Un complice delle stragi e fino a sei elementi della cellula terroristica islamica legata agli attacchi di Parigi ancora in fuga. L’intelligence e le forze dell’ordine francesi sono sulle tracce di almeno un’altra persona che avrebbe avuto un ruolo negli attacchi dei fratelli Kouachi e di Amedy Coulibaly della scorsa settimana. “La caccia continua”, ha detto il primo ministro francese Manuel Valls ai microfoni RMC e a BFM-TV, e ha annunciato un aumento della sicurezza. “Da oggi 4700 poliziotti presidieranno le 717 scuole ebraiche del Paese e diecimila militari saranno dispiegati per sorvegliare i siti sensibili”. Sono cadute per il momento le accuse nei confronti della compagna di Coulibaly: le forze di sicurezza turche hanno registrato le impronte digitali di Hayat Boumeddiene quando è atterrata all’aeroporto di Istanbul il 2 gennaio. La donna ha passato il confine turco l’8 gennaio per entrare in Siria e probabilmente unirsi ai miliziani dell’Isis. A riferirlo è il ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu. “Non c’era uno specifico divieto di ingresso in Turchia per lei”, ha precisato il ministro degli Interni turco, Efkan Ala. Dunque – come ha confermato lo stesso Valls – la 26enne non si trovava in Francia nei giorni in cui veniva compiuta la mattanza dei fratelli Kouachi nella redazione di Charlie Hebdo e quella del supermarket ebraico a Porte de Vincennes (sud della capitale).
Intanto, dopo la morte di 17 persone in seguito agli atti terroristici, Al Qaeda nel Maghreb Islamico (Aqmi) ha lanciato un avvertimento alla Francia minacciando nuovi attacchi contro il paese. “Finché i suoi soldati”, si legge in un messaggio divulgato dai siti islamici, “occuperanno paesi come il Mali e il Centrafrica e bombarderanno i nostri popoli in Siria e Iraq e fintanto che la sua stupida stampa continuerà ad arrecare danno al nostro profeta, la Francia si esporrà al peggio”. Nel messaggio Aqmi saluta poi “i tre cavalieri dell’Islam eroi della battaglia di Parigi”.
La Francia domenica 11 gennaio ha voluto rispondere alle stragi con una manifestazione oceanica che ha visto la partecipazione di almeno tre milioni di persone. Una sfilata a cui hanno partecipato oltre 50 capi di Stato e di governo provenienti da tutto il mondo. Non c’era però il presidente degli Stati Uniti, una scelta che ha scatenato numerose polemiche. “Avremmo dovuto inviare qualcuno ad alto livello”, ha detto il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest. Ammettendo l’errore, ha aggiunto che “se le circostanze fossero state diverse penso che al presidente stesso sarebbe piaciuto partecipare. Ma la sicurezza avrebbe potuto creare problemi all’evento”. Problemi di sicurezza, ma anche diplomatici. Secondo il sito del quotidiano Haaretz, il presidente francese Hollande avrebbe suggerito al primo ministro israeliano di non prendere parte alla commemorazione per tenere il conflitto israelo-palestinese lontano “dall’iniziativa, esempio dell’unità europea”.
Nel prossimo numero Charlie Hebdo vignette su Maometto
Nella sede di Libération a Parigi, dove è ospitata temporaneamente la redazione di Charlie Hebdo, è in corso di preparazione la prossima edizione. “Non cederemo nulla e sul numero che uscirà mercoledì 14, in tre milione di copie e in 16 lingue, ci saranno ovviamente delle vignette su Maometto”, ha anticipato Richard Malka, legale della rivista satirica. “Lo stato d’animo ‘Je suis Charlie’ significa anche diritto alla blasfemia”. Sarà un numero “commemorativo“, spiega il caporedattore Gérard Biard, “ma senza essere piagnucoloni”.
