mar (Adnkronos) - "Il vertice di Londra di oggi ha dimostrato che la posizione assunta da Giorgia Meloni in questi giorni è ampiamente condivisa, da Starmer a Tusk a molti altri leader. Quando Giorgia Meloni dice che le due sponde dell’Atlantico non devono dividersi, questo è proprio uno dei messaggi forti che arrivano da Londra". Lo ha detto l’europarlamentare di Fratelli d’Italia- Ecr Carlo Fidanza, capo delegazione del partito a Bruxelles, intervenendo in studio a '4 di sera' su Rete 4.
"E’ importante la posizione espressa dal premier italiano per cui vanno tenuti uniti gli USA e l’Europa. Da 75 anni la Nato garantisce la sicurezza dell’Europa, quindi prima di ragionare di soluzioni anche un po’ avventuristiche fuori dalla cornice Nato, occorre fare ogni sforzo possibile, tenendo gli Usa dentro al tavolo della trattativa sull’Ucraina -ha aggiunto-. Senza la deterrenza militare della Nato, e quindi senza la presenza degli Usa, è impensabile dare reali garanzie di sicurezza all’Ucraina. Una sicurezza che l’Europa da sola non è in grado di garantire e che serve anche per evitare che la Russia faccia ciò che ha fatto con l’Ucraina con altri Stati europei”.
Roma, 2 mar. - (Adnkronos) - Appello per una giovane 26enne di origini siriane scomparsa da Latina ieri. Ayah Krdi, si legge su post dell'associazione Penelope Lazio (associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse Odv), "si è allontanata da casa per recarsi alla casa di riposo Sasn Francesco di Latina. Era a piedi, con il cellulare. Potrebbe trovarsi presso stazioni di autobus o metro".
L'appello continua dando una descrizione della giovane: "è alta 1,64 mt, corporatura media, indossa un velo nero come copricapo, una giacca di colore nero e grigio, jeans, scarpe da ginnastica bianche ed ha una borsa nera. Potrebbe avere bisogno di aiuto", chiude l'appello dell'associazione pubblicando anche una foto della giovane.
Roma, 2 mar. - (Adnkronos) - L'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino ha chiesto di poter accedere al regime di semilibertà. Nel 2017 era stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il naufragio della nave da crociera avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012 davanti all'isola del Giglio provocando 32 vittime e centinaia di feriti. Schettino ha maturato il termine che gli consente di accedere alle misure alternative al carcere avendo già scontato la metà della pena. L'udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Roma si terrà martedì 4 marzo.
Schettino, recluso nel carcere romano di Rebibbia, beneficia attualmente di 45 giorni all'anno di permessi ottenuti grazie alla buona condotta mantenuta nel carcere romano. L'ex comandante della Costa Concordia tre anni fa aveva ottenuto la possibilità di lavorare in carcere e gli era stato affidato il compito di contribuire alla digitalizzazione dei documenti giudiziari della strage di Ustica e della strage di via Fani a Roma con il sequestro e l'omicidio dello statista democristiano Aldo Moro.
Una delle persone sopravvissute al naufragio, Vanessa Brolli, 27 anni, che era in vacanza sulla Costa Concordia con i fratelli, i genitori e altri parenti per festeggiare i 50 anni di matrimonio dei nonni, ha dichiarato una volta appreso la notizia: "Dispiace sapere che potrebbe tornare a casa. Schettino deve pagare per le sue colpe. A prescindere dalla decisione dei giudici siamo certi che Schettino vivrà il resto dei suoi giorni con addosso il peso di questa tragedia. Questa è la più grande pena per lui. Anche se dovesse uscire dal carcere, dovrà convivere con questa colpa per tutta la vita".
Roma, 2 mar (Adnkronos) - "Ursula Von der Leyen dice che è 'urgente riarmare l’Europa', Macron parla di 'invio di truppe' in Ucraina. Per la Lega invece è urgente lavorare per la Pace. L’Occidente intero ha il dovere di evitare a tutti i costi il rischio di una Terza Guerra Mondiale, bene fa il governo italiano a cercare di tenerlo unito e il presidente Trump, con responsabilità e pragmatismo, a spingere tutti in questa direzione". Lo scrive la Lega in un post sui social.
Roma, 2 mar. (Adnkronos) - "We stand with Ukraine! Continuiamo a sostenere con forza e decisione, a livello nazionale ed europeo, la resistenza del popolo ucraino. Continuiamo a lavorare per una pace giusta, sicura e duratura. Continuiamo a difendere la libertà, i diritti, la democrazia”. Lo ha scritto su X Piero De Luca, deputato e capogruppo Pd in commissione Politiche europee, che ha partecipato alla manifestazione a sostengo dell’Ucraina che si è tenuta a Roma.