“Isolamento in carcere per gli estremisti islamici”
Prevenzione non solo nelle strade, ma anche nelle carceri. Il primo ministro vuole attuare una norma che prevede l’isolamento per i detenuti estremisti islamici nei penitenziari francesi, lo ha anticipato Le Figaro. “Separeremo questi detenuti dagli altri” nelle prigioni, “bisogna rendere generale” questa misura ma, ha affermato Valls, “bisogna farlo con “giudizio e intelligenza”. L’attenzione delle autorità si concentra sulle carceri perché è proprio qui che in alcuni casi i predicatori islamisti indottrinano e arruolano giovani leve. Come avvenne con Cherif Kouachi, fermato dalla polizia mentre stava partendo per l’Iraq e condannato a tre anni. Cherif dal 29 gennaio 2005 all’11 ottobre del 2006 era detenuto nel penitenziario di Fleury-Mérogis (Essonne). E’ qui che incontrò Djamel Beghal, franco-algerino incarcerato per il suo importante ruolo in Al Qaeda. Ed è qui che avvenne la sua radicalizzazione.
Aperta indagine per apologia di terrorismo su Dieudonné
La procura di Parigi, intanto, ha aperto un’indagine per possibile apologia di terrorismo a carico dell’umorista Dieudonné M’bala M’bala, per avere presumibilmente espresso solidarietà nei confronti di uno degli attentatori jihadisti. Dieudonné, criticato in varie occasioni per le sue dichiarazioni e battute antisemite, ha infatti pubblicato su Facebook un post in cui ha affermato: “Per quanto mi riguarda, mi sento Charlie Coulibaly“. Nel post, poi cancellato, Dieudonné mischiava il nome del giornale e quello di Amedy Coulibaly.
Roma, rafforzata sicurezza al Ghetto e alla scuola ebraica
L’allerta, intanto, resta alta anche in Italia, che rimane tra gli obiettivi nel mirino dei terroristi. A Roma sono stati rafforzati i dispositivi di sicurezza al Ghetto e alla scuola ebraica. “I servizi sono stati rimodulati e potenziati davanti a tutti gli obiettivi sensibili” ha detto il capo della Digos romana, Diego Parente, che ha comunque ridimensionato l’allarme lanciato ieri da Cia e Mossad, secondo cui il Vaticano rimane in cima alla lista dei luoghi più a rischio. “Non c’è al momento nessun riscontro sulle minacce al Vaticano ma l’allerta è massima. Su quest’ultimo allarme non è stata trovata ancora conferma”, ha aggiunto il numero uno della Digos. “In Vaticano il servizio era già cospicuo e sostanzioso, adesso è stato rivisto come tutto il sistema di sicurezza della città che comprende tutti gli obiettivi sensibili presenti a Roma e che sono numerosi”.
Mondo
Charlie Hebdo, ecco la nuova copertina. Si cerca complice strage, 6 terroristi in fuga
Il prossimo numero del settimanale si apre con una vignetta di Luz dove è illustrato Maometto che piange. Il primo ministro Valls ha annunciato che saranno rafforzate le misure di sicurezza per proteggere gli istituti ebraici in tutto il Paese. Polemiche negli Usa per l'assenza di Obama alla marcia repubblicana
Un complice delle stragi e fino a sei elementi della cellula terroristica islamica legata agli attacchi di Parigi ancora in fuga. L’intelligence e le forze dell’ordine francesi sono sulle tracce di almeno un’altra persona che avrebbe avuto un ruolo negli attacchi dei fratelli Kouachi e di Amedy Coulibaly della scorsa settimana. “La caccia continua”, ha detto il primo ministro francese Manuel Valls ai microfoni RMC e a BFM-TV, e ha annunciato un aumento della sicurezza. “Da oggi 4700 poliziotti presidieranno le 717 scuole ebraiche del Paese e diecimila militari saranno dispiegati per sorvegliare i siti sensibili”. Sono cadute per il momento le accuse nei confronti della compagna di Coulibaly: le forze di sicurezza turche hanno registrato le impronte digitali di Hayat Boumeddiene quando è atterrata all’aeroporto di Istanbul il 2 gennaio. La donna ha passato il confine turco l’8 gennaio per entrare in Siria e probabilmente unirsi ai miliziani dell’Isis. A riferirlo è il ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu. “Non c’era uno specifico divieto di ingresso in Turchia per lei”, ha precisato il ministro degli Interni turco, Efkan Ala. Dunque – come ha confermato lo stesso Valls – la 26enne non si trovava in Francia nei giorni in cui veniva compiuta la mattanza dei fratelli Kouachi nella redazione di Charlie Hebdo e quella del supermarket ebraico a Porte de Vincennes (sud della capitale).
Intanto, dopo la morte di 17 persone in seguito agli atti terroristici, Al Qaeda nel Maghreb Islamico (Aqmi) ha lanciato un avvertimento alla Francia minacciando nuovi attacchi contro il paese. “Finché i suoi soldati”, si legge in un messaggio divulgato dai siti islamici, “occuperanno paesi come il Mali e il Centrafrica e bombarderanno i nostri popoli in Siria e Iraq e fintanto che la sua stupida stampa continuerà ad arrecare danno al nostro profeta, la Francia si esporrà al peggio”. Nel messaggio Aqmi saluta poi “i tre cavalieri dell’Islam eroi della battaglia di Parigi”.
La Francia domenica 11 gennaio ha voluto rispondere alle stragi con una manifestazione oceanica che ha visto la partecipazione di almeno tre milioni di persone. Una sfilata a cui hanno partecipato oltre 50 capi di Stato e di governo provenienti da tutto il mondo. Non c’era però il presidente degli Stati Uniti, una scelta che ha scatenato numerose polemiche. “Avremmo dovuto inviare qualcuno ad alto livello”, ha detto il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest. Ammettendo l’errore, ha aggiunto che “se le circostanze fossero state diverse penso che al presidente stesso sarebbe piaciuto partecipare. Ma la sicurezza avrebbe potuto creare problemi all’evento”. Problemi di sicurezza, ma anche diplomatici. Secondo il sito del quotidiano Haaretz, il presidente francese Hollande avrebbe suggerito al primo ministro israeliano di non prendere parte alla commemorazione per tenere il conflitto israelo-palestinese lontano “dall’iniziativa, esempio dell’unità europea”.
Nel prossimo numero Charlie Hebdo vignette su Maometto
Nella sede di Libération a Parigi, dove è ospitata temporaneamente la redazione di Charlie Hebdo, è in corso di preparazione la prossima edizione. “Non cederemo nulla e sul numero che uscirà mercoledì 14, in tre milione di copie e in 16 lingue, ci saranno ovviamente delle vignette su Maometto”, ha anticipato Richard Malka, legale della rivista satirica. “Lo stato d’animo ‘Je suis Charlie’ significa anche diritto alla blasfemia”. Sarà un numero “commemorativo“, spiega il caporedattore Gérard Biard, “ma senza essere piagnucoloni”.
“Isolamento in carcere per gli estremisti islamici”
Prevenzione non solo nelle strade, ma anche nelle carceri. Il primo ministro vuole attuare una norma che prevede l’isolamento per i detenuti estremisti islamici nei penitenziari francesi, lo ha anticipato Le Figaro. “Separeremo questi detenuti dagli altri” nelle prigioni, “bisogna rendere generale” questa misura ma, ha affermato Valls, “bisogna farlo con “giudizio e intelligenza”. L’attenzione delle autorità si concentra sulle carceri perché è proprio qui che in alcuni casi i predicatori islamisti indottrinano e arruolano giovani leve. Come avvenne con Cherif Kouachi, fermato dalla polizia mentre stava partendo per l’Iraq e condannato a tre anni. Cherif dal 29 gennaio 2005 all’11 ottobre del 2006 era detenuto nel penitenziario di Fleury-Mérogis (Essonne). E’ qui che incontrò Djamel Beghal, franco-algerino incarcerato per il suo importante ruolo in Al Qaeda. Ed è qui che avvenne la sua radicalizzazione.
Aperta indagine per apologia di terrorismo su Dieudonné
La procura di Parigi, intanto, ha aperto un’indagine per possibile apologia di terrorismo a carico dell’umorista Dieudonné M’bala M’bala, per avere presumibilmente espresso solidarietà nei confronti di uno degli attentatori jihadisti. Dieudonné, criticato in varie occasioni per le sue dichiarazioni e battute antisemite, ha infatti pubblicato su Facebook un post in cui ha affermato: “Per quanto mi riguarda, mi sento Charlie Coulibaly“. Nel post, poi cancellato, Dieudonné mischiava il nome del giornale e quello di Amedy Coulibaly.
Roma, rafforzata sicurezza al Ghetto e alla scuola ebraica
L’allerta, intanto, resta alta anche in Italia, che rimane tra gli obiettivi nel mirino dei terroristi. A Roma sono stati rafforzati i dispositivi di sicurezza al Ghetto e alla scuola ebraica. “I servizi sono stati rimodulati e potenziati davanti a tutti gli obiettivi sensibili” ha detto il capo della Digos romana, Diego Parente, che ha comunque ridimensionato l’allarme lanciato ieri da Cia e Mossad, secondo cui il Vaticano rimane in cima alla lista dei luoghi più a rischio. “Non c’è al momento nessun riscontro sulle minacce al Vaticano ma l’allerta è massima. Su quest’ultimo allarme non è stata trovata ancora conferma”, ha aggiunto il numero uno della Digos. “In Vaticano il servizio era già cospicuo e sostanzioso, adesso è stato rivisto come tutto il sistema di sicurezza della città che comprende tutti gli obiettivi sensibili presenti a Roma e che sono numerosi”.
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Roma, 23 feb. - (Adnkronos) - Resterà per sempre il cantante di "Bandiera gialla", canzone simbolo della musica leggera degli anni '60: Gianni Pettenati è morto nella sua casa di Albenga (Savona) all'età di 79 anni. L'annuncio della scomparsa, avvenuta nella notte, è stato dato con un post sui social dalla figlia Maria Laura: "Nella propria casa, come voleva lui, con i suoi affetti vicino, con l'amore dei suoi figli Maria Laura, Samuela e Gianlorenzo e l'adorato gatto Cipria, dopo una lunga ed estenuante malattia, ci ha lasciato papà. Non abbiamo mai smesso di amarti. Ti abbracciamo forte. Le esequie si terranno in forma strettamente riservata".
Nato a Piacenza il 29 ottobre 1945, Gianni Pettenati debutta nel 1965, vincendo il Festival di Bellaria ed entra a far parte del gruppo degli Juniors e nel 1966, accompagnato dallo stesso gruppo, incide il suo primo 45 giri, una cover di "Like a Rolling Stone" di Bob Dylan intitolata "Come una pietra che rotola", seguita da quello che rimane il suo maggiore successo "Bandiera gialla", versione italiana di "The pied piper" incisa lo stesso anno da Patty Pravo (in lingua originale, come lato B del singolo "Ragazzo Triste" per la promozione del locale Piper Club di Roma, diventando il brano simbolo della famosa discoteca), diventata un evergreen, immancabile quando si gioca al karaoke o nelle serate revival nelle discoteche e nelle feste. Il 45 giri successivo, nuovamente con gli Juniors, è "Il superuomo" (cover di "Sunshine superman" di Donovan), mentre sul lato B del disco compare "Puoi farmi piangere" (cover di "I put a spell on you" di Screamin' Jay Hawkins, incisa con l'arrangiamento della versione di Alan Price), con il testo italiano di Mogol. Sempre nel 1967 Pettenati partecipa al Festival di Sanremo con "La rivoluzione", a Un disco per l'estate con "Io credo in te", al Cantagiro con "Un cavallo e una testa" (scritta da Paolo Conte) e a Scala Reale sul Canale Nazionale della Rai in squadra con il vincitore di quell'anno, Claudio Villa, e con Iva Zanicchi, battendo Gianni Morandi, Sandie Shaw e Dino.
Nel 1968 insieme ad Antoine entra in finale al festival di Sanremo con "La tramontana", brano molto fortunato che il cantante piacentino ha sempre riproposto nei suoi concerti. Seguono altri successi come "Caldo caldo", "Cin cin", "I tuoi capricci" e collaborazioni artistiche con diversi autori della canzone italiana. Critico musicale, Pettenati è autore di diversi libri sulla storia della musica leggera italiana tra cui "Quelli eran giorni - 30 anni di canzoni italiane" (Ricordi, con Red Ronnie); "Gli anni '60 in America" (Edizioni Virgilio); "Mina come sono" (Edizioni Virgilio); "Io Renato Zero" (Edizioni Virgilio); "Alice se ne va" (Edizioni Asefi). Nel 2018 era stata concessa a Pettenati la legge Bacchelli che prevede un assegno vitalizio di 24mila euro annui a favore di cittadini illustri, con meriti in diversi campi, che versino in stato di particolare necessità. (di Paolo Martini)
Parigi, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Tre persone, oltre al presunto autore, sono state arrestate per l'attacco mortale di ieri a Mulhouse, nell'est della Francia. Lo ha reso noto la Procura nazionale antiterrorismo. Il principale sospettato, nato in Algeria 37 anni fa, è stato arrestato poco dopo l'aggressione con coltello che ha ucciso un portoghese di 69 anni e ferito almeno tre agenti della polizia municipale.
Mosca, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - "Il destino ha voluto così, Dio ha voluto così, se così posso dire. Una missione tanto difficile quanto onorevole - difendere la Russia - è stata posta sulle nostre e vostre spalle unite". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin ai soldati che hanno combattuto in Ucraina, durante una cerimonia organizzata al Cremlino in occasione della Giornata dei Difensori della Patria.
Kiev, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invocato l'unità degli Stati Uniti e dell'Europa per giungere a una "pace duratura", alla vigilia del terzo anniversario dell'invasione russa e sulla scia della svolta favorevole a Mosca presa da Donald Trump.
"Dobbiamo fare del nostro meglio per una pace duratura e giusta per l'Ucraina. Ciò è possibile con l'unità di tutti i partner: ci vuole la forza di tutta l'Europa, la forza dell'America, la forza di tutti coloro che vogliono una pace duratura", ha scritto Zelensky su Telegram.
Parigi, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Tre persone, oltre al presunto autore, sono state arrestate per l'attacco mortale di ieri a Mulhouse, nell'est della Francia. Lo ha reso noto la Procura nazionale antiterrorismo. Il principale sospettato, nato in Algeria 37 anni fa, è stato arrestato poco dopo l'aggressione con coltello che ha ucciso un portoghese di 69 anni e ferito almeno tre agenti di polizia municipale.
Beirut, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Decine di migliaia di persone si sono radunate per partecipare ai funerali di Hassan Nasrallah, in uno stadio alla periferia di Beirut. Molte le bandiere di Hezbollah e i ritratti del leader assassinato che ha guidato il movimento libanese, sostenuto dall'Iran, per oltre tre decenni. Uomini, donne e bambini provenienti dal Libano e da altri luoghi hanno camminato a piedi nel freddo pungente per raggiungere il luogo della cerimonia, ritardata per motivi di sicurezza dopo la morte di Nasrallah avvenuta in un massiccio attacco israeliano al bastione di Hezbollah a Beirut sud a settembre.
Mentre la folla si radunava, i media statali libanesi hanno riferito di attacchi israeliani in alcune zone del Libano meridionale, tra cui una località a circa 20 chilometri dal confine. L'esercito israeliano ha affermato di aver colpito nel Libano meridionale "diversi lanciarazzi che rappresentavano una minaccia imminente per i civili israeliani". Ritratti giganti di Nasrallah e di Hashem Safieddine (il successore designato di Nasrallah, ucciso in un altro attacco aereo israeliano prima che potesse assumere l'incarico) sono stati affissi sui muri e sui ponti nella parte sud di Beirut. Uno è stata appeso anche sopra un palco eretto sul campo del gremito Camille Chamoun Sports City Stadium, alla periferia della capitale, dove si svolgeranno i funerali dei due leader.
Lo stadio ha una capienza di circa 50mila persone, ma gli organizzatori di Hezbollah hanno installato decine di migliaia di posti a sedere extra sul campo e all'esterno, dove i partecipanti potranno seguire la cerimonia su uno schermo gigante. Hezbollah ha invitato alla cerimonia alti funzionari libanesi, alla presenza del presidente del parlamento iraniano, Mohammad Bagher Ghalibaf, e del ministro degli Esteri Abbas Araghchi. Quest'ultimo, in un discorso da Beirut, ha descritto i leader assassinati come "due eroi della resistenza" e ha giurato che "il cammino della resistenza continuerà".
Beirut, 23 feb. (Adnkronos) - La rete libanese affiliata a Hezbollah Al-Mayadeen ha riferito che Israele ha effettuato un attacco aereo nell'area di Al-Hermel, nella regione della Bekaa, nel Libano orientale